Rilanciamo un brano dell'intervista al prof. Bagnai di Alessandro Bianchi dell'AntiDiplomatico, concentrando l'attenzione su un punto la cui comprensione risulta fondamentale, ora che i vari partiti presentano i loro programmi per le elezioni europee: è possibile fare politiche di opposizione all'austerità restando nell'euro? La spiegazione di Bagnai del perché questo sia solo una pericolosa illusione è precisa e chiara. Raccomandiamo la lettura di tutta la lunga e interessante intervista dal sito de L'AntiDiplomatico.
- Professore veniamo al dibattito
sull'euro. Le tralascio di ripetere tutte le ragioni per cui la moneta
unica sia economicamente insostenibile, che illustra ampiamente con la
sua opera di divulgazione giornaliera. Mi soffermerei sul fatto che un
numero crescente di commentatori, critici dell'attuale architettura
istituzionale europea, ha iniziato a chiedere con sempre più insistenza
che i paesi dell'Europa meridionale, prima di forzare una dissoluzione
della zona euro, formino un cartello e costringano i paesi del Nord ad i
cambiamenti necessari. Cosa risponde loro ed è una strategia davvero
percorribile oggi?
Con il massimo rispetto o sono incompetenti o sono ipocriti.
Insomma: o non conoscono la storia monetaria recente o hanno delle
rendite di posizione da difendere. In questo momento dare la colpa di
quello che sta succedendo all'austerità e quindi alle regole fiscali, ma
non all'euro, significa prendere due piccioni con una fava: perché da
un lato assumi una posizione critica, simil-keyenesiana, e quindi fai
finta di essere di sinistra, “rivoluzionario”, ma, dall'altro, non
tocchi il nocciolo del problema che è la rigidità dell'euro, uno
strumento creato per facilitare la libera circolazione del capitale e
quindi per dare a quest’ultimo l'ennesimo vantaggio sul lavoro. Ed in questo modo difendi un progetto che è intrinsecamente di destra neoliberale.
Quindi, agendo così, personaggi di questo tipo si mettono in salvo in
entrambi gli scenari possibili, dove potranno conservare la propria
nicchia di potere. Questo è il motivo che li spinge a mentire rispetto
ad una serie di evidenze.
In primo luogo, parlare di coercizione politica o di minaccia
da parte dei paesi del sud rispetto ai paesi del nord è una cosa
totalmente assurda: intanto, anche se uniti, i primi sarebbero
sempre in una posizione di estrema debolezza; inoltre, esortare ad un
atteggiamento di minaccia, in una fase di tensioni politiche così forti,
è una cosa totalmente irrazionale, che rischia di fomentare dei veri e
propri conflitti intra-europei che potrebbero non essere solo
diplomatici o antidiplomatici, ma qualcosa di peggio. Chi evoca questi
scenari è un apprendista stregone, incosciente ed
incompetente. Non è con la minaccia che si fa politica, ma con la
ricerca di una solidarietà e di un percorso comune.
In secondo luogo, chi evoca questo tipo di scenario fa finta di non capire, o forse non capisce per la mancanza di strumenti intellettuali, che siamo costretti a fare austerità perché c'è l'euro.
Basta un qualunque testo di macroeconomia elementare per capirlo. Il
perché è molto semplice: gli squilibri che dobbiamo risanare, nonostante
l'impostura dei media che ci descrivono la crisi come di finanza
pubblica, sono fondamentalmente di finanza privata, determinati dai
rapporti di debito e credito estero. Questi squilibri si risolvono
rimettendo a posto il saldo delle partite correnti, cioè riducendo il
debito estero dei paesi del sud. Ora si dà il caso che in ogni funzione
di domanda ci siano due argomenti: il reddito ed i prezzi. Se noi blocchiamo il tasso di cambio, di fatto limitiamo grandemente l'aggiustamento attraverso il meccanismo dei prezzi e quindi per riportare in equilibrio la bilancia dei pagamenti di un paese del sud - per far ridurre rapidamente il suo indebitamento estero, cioè - abbiamo solo l'aggiustamento di reddito.
Quindi: o diciamo al resto del mondo di crescere il triplo in modo tale
che possiamo esportare di più – il che è palesemente assurdo, perché
noi non possiamo né chiedere agli altri di tirarci fuori dai guai, né
loro possono farlo – o accettiamo il fatto che col cambio fisso l'unica
strada è tagliare i nostri redditi e quindi le nostre importazioni. Ma questo
dobbiamo farlo perché ci siamo preclusi il meccanismo di aggiustamento
attraverso la variazione del tasso di cambio nominale.
E dove risalta la malafede, l'incoscienza, l'ignoranza di certe persone è quando si fa una riflessione molto semplice: questa
è la prima volta nella storia dell'umanità che viene adottato un
sistema di tasso di cambio centro-periferia che non preveda alcun tipo
di riallineamento nominale, non preveda alcun tipo di
rifinanziamento degli squilibri e non preveda alcun tipo di intervento
nel caso di squilibri fondamentali.
Cominciamo dal riallineamento del cambio. Le persone che hanno studiato
il Gold Standard sulle carte dei Baci Perugina evidentemente non sanno
quello che studi del Fondo Monetario Internazionale ampiamente documentano, vale a dire che perfino nel Gold Standard fra il centro – Francia, Germania, Stati Uniti e Regno Unito - e la periferia – costituita da paesi come l'Italia, ma anche Cina e Brasile, che esistevano anche allora, sorpresa esisteva la Cina! – il meccanismo di riallineamento nominale del cambio giocava un ruolo molto importante.
E non mi riferisco solo al fatto, ovvio, che comunque il contenuto
aureo di una moneta poteva essere cambiato. Non parlo di riallineamenti
(svalutazioni) traumatici, ma della fisiologia del sistema. I paesi
periferici non adottavano, infatti, il tallone aureo ma avevano o il
tallone argenteo, e quindi il cambio fluttuava in relazione alla
fluttuazione dei prezzi dei due metalli (oro e argento); oppure, come
l'Italia fece per tanto tempo, il corso forzoso, cioè biglietti a corso
legale, che oscillavano rispetto all'oro (con buona pace dei dilettanti
per i quali il corso forzoso – che loro chiamano “moneta fiat” – esiste
solo dalla fine del sistema di Bretton Woods). Il cambio perennemente
fisso uno a uno (un'unità di conio della periferia per una unità di
conio del centro) non è mai esistito nella storia dell'umanità prima
dell'euro. E se qualcuno mi dimostra il contrario gliene sarò grato.
Secondo, nell’Eurozona non è stato previsto alcun meccanismo di finanziamento degli squilibri:
nel sistema di Bretton Woods, che era un sistema di cambi fissi, era
stato creato il Fondo monetario internazionale appunto per rifinanziare
gli squilibri di breve periodo delle bilance dei pagamenti. Nell'euro
non è stato previsto nulla di tutto questo: l’euro è un progetto
costruito su una fiducia illimitata nel fatto che il mercato privato di
capitali avrebbe fatto il suo lavoro ed avrebbe riequilibrato la
situazione. Chi difende l’euro, quindi, anche se si presenta in
maglietta e non in gessato e cravatta, è sostanzialmente un
fondamentalista di mercato, uno scarto della scuola di Chicago, superato
a sinistra ormai perfino dal vicegovernatore della Bce, il quale, bontà
sua, nel maggio scorso (2013) ha ammesso che “i mercati non hanno
funzionato come avrebbero dovuto funzionare in teoria”.
Terzo, gli squilibri fondamentali. Le parità erano
riaggiustabili nel sistema di Bretton Woods, ma anche nel Gold Standard,
come abbiamo detto, attraverso la riduzione del contenuto aureo
dichiarato della moneta. La possibilità di un riaggiustamento, che
storicamente è sempre stata presente in tutti i sistemi di cambio fisso,
nell’euro viene assurdamente e astoricamente negata: un euro tedesco
sarà un euro portoghese per sempre: si tratta di una totale assurdità.
Altro aspetto, nel sistema di Bretton Woods era prevista la clausola
della valuta scarsa, e quindi era previsto che si adottassero dazi
discriminatori verso un paese che teneva politiche mercantiliste di
surplus continuo. Questo non è più possibile. E' la prima volta nella storia dell'umanità in cui abbiamo un sistema monetario così assurdo,
è la prima volta nella storia dell'umanità in cui abbiamo dei colleghi
così poco disposti a venire a patti con la storia e la realtà, e quindi,
non a caso, è la prima volta che abbiamo a che fare con una crisi così
assurda, inutile e persistente.
- Un sistema monetario assurdo che mette in pericolo il resto del processo di integrazione del continente?
Il sistema creato urta, paradossalmente, contro due esigenze legittime e ovvie,
che avrebbe dovuto favorire. La prima esigenza era quella di accelerare
il recupero da parte delle economie periferiche. Queste, per crescere
di più, avrebbero avuto bisogno di capitali e l'euro ne facilitava certo
la circolazione. Al contempo, queste economie, crescendo di più,
avrebbero naturalmente sperimentato un tasso d'inflazione maggiore, dato
che erano più surriscaldate. Se corri sudi, se un’economia cresce ci si
può aspettare che abbia un’inflazione fisiologicamente più alta. Con un
sistema monetario così assurdo era prevedibile (e previsto) che
fatalmente questo processo naturale si sarebbe trasformato in una
disastrosa perdita di competitività da parte delle economie più deboli,
che sarebbero andate in crisi proprio a causa del loro tentativo di
emanciparsi, ed è quello che è successo.
Il secondo motivo per il quale un sistema così assurdo urta contro la
logica di un'unione economica è quello che ho spiegato a dicembre nella
mia audizione in commissione finanze, ed ho visto che è stato ripreso da Sapir in un modo molto intelligente. Ed è questo: se tu puoi fare aggiustamenti solo tagliando salari e redditi, di fatto distruggi il Mercato interno,
vale a dire il motivo stesso di essere di una unione economica, che non
è quello di essere uniti per combattere gli altri, ma è quello di
essere uniti per avere un forte mercato interno al quale rivolgersi in
caso di shock esterni, un mercato interno che funzioni da
“ammortizzatore”. Per competere con gli altri si può essere benissimo piccoli e soli come la Corea del sud
che sta tra Giappone e Cina e non ha nessuna intenzione di fare
un'unione monetaria né con l'uno né con l'altra perché preferisce
mantenere la propria flessibilità. Non è necessario essere un'enorme
petroliera per sopravvivere al mare in tempesta ed in qualche caso
essere grossi può essere un problema: se la Costa Concordia, banalmente,
fosse stata una nave più piccola, avrebbe pescato di meno e non sarebbe
successo quello che è successo.
A me Bagnai mi sta proprio antipatico. Però non posso fare a meno di stimarlo . Grande Bagnai , grande per la capacità di far comprendere e far sembrare semplici, argomenti complessi da capire. Almeno per chi vuole capire.
RispondiEliminaGioC
Perché ? :-)
EliminaBagnai avrà un caratteraccio ma la sua capacità comunicativa è straordinaria. Riesce a spiegare in modo semplice cose complesse senza rinunciare ad utilizzare la lingua italiana in modo eccellente. Il nostro Prof è veramente una mente geniale. Per me è stata una grande fortuna imbattermi nel suo blog.
RispondiEliminase tu puoi fare aggiustamenti solo tagliando salari e redditi, di fatto distruggi il Mercato interno, vale a dire il motivo stesso di essere di una unione economica..
RispondiEliminaAl sottoscritto il Bagnai ha aperto gli occhi e pure la mente facendomi capire molte cose.
C'é però una cosa che non ho ancora capito ed é la seguente:
se la frase riportata all'inizio del mio commento é vera e credo che tutti su questo concordiamo, perchè il ns. paese per un anno intero ha avuto come Presidente del Consiglio una emerita testa di c... che ha sistematicamente distrutto il mercato interno, se ne é vantato ed é pure stato premiato con un vitalizio.
Chi me lo sa spiegare?
E' il meraviglioso mondo dell'eurozona. Se ti inchini alle direttive delle elitè diventi il burocrate che va premiato. Stasera sentivo Monti alla tv e ho pensato che poteva essere un personaggio adatto ai romanzi di Isaac Asimov: un vero robot con sembianza umane.
EliminaMa è semplice! Mr. Monti ha eseguito in modo egregio il compito affidatole dalla Merkel: distruggere l'economia italiana in modo che la grande finanza tedesca potesse comprarsi a buon prezzo le aziende italiane. Non sono stupidi, ma stanno applicando una strategia
EliminaPIANO KALERGI
http://xn--identit-fwa.com/blog/2012/12/11/il-piano-kalergi-il-genocidio-dei-popoli-europei/
monti ha distrutto la domanda interna perchè doveva fare in modo che la nostra bilancia dei pagamenti fosse positiva, senno sarebbe stato ancora peggio... quindi le nostre esportazioni che tengono in questi ultimi mesi, non tengono perchè esportiamo di più, ma tengono perchè importiamo di meno... nel mondo normale si sarebbe svalutato un pochetto la moneta e sarebbero ripartite le esportazioni... nel mondo euristico si uccide la domanda interna, cosi che le esportazioni risultano cmq maggiori...
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