12/04/12

Temporaneo stop alla riforma del pareggio di bilancio

La discussione si prolunga. Si vergognano di riformare la Costituzione sotto dettatura? Pubblico come post il commento del bravo  Riccardo, completo, ironico e  illuminante.


Sfrutto questo spazio pubblico interessato per segnalare che l'11 aprile non c'è stata la votazione definitiva al Senato. La discussione in aula è stata prolungata per puri motivi di facciata, in quanto i quattro gatti della rete che avevano seguito la vicenda parlamentare fin dall'inizio (nel silenzio annoiato di ben altre fonti più qualificate, non mi riferisco a Ferrero - inteso come qualificato) avevano fatto notare la leggera illegittimità da parte di un parlamento commissariato sotto mandato "alleato" di cambiare anche solo la rilegatura della nostra Carta - per tacere del contenuto involutivo della "riforma".

In realtà la votazione si sarebbe potuta tenere tranquillamente mercoledì, in quanto era già stato tutto "discusso", emendato e deliberato in prima lettura il 30/11/2011 alla Camera e il 15/11/2011 al Senato: modifica costituzionale votata con la maggioranza dei 2/3 e oltre (diciamo pure che la Bulgaria andrebbe finalmente rivalutata...) vedi qui e qui come hanno votato i gruppi.

In seconda lettura, non emendabile, alla Camera in data 6/3/2012

Ieri c'è stata la "discussione" in aula. Seguono brani dei nostri utili idioti:
"Con la modifica dell'articolo 81 della Costituzione l'Italia adempie agli impegni assunti a livello comunitario e, in risposta ai cambiamenti geopolitici mondiali, concorre a disegnare una nuova governance economica europea, più stabile ed efficiente sotto il profilo della crescita. Quanto ai timori di una rinuncia all'impostazione keynesiana dell'uso del bilancio pubblico in funzione anticongiunturale quale strumento positivo di sviluppo, il ruolo regolatore dello Stato non può che fondarsi sulla sostenibilità delle finanze statali. La modifica dell'articolo 81 si presenta comunque come il primo passo di un più ampio processo riformatore delle istituzioni pubbliche. Il vincolo costituzionale che si va ad introdurre, che dovrà essere coerentemente integrato dalle norme attuative previste, non avrà gli effetti attesi se non sarà accompagnato da una chiara visione delle priorità politiche, dalla riduzione della spesa in valore assoluto, da interventi pubblici efficienti e dall'eliminazione delle sacche di improduttività."

No, non è Monti Mario, è tal Paolo Giaretta del Partito Democratico. Notare l'uso disinvolto delle locuzioni "governance", "cambiamenti geopolitici globali", "crescita", "keynesiano" e "funzione anticongiunturale". Questi giganti dal pensiero granitico dovrebbero inorgoglire il gregge italiano: dove noi non arriviamo, eccoli sopraggiungere. Utile idiota convinto, Stanislavskij al cubo.

"Signor Presidente, in precedenza il senatore Giaretta ha citato la visione profetica di Beniamino Andreatta, che vorrei richiamare anch'io, anche in questa seconda lettura. Ricordo in particolar modo che nella Commissione Bozzi, nella seduta dell'11 ottobre 1984, "Andreatta sosteneva un'ipotesi di riforma costituzionale che partiva dalle stesse esigenze di quella odierna. Diceva Andreatta: «Questo articolo 81, con la sua storia di interpretazione parlamentare e giurisprudenziale, ha bisogno di ricevere forza. Occorre che la nostra esperienza triste e i nostri fallimenti ci suggeriscano quelle modifiche, perché l'intenzione di Einaudi e di Vanoni nel presentare l'articolo 81 alla Costituente possa essere realizzata in un testo che superi gli aggiramenti che la pratica ha creato in questi trent'anni».
(..)
l'approvazione a maggioranza di due terzi consente l'entrata in vigore immediata, mentre l'approvazione a maggioranza assoluta con un eventuale referendum si trascinerebbe ancora per dieci mesi. Non so quale credibilità avrebbe nel contesto europeo, di fronte ai nostri interlocutori, un Parlamento che inizia una revisione costituzionale, l'approva in prima lettura senza voti contrari e poi si arresta di fronte alla paura (sic!) di approvarla a maggioranza dei due terzi, mettendo una riforma costituzionale in un limbo per dieci mesi.
(..)
Per rispondere al collega Pardi, io penso che dobbiamo iniziare oggi con questa riforma e proseguire con le prossime ad approvarle a maggioranza di due terzi, non perché intendiamo precludere al corpo elettorale l'esercizio della propria sovranità, ma perché ci assumiamo la responsabilità di fare le riforme insieme. Infatti, se l'articolo 138 avesse previsto esclusivamente la maggioranza assoluta o la possibilità di ricorrere sempre al referendum sarebbe molto difficile per le forze politiche raggiungere una maggioranza di due terzi, perché il verdetto referendario tenderebbe a portare ciascuno a marcare le proprie posizioni. Il testo costruisce il quorum dei due terzi ed esclude il referendum esattamente perché le forze politiche non marchino identitariamente le posizioni di partenza, almeno nel caso della Costituzione, ma trovino una convergenza sulle regole del gioco. È quello che facciamo oggi e che, spero, potremo ancora fare nel resto della legislatura per altre riforme costituzionali urgenti."

I padri nobili come Andreatta o Einaudi li vogliamo forse ripudiare? Viva Andreatta ed Einaudi! (ma anche Scalfari che se no ci scatena addosso il suo giornale)

Grazie al PD Ceccanti abbiamo capito il ruolo del Partito Deodorante: quello indicato da Veltroni nella campagna elettorale 2008. Fare "le riforme insieme" con il "principale esponente dello schieramento a noi avverso". Naturalmente quelle che "ci chiede l'Europa" per cui è necessario "non avere paura" e che "le forze politiche non marchino identitariamente le posizioni di partenza, almeno nel caso della Costituzione, ma trovino una convergenza sulle regole del gioco". Grazie a Napolitano e Merkel abbiamo una Costituente, vuoi mettere l'ebbrezza di sapere che ci saranno altre "riforme strutturali"?

Un nuovo slogan per il Partito Detersivo:

"Andare dove non è importante, l'importante è andare"

Di sicuro non a sinistra. 

 Roba forte questa:
(..)"È così profondamente stupida - per usare l'aggettivo che il presidente Prodi usò a proposito del Patto di stabilità europeo (EH?)- e "autocastrante" la regola che stiamo per scrivere nella nostra Costituzione? No.

Sia che si guardi al principio contenuto nel nuovo sistema di regole europeo, dal six pack al fiscal compact, sia che si guardi alla regola base del nuovo articolo della Costituzione di cui stiamo discutendo, si vede bene che il cuore delle nuove regole è racchiuso nell'aggettivo "strutturale".
(..)
Non c'è più tempo da perdere, signor Presidente: bisogna agire immediatamente. Faccio un appello accalorato perché credo veramente che sia cruciale. Adesso non ancora, ma tra qualche settimana, quando entreremo nella sessione di bilancio, ci accorgeremo degli effetti enormi del fiscal compact e del six pack; allora avremo bisogno di uno strumento di analisi economica che abbia già compiuto i suoi primi passi per poter svolgere bene il nostro mestiere e il nostro lavoro, che è quello di tutelare gli interessi nazionali (sic!) in un dialogo positivo e consapevole con le istituzioni europee e con l'Esecutivo.

Da questo punto di vista, signor Presidente, costituire immediatamente le basi per l'Ufficio del bilancio del Parlamento italiano secondo il modello del CBO americano è vitale per il futuro dell'Italia: non è l'impuntatura di qualcuno che si occupa di questi argomenti. Vorrei veramente riuscire a convincere che o compiamo immediatamente i passi necessari su questo versante o tra qualche mese ci troveremo in una situazione di paralisi e di impotenza. (Applausi dal Gruppo PD e dei senatori Fantetti, Lusi, Mascitelli e Molinari)."

Grazie al neoliberista Enrico Morando del PD, finalmente un po' di chiarezza. Non c'è bisogno di essere utili idioti, quando c'è l'ideologia c'è già tutto quel che occorre. E no, secondo Morando il Six Pack e il Fiscal Compact, a differenza di quanto affermato da quel cioccolataio di Bersani, non vanno buttati nel cesso sotto un buon quintale di materia biologica. E' bene prepararsi agli effetti, questo è certo, che non saranno la crescita quanto l'aggravarsi della recessione programmata.

Dopo l'introduzione dell' Euoropean Semester e la nota ricetta neoliberista di "aggiustamenti strutturali" chiamata EuroPact (già imposta attraverso i "memorandum" dagli ispettori della trojka nei paesi sotto mandato diretto e dalla Bce con le lettere estive a Spagna e Italia in cambio dell'acquisto sul mercato secondario di piccole quote del loro debito) arriva a breve l'applicazione del Six Pack. L'ultimo chiodo della bara sarà l'approvazione e l'applicazione definitiva in parlamento del Fiscal Compact già ratificato da Monti a marzo. Il PD non tarderà a portare i suoi voti alla causa, inoltre la capogruppo al Senato Finocchiaro ha già ricordato come per i trattati internazionali la nostra Costituzione non preveda referendum confermativi (dubito che basterà una email di preghiera). Scacco matto alla democrazia.

PS_E come sanno bene Grecia, Irlanda e Portogallo, non saranno solo gli euroburocrati a controllare ogni anfratto del bilancio statale e a decidere l'ammontare della quota di indebitamento consentito all'Italia. Si dice Europa ma si legge Germania. Vedi qui qui e qui

 (notare come in Portogallo la recessione programmata seguendo gli "aggiustamenti strutturali" per il biennio 2011-2012 venga preventivata al 2%. Nel solo 2011 siamo già a -1,5% e il quadro economico è in costante peggioramento. Questi infallibili sacerdoti neoliberisti...)

8 commenti:

  1. da notare anche che la nostra costituzione, compreso art 138 sulle riforme costituzionali, era tarata sul PROPORZIONALE e quindi era garantita la RAPPRESENTANZA ... i 2/3 avevano una logica in quel sistema..
    qua siamo al maggioritario con sbarramento..senza preferenza (nominati dalle segreterie dei partiti...) ed anche a fine legislatura....
    Unico modo (decente)di riforma costituzionale è l'elezione di una asemblea costituente con sistema proporzionale puro (e minimo sbarramento...max un 1%)

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    1. Da quando hanno introdotto il maggioritario, misto o truccato col premio di maggioranza, tutte le cosiddette maggioranze di garanzia della Cost (per l'elezione del PdR, dei presidenti delle Camere, della corte costituzionale, nonché per votare sulle riforme costituzionali) non sono più tali. Ci sono stati fior fior di articoli di costituzionalisti, ma questi politici sono sordi a qualunque ragionamento giuridico o economico, fanno solo gli interessi del padrone.

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    2. Considerazioni sacrosante. Vi segnalo un bel pezzo sul pareggio di bilancio sul sito www.ilmoralista.it

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    3. verissimo...

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  2. Fiscal Compact. Lo “scandalo Lega”, arma di distrazione di massa per nascondere la mostruosa modifica dell’art. 81 cost.?

    http://www.rischiocalcolato.it/2012/04/fiscal-compact-lo-scandalo-lega-arma-di-distrazione-di-massa-per-nascondere-la-mostruosa-modifica-dellart-81-cost.html

    m

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    1. Può essere, certo, diciamo che la Lega rappresenta un "potenziale" raccoglitore di consensi contro l'euro che va sbaragliata.
      RischioCalcolato in genere fa degli ottimi articoli, ma in quello da te segnalato c'è una strana confusione tra deficit e debito, che sono due cose ben diverse, e quindi sui parametri europei che li riguardano (il deficit è il disavanzo annuale, il debito è il totale dei debiti non rimborsati accumulati nel corso degli anni).

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  3. Prodi?
    http://leprechaun.altervista.org/europa.shtml

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  4. Sorvolando sul resto, puntualizzo almeno sull'ultimo punto.

    L'oro è un asset quotato al CME, il cui valore oscilla nel tempo. E' diminuito il valore dell'oro di Bankitalia espresso in € in seguito alla perdita di valore del metallo, non il numero di lingotti. Bottarelli non ha ben presente il metodo con cui bankitalia aggiorna il valore dell'oro.

    Lorenzo

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