Ricevo e pubblico con piacere questo lungo pezzo di Istwine dove si spiega come funziona il meccanismo monetario e in particolare si affonda la tesi che emettere moneta crei inflazione. Il pezzo rimarrà poi stabilmente nella sezione didattica qui a destra.
“Modern
textbooks on macroeconomics treat money in a remarkably
uniform - and
remarkably silly - way. In
the primary exposition the
stock of "money" is
treated as exogenous in the two senses a)
that it is determined outside the model
and b) that it has no accounting
relationship with any other variable. The reader is
then invited to assume, pro tem, that the
central bank controls "the
money supply" so
that it is constant through time. […] Silly? The money stock,
as revealed in real life financial
statistics, is
as volatile as Tinkerbell - for good reasons, as I
shall argue below.
How can it be sensible to undertake a
thought experiment
in which the flickering quantity called "money" is
literally constant through periods at
least long enough for capital
equipment to be planned, built
and commissioned - and for lots
of other things to happen as well?” (Godley
1996)
Non
ha senso, a mio avviso, discutere di politica monetaria o elencare
gli strumenti, le differenze tra sistemi e le differenze di
obiettivi, se non si conoscono alcuni meccanismi logici del sistema
monetario, attuale e non, fiat money o gold standard. Come cerco di
sottolineare più o meno continuamente, l’errore principale di
molti economisti e commentatori che discutono di moneta è non avere
in testa le dinamiche stock-flussi (al di là dello strumento in
questione) e le eventuali conseguenze che una certa azione comporta.
Quando qualcuno sostiene che “emettere moneta crea inflazione”,
il minimo che ci si può aspettare, se è una persona seria, è che
abbia in mente che tipo di moneta, in che modo viene emessa, quali
conseguenze ha e quali son gli agenti coinvolti. Questa è la base.
Poi si passa ad analizzare l’economia in cui avviene, in che fase
del ciclo economico ci si trova, l’obiettivo da raggiungere e i
modi per poterlo fare. E questo è un metodo. Poi c’è il metodo
dominante, che è descritto da Wynne Godley come semplicemente
“stupido”.