31/05/11

Perché la Privatizzazione in Grecia Non è la Panacea

Articolo  di Paolo Manasse* su  www.voxeu.org  che ci conferma a vantaggio di chi (non) vanno le privatizzazioni...

* Paolo Manasse è Professore di Macroeconomia e Politica Economica Internazionale all'Università di Bologna
Di Paolo Manasse
30 maggio 2011

Come la Grecia dovrebbe cercare di ridurre il suo debito? Alcuni dicono che la Grecia dovrebbe privatizzare alcuni dei suoi porti e delle sue località turistiche. Se, sulla carta, una tale mossa potrebbe ridurre significativamente il debito, questo articolo sostiene che questi calcoli si basano su presupposti traballanti. Una operazione del genere invece peggiorerebbe la situazione della Grecia.

George Papaconstantinou, Ministro delle finanze della Grecia, ha annunciato lunedi un piano per creare un fondo sovrano, una sorta di "Treuhandanstalt"1 greco  che dovrebbe attuare l'ambizioso programma di privatizzazione concordato con l'UE e il FMI. Il piano dovrebbe raccogliere circa 50 miliardi di € entro il 2015.

30/05/11

Come Cancellare la Ragnatela del Debito

"The Great EU Debt Write Off" è un sito web che contiene i dettagli di uno “studio di fattibilità” su un Giubileo del debito, fatto dal professor Anthony Evans e dai suoi colleghi presso l'ESCP Europe Business School. 

Lo studio ha utilizzato i dati del FMI e della Banca dei regolamenti internazionali (BRI) per vedere cosa sarebbe successo se Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna, Gran Bretagna, Francia e Germania semplicemente avessero cancellato tutto il debito estero che si dovevano l'un l'altro - un giubileo del debito sovrano.

28/05/11

Il debito estero come strumento di dipendenza. Terza Parte: Il Caso della Grecia: i “Come” e i “Perché” di una Crisi Indotta

 Terza e ultima parte del pezzo mandato da Nicola, tratto dal n.16 della  Rivista Indipendenza.org,    che analizza   il caso Grecia dal punto di vista dei meccanismi finanziari... forse più difficili da capire dei luoghi comuni sui greci spreconi...


Prima della crisi greca. Le consulenze interessate delle grandi banche USA

Il caso greco scoppia con la rivelazione, amplificata dalla grande stampa anglosassone –la stessa che ha coniato (copyright: The Economist) l'acronimo razzista PIGS, maiali in inglese, per riferirsi a Portogallo, Irlanda o talvolta anche Italia, Grecia e Spagna–, dello stato reale dei conti pubblici di Atene da parte del neo insediato governo socialista. Si tratta dell’ennesima operazione di “cosmesi contabile” predisposta da Atene, niente affatto una prerogativa del paese ellenico: cfr. Financial Times, 5 novembre 2001, “I trucchi dell’Italia per entrare nell’euro”, ed il «Perché lei, nella sua vita, ha mai visto un bilancio non falso?», proferito al giudice durante l’interrogatorio sul crack della Ferruzzi dal “mitico” presidente di Mediobanca, Enrico Cuccia. Trucchi contabili, effettuati dai governi precedenti con contratti derivati (un giochino finanziario, chiamato Swap) offerti dalle banche d'affari USA Goldman Sachs e JP Morgan Chase, avevano mascherato il reale rapporto deficit/PIL monitorato da Bruxelles e Francoforte, ipotecando al contempo alcuni settori della propria economia.

Il debito estero come strumento di dipendenza. Parte seconda: Gli Strumenti Finanziari.

Continua la seconda parte del pezzo mandato da Nicola,  tratto dal n.16 della  Rivista Indipendenza.org,    dove si spiegano con la stessa chiarezza gli strumenti del dominio finanzario: i rating, le cartolarizzazioni, i derivati.
Fondo Monetario Internazionale ed Unione Europea. Significative analogie

La questione dell’indebitamento verso l’estero non concerne solo gli acquisti di titoli di Stato. Al fine di rispettare i vincoli del Patto di stabilità, che restringono fortemente il ricorso all’indebitamento pubblico interno e vietano i finanziamenti monetari della Banca Centrale, lo Stato è tra l’altro spinto a tagliare i trasferimenti agli Enti Territoriali. I quali, bisognosi di fondi, si stanno pesantemente indebitando verso banche d’affari e fondi d’investimento esteri. Lo Stato stesso ricorre al contempo ad operazioni finanziarie (esempio: le cartolarizzazioni) verso tali istituti finanziari, anch’essi generatori di un non palese ma altrettanto pericoloso indebitamento.
Oltre all’indebitamento pubblico verso l’estero, aumenta quello privato: il caso Parmalat, il primo grande gruppo italiano a ricorrere ai servizi delle banche d’affari statunitensi, rappresenta un monito per le stesse parassitarie grandi famiglie. Stato e grandi imprese si stanno avvitando insomma in una spirale debitoria i cui effetti non si sono ancora pienamente dispiegati. Il baratro davanti cui si trova la collettività di questo paese, in futuro chiamata come in Argentina alla socializzazione selvaggia dei costi di tali politiche, non è ancora percepito. Così come non si è presa coscienza delle conseguenze derivanti dal processo d’unificazione europea, analoghe a quelle scaturenti dai cosiddetti programmi di aggiustamento strutturale del Fondo Monetario Internazionale (FMI) negli Stati ad esempio dell’America Latina o del Sud-Est asiatico. Programmi con cui tali Stati, costretti ad accedere ai prestiti-usurai dell’FMI, si sono visti rimodellare gli elementi portanti del proprio sistema economico.

27/05/11

Il debito estero come strumento di dipendenza: l'Italia prima e dopo l'euro - Dall'integrazione monetaria all'indebitamento estero

Nicola - lettore del blog, mi manda un articolo molto interessante tratto dal n.16 della  Rivista Indipendenza.org, che tratta del debito estero con impareggiabile  chiarezza, anche per i non addetti ai lavori.... Questa è la prima parte.
Il processo di unificazione europea (con significativo sbocco nell’introduzione dell’euro), è tra i responsabili primari dell’impennata del debito/credito pubblico e sta favorendo la preoccupante crescita del debito estero. Veri beneficiari, le oligarchie finanziarie statunitensi ed il sistema capitalistico statunitense nel suo insieme.
 
Si proverà a spiegare cosa realmente sia il debito pubblico e le origini delle sue ingenti dimensioni, per comprendere anche come la questione debito pubblico sia la spia di una subordinazione nazionale sempre più pervasiva.
Nonostante gli effetti incidano profondamente sulle condizioni materiali della maggioranza della popolazione, manca una corretta individuazione delle sue cause.
 
Fin dai primi anni Novanta, il debito pubblico è il principale pretesto addotto per giustificare i tagli alla spesa sociale ed agli investimenti pubblici, l’aumento della pressione fiscale nonché lo smantellamento - attraverso le privatizzazioni– del sistema delle partecipazioni statali. Le cause addotte: corruzione e ingordigia del ceto politico democristiano e socialista spazzato via da "Mani Pulite". [scenari a tinte fosche se non si fosse proceduto in tal senso, con accento puntato in particolare per le generazioni future]

26/05/11

Debito Estero contro Debito Interno nella Crisi dell'Euro

Stefano del Grande Bluff mi ha suggerito questo interessante studio di Daniel Gros, di cui riporto un estratto quasi completo ma un po' semplificato,  da cui si comprende come sia importante soprattutto evitare una posizione debitoria  con l'estero, più che guardare al solo debito pubblico.

24 May 2011

Mentre i leaders europei cercano di cavarsela alla meno peggio nella crisi dell'euro, il dibattito sulle sue cause profonde continua. Il dibattito è importante se vogliamo capire come prevenire delle crisi future. Questo articolo sostiene che concentrare l'attenzione sul debito pubblico è fuorviante - il debito estero è la chiave per comprendere i disordini nelle economie europee.

Il debito estero è indifferente in una unione monetaria? Il caso del Portogallo illustra l'importanza del debito estero. Il premio al rischio sul debito pubblico portoghese è aumentato costantemente fino a quando il paese è stato costretto a rivolgersi all' European Financial Stability Facility (EFSF) per il finanziamento d'emergenza. Ma i suoi numeri sul piano fiscale non sono peggiori di quelli della Francia. I mercati sono preoccupati per il Portogallo per un altro motivo - il suo elevato debito estero - in particolare, quello del settore privato (banche e imprese).

D'altra parte, anche il fatto che il Belgio non stia attraversando una crisi nonostante la sua fragile posizione fiscale serve ad illustrare l'importanza del debito estero .
Il rapporto debito / PIL del Belgio è ben superiore a quello del Portogallo (circa il 100%) e il suo sistema politico è irrimediabilmente diviso. E' passato più di un anno dalle ultime elezioni e il paese non ha ancora un nuovo governo. Ma nonostante questi aspetti negativi, si trova ad affrontare un premio di rischio solo di circa 100 punti base al di sopra del debito tedesco. La ragione è che il Belgio è un creditore netto verso il resto del mondo per la bellezza del 50% del suo PIL, anche molto più della Germania.

25/05/11

Rischi Enormi nel Bilancio della BCE: il Prezzo Nascosto del Salvataggio dell'Euro

Articolo-Bomba di Der Spiegel che mette in piazza i panni sporchi della BCE e dà ragione agli Irlandesi che non vogliono salvare le banche.
di Matthias Brendel and Christoph Pauly
24 maggio 2011

Mentre l'Europa si preoccupa di un eventuale ristrutturazione del debito della Grecia, enormi rischi si annidano altrove - nel bilancio della Banca centrale europea. Il guardiano della moneta unica ha assunto un valore di miliardi di euro di titoli a rischio, come garanzia di finanziamenti per sostenere le banche dei paesi in crisi.

Sui 
verdi campi  vicino a Carriglas, a metà strada tra Dublino e la costa occidentale d'Irlanda, il vento fischia stranamente in mezzo a file di case costruite a metà.  La maggior parte di questi edifici sono senza tetto, con le nude pareti esposte alle intemperie. Anche i mediatori immobiliari e gli uffici tecnici se ne sono andati. Quasi nessuno a Carriglas crede che le case saranno mai finite.

Ci sono molte di queste città fantasma in Irlanda, di cui 77 nella sola piccola contea di Longford, che comprende Carriglas. Potrebbero finire per costare ai contribuenti tedeschi un sacco di soldi, come parte del conto da pagare per salvare l'euro.

23/05/11

E' l'Italia, non la Spagna, il Vero Elefante nel Salotto dell'Economia Europea?

Analisi impietosa dell'economia italiana, da parte di Italian Economy Watch.....a suon di PIL e di agenzie di rating, naturalmente!  


di Edward Hugh 22 maggio 2011 
Sfogliando gli ultimi dati sul PIL dell'UE, una cosa è sempre più evidente: quando si parla di future decisioni di politica monetaria della BCE, ed esattamente a quanti altri aumenti dei tassi di interesse andremo incontro, allora le prestazioni dell' economia italiana si rivelano critiche. Il modello di crescita è ormai abbastanza chiaro: la Germania e la Francia crescono a un ritmo vivace, mentre le cosiddette economie"periferiche" (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna) o ristagnano, o strizzano l'occhio alla recessione. Esse sono sottoposte all'azione combinata della loro mancanza di competitività internazionale, del loro sovraindebitamento e degli effetti di contrazione dei loro programmi di austerità.  

22/05/11

La Grecia ha fondi in cassa soltanto per due mesi. La BCE è Insolvente e aumenta la Spaccatura con la Germania

Il bravissimo ZeroHedge anticipa un articolo di Der Spiegel di lunedì, che tira fuori gli scheletri dall'armadio della BCE - e riporta alcune domande interessanti di  Andrew Lilico sulle privatizzazioni greche.

di Tyler Durdenon 05/22/2011
La notizia più importante, ancora una volta esce dal Swiss journal NZZ, che citando il giornale greco Kahtimerini, rivela che la Grecia oramai insolvente ha meno di due mesi di rimanenze di cassa, sufficienti fino al 18 luglio, a meno che una nuova tranche del prestito di emergenza sia approvata dal FMI, ora privo di una dirigenza, e dalla BCE, che all'improvviso risulta insolvente. Insolvente, perché, come Spiegel riferirà domani in prima pagina, e come già abbiamo osservato molte volte, la banca "improvvisamente" si trova ad aver fatto dei prestiti garantiti da obbligazioni ora praticamente con rating D: qualcosa che nemmeno Trichet sarà in grado di spiegare ai mezzi di comunicazione sempre più malevoli.

21/05/11

Visegrad: una nuova forza militare Europea.

Un'amica del Blog ci manda questa interessante traduzione da Stratfor. Grazie Anna!!!
 di George Friedman - traduzione di Anna Paolini

Con i Palestinesi che dimostrano e il Fondo Monetario Internazionale in subbuglio, sembra strano concentrarsi questa settimana su quel che viene chiamato il Visegrad Group . Ma non è una scelta frivola. Ciò che il Gruppo di Visegrad ha deciso di fare la scorsa settimana, io credo, produrrà conseguenze per anni, per molto tempo ancora dopo che il presunto tentato stupro di Dominique Strauss-Kahn sarà dimenticato e ben prima che la questione israelo-palestinese sia risolta. Il fatto che la maggior parte delle persone al di fuori della zona non ne sia consapevole, non dovrebbe consentire di oscurarne l'importanza.

La zona è l'Europa - più precisamente, gli stati che erano sotto il dominio dell'Unione Sovietica. Il Gruppo di Visegrad, o V4, si compone di quattro paesi - Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Ungheria - e prende il nome da due incontri tenuti nel 14 ° secolo nel castello di Visegrad nell' attuale Ungheria dai leaders dei regni medievali di Polonia, Ungheria e Boemia. Il gruppo venne ricostituito nel 1991 nell’ Europa post- guerra fredda come il Visegrad Tre (a quel tempo, la Slovacchia e la Repubblica Ceca erano uno Stato solo). L'obiettivo era quello di creare una struttura regionale dopo la caduta del comunismo. Questa settimana il gruppo ha deciso una nuova interessante svolta.

20/05/11

Il Ricatto della BCE sulla Ristrutturazione Greca

EuroIntelligence riporta lo scontro in atto e la confusione che regna sovrana nella UE.


Il confuso dibattito sul "riprofiling" o ristrutturazione soft testimonia  la pura e semplice incompetenza e confusione dei Ministri delle Finanze della zona euro, nel bel mezzo dello scontro con la BCE. Secondo il Financial Times Jean-Claude Trichet è uscito da una riunione presieduta da Jean-Claude Juncker in segno di protesta contro le proposte di Juncker di ristrutturare il debito greco.  
Il FT Deutschland riporta quello che sarebbe un vero e proprio "ricatto" di  Trichet   ai Ministri delle finanze: la BCE  risponderebbe ad una ristrutturazione semplicemente rifiutando di comprare nuovi titoli di debito greco,  dimostrandosi assolutamente indisponibile ad un accordo di ristrutturazione volontaria del proprio portafoglio di titoli greci.   Inoltre, la BCE si rifiuterebbe di rifinanziare il sistema bancario greco con qualsiasi ulteriore liquidità.  

Si sospettava che qualcosa del genere sarebbe potuto accadere: una ristrutturazione sarebbe considerata dalle agenzie di rating come un fattore di declassamento immediato a C di tutti i titoli greci, sia del governo che  delle banche, e per questo non sarebbero più accettabili per la BCE.  
Ciò significa che la BCE sta efficacemente boicottando il piano Juncker,  perché con la sua risposta e costringerebbe la Grecia a lasciare la zona euro in pochi giorni.
Anche altri membri del comitato esecutivo della BCE  ci sono andati pesanti. Jürgen Stark ha detto che una ristrutturazione distruggerebbe il capitale del sistema bancario greco, e Lorenzo Bini Smaghi ha definito il termine "ristrutturazione soft" un vuoto slogan. Secondo Reuters, Bini Smaghi ha dichiarato che "dato il funzionamento dei mercati, occorre guardarsi dall'usare frasi senza senso, perché la Grecia dovrà poi pagarne il prezzo" e che questo sarebbe "devastante per la stabilità finanziaria globale".


La risposta insolitamente forte della BCE cade in mezzo alla cacofonia dominante nella zona euro. 
Mentre Angela Merkel ha fermamente escluso una ristrutturazione involontaria del debito, il suo Ministro delle finanze Wolfgang Schäuble ci si è avvicinato molto chiedendo “la partecipazione del settore privato nella risoluzione della crisi del debito sovrano. " 
L'unico con le idee chiare sembra essere  il neoeletto Primo Ministro della Finlandia, il quale  ha detto a chiare lettere che una "ristrutturazione soft" del debito della Grecia non sarebbe in grado di risolvere i problemi finanziari del paese.  
Non è andato avanti però con le conclusioni implicite della sua affermazione: la ristrutturazione "hard"  sarebbe l'unica risposta da dare all'ostinata  BCE che la tira in lungo coi prestiti,  allo scopo non di salvare il paese ma di  dare respiro alle banche.

Il Grande Switch* dei Super Ricchi

*Nel gergo finanziario il switch (e il verbo derivato "switchare") indica  la chiusura di una posizione d'investimento per aprirne  un'altra. Si "switcha" da un fondo azionario ad un fondo obbligazionario, per esempio.

Dal Blog di Robert Reichprofessore di Politica Economica all'Università di Berkeley in California 

17 Maggio, 2011

Quarant'anni fa, gli americani ricchi finanziavano il governo degli Stati Uniti soprattutto attraverso i pagamenti delle imposte. Oggi gli americani ricchi finanziano il governo prevalentemente prestandogli denaro. Mentre gli stranieri possiedono la maggior parte del nostro debito nazionale, oltre il 40 per cento è di proprietà di americani - soprattutto i più ricchi.

Questo grande switch dei super ricchi - dal pagamento delle tasse al prestito di denaro al governo - è passato quasi inosservato. Ma è fondamentale per comprendere la difficile situazione di bilancio in cui ora ci troviamo.

Negli ultimi quattro decenni, le aliquote fiscali sui ricchi sono crollate. Tra la fine della seconda guerra mondiale e il 1980, l'aliquota superiore delle imposte era a oltre il 70 per cento - e anche dopo le detrazioni e i crediti d'imposta si attestava ben oltre il 50 per cento. Ora è al 36 per cento. Recentemente, sino agli ultimi anni '80, l'aliquota sui redditi di capitale era al 35 per cento. Ora è al 15 per cento.

19/05/11

Perché la Ristrutturazione Volontaria del Debito non Funziona: Lezioni dall'America Latina

Da EuroIntelligence, la ristrutturazione volontaria spiegata per quello che è:  una cura che aggrava la malattia, una contraddizione in termini. Cosa non si fa per dare ossigeno alle banche...

di Alan Beattie
Alla ricerca dei modi per uscire dalla crisi europea del debito sovrano, soprattutto in Grecia, i responsabili politici dell'eurozona sembrano aver scoperto un apparente ossimoro, la ristrutturazione volontaria.

Chiedere agli obbligazionisti di modificare volontariamente i termini del loro debito può funzionare, ma nel caso della Grecia, è improbabile che possa rappresentare qualcosa di più di una soluzione provvisoria, nell'attesa di realizzare una ristrutturazione più profonda, con una sostanziale svalutazione del valore attuale netto. Esperienze contrastanti da paesi dell'America latina come Argentina e Uruguay nei primi anni 2000, suggeriscono che un accordo una tantum di tipo volontario può aiutare un paese che deve affrontare una crisi di liquidità, ma se deve seguire una ristrutturazione più profonda, allora può finire per fare più male che bene.

18/05/11

Il Futuro dell'Irlanda dipende dal Liberarsi dal Salvataggio

Riporto ampi stralci di un lungo articolo pubblicato il 7 maggio 2011 da Irish Times, in cui Morgan Kelly, professore di Economia all'Università di Dublino, ripercorre le trattative intercorse tra BCE, FMI e Governo Irlandese su come ripartire il peso della crisi bancaria, e propone la soluzione ragionevole di restituire i debiti tossici alle banche.

 
Morgan Kelly - L'Irlanda sta affrontando la rovina economica.

Mentre la maggior parte gente farebbe risalire la nostra rovina alle garanzie date alle banche nel settembre 2008, il vero errore è stato di attenersi a quella garanzia anche dopo che era oramai diventato chiaro che le perdite delle banche erano insostenibili. La decisione iniziale di Brian Lenihan di garantire la maggior parte dei titoli delle banche irlandesi è stata un errore, ma un errore così evidente e così ridicolo che avrebbe potuto facilmente essere rimediato. Il momento ideale per ritrattare la garanzia bancaria sarebbe stato pochi mesi dopo, quando Patrick Honohan fu nominato governatore della Banca centrale e assunse il controllo di fatto della politica economica irlandese.

Da stimato accademico esperto sulle crisi bancarie, Honohan avrebbe avuto l'autorità internazionale per annunciare che la garanzia era stata data in fretta e con scarsa informazione, e che sarebbe stata sostituita da una ristrutturazione in cui le obbligazioni delle banche sarebbero state scambiate con azioni.

17/05/11

Gli Investitori portano in Tribunale il Governo Irlandese contro il Default sul Debito Subordinato

Eurointelligence riporta che sta accadendo  proprio ciò che il Governo temeva! ...purtroppo sembra che sia molto più facile passare l'onere sui contribuenti che  essere trascinati in tribunale dagli obbligazionisti...


Le società di investimento si sono opposte alla richiesta del Ministero delle Finanze Irlandese di imporre una ripartizione degli oneri agli obbligazionisti subordinati dell'irlandese Allied Bank (AIB), sostenendo davanti al Tribunale che la decisione del Ministro delle Finanze si basa “su una scelta, non sulla necessità, riporta l'Irish Times. Le aziende stanno sfidando il subordinated liabilities order (SLO), ordine con cui il Governo si impegna in un riacquisto del debito dagli obbligazionisti junior di AIB con uno sconto significativo. Le società di investimento attualmente discutono la legittimità di questa azione da parte del Ministro delle finanze. Essi sostengono che l'ordine di aprile è stato emesso come "punizione" per gli obbligazionisti dopo l'insufficiente acquisto di bond nel gennaio scorso. L'ordine è discriminatorio, iniquo e inopportuno, affermano. Le udienze sono iniziate ieri e si prevede si concludano oggi.

16/05/11

ANALISI – il FMI può diventare più rigido con l'Europa dopo Strauss-Kahn

DSK sembrerebbe essere stato un Direttore del FMI abbastanza innovativo...ecco un'analisi di Reuters sulle sue politiche, e sulle possibili conseguenze per l'Europa della sua uscita di scena.
Reuters | 15 maggio 2011
di Paul Taylor
PARIGI (Reuters) - Qualunque sia l'esito delle accuse di aggressione sessuale contro il suo Direttore, il Fondo Monetario Internazionale con una nuova leadership potrebbe prendere le distanze dall'Europa e adottare una linea più dura nei confronti dei debitori sovrani. 
 
Dominique Strauss-Kahn dal 2007 ha ammorbidito l'immagine del FMI di accanito sostenitore dell'ortodossia fiscale e della deregolamentazione, e ha impegnato a fondo il prestatore globale nel salvataggio dei paesi europei fortemente indebitati – che non fanno parte della tradizionale clientela del Fondo.
Il suo avvocato ha detto che non si dichiarerà colpevole, e il Fondo Monetario Internazionale ha dichiarato di essere rimasto "completamente funzionante e operativo", ma è difficile immaginare Strauss-Kahn rimanere in carica ancora a lungo , mentre si deve difendere da un'accusa di violenza carnale.

Relazioni USA-Pakistan - Al di là di Bin Laden | STRATFOR

Pubblico le parti essenziali di un articolo di geopolitica di Stratfor, sulla particolare relazione tra Usa e Pakistan, fatta di doppiezza e di reciproca necessità.    Ringrazio in particolare il nostro amico Orazio, che ha contribuito all'articolo in modo determinante offrendomi una traduzione un po' "intuitiva" ma azzeccata!

 
George Friedman su Stratfor
Le speculazioni delle settimana passata su come veramente è stato ucciso Bin Laden, e sulla cooperazione o meno del Pakistan, non toccano il vero punto della questione, vale a dire, il futuro dei rapporti USA-Pakistan .
L'iptesi di una vera rottura
Non è escluso che il Pakistan abbia aiutato gli Stati Uniti a identificare e catturare Osama bin Laden, ma è abbastanza improbabile. Questo perché l'operazione ha visto aumentare le tensioni già esistenti tra i due paesi anziché migliorarle. L'amministrazione Obama ha reso noto di ritenere il Pakistan incompetente o in malafede, e che intenzionalmente gli ha nascosto i piani di attacco. Da parte loro, i Pakistani hanno precisato che ulteriori operazioni di questo genere in territorio pakistano comporterebbero una rottura insanabile tra i due paesi.
Friedman ritiene che si tratti di una tensione reale, che ruota attorno ai diversi obiettivi del Pakistan e degli Stati Uniti.
Una rottura tra Stati Uniti e Pakistan significa molto per entrambe le parti. Per il Pakistan, significa la perdita di un alleato che potrebbe aiutare il Pakistan a contenere il suo più grande vicino ad est, cioè l’India . Per gli Stati Uniti, significa la perdita di un alleato nella guerra in Afghanistan . Se ci sarà una rottura, dipende dalla geopolitica delle relazioni USA-Pakistan, ma va al di là della questione di chi sapeva che cosa su Bin Laden.

15/05/11

Crisi europea del debito Paga l'Italia

Articolo made in Italy davvero notevole, da leggere. 

Dal Riformista di martedì 3 maggio 2011
La scommessa apparentemente fatta sinora dai paesi europei che contano è che le rigide misure fiscali imposte a quei paesi in cambio del sostegno finanziario generino un surplus del bilancio pubblico, mentre al contempo la deflazione salariale determini una ripresa delle esportazioni che, con la caduta delle importazioni in seguito alla caduta dei livelli di attività interni, generi un parallelo avanzo commerciale e con esso la capacità di redimere il debito estero. La ripresa delle esportazioni modererebbe la caduta dei livelli di attività e quindi delle entrate fiscali. 
La scommessa è chiaramente persa poiché attuazione ed effetti di una selvaggia deflazione salariale sulla competitività, in particolare di Grecia e Portogallo, sono incerti e differiti nel tempo. Così i livelli del debito pubblico rispetto al Pil in questi paesi sono destinati nei prossimi anni a crescere inesorabilmente (di circa un terzo in pochi anni). 
 

14/05/11

L'Europa Continua a Dimostrare di Non Avere Risposte

Bill Mitchell  riprende la questione Grecia, dal suo  interessante punto di vista 


La scorsa settimana, la rivista tedesca Der Spiegel se ne è uscita con l'articolo (6 maggio 2011) - La Grecia Considera l'Uscita dall'Euro - Se la storia fosse vera, significherebbe che forse la leadership greca è finalmente ritornata alla ragione. La realtà è che i padroni dell'UEM hanno rimandato ancora una volta il giorno del giudizio, e dato un temporaneo sollievo ad un'economia che continua a peggiorare. Tutti sanno qual è il problema - l'UEM non funziona e senza un meccanismo di redistribuzione fiscale federale non sarà mai in grado di creare prosperità. Ogni volta che uno shock asimmetrico da domanda colpisce la zona euro, le nazioni più deboli sono destinate a fallire. Cercare di imporre equilibrio fiscale e austerità nel sistema monetario dell'UEM non fa che peggiorare le cose. La Grecia deve assolutamente lasciare la zona euro. La vita sarà difficile, ma poi i meccanismi di aggiustamento che sarebbero a disposizione del governo (tasso di cambio fluttuante e monopolio della valuta) sarebbero più a misura d'uomo (in grado di aumentare i posti di lavoro e il reddito) rispetto al modo in cui si sta gestendo adesso il problema (svalutazione interna e contrazione della domanda ). L'Europa continua a dimostrare che non ha risposte.

L'articolo di Spiegel dichiara che "la crisi del debito in Grecia ha assunto una nuova svolta drammatica" e che "alcune fonti", hanno detto al giornalista che il governo greco sta pensando di lasciare la zona euro e reintrodurre la propria moneta. Questo è successo la scorsa settimana, prima di una riunione dei Ministri delle Finanze dell'UEM.

12/05/11

Full Brady

Da Project Syndicate  Barry Eichengreen rispolvera il piano Brady per la gestione del debito in Europa.
BERKELEY - I mercati finanziari sono sempre più certi che una ristrutturazione del debito greco si avvicina, e i responsabili politici europei temono il peggio. "Nel peggiore dei casi", come l'ha messa Juergen Stark, membro del board della Banca centrale europea, "una ristrutturazione del debito di un membro della zona euro potrebbe mettere in ombra le conseguenze del fallimento della Lehman."

Ma c'è anche uno scenario migliore, in cui il debito greco è ristrutturato in un modo che non minaccia il sistema bancario.

Il modo più semplice per raggiungere questo obiettivo sarebbe quello di richiedere alle banche esposte al debito del sud d'Europa di raccogliere più capitale. Il secondo turno degli stress tests da parte dell'Autorità bancaria europea è apparentemente progettato con questo scopo. Mettendo trasparenza su chi è debole e chi è forte, degli stress tests corretti servirebbero anche a limitare il rischio di controparte. I prestatori avrebbero buone informazioni su quelli con cui fare affari - e su quelli da cui fuggire.

11/05/11

Irlanda: il governo mette le mani sulle pensioni private per finanziare la spesa

Da Business Insider:  non sapendo più da dove prendere i soldi, il governo irlandese comincia ad aumentare le tasse su chi?  Ma sui pensionati, è ovvio!...(e in fondo un'interessante classifica che ci vede primi in Europa...)


Il governo irlandese ha in programma di istituire una tassa sulle pensioni private per stimolare la crescita di posti di lavoro, secondo la strategia del piano per l'occupazione consegnato oggi. 

Impossibilitata a vendere i titoli del debito pubblico a causa dei tassi di interesse alle stelle, e con regole severe di spesa imposte dal piano di salvataggio del FMI-UE, l'Irlanda non ha molti modi di spendere per stimolare l'economia. Il programma presentato oggi prevede aumenti delle tasse, tra cui la tassa sulle pensioni, al fine di mantenere la spesa pubblica senza aumentare il debito nazionale.

09/05/11

La truffa delle vendite allo scoperto del 9/11

Su segnalazione di Zio Barbero, un articolo di Global Research sull'illusione del 9/11 e di Osama Bin Laden:  i dati sullo shorting dei giorni precedenti!

di  Dean Henderson - 9 Maggio 2011

Nel mentre che la squadra dei Navy Seal si stava calando nel complesso di Abbottabad presunto alloggio di Osama bin Laden, il Dipartimento di Giustizia Usa citava in giudizio la Deutsche Bank. In una causa civile svoltasi martedì scorso in tribunale federale di Manhattan, il procuratore Preet Bharara ha chiesto un risarcimento danni sui mutui emessi dalla Deutsche Bank e garantiti dai contribuenti degli Stati Uniti. La terza banca più grande del mondo controllata dalla dinastia Warburg che ha finanziato Hitler, Deve anche rispondere del suo ruolo nei traffici di breve termine appena prima del 9/11.

Le cause politiche di una riunione non-così-segreta

Un articolo di Wolfgang Münchau sul FT dell'8 Maggio mette in rilievo la crisi poltitica in cui versa l'Unione monetaria. Il fatto stesso che non riescano nemmeno a organizzare un incontro privato, la dice lunga. Come potranno essere in grado di risolvere una crisi del debito?

La fuga di notizie di venerdì offre un esempio pratico di come l'intera questione stia andando male:

Spiegel Online pubblica la notizia che la Grecia stava valutando di lasciare la zona euro, e che i Ministri delle Finanze stavano tenendo un incontro segreto per discutere la questione, con il dettaglio intrigante che Wolfgang Schäuble, il Ministro delle Finanze tedesco, portava con sé nella valigetta una relazione sui costi proibitivi di una uscita greca.
Il venerdì pomeriggio Jean-Claude Juncker, Primo Ministro del Lussemburgo, nega recisamente che la riunione fosse in corso, affermando ovviamente il falso.
Venerdì sera alla conclusione dell'incontrovi è stato l'annuncio che non si era discusso su un'uscita della Grecia né su una ristrutturazione.
C'è da dubitare molto di questa affermazione – e a questo punto di qualsiasi dichiarazione ufficiale sulla crisi della zona euro.

08/05/11

Economia e relazioni - di Stefano Zamagni

Intervista al noto economista sulla crisi economica, su come poter reinterpretare il concetto di economia di mercato e sull'educazione. A cura di Paolo Ferrante
Redazione Asia.it

07/05/11

La Grecia Considera l'Uscita dall'Euro

Der Spiegel pubblica una notizia bomba: riunione segreta stasera per scongiurare l'uscita della Grecia, che sembra decisa a riprendersi la dracma. 
Protesta contro le misure di austerità ad Atene. Secondo fonti vicine al Governo tedesco, la Grecia sta considerando l'uscita dalla zona euro.


di Christian Reiermann

La crisi del debito in Grecia ha assunto una nuova svolta drammatica. Fonti vicine al governo hanno informato SPIEGEL ONLINE che Atene sta valutando l'uscita dalla zona euro. I Ministri delle Finanze dell'area della moneta comune e rappresentanti della Commissione europea venerdì sera si sono riuniti in un incontro segreto a Lussemburgo .

I problemi economici in Grecia sono enormi, con proteste contro il governo quasi quotidiane. Ora il premier George Papandreou sente di non avere altra scelta: SPIEGEL ONLINE ha ottenuto informazioni da fonti del governo tedesco a conoscenza della situazione in Atene, che indicano che il governo Papandreou sta considerando di abbandonare l'euro e reintrodurre la propria moneta.

Allarmata dalle intenzioni di Atene, la Commissione europea ha convocato una riunione di crisi a Lussemburgo, venerdì sera. L'incontro si svolge a Château de Senningen, un sito utilizzato dal governo lussemburghese per incontri ufficiali. Oltre alla possibile uscita della Grecia dall'unione monetaria, all'ordine del giorno c'è anche una ristrutturazione rapida del debito del paese. Dopo un anno dallo scoppio della crisi, lo sviluppo rappresenta potenzialmente un punto di svolta esistenziale per l'Unione monetaria europea - indipendentemente da quale posizione infine sarà presa per far fronte alle enormi difficoltà della Grecia.

06/05/11

Democrazia o finanza?

 Da Project Syndicate: una bella spiegazione di come si fa a "shortare" i governi..... e considerazioni sulla democrazia. 

di Robert Skidelsky
2011-04-21
 
LONDRA – Lo “shorting” (o "Corto circuito"), è una tattica ben nota tra gli intenditori di finanza. Significa scommettere contro un asset con denaro preso in prestito nella speranza di realizzare un profitto quando il suo valore scende.

Uno speculatore può "shortare" un governo prendendo in prestito il suo debito al prezzo corrente, nella speranza di vendere successivamente a un prezzo inferiore intascando la differenza. Per esempio: il 1 ° gennaio 2010, penso tra me e me che il gioco per i greci sarà presto finito. Prendo a prestito da Goldman Sachs per sei mesi 10 milioni di € di titoli del governo greco al valore nominale, scadenza 2016, attualmente scambiati a 0,91 €. Per questo, devo pagare a Goldman Sachs il rendimento che avrebbe ricevuto dai bonds - circa il 5% l'anno a quel prezzo, quindi circa il 2,5%, ovvero € 250.000 - per il periodo di sei mesi.
 

05/05/11

Gestire la Fragilità dell'Eurozona

Un editoriale di Martin Wolf sul Financial Times prende spunto da un approfondito studio del Prof Paul de Grauwe (Università di Leuven) sulla fragilità intrinseca della zona euro. Secondo de Growe, entrando in un'unione monetaria, i paesi membri cambiano la natura del loro debito sovrano in un modo fondamentale: smettono di avere il controllo sulla moneta in cui il debito è emesso. Come risultato, sono ridotti allo status delle economie emergenti, vulnerabili ai “sentimenti” del mercato.

Paul De Grauwe parte dall'evidente contrasto tra la situazione attuale della Spagna e quella del Regno Unito: il rendimento dei titoli di Stato spagnoli a 10 anni è quasi di due punti percentuali superiore a quello dei titoli equivalenti del Regno Unito - 5,3 contro 3,5 per cento, con un tasso di interesse reale (sottraendo il target del 2% di inflazione) che in Spagna risulta più che doppio rispetto al Regno Unito.

04/05/11

I sogni di Tremonti

Da economiaepolitica.it un'analisi del programma di stabilità per l'Italia, approvato ad Aprile, che mette in pratica le nuove regole europee del Patto per l'Euro...Come fare politiche restrittive e illudersi di stimolare l'economia.
 29 Aprile 2011
Lo scorso 13 aprile il Consiglio dei Ministri ha licenziato il Documento di economia e finanza  (DEF) 2011, cioè il nuovo atto di programmazione finanziaria e di bilancio, previsto dalla L. 39/2011, approvata appena qualche giorno prima dal Parlamento (volta ad armonizzare la contabilità e finanza pubblica con le nuove regole dell’Unione europea sul coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri).  Il DEF 2011, che comprende il Programma di stabilità, si inserisce nell’ambito del semestre europeo e del “Patto per l’Euro” , approvato il 24/25 marzo dal Consiglio Europeo dei capi di Stato e di Governo, rivendicato come un primo passo verso l’ “integrazione politica federale” dell’Europa (DEF, sezione I, Programma di stabilità dell’Italia, p. III). 

Il DEF si esprime decisamente contro il fare crescita “con i deficit pubblici” (p.IV)  e sostiene l’impegno a introdurre il vincolo della disciplina di bilancio nella Costituzione italiana.  Gli obiettivi di finanza pubblica (Tab.1) sono coerenti con la richiesta di riportare l’indebitamento netto della PA sotto il 3% entro il 2012, contenuta nelle raccomandazioni  impartite all’avvio della procedura per disavanzo eccessivo, e portano al sostanziale annullamento del deficit entro il 2014; tali obiettivi saranno ottenuti grazie ad ulteriori manovre, per un effetto netto cumulato di 1,2 punti di PIL nel 2013 e 2,3 punti nel 2014 (dopo la correzione per 12 miliardi di euro nel 2011 e 25 miliardi nel 2012 e 2013 realizzata col decreto 78/2010). Ma non basta: si continuerà ad accrescere l’avanzo primario per proseguire nella riduzione del  debito (che dal 120% del PIL nell’anno in corso dovrebbe calare al 112,8% nel 2014).

03/05/11

Come Goldman Sachs Ha Creato la Crisi Alimentare

Da Foreign Policy, un articolo che spiega con tanto di dati il ruolo della speculazione nell'inflazione delle materie prime.

di FREDERICK KAUFMAN | APRIL 27, 2011 

Non prendetevela con gli appetiti americani, l'aumento dei prezzi del petrolio o le colture geneticamente modificate per il rincaro dei prodotti alimentari. Wall Street è il colpevole.

La domanda e l'offerta sicuramente c'entrano. Ma c'è un altro motivo per cui i beni alimentari in tutto il mondo sono diventati così costosi: l'avidità di Wall Street.

Ci sono volute le menti brillanti di Goldman Sachs per realizzare la semplice verità che nulla è più prezioso del nostro pane quotidiano. E dove c'è un valore, ci sono soldi da fare. Nel 1991, i banchieri di Goldman, guidati dal loro lungimirante presidente Gary Cohn, hanno avviato un nuovo tipo di prodotto di investimento, un derivato con 24 materie prime sottostanti, dai metalli preziosi all'energia, caffè, cacao, bestiame, mais, maiale, soia e grano. Hanno pesato il valore di investimento di ciascun elemento, miscelato e riunito le parti in somme, poi ridotto quello che era un insieme complesso di cose reali in una formula matematica che può essere espressa come un fenomeno unico, conosciuto ormai come il Goldman Sachs Commodity Index (GSCI).

02/05/11

Il Consiglio di Sicurezza ONU sulla Libia Viola il Diritto Internazionale

Da Strategic Culture un'analisi sulla guerra di Libia dal punto di vista del diritto internazionale: non basta che un'azione sia votata dal Consiglio di Sicurezza per essere legittima. 

Marzo 2011
Il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha approvato la Risoluzione n. 1973 sulla Libia, che ha imposto al paese nuove sanzioni e ha rinforzato quelle previste dalla risoluzione n.1970 del 26 febbraio. La verità è che la nuova risoluzione viola il diritto internazionale, sino al punto da eliminarlo virtualmente. In primo luogo, impone un cessate-il-fuoco e la fine di ogni violenza, senza specificare quali forze si suppone debbano fermare l'uso della forza. Normalmente tali richieste sono indirizzate a tutte le parti coinvolte in un conflitto, ma la risoluzione n. 1973 non afferma niente a riguardo, il che significa che l'unica parte destinataria di questa richiesta è il governo della Libia. Che senso ha esortare un governo che affronta una ribellione a smettere di combattere, e l'ONU ha il diritto di allearsi de facto con i ribelli per rovesciare il Governo di un paese membro delle Nazioni Unite?

Ironia della sorte, un italiano si prenderà cura dell'euro


Secondo EuroIntelligence negli ambienti europei è oramai dato per certo che il nuovo capo della BCE sarà Mario Draghi. La Merkel non l'ha detto ufficialmente, ma il suo staff ne ha parlato con i giornalisti.
E' stato Sarkozy a sostenere pubblicamente questa candidatura, e dopo di lui anche la Spagna e il Lussemburgo hanno espresso il loro gradimento.
Ieri Bild.de ha pubblicato un articolo su Draghi, sostenendo che benché "sembri paradossale" che ad occuparsi dell'euro dovrà essere proprio un italiano – “uno che proviene dal paese delle vecchie lire, con un numero ridicolo di zeri” – si tratta tuttavia di un uomo dalle caratteristiche più tedesche che italiane. 
Dal 2006 come banchiere top di Bankitalia ha predicato le riforme economiche, la riduzione del debito, la disciplina di spesa. 
In un'intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung, l'italiano ha recentemente dichiarato: "Noi tutti dovremmo seguire l'esempio della Germania. La Germania ha migliorato la propria forza competitiva, nel senso che ha effettuato riforme strutturali. Questo deve essere il modello di ruolo".
In ultimo, Bild.de ci tiene a sottolineare che si tratta di una persona molto riservata, sulla cui vita privata non si sa quasi nulla, agli antipodi di Berlusconi come abitudini e fedeltà familiare.
Chissà che non gli diano la cittadinanza tedesca ad honorem...intanto, la Bild.de ha pubblicato la foto di Draghi con in testa un elmetto prussiano, commentando che se lo porta proprio bene...