Un agguerrito Jacques Sapir commenta gli esiti del recente vertice europeo (di cui avevamo già letto qualche giorno fa). Vista l'impossibilità di una "Europa federale" (che sarebbe necessaria per la sostenibilità dell'euro, ma che nessuno vuole – tantomeno la Germania) ora il governo tedesco tenta di costruire un sistema parallelo di "contratti" per continuare a trarre vantaggi dalla moneta unica scaricandone i costi sui partner.
(Lo vogliamo ricordare, insieme a Sapir: il governo tedesco sta solo facendo legittimamente i propri interessi. Noi dovremmo solo trarne le legittime conseguenze.)
di Jacques Sapir – 25 dicembre 2013
(Lo vogliamo ricordare, insieme a Sapir: il governo tedesco sta solo facendo legittimamente i propri interessi. Noi dovremmo solo trarne le legittime conseguenze.)
È caratteristico, anzi a dire il vero sintomatico, che la signora Merkel, cancelliera ora alla testa di un governo cosiddetto di "grande coalizione" in Germania, lo scorso 19 dicembre abbia potuto dichiarare, senza provocare particolare scandalo nella stampa che si occupa di euro, che "Presto o tardi, senza la coesione necessaria, la moneta esploderà [1]". Di primo acchito, questa dichiarazione è assolutamente corretta. Senza "coesione", sarebbe a dire senza un sistema di trasferimenti fiscali di notevole peso, l'euro è impraticabile. Lo sappiamo, e il calcolo di quanto si dovrebbe spendere per il funzionamento di un sistema federale è già stato fatto da diversi autori. Per parte mia ho stimato che la Germania dovrebbe fornire una cifra tra l'8 e il 10% del suo PIL [2]. È perfettamente chiaro che la Germania non lo può fare senza distruggere il suo "modello" economico e, da questo punto di vista, pretendere che la Germania dimostri una "solidarietà" verso i paesi dell'Europa del sud per un ammontare tra i 220 e i 232 miliardi di euro all'anno (a prezzi del 2010) equivale a domandarle di suicidarsi [3].