30/11/13

La Lettera segreta della BCE all'Irlanda, che ancora non è stata resa pubblica

Forbes in un articolo di agosto 2012 pubblica delle testimonianze su una lettera della BCE in cui si fanno forti pressioni all'Irlanda perché entri nel programma di "salvataggio", minacciando di tagliarle l'accesso al sistema dei pagamenti. Ma la BCE pretende di mantenere il segreto... Grazie a Giorgio D.M. per la segnalazione




Annunciando di essere disposta ad acquistare titoli di Stato spagnoli e italiani, solo se questi governi fanno richiesta di finanziamento al fondo di salvataggio EFSF, la BCE sta ora esercitando delle pressioni su questi paesi perché firmino degli accordi di salvataggio. Ufficialmente , la posizione di Mario Draghi su come la BCE si relaziona con i governi (come spiegato nella sua conferenza stampa di giugno) è la seguente:


29/11/13

El Paìs: Salta fuori anche la lettera della BCE a Zapatero

Il giornale spagnolo El Paìs riporta che nel libro di recente pubblicazione dell'ex presidente Zapatero si racconta delle ripetute richieste da lui subite di aderire ai "salvataggi", e spunta fuori anche la lettera della BCE - del tipo di quella inviata al governo italiano - inclusa nel libro come allegato e di cui riportiamo sotto la parte relativa al mercato del lavoro,  che si può direttamente scaricare in PDF dal sito di El Paìs.



El Paìs - Jose Luis Rodríguez Zapatero, primo ministro tra il marzo 2004 e novembre 2011, ha resistito a tutte le pressioni internazionali che si sono scatenate sulla Spagna, a partire dal 2010, perché chiedesse degli aiuti per le enormi difficoltà finanziarie in cui si trovava il paese. O almeno così dice l'ex capo dell'esecutivo nel suo libro El Dilema: 600 días de vértigo, ove racconta le varie fasi della gestione della peggiore crisi economica della storia spagnola e come i vari leader internazionali, dall'allora direttore del FMI Dominique Strauss-Kahn al cancelliere tedesco Angela Merkel, gli suggerirono che la Spagna avrebbe dovuto chiedere un aiuto finanziario internazionale. 

28/11/13

La gestione della crisi dell'euro della Große Koalition

Voci dalla Germania  riporta una sintesi di Der Spiegel sui punti essenziali del programma del nuovo governo tedesco. Ecco quello che viene detto sulla crisi dell'euro: grandi novità che cambieranno sicuramente il corso della crisi nei prossimi anni... ma non avevamo alzato il ditino?


Der Spiegel - Gestione della crisi Euro
La Cancelliera ha plasmato la gestione della crisi Euro su 3 concetti: i paesi in crisi devono risparmiare, gli aiuti ci sono solo a credito, e per i problemi delle proprie banche ogni paese deve fare da sé. Il contratto di coalizione non si allontata da questi punti.


27/11/13

Evans-Pritchard: Si sentono voci di rivoluzione nell'aria

Evans-Pritchard sul Telegraph ci parla di uno dei più inquietanti fenomeni degli ultimi quasi tre decenni: l'inesorabile caduta della quota salari e l'impennata della disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza in tutto il mondo. Questa situazione ha generato una crescita squilibrata e infine insostenibile. Per uscirne è necessario un deciso e coraggioso intervento dello Stato.
E non c'è bisogno di inventare niente: il passato ci insegna già cosa fare.

L'attore Russell Brand ha suscitato dibattito parlando di rivoluzione e del fallimento della democrazia e del voto.
20 Nov 2013, 11:00

Russell Brand ha più ragione che torto. Tensioni pre-rivoluzionarie stanno covando in mezzo mondo: più apertamente in Francia e in Italia, meno apertamente in Russia e Cina.

Il coefficiente di Gini, un indice della disuguaglianza nella distribuzione dei redditi, è in aumento da 25 anni quasi ovunque, grazie alla struttura deformata della globalizzazione.

Conferenza del FMI: Olivier Blanchard sui regimi di cambio

In una conferenza organizzata dal FMI con i maggiori economisti internazionali per dibattere sulla crisi, Olivier Blanchard, presidente del FMI,  si richiama a Krugman per affermare  l'importanza del cambio flessibile insieme al controllo sui movimenti di capitale (Segnalato da prof. Bagnai nella sua intervista al TGCOM 24)



di Olivier Blanchard

[...] Parlando di flussi di capitale.  Nei mercati emergenti (e, più in generale, nelle piccole economie avanzate, anche se queste non sono state esplicitamente menzionate), i dati suggeriscono che il modo migliore per affrontare i volatili flussi di capitale è di lasciare che il tasso di cambio assorba la maggior parte — ma non necessariamente tutto — l'aggiustamento necessario.

26/11/13

Krugman: Cuori Duri, Teste Tenere

Krugman sul New York Times fa una serrata critica del sadomonetarismo degli "austerici", e spinge per la fine dell'austerità e la ripresa della domanda in Europa a sostegno anche dell'economia mondiale, senza preoccuparsi troppo, ahimé, di risolvere veramente gli squilibri dell'eurozona: per lui, dall'altro lato dell'Oceano, basta che in qualche modo  riparta la domanda. Per noi, è una questione di sovranità o colonizzazione, e di democrazia.

 
di Paul Krugman - Molti anni fa il mio collega Alan Blinder ha scritto un ottimo libro con un titolo, credo, un po' infelice. Era troppo facile passare da "Teste dure, cuori teneri " all’inverso.

D'altra parte, forse questo è un libro che dovrebbe essere scritto a proposito degli "austerians" (fanatici del rigore, ndt) di oggi, sia dal nostro lato dell'Atlantico, sia in Europa.

25/11/13

La Germania sarà la prima a uscire dall'euro

Da économie-matin.fr un articolo che  delinea lo scontro in atto all'interno della BCE: alla fine, può anche essere che sarà il falco tedesco a farci il favore di uscire, costretta dalle colombe che vogliono imporre il Quantitative Easing per mantenere la moneta unica...

 
I rimproveri della UE sulle eccedenze tedesche che superano il 6% del PIL potrebbero convincere la Germania a uscire dall'eurozona.  cc/flickr/ILRI
 
Sicuramente avete avuto notizia dell'apertura di un'inchiesta da parte della Commissione europea, non contro la Francia e il suo deficit eccessivo, ma contro la Germania e i suoi avanzi abusivi!

Un mondo alla rovescia, dove il bravo studente viene sanzionato dal maestro perché fa venire dei complessi ai somari della classe, e Dio sa quanti ce n'è!

23/11/13

L'Humanité: La Commissione europea ammette la fine di un dogma

L'articolo de L'Humanité che ha svelato l'esistenza di uno studio della Commissione europea sugli effetti negativi dell'austerità in tutta l'eurozona: è la fine di un dogma o l'ora d'aria ai condannati per far fronte al "populismo" e al dissenso crescente?


In un documento inedito rivelato da l'Humanité, uno dei principali economisti della Commissione europea misura gli effetti disastrosi dell'austerità nei paesi della zona euro: solo per queste politiche, la Francia avrebbe perso 5 punti di crescita.

22/11/13

Il taglio dei tassi della BCE risponde ai bisogni della Germania, non alle esigenze dell'eurozona

Frances Coppola scrive sul Blog della London School of Economics che il taglio dei tassi della BCE in realtà non offre alcun aiuto alle economie in difficoltà dell’Europa meridionale, ma è stato pensato in gran parte per gli interessi della Germania, e che le azioni che la BCE dovrebbe davvero intraprendere sono politicamente impossibili.



L'inflazione dei prezzi al consumo nell'area dell'euro è al di sotto del target del 2 per cento ed in discesa da parecchio tempo. Ma fino ad ora, la BCE se ne è rimasta con le mani in mano. Un’inflazione un po’ più bassa del target non sembrava preoccuparla – probabilmente perché le (incredibili) previsioni di ripresa per l’eurozona hanno creato aspettative di inflazione nell'intervallo dell’1,5-2 %, e così non le è sembrato necessario agire su un problema che appariva come temporaneo.

21/11/13

Perché non infuria la protesta contro l'austerità ?

Su MainlyMacro ci si chiede perché in Gran Bretagna non ci sia un forte dibattito nell'opinione pubblica sull'austerità (ma la stessa domanda si pone  anche da noi e negli altri paesi periferici...): forse perché manca qualcuno che guidi il dibattito, e i media lo oscurano? 



Janan Ganesh ha pubblicato un articolo sul Financial Times di oggi che mi ha fatto talmente arrabbiare che non mi resta che scriverci su, anche se forse dovrei lasciar perdere. Il tema di questo articolo verte su quanta maturità abbiano dimostrato gli inglesi nell'accettare l'austerità. Per citare : "Per i paesi minacciati dalla simbiosi di sofferenza economica e turbolenze politiche, la Gran Bretagna ha delle lezioni da impartire. "

20/11/13

Sapir: Le ragioni della ricaduta

Jacques Sapir nel suo blog Russeurope spiega, come sempre dati alla mano, le ragioni per cui le aspettative di miglioramento dell'economia francese e degli altri paesi dell'Eurozona siano del tutto infondate, e sottolinea l'urgenza di una dissoluzione della moneta unica per evitare la incombente deindustrializzazione: è ormai una questione di vita o di  morte del paese...



L'ulteriore deterioramento della situazione economica - la Francia ha registrato un calo del PIL dello 0,1% nel terzo trimestre del 2013 - ha preso il governo francese in contropiede. Infatti, si attendeva un ulteriore miglioramento della situazione economica sulla base dei risultati registrati nel secondo trimestre. La ricaduta nel 3° trimestre suona la campana a morte per queste aspettative.

19/11/13

Intervista a Ferreira do Amaral: Anche se la Germania cambia, l'euro resta insostenibile

Un'altra eccellente intervista de L'Antidiplomatico:  parla l'economista portoghese autore del bestseller "Perché dovremmo lasciare l'euro"

 
di Alessandro Bianchi

João Ferreira do Amaral è Professore all'Instituto Superior de Economia e Gestão, dell'Università Técnica di Lisbona.
 
 - Con il suo libro divenuto un bestseller "Perché dovremmo lasciare l'euro" è riuscito a rompere un grande tabù nell'opinione pubblica del Portogallo. Non lo stesso si può dire per i partiti politici che dominano la vita politica del suo paese. Come si compie quest'ulteriore passaggio?

Credo che le prossime elezioni europee saranno un momento importante in tal senso. Mi auguro che siano i partiti che propongono l’uscita dall'euro ad emergere. Sarei molto soddisfatto e ritengo che abbiano tutte le possibilità di ottenere un voto significativo.
 

18/11/13

Telegraph: Il "Potere della Borsa" passa a Bruxelles - un Pericoloso Passo in Avanti Contro la Democrazia

Nel silenzio dei media i paesi dell'Euro hanno ceduto a Bruxelles  il simbolo del potere del Parlamento (i cordoni della borsa)...e lo staff del Telegraph rabbrividisce all'idea: immaginate se la Camera dei Comuni non avesse più l'ultima parola sul bilancio...!

L'Eurozona si è spinta in terre finora inesplorate. Per la prima volta, la Commissione Europea usa i suoi nuovi poteri, rinforzati da penalità, per sottoporre a revisione i bilanci statali prima dell'approvazione parlamentare. 


16/11/13

Krugman: il Keynesismo Armato degli anni '30 e l'Austerità di oggi

Krugman sul New York Times mette a confronto la Grande Depressione degli anni '30 con la Grande Crisi di oggi: se la buona notizia è che oggi non si usa la guerra armata per giustificare una politica di spesa che riporti alla crescita, quella cattiva è che senza guerra i leader politici non hanno altro da offrire che l'austerità: spese utili e costruttive non sia mai!



di Paul Krugman -  Europe’s Remarkable Achievement
Dopo quella che è sembrata come una crescita in qualche modo decente nel secondo trimestre, i fautori dell'Austerità europea si sono affrettati a gridare ai quattro venti che le loro politiche economiche stavano dando i loro frutti.  Dopo gli ultimi dati, che mostrano una stagnazione, si può affermare che non è proprio così. 

15/11/13

Che cosa possiamo imparare dalla Grande Depressione?

Dall'Economist un interessante articolo che sfata i miti del passato sulla Grande Depressione. Il candidato più vero all'assunzione di colpa è il Gold Standard, che come sappiamo assomiglia per tanti versi all'Euro... 





Fin dall'inizio di quella che alcuni chiamano la "Grande Recessione" nel 2007, gli economisti non hanno potuto evitare il confronto con la Depressione dei primi anni trenta. Per alcuni, il paragone è evidente. Economisti come Paul Krugman e Barry Eichengreen hanno costruito dei parallelismi fra i due crolli. Olivier Blanchard, capo economista del Fondo Monetario Internazionale (FMI), ha segnalato più volte nel corso degli ultimi anni che il mondo rischiava di cadere in una nuova "Grande Depressione". Durante la recente crisi gli storici dell'economia stessi hanno avuto un ruolo senza precedenti nelle politiche economiche. Ben Bernanke presso la Federal Reserve e i consiglieri dell’amministrazione Obama come Christina Romer hanno tutti un background accademico in questa disciplina.
 

13/11/13

Telegraph: Non incolpate la Germania per i guai dell'eurozona, incolpate l'euro.

In un articolo sul Telegraph, Jeremy Warner ci ricorda che non è il caso di lanciare accuse ora, ma di riconoscere che il sistema in sé era destinato a generare questo tipo di situazione.
Non c'è dubbio che alcuni ne abbiano approfittato, aggiungiamo noi, anche in spregio ai trattati...ma solo perché era il sistema stesso a permetterlo (e così adesso succede quanto riassunto magistralmente dal prof. Bagnai in un'epica slide...).
 
Per i tedeschi il target d'inflazione al 2% della BCE va bene
finché non implica che l'inflazione in Germania salga oltre il 2%.
di Jeremy Warner – 11 Nov 2013

Da un po' di tempo è diventato di moda dare la colpa alla Germania per i problemi dell'euro. Nel loro recente report semestrale, gli USA si sono spinti oltre, e hanno accusato la più grande economia d'Europa non solo di aggravare i guai del continente, ma di aggiungere una pressione deflazionistica sull'intera economia mondiale.

10/11/13

Agli studenti di economia non bisogna insegnare solo le teorie neoclassiche

Il Guardian pubblica un articolo di due studenti dell'Università di Manchester, fondatori dell'associazione Post-Crash Economics Society. Si invoca una maggiore apertura dei programmi universitari e di dottorato verso altre scuole di pensiero, mentre il mainstream accademico è ancora arroccato sulle posizioni neoclassiche che si sono rivelate incapaci di spiegare la crisi.

I programmi universitari di economia sono bloccati su un modello sorpassato. Ci sono altre scuole di pensiero che meritano di essere insegnate. 

di Zach Ward-Perkins e Joe Earle
 
theguardian.com, lunedì 28 ottobre 2013

Una persona normale vede ciò che si insegna agli studenti di economia come una questione politicamente significativa? Probabilmente no, eppure ciò che gli studenti di economia imparano ha molte più conseguenze sulla società di quanto non si immagini comunemente.

09/11/13

Intervista a Pritchard del Telegraph: Nel 2014 l'Italia rischia il collasso

Le Interviste de L'AntiDiplomatico:  dopo Sapir, nuova intervista ad Ambrose Evans Pritchard, columnist economico del Telegraph, (nonché inesauribile miniera del blog) che fa realisticamente il punto della situazione, ma anche qualche buon auspicio per le elezioni europee del Maggio 2014...



- Dalle colonne del Telegraph, Lei ha scritto spesso come i paesi dell'Europa del sud dovrebbero formare un cartello e parlare con un'unica voce nel board della Bce e nei vari summit per forzare quel cambiamento di politica necessario a rilanciare le loro economie. Ritiene che il sistema euro possa ancora salvarsi o giudica migliore per un paese come l'Italia scegliere il ritorno alla propria valuta nazionale?

08/11/13

Telegraph: L'Italia si unisce al Club della Deflazione?

Dal Blog di Ambrose Evans Pritchard sul Telegraph, alcune considerazioni sulla deflazione che sta colpendo l'Italia, tratte da Variant Perception. Nel finale, ci si attende un cambiamento di rotta dalla BCE, ma anche se Draghi ha abbassato i tassi (cosa che ha sorpreso tutti nonostante la sua "normalità") la decisione, pur buona, non appare sufficiente a ridurre la deflazione...


di Ambrose Evans-Pritchard

Stamattina Jonathan Tepper di Variant Perception ha pubblicato una nota preoccupante sul rischio deflazione in Italia, giusto in tempo per la battaglia campale di oggi della BCE. [...]

Il primo grafico mostra l'inflazione in calo. Dopo gli effetti della tassazione dell'austerità il tasso che ne deriva è ancora peggiore.

07/11/13

Martin Wolf: La Germania è un peso per il mondo

Nel suo editoriale sul Financial Times Martin Wolf riprende le lamentele espresse dagli USA sulle politiche mercantiliste tedesche, osservando che la risposta stizzita di Berlino sta  a significare che gli USA hanno colpito nel segno: le critiche che ti fanno male sono quelle che in fondo sai essere giuste!...e svela i falsi miti su cui si basa la risposta tedesca.


In realtà, continua Wolf, il Tesoro Americano, seguito poi anche dal FMI, ha espresso  soltanto quello che i partner della Germania sanno benissimo ma non osano dire, e cioè che la Germania con la sua aggressiva politica orientata sulle esportazioni ha ostacolato il riequilibrio nei conti con l'estero dei paesi periferici, creando una grave deflazione nell’area euro, e anche in tutta l’economia mondiale. 

06/11/13

Satyajit Das: La Crisi del debito ha reso la Germania più vulnerabile


In un articolo sul FinancialTimes, Satyajit Das, autore di Extreme Money, prevede che la debolezza della Periferia europea influenzerà negativamente le prospettive dell'economia tedesca: la potenza economica e la forza finanziaria della Germania sono sopravvalutate, dice.

La maggioranza delle esportazioni totali della Germania infatti sono dirette verso i paesi europei, nei confronti dei quali la Germania registra un surplus commerciale di € 54.6 miliardi (con Francia, Italia, Spagna, Grecia, Portogallo, Cipro e Irlanda); mentre al di fuori della Ue il paese riporta saldi commerciali negativi. Il deficit maggiore è con Russia, Libia e Norvegia, soprattutto per le importazioni di energia.
Ma anche con Giappone e Cina (dati del 2012).

 

05/11/13

Guardian: L'accordo commerciale transatlantico è un attacco frontale alla democrazia.

Un articolo sul Guardian lancia l'allarme sull'Accordo Transatlantico USA-UE di cui abbiamo già parlato, ma sul quale media e politici tacciono accuratamente, per metterci come al solito di fronte al (criminale) fatto compiuto. Se questa è democrazia...
Anche un  bel post di Orizzonte48 in merito
 
David Cameron con Barack Obama alla cena di stato in onore di Cameron nel 2012 alla Casa Bianca . Fotografia: MANDEL NGAN / AFP / Getty Images
Bruxelles tace su un trattato che consentirebbe alle rapaci multinazionali di sovvertire le nostre leggi, i nostri diritti e la sovranità nazionale.
 
di George Monbiot 
Vi ricordate di quel referendum sulla creazione di un mercato unico con gli Stati Uniti? Sapete, quello in cui ci è stato chiesto se le multinazionali dovrebbero avere il potere di annullare le nostre leggi? No, nemmeno io. Intendiamoci, l'altro giorno ho passato 10 minuti a cercare il mio orologio, prima di realizzare che ce l'avevo al polso. Dimenticarmi del referendum è un altro segno di invecchiamento. Perché deve esserci stato, no? Dopo tutta quella lunga e penosa discussione sul fatto se dobbiamo o meno restare nell'Unione europea, il governo non cederà la nostra sovranità a qualche organismo-ombra antidemocratico senza consultarci. O no?

04/11/13

Telegraph: L'Europa del Sud è in un precipizio

Da Ambrose Evans Pritchard sul Telegraph un commento sugli effetti dannosi del rafforzamento dell'euro - e una chiara denuncia sulla violazione dei Trattati UE.



La valuta da super-potenza, l'euro, è una vera disgrazia


Fate attenzione a ciò che desiderate. I padri fondatori dell'euro sognavano una moneta da superpotenza che avrebbe potuto tener testa al dollaro, liberando l'Europa dall'egemonia monetaria degli Stati Uniti.

02/11/13

Krugman: Ulteriori Note sulla Germania

Dopo la risposta a caldo, Krugman aggiunge qualche ulteriore considerazione per spiegare l'identità contabile cui la Germania si rifiuta di arrivare...




Un altro paio di cose da dire sul surplus commerciale della Germania e il report degli Stati Uniti il quale sostiene, giustamente, che è dannoso per l'economia mondiale.


La cosa peggiore, secondo me, nel resoconto fatto dallo Spiegel sulla polemica è la dichiarazione del ministero dell'Economia tedesco secondo cui il surplus di esportazioni della Germania è

01/11/13

Krugman: I Danni che Fa la Germania

Sul New York Times Krugman interviene nella contesa USA-Germania a proposito delle eccessive esportazioni tedesche: in effetti il discorso è molto semplice, macroeconomia di base, ma non aspettiamoci che i tedeschi lo ammettano...



I tedeschi sono indignati, indignati con il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, la cui Relazione semestrale sull'economia internazionale e le politiche del cambio dice qualcosa di negativo su come la politica macroeconomica tedesca stia influenzando l'economia mondiale. I funzionari tedeschi dicono che le conclusioni del rapporto sono "incomprensibili" – il che è proprio strano, perché sono assolutamente semplici.

A nervi scoperti: la Germania ribolle dopo le critiche USA

La reazione non si è fatta attendere. Lo Spiegel International pubblica un articolo per commentare il "contrattacco" tedesco dopo le critiche rivolte dagli Stati Uniti al modello economico della Germania. Il battibecco continua...E intanto anche il FMI prende posizione

Automobili Volkswagen con un rivestimento protettivo in attesa di essere imbarcate per l'esportazione. Il surplus di bilancia commerciale della Germania ha superato quello della Cina.

Der Spiegel
di Christopher Alessi
31 ottobre 2013 – 18:26

I politici tedeschi stanno contrattaccando gli Stati Uniti dopo che il report del Tesoro USA ha criticato i massicci surplus commerciali della Germania. La sensibilità di Berlino resta ancora alta dopo il caso di spionaggio USA verso la cancelliera Angela Merkel.

Il giorno dopo che il report del Dipartimento del Tesoro americano ha denunciato senza mezzi termini il modello economico tedesco, accusandolo di ostacolare la ripresa dell'eurozona e danneggiare la crescita globale, la Germania ha definito le conclusioni del report “incomprensibili” ed ha sfidato gli USA ad “analizzare la loro situazione economica”.

WSJ: Gli USA attaccano le politiche economiche della Germania

Il Wall Street Journal commenta la notizia del giorno. Il governo degli Stati Uniti finalmente rompe gli indugi e critica apertis verbis le politiche economiche della Germania, colpevoli di deprimere l'eurozona e ostacolare l'economia globale. (Qui i passaggi principali del report originale tradotti da scenarieconomici.it e qui il NYT che rincara la dose)
Ora che lo hanno detto loro, quanto  ci metteranno tutti gli altri ad accodarsi?
(Ma nel frattempo Berlino ha reagito (qui in italiano) definendo le critiche USA "incomprensibili"!...e il FMI ha già risposto scegliendo ovviamente da che parte stare,
hat tip a @francelenzi)



di Ian Talley e Jeffrey Sparshott
aggiornato il 31 ottobre 2013, ore 4:15 am

Usando un linguaggio insolitamente tagliente, questo mercoledì gli Stati Uniti hanno apertamente criticato le politiche economiche della Germania e accusato la maggiore potenza dell'eurozona di deprimere i paesi vicini nonché il resto dell'economia mondiale.
 
Nel suo report semestrale sulle valute, il Dipartimento del Tesoro statunitense ha identificato nel modello di crescita tedesco orientato alle esportazioni il maggiore reponsabile della debolezza della ripresa dell'insieme dei 17 paesi che hanno la moneta unica.


Tra i "punti chiave" del report, gli USA hanno menzionato la Germania  ancor prima del loro tradizionale bersaglio, la Cina, e prima dell'altro paese recentemente considerato tra quelli più problematici, il Giappone.