31/05/14

Troika ed OCSE prendono di mira lo yogurt greco

KeepTalkingGreece ci informa che Troika ed OCSE starebbero pensando di spiegare alla Grecia come fare lo yogurt. La cosa suonerebbe solo ridicola se non s'intuisse la solita fregatura: abbattere gli standard qualitativi per incentivare l'importazione di prodotti a basso costo dall'estero (cioè da multinazionali che ne trarrebbero vantaggio). Il tutto, ovviamente, sarebbe fatto in nome della "competitività" e per la tutela del consumatore, che così pagherà meno i prodotti (in teoria...)
(Articolo segnalato dall'Antidiplomatico)


di KeepTalkingGreece, 28 maggio 2014

La fine dello yogurt fatto col latte fresco è vicina: lo yogurt è la prossima vittima nel mirino dell'OCSE e della Troika. A quanto pare non dovrebbe più essere fatto col latte fresco, ma anche "con altri tipi di latte, come il latte in polvere". Secondo la Federazione Greca delle Cooperative Rurali (PASEGES), il ministro dello sviluppo sta conducendo delle consultazioni con l'Autority greca per l'alimentazione (EFET) al fine di cambiare la regolamentazione per la produzione di yogurt.

30/05/14

Telegraph: L’Europa si trova in una crisi ben più grave che l’uscita del Regno Unito

Come riporta Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph, i risultati del voto per le Europee nel Regno Unito hanno lanciato il chiaro segnale che il popolo britannico non vuole più avere a che fare con il progetto dell’Unione Europea. Ma per gli eurocrati questo è il problema minore: la contraddizione tra gli elettorati dei paesi mediterranei che chiedono la crescita e quello tedesco che chiede di non accollarsi i problemi dei periferici è inconciliabile. Le contraddizioni dell’Unione Monetaria stanno spazzando via l’Unione Europea stessa.



Se l’élite politica europea prima poteva anche non crederci, oramai deve sapere senza alcun dubbio di aver perso la Gran Bretagna. Quest’isola non fa più parte del progetto europeo in alcun senso significativo.

Domenica, i britannici difensori dello status quo sono andati al tappeto. L'UKIP ha ottenuto il  27,5% dei voti, che sarebbe stato il 29% considerata la negligenza - o peggio – della Commissione elettorale, che ha permesso a un partito civetta con lo stesso nome di seminare confusione. I conservatori eredi di Margaret Thatcher sono più amichevoli verso l’UE, ma solo di stretta misura.

29/05/14

Le Falsità della stampa italiana sulla Le Pen

Già rilanciata da Goofynomics, la pagina FB del Movimento per la Democrazia in Europa NO UE ospita una notizia che merita veramente di essere diffusa. Continua la serie dei falsi ed omissioni della grande comunicazione in Italia (vedi qui, qui e qui), volta ad orientare e manipolare l'opinione pubblica senza alcun riguardo nemmeno per la nuda verità dei fatti.




REPUBBLICA, LE PEN E QUEL VENTICELLO..

 (post di FM del 27/05/14, ore 23.59)

Prima di dormire, ho fatto un po' di ricerca, facendo un'interessante scoperta, che voglio condividere con voi: 

- oggi Repubblica dichiara che la Le Pen avrebbe chiesto, "a 48 ore dal voto.." cito testuale, lo scioglimento del parlamento (vero) e di andare al voto (vero).
E chiesto un referendum per uscire dall'UE (vero anche questo, ma..vedi infra).

28/05/14

La Francia ha un buco di bilancio di 14 miliardi

Una breve news della BBC sull'ultimo grattacapo francese: un buco di 14 miliardi nel bilancio dovuto ad un eccesso di previsione delle entrate fiscali derivanti dagli aumenti delle tasse. In ogni caso Hollande – il Presidente socialista che fu entusiasticamente eletto per combattere l'austerità – prosegue deciso con aumenti di pressione fiscale e tagli di spesa!
Non sentiamo nessuna compassione per Hollande: se ti collochi tra quelli che negano radicamente IL problema è ovvio che poi ti trovi a scendere la china sbagliata e che alla fine te la vedi con la Le Pen, come già predetto da tempo da qualcuno.

Hollande ha ora un indice di gradimento elettorale decisamente sotto il 20%

28 maggio 2014 - BBC

Il governo francese si trova di fronte ad un "buco nero" di 14 miliardi di euro  nelle finanze pubbliche dopo aver sovrastimato gli introiti fiscali dello scorso anno.

Da quando è stato eletto, due anni fa, il Presidente francese Francois Hollande ha alzato l'imposta sul reddito, l'IVA e l'imposta societaria.

Krugman: I Super Eroi Europei

Sul New York Times Paul Krugman esprime tutta la sua costernazione: dopo una depressione ormai lunga sei anni, le elezioni europee segnano l'avanzata dell’euroscetticismo – ma l'eurocrazia continua imperterrita a negare la realtà...



Sono seduto in una stanza ad ascoltare i funzionari UE che commentano le elezioni del Parlamento Europeo – e mi sembra che siano in uno stato di totale rifiuto della realtà. Barroso ha appena dichiarato che l’euro non ha nulla a che fare con la crisi, che è tutto un problema di politiche sbagliate a livello nazionale; pochi minuti fa ha detto che il vero problema dell’Europa è la mancanza di volontà politica.

Questo è piuttosto sorprendente, in senso molto negativo.

Spiacente, ma prima dell’avvento dell’euro in Europa non ci sono state recessioni a livello di vera depressione. E sappiamo esattamente quel che è successo: all’inizio, la creazione dell’euro ha incoraggiato grandi flussi di capitali verso il sud Europa, ma poi il flusso si è interrotto – e l’assenza di valute nazionali ha costretto i paesi debitori ad attraversare un processo estremamente doloroso di deflazione. Com’è possibile che qualcuno possa negare il ruolo della moneta unica?

E se c’è una cosa di cui l’Europa non manca, è proprio la volontà politica. In tutti i paesi mediterranei, i governi hanno diligentemente imposto un’austerità incredibilmente dura nel nome del “ce lo chiede l’Europa”. Cosa avrebbero dovuto fare che non hanno fatto?

Immagino che la tesi sia che se i Greci, i Portoghesi o gli Spagnoli si fossero impegnati davvero, con convinzione, con ferma volontà nelle riforme e nell'aggiustamento, le loro economie sarebbero cresciute vigorosamente nonostante la deflazione e l’austerità. La possibilità che le cose stiano andando così male – e che i movimenti radicali si siano affermati – perché le politiche imposte sono fondamentalmente sbagliate, semplicemente sembra che non sia neanche presa in considerazione.

27/05/14

A pochi giorni dal voto, sulla stampa tedesca sono apparse delle notizie scomode

Atlantico.fr riporta che in Germania, proprio a ridosso delle elezioni, hanno circolato con insistenza delle notizie destabilizzanti: i tedeschi hanno scoperto che le loro banche sono piene di titoli dei paesi periferici, e che è per questo motivo che il loro paese si adopera nei "salvataggi". E si parla anche del fatto imbarazzante (per i partner) che i lavoratori tedeschi vogliono lavorare di meno...




A tre giorni dalle elezioni europee, la stampa tedesca ha iniziato a lanciare delle informazioni che il governo tedesco avrebbe preferito non uscissero nell'immediato.

La prima riguarda le difficoltà del sistema bancario tedesco. 

Sembra che le banche tedesche siano molto più fragili di quanto si pensasse: [...] è noto da due settimane che la banca pubblica HSH Nord Bank è in grande difficoltà e che avrà bisogno di aiuti di stato più importanti del previsto: almeno 1,3 miliardi di euro. Questa banca è uno dei principali operatori nel finanziamento del trasporto marittimo.

26/05/14

Economist: L'Unione Euroscettica

Charlemagne nel suo blog sull'Economist fa un'analisi equilibrata dei primi risultati (ora però confermati). Gli euroscettici guadagnano enorme slancio ma sono divisi tra varie fazioni. Dall'altra parte i due partiti maggiori (il "centrodestra" dei Popolari e il "centrosinistra" dei Socialisti) dovranno unire i voti per poter eleggere un nuovo presidente della Commissione Europea (il più probabile è Juncker!).
Il dato sconfortante (per noi) è che mentre nella maggioranza dei paesi il risultato degli euroscettici aumenta la pressione per il recupero della sovranità, la nostra Italia rimarrà verosimilmente piegata come un fuscello alla linea tedesca.


di Charlemagne, 26 maggio

Nigel Farage, il leader del Partito Indipendentista Britannico (UKIP), ha riassunto nel miglior modo il terremoto elettorale che ha scosso la politica europea il 25 e 26 maggio. L'integrazione europea una volta sembrava inevitabile, ha detto; da adesso in poi non lo è più.

ZERO HEDGE: Gli Elettori Europei in Rivolta

Primo commento a caldo di Zero Hedge: le proiezioni mostrano come previsto una ondata di rivolta tra gli elettori di tutta Europa,  con l'imperturbabile eurocrazia che fa il muro di gomma. Da notare che - ahinoi - l'Italia non è menzionata...



Proprio come avevamo avvertito prima delle elezioni europee - e come la vittoria dell'UKIP nelle elezioni amministrative Inglesi aveva lasciato intendere: i partiti Anti-UE sono venuti fuori con forza nelle elezioni di questo fine settimana. L'ansia si sta diffondendo nello status quo con la vittoria del partito greco anti-austerità Syriza e forse, cosa ancora più preoccupante, con il partito nazionalista in Francia, al cuore dell'Unione, in testa con un successo che è un vero "terremoto politico":

25/05/14

Un Posto Chiamato Casa

La mobilità del lavoro - considerata necessaria per sostenere l'alta disoccupazione dei paesi periferici dell'eurozona -  ci viene propagandata come una esperienza formativa per giovani talenti. Ma - se in alcuni casi può anche esserlo - Frances Coppola osserva che più spesso significa vagare costantemente alla ricerca di un lavoro precario e mal pagato: come nelle Highland Clearances  siamo sfrattati,  e la partenza non è una scelta libera, ma dovuta a circostanze drammatiche.



di Frances Coppola - Ad alcuni economisti piace che le persone si muovano. Dove c'è la libera circolazione della manodopera, la disoccupazione a lungo termine non dovrebbe esistere: ci potrà essere disoccupazione a breve termine, ma questa si risolverà come le persone vanno via dai luoghi dove non c'è lavoro e si spostano in luoghi dove il lavoro non manca. Se c'è disoccupazione di lunga durata, quindi, vuol dire che sono necessarie delle riforme del mercato del lavoro per incoraggiare la gente a "seguire il lavoro".

23/05/14

Come l’Euro ha modificato i flussi internazionali di debito

Maurice Obstfeld firma questo articolo su Voxeu.org che riassume tecnicamente il romanzo di centro e di periferia a noi ben noto. L'articolo ha il pregio di far risaltare due punti che non saranno mai ripetuti abbastanza: 1) La crisi dell'euro non ha NULLA a che fare coi debiti pubblici. 2) Un'unione monetaria fatta con lo scopo dichiarato di far convergere le economie dei paesi europei ha ottenuto l'effetto esattamente opposto: le ha fatte divergere.


di Galina Hale e Maurice Obstfeld - 15 May 2014

Grandi flussi di prestiti bancari dai paesi core ai paesi periferici dell’Eurozona hanno portato a grandi squilibri finanziari. Questo articolo spiega cosa ha motivato tali flussi finanziari. Con la creazione dell’Eurozona, le banche dei paesi core hanno ottenuto un vantaggio relativo nel prestare denaro alla periferia, rendendo perciò tali prestiti molto attrenti. Esse hanno anche avuto la funzione di intermediare i flussi finanziari che provenivano dall’esterno dell’Eurozona verso la periferia. Adesso - a cinque anni dall’inizio della crisi dell’euro - il mercato finanziario nell’Eurozona rimane segmentato.

F. Coppola: Deutsche Bank raccoglie capitali, ma rimane in grossi guai

Sulla testata online di Forbes Frances Coppola approfondisce la recente raccolta di capitali di Deutsche Bank, ripercorrendone l'origine. DB  è già stata più volte salvata dalle banche centrali, mascherando l'intervento come soccorso alle nazioni sovrane. Ma la banca rimane troppo esposta su mercati rischiosi e la sua crisi non è finita. Il gigante teutonico ha piedi d'argilla.


Deutsche Bank ha finalmente ammesso – senza che nessuno se ne sorprendesse – di aver bisogno di un aumento di capitale. Ha annunciato un piano per raccogliere 8 miliardi di euro di capitale Core Tier 1  (CET1).

22/05/14

Alberto Bagnai: Un external compact per rilanciare l’Europa

E' uscito il N°1!  Il primo working paper dell'associazione Asimmetrie, a firma del prof. Alberto Bagnai. Pubblichiamo qui l'abstract e rimandiamo al sito per la lettura dell'intero paper. Buona lettura a tutti!



La crisi dell’Eurozona è ormai certificata dalla sua performance estremamente deludente in seguito allo shock esterno provocato dalla crisi dei subprime. La richiesta di un ridisegno delle regole è unanime, e in parte già accolta dalle stesse istituzioni europee. La diagnosi sulle cause della crisi è largamente condivisa dalla letteratura scientifica e dalle istituzioni multilaterali, e vede la causa nell’eccesso di indebitamento privato estero intra-Eurozona. In questo articolo sosteniamo che se questa diagnosi è corretta, allora il ridisegno delle regole europee deve partire da un cambio radicale di prospettiva, che parta dalla tutela della domanda interna nel Mercato Unico, anziché dalla rincorsa della domanda estera fra i mercati nazionali dei paesi membri, e riconosca il ruolo ineludibile della flessibilità del cambio come strumento di enforcement degli accordi economici intrapresi, e come strumento di signaling, essenziale ai mercati per assicurare una corretta allocazione delle risorse finanziarie.  Continua a leggere

21/05/14

Telegraph: La (finta) ripresa europea è già finita

Sul Telegraph, Ambrose Evans-Pritchard analizza gli ultimi dati dell’eurozona. La presunta ripresa europea è già al palo, i segnali di deflazione si moltiplicano, mentre la crescita in termini nominali è ormai risicata. Inoltre la situazione è asimmetrica: mentre la Germania se la cava e va oltre le attese, tutti i periferici fanno peggio del previsto e sono ormai avviati in una spirale deflattiva del debito senza via d’uscita.


Nel primo trimestre si sgonfia la crescita in larga parte dell’eurozona, distruggendo le speranze di una ripresa duratura e sollecitando a un’azione decisa della Banca Centrale Europea.
La Finlandia è ricaduta in recessione, il PIL olandese si è contratto dell’1,4%, quello portoghese dello 0,7% e quello italiano dello 0,1%. “La ripresa è sparita,” ha dichiarato il tink tank italiano Nomisma. 

Guardian: Le europee non saranno elezioni rivoluzionarie ma ignorarle sarebbe un grosso errore

Sul Guardian un quadro generale molto chiaro della crisi fa comprendere che l'euro è già fallito, e perciò lasciare in carica  i partiti mainstream  sarebbe un errore di proporzioni storiche e condannerebbe l'Europa a un periodo di stagnazione economica ancora più lungo.
(Grazie per la segnalazione a Federico Nero


Larry Elliot - Questa settimana l'Europa va alle urne, e l'umore è nero. E' nero tra gli elettori ed è nero nei mercati, dove alla fine della scorsa settimana i timori che i risultati delle elezioni avrebbero aperto un nuovo capitolo nella crisi dell'eurozona hanno portato a un sell-off.

20/05/14

Intervista a Hans Olaf Henkel (AfD)

Se vi foste persi lo speech di Hans Olaf Henkel ad Asimmetrie, qua trovate la sua intervista a The Local, in cui ribadisce ancora una volta che la Germania non accetterà mai alcuna forma di mutualizzazione del debito. E in cui dà un affresco di AfD (partito euro scettico tedesco prossimo ad entrare al Parlamento Europeo) abbastanza diverso rispetto agli altri partiti no€: atlantista, liberista, pro-UE. Potrebbero essere loro ad avere voce in capitolo su un eventuale Ger€xit?


Hans Olaf Henkel parla di quando, non se, questa primavera prenderà il suo posto in seno al Parlamento europeo.
Candidato per il nuovo partito politico tedesco, il primo partito euroscettico della Germania, è quasi certo che farà parte del gruppo di Eurodeputati tedeschi che andranno a Bruxelles a maggio per cercare la dissoluzione dell'euro.

19/05/14

Project Syndicate: Patrimoniale sugli Immobili per Ripagare i Creditori (e la chiamano Redistribuzione)

Un articolo interessante di Harold James su Project Syndicate, fortemente pro-UE, prefigura le prossime mosse dopo le temute elezioni europee: una bella patrimoniale sulla proprietà immobiliare per ripagare i creditori finanziari esteri (prima che tutto crolli), da presentarsi come strumento di equità, con la copertura ideologica del Pikettismo egualitario tanto di moda in Francia.
(consigliamo un efficace commento sulla "utilità" di questo tipo di redistribuzione su Orizzonte48)


Molti europei tremano per il probabile esito delle prossime elezioni del Parlamento europeo: una dimostrazione di forza per i partiti di protesta anti-europei, che quasi certamente cercheranno di presentarsi come i veri vincitori. Ma stare a preoccuparsi non aiuterà a risolvere la crisi politica dell'Unione europea.

18/05/14

La povertà nella UE: nell'Eurozona cresce, fuori dall'Euro cala

I dati Eurostat 2012 relativi alla povertà materiale (discussi su Real-World Economics Review) mostrano  un continente spaccato in due: la povertà diminuisce dove non c'è l'euro e aumenta dov'è presente.  Conclusione: la povertà non è un fenomeno meteorologico, ma una precisa scelta politica (grazie a Cristina Capra per la segnalazione).


La povertà materiale nella zona euro è in aumento. In Irlanda, Grecia e Lettonia (nel 2011 non ancora un membro dell'Eurozona, ma un pretendente all'ingresso), un anno di cambiamenti è stato a dir poco drammatico. La povertà nell'UE, al di fuori della zona euro, è in diminuzione.

17/05/14

Telegraph: la UE ha organizzato un attacco del FMI per mettere in ginocchio l'Italia ribelle

Sul Telegraph A.E. Pritchard commenta le numerose rivelazioni che si susseguono sulla destituzione dei governi Papandreou e Berlusconi ad opera della UE, chiamando le cose col loro nome: si  tratta nella sostanza di colpi di stato da parte di una dittatura monetaria.
(tempestiva segnalazione di Roberto Nardella, che ringraziamo)



Le rivelazioni sui loschi traffici dell'UEM stanno venendo fuori una dopo l'altra. Nel suo libro Stress Test: Reflections on Financial Crises, Tim Geithner racconta fino a che punto le élite europee sono disposte ad arrivare per salvare l'euro, anche se questo significa rovesciare dei leader eletti e far dei parlamenti sovrani europei dei gusci vuoti.

16/05/14

PERCHE' NOI DI SINISTRA VOTIAMO BORGHI e DONATO Candidati indipendenti per la Lega Nord

Pubblichiamo questo appello/analisi elaborato dalla ottima Sil_Viar, con la collaborazione di Mauro Poggi e altri amici del gruppo dei Dalmata, che spiega le ragioni per cui molti, provenienti dalle fila della sinistra, sono arrivati alla decisione di dare il proprio il voto a Claudio Borghi e Francesca Donato, candidati dalla Lega Nord. 
In questa situazione occorre dare il proprio voto ad occhi aperti, a coloro che portano avanti da tempo, con coraggio, chiarezza e coerenza, la battaglia per l'uscita dalla funesta moneta unica e dal suo antidemocratico metodo  di governo. Il documento esiste anche come volantino da stampare per spiegare le nostre ragioni agli amici e conoscenti che ragionano ancora "per appartenenza", senza accorgersi o volersi accorgere che la "casa" è stata requisita ed è sotto occupazione...



PERCHE' NOI – DI SINISTRA – IL 25 MAGGIO VOTIAMO
CLAUDIO BORGHI al Nord Ovest e Centro
FRANCESCA DONATO al Nord Est e Isole
Candidati indipendenti al Parlamento Europeo per la Lega Nord

Questa crisi, la più lunga e profonda dall'Unità d'Italia, non finirà, se non uscendo dall'euro che ne è la causa, riconosciuta da TUTTI gli economisti, e riprendendo la piena sovranità monetaria e l'intervento dello Stato nell'economia, applicando il dettato Costituzionale.

La crisi è dovuta agli squilibri commerciali tra i paesi dell'eurozona, è di DEBITO PRIVATO ESTERO, come riconosciuto da TUTTI, compresa la BCE. L'Irlanda, prima ad essere colpita, aveva debito pubblico al 25% nel 2007, dopo i salvataggi delle banche PRIVATE è ora al 124%. 

15/05/14

Eichengreen: La Routine della Crisi Europea

Barry Eichengreen su Project Syndicate prende posizione contro coloro che pretendono che la crisi dell'eurozona sia finita e sottolinea la completa inadeguatezza dell’UE nel gestire la crisi, usando parole abbastanza dure se si pensa che provengono da un economista mainstream che non si può certo definire eterodosso o antagonista.


 
Segnalato e tradotto da @gr_grim, che ringraziamo
BERKELEY – Questo mese ricorre il quarto anniversario del salvataggio finanziario della Grecia del maggio 2010. Prima di allora, l’idea che un membro dell’eurozona avrebbe potuto chiedere un'assistenza di emergenza al Fondo Monetario Internazionale, alla Commissione Europea e alla Banca Centrale Europea, era semplicemente impensabile. Il salvataggio ha segnato così la discesa dell’Europa in una crisi conclamata.

14/05/14

Sul Voto alle Europee

In questo post chiariamo la posizione di Vocidallestero sul voto alle europee. Partiamo riprendendo nelle parti essenziali l'ottima analisi di GPG di scenarieconomici.it sull'importanza delle prossime elezioni europee per dare, con un deciso voto euroscettico, uno scossone destabilizzante al pericoloso progetto eurocratico che con i nostri blog abbiamo contribuito a svelare. C'è qualche divergenza rispetto alle conclusioni di GPG (che vi invitiamo a leggere su scenarieconomic.it), quindi in fondo al post chiariamo la posizione di Vocidallestero e il nostro sostegno esplicito alle candidature di Borghi e Donato. Buon dibattito e buone elezioni a tutti!



di GPG - "...Queste elezioni europee hanno un significato particolare, ed a differenza del passato non sono una sorta di “sondaggione” per misurare gli equilibri politici interni, ma sono elezioni in cui in qualche maniera il tema “di quale Europa” vogliamo, appare centrale.
La faccio semplice: per capire la cura, bisogna fare una diagnosi.

Chi vi propone una “cura” senza aver fatto una “dignosi” credibile, e’ semplicemente un ciarlatano.

Da Zero Hedge: il FMI va alla guerra in Ucraina

Il sito Zerohedge scova un contributo di Pepe Escobar, che smaschera circostanze e condizioni a cui è legato il prestito del Fondo Monetario Internazionale all'Ucraina: intervenire con la forza nell'Est - altrimenti, se avviene una secessione del cuore industriale del paese, chi pagherà i creditori, ossia le banche occidentali e Gazprom?



Il Fondo Monetario Internazionale ha approvato un prestito di 17 miliardi di dollari all’Ucraina. La prima tranche di 3,2 miliardi è arrivata mercoledì.


E’ essenziale capire le condizioni a cui è legato questo “prestito” in stile mafioso. Non si parla di nulla che possa somigliare neanche lontanamente al rilancio dell’economia ucraina. Lo schema è connesso inestricabilmente alla solita, famosa politica dell’FMI buona per tutte le stagioni di “aggiustamenti strutturali” , nota a centinaia di milioni di persone, dall’America Latina al Sudest Asiatico, all’Europa del Sud.

13/05/14

L'IFO Institute di Werner Sinn accusa l'UE di "contraffare" i dati sul deficit greco in vista delle elezioni

EurActive racconta la diatriba tra Hans-Werner Sinn, presidente del prestigioso Ifo Institute, e le istituzioni UE. In breve: l'Eurogruppo ha recentemente elogiato gli "sforzi" della Grecia, premiati da un avanzo primario nel 2013, ma Sinn contesta che secondo la normale procedura di calcolo si conferma solo l'ennesimo pesante deficit (-8.7%). Risposta: è cambiata la procedura di calcolo! E perché è cambiata? Per non dover conteggiare nella spesa pubblica i migliaia di miliardi spesi in tutta Europa per salvare le banche e poter  sbandierare a scopi elettorali un successo che non esiste...


di Frédéric Simon - 08 maggio 2014

L’Istituto Ifo, uno dei think tank più influenti in Germania, ha accusato le istituzioni europee di “contraffare i dati” riguardanti il deficit pubblico greco al fine di “edulcorare” la condizione del paese in vista delle elezioni europee di maggio.

11/05/14

Il Ministero della Propaganda all'opera: il caso di DONNA MODERNA

"La propaganda è un'arte, non importa che dica la verità" diceva Joseph Goebbels, ministro della propaganda nazista. Ed a leggere il settimanale "Donna Moderna" del 13 Maggio, sembra che l'insegnamento sia oggi più che mai valido



Guest Post di @Chemiculture 
"PERCHE' NONOSTANTE TUTTO BISOGNA VOTARE PER L'EUROPA" è il titolo, a caratteri cubitali, di un articolo alle pag. 61 e 62 della rivista DONNA MODERNA, diretta per lo più a quelle donne che vogliono facilitarsi la vita, come suggerisce la copertina. E per aiutarle a raggiungere questo scopo, l'articolo offre loro sette buoni motivi facili facili sul perché bisogna votare e dire SI' all'Europa.

10/05/14

Krugman: Miti Fiscali dell'Eurozona

Krugman torna su un vecchio punto che ai più continua a non essere chiaro - e che ci interessa anche perché in questo breve post si occupa di noi, dell'Italia: il debito pubblico, la presunta "irresponsabilità fiscale" del nostro Stato, semplicemente non c'entra nulla con la crisi attuale.


di Paul Krugman - 09 maggio 2014

Matthew Yglesias ha scritto un post complessivamente molto buono sulla storia dell’euro fino a questo momento; una combinazione di interventi finanziari “whatever-it-takes” e di impegno politico ha stabilizzato la situazione finanziaria, ma l’economia reale e la disoccupazione ne hanno sofferto terribilmente.

Lapavitsas: La sinistra ha bisogno di un Euroscetticismo progressista per contrastare i mali dell'UE

Su “The Guardian” l’economista greco Lapavitsas tenta di suonare la sveglia alla sinistra, la quale si deve rendere conto che le politiche anti-austerità che essa vorrebbe sono impossibili in seno alle istituzioni della UE, diventate sempre più antidemocratiche. Il “Più Europa” o lo “sbattere i pugni sul tavolo” non è né fattibile né auspicabile. Ringraziamo Federico Di Matteo per la segnalazione su Twitter.
Proteste anti-austerità ad Atene, in Grecia. 'La crisi dell'Eurozona, invece di cambiare le cose per il meglio, in realtà ha consolidato i meccanismi conservatori nel cuore dell'Unione europea.'
Fotografia: KeystoneUSA-Zuma/Rex Features

La frustrazione dilaga in Europa, e per delle buone ragioni: disoccupazione persistente, disuguaglianza, crescita debole e un diffuso senso d'impotenza, per citarne alcune. Purtroppo, il principale beneficiario politico rischia di essere la destra euroscettica e anche l'estrema destra. La sinistra non riesce a sfruttare l'onda di frustrazione popolare, principalmente perché non ha alcuna agenda progressista euroscettica da proporre.

09/05/14

Sapir: un Confronto tra la Francia e il Giappone (Hollande ha poco da ridere)

Nel suo ultimo post, Sapir mette a confronto l'economia Giapponese e quella Francese. Mentre il Giappone, scontato il "decennio perduto", ha cambiato marcia anche grazie a una svalutazione che ha poi permesso riforme successive, la Francia sembra invece avviata ad entrare in deflazione, con l'aggravio dell'assenza di sovranità monetaria.


[...]
La visita a Parigi del 6 maggio del primo ministro Giapponese, il signor Shinzo Abe, è stata l’occasione per fare un interessante confronto tra la strategia usata dalle autorità giapponesi e quella usata dalle autorità francesi per affrontare la crisi. Infatti, i problemi affrontati dai due paesi sono in parte paragonabili. Certo, lo sono solo in parte. Sottolineiamo subito le differenze per evitare facili critiche: il Giappone deve affrontare oggi una crisi energetica dovuta all’incidente nucleare di Fukushima. Questo drammatico incidente, aggravato dalla disastrosa gestione da parte della società privata di fornitura dell’elettricità responsabile della centrale, è oggi uno dei problemi principali del Giappone. Questo bisogno di energia da centrali fossili, a causa della fermata delle altre centrali, spiega in larga misura i problemi economici del paese. Anche la struttura economica e industriale del Giappone è  molto diversa da quella francese. Il Giappone fa molta più concorrenza alla Germania per il suo posizionamento industriale. Ma ci sono comunque sorprendenti analogie.

08/05/14

Censura alla RAI: la Keller in Versione Kompressor

Orwell direbbe che "nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario". Ebbene, pare che alla RAI qualcuno non ami molto le rivoluzioni, specie quelle legate all'informazione. Accade così che l'intervento della leader dei Verdi tedeschi, Ska Keller, con un passato al parlamento europeo e una candidatura come presidente della commissione europea è stato per così dire "ridotto", o meglio, postato in versione "Kompressor", dalla televisione pubblica italiana. 
Grazie mille all'ottimo @Chemiculture per la pronta segnalazione e per la redazione del post.


 
L'oggetto dell'omissione è la candida ammissione del fatto che l'uscita dall'euro sarebbe un disastro per la Germania, che perderebbe moltissimi posti di lavoro nel settore delle esportazioni perdendo competitività a causa del costo dei beni tedeschi che diverrebbe elevatissimo (alludendo evidentemente ad un D-Mark "costretto" a rivalutarsi, una volta saltato il regime della moneta unica). Ecco le versioni dei due filmati: la versione RAI, direttamente dal canale youtube della stessa





ed ecco il resto della dichiarazione della Keller, registrata da un utente che l'ha poi pubblicata sul proprio canale






Viene da chiedersi come mai la RAI abbia pubblicato un contenuto evidentemente incompleto, tanto che l'audio si chiude addirittura poco prima del video. Un contributo assolutamente indegno, se paragonato al livello di qualità che chiunque si aspetterebbe da una emittente pubblica del calibro della RAI.
Sia mai che gli Italiani instupiditi dalla informazione di regime si sveglino e comincino a drizzare le orecchie e a nutrire qualche dubbio...

Invitiamo i lettori a una pioggia di commenti sotto il video. L'art. 21 della Costituzione non deve essere solo una finzione sulla carta. Ora BASTA "omettere" dalla informazione le parti scomode.

Economonitor: Il Patto tra Draghi e Renzi

Da Economonitor Edward Hugh conferma la vera missione di Renzi:  svendere l'Italia e gli Italiani in cambio del sostegno di Draghi ad un allentamento del deficit di bilancio. Sostegno che sarebbe semplicemente un preciso dovere di una Banca Centrale.  In che mani siamo.



Potrebbe un intervento di QE di Mario Draghi della BCE Aiutare Forse Matteo Renzi ad Aumentare il Deficit italiano?

Che titolo contorto! Eppure, la mancanza di eleganza formale potrebbe essere compensata dalla sua pienezza di significato. L'obiettivo del titolo di cui sopra è quello di collegare due nomi nella mente delle persone, entrambi italiani: Mario Draghi e Matteo Renzi. L'idea non è originale, Peter Spiegel del FT ha pubblicato di recente un intero post sul suo blog ( Does Renzi owe his job to Draghi?), in cui cerca di stabilire una sorta di collegamento tra l'entrata in carica in Italia di Matteo Renzi e la recente sentenza della Corte Costituzionale tedesca. [...] Il fatto che Matteo Renzi abbia assunto il timone del governo in Italia poco tempo dopo che la Corte costituzionale tedesca si è pronunciata sul programma Outright Monetary Transactions (OMT) della BCE, potenzialmente ha un significato reale.

07/05/14

Nasce "Game Over Europa": forum di discussione su Facebook

Dalla sinergia di cinque blog di informazione indipendenti....Nasce su Facebook il forum di discussione "Game Over Europa". Ecco il post di presentazione, con un invito a partecipare per "aggirare" la non informazione dei media mainstream...



Il gruppo "Game Over Europa" nasce dalla sinergia di cinque blog indipendenti: L'AntiDiplomatico, Scenari economici, Voci dall'estero, Vincitori e Vinti, Kappa di Picche. Attraverso il nostro lavoro di informazione quotidiano, l'intento congiunto è quello di affrontare le questioni più rilevanti riguardanti il futuro dell'Italia in Europa e, in generale, descrivervi il dramma sociale in corso nei paesi della zona euro. Tutte questioni fino ad oggi dominate da un racconto volutamente distorto da parte dei media mainstream. 
Il nostro obiettivo è, da un lato, quello di allargare il "frame" del dibattito, permettendo a un pubblico che vuole essere consapevole di accedere a un'ampia informazione politica ed economica e, d'altro lato, smascherare, quando necessario, quella corporazione sempre meno credibile che è il giornalismo oggi. Per avere successo come forum di discussione abbiamo bisogno del vostro aiuto, affinché i toni restino accesi, ma sempre nei limiti di un confronto civile e costruttivo. Per maggiori informazioni rimandiamo al regolamento interno. 
 
L'AntiDiplomatico
Scenari Economici
Voci dall'estero
Vincitori e Vinti
Kappa di Picche


Il Presidente Barroso afferma che l'UE è un antidoto alla democrazia

No, non avete letto male: l'Unione Europea è un antidoto ai governi democratici. L'affermazione di Barroso viene analizzata in questo vecchio ma sempre attuale articolo del Telegraph segnalato da Bagnai su Twitter, in cui Daniel Hennan spiega qual'è l'ideologia alla base del progetto di integrazione europea: quella stessa che, sostenendo che la cosa pubblica va gestita da una classe di esperti, ha alimentato le dittature di ogni secolo e colore. (consigliamo anche l'importante riflessione di Orizzonte48 sul tema)



di Daniel Hennan

Il presidente della Commissione europea, José Manuel Durrão Barroso, ha proposto uno dei pochi argomenti assolutamente onesti per l'integrazione europea. La ragione per cui abbiamo bisogno dell'Unione europea, suggerisce, sta proprio nel fatto che non è democratica. Lasciati a se stessi, i governi eletti potrebbero fare ogni sorta di cose semplicemente per far piacere ai loro elettori:

"I governi non hanno sempre ragione. Se i governi avessero sempre ragione non avremmo la situazione che abbiamo oggi. Le decisioni adottate dalle istituzioni più democratiche del mondo sono molto spesso sbagliate."

06/05/14

Gli stress test UE sono una commedia, ma il crollo dell'immobiliare in Francia è una realtà!

Sul Telegraph, Ambrose Evans Pritchard commenta lo stress test delle banche richiesto dall'Autorità Bancaria Europea (EBA): non è veritiero e ignora l'elefante già in mezzo alla stanza. Voto: zero. Pronti per le montagne russe se lo scenario  peggiore previsto dall'EBA dovesse verificarsi?



Fate attenzione se avete intenzione di acquistare una casa in Francia. Lo stress test UE per le banche lanciato questa mattina prevede che le proprietà immobiliari francesi perdano l'1.6% di valore quest'anno e un altro 1% nel 2015, anche nel caso in cui le cose vadano bene.