EuroIntelligence riporta lo scontro in atto e la confusione che regna sovrana nella UE.
Il confuso dibattito sul "riprofiling" o ristrutturazione soft testimonia la pura e semplice incompetenza e confusione dei Ministri delle Finanze della zona euro, nel bel mezzo dello scontro con la BCE. Secondo il Financial Times Jean-Claude Trichet è uscito da una riunione presieduta da Jean-Claude Juncker in segno di protesta contro le proposte di Juncker di ristrutturare il debito greco.
Il FT Deutschland riporta quello che sarebbe un vero e proprio "ricatto" di Trichet ai Ministri delle finanze: la BCE risponderebbe ad una ristrutturazione semplicemente rifiutando di comprare nuovi titoli di debito greco, dimostrandosi assolutamente indisponibile ad un accordo di ristrutturazione volontaria del proprio portafoglio di titoli greci. Inoltre, la BCE si rifiuterebbe di rifinanziare il sistema bancario greco con qualsiasi ulteriore liquidità.
Si sospettava che qualcosa del genere sarebbe potuto accadere: una ristrutturazione sarebbe considerata dalle agenzie di rating come un fattore di declassamento immediato a C di tutti i titoli greci, sia del governo che delle banche, e per questo non sarebbero più accettabili per la BCE.
Ciò significa che la BCE sta efficacemente boicottando il piano Juncker, perché con la sua risposta e costringerebbe la Grecia a lasciare la zona euro in pochi giorni.
Anche altri membri del comitato esecutivo della BCE ci sono andati pesanti. Jürgen Stark ha detto che una ristrutturazione distruggerebbe il capitale del sistema bancario greco, e Lorenzo Bini Smaghi ha definito il termine "ristrutturazione soft" un vuoto slogan. Secondo Reuters, Bini Smaghi ha dichiarato che "dato il funzionamento dei mercati, occorre guardarsi dall'usare frasi senza senso, perché la Grecia dovrà poi pagarne il prezzo" e che questo sarebbe "devastante per la stabilità finanziaria globale".
La risposta insolitamente forte della BCE cade in mezzo alla cacofonia dominante nella zona euro.
Mentre Angela Merkel ha fermamente escluso una ristrutturazione involontaria del debito, il suo Ministro delle finanze Wolfgang Schäuble ci si è avvicinato molto chiedendo “la partecipazione del settore privato nella risoluzione della crisi del debito sovrano. "
L'unico con le idee chiare sembra essere il neoeletto Primo Ministro della Finlandia, il quale ha detto a chiare lettere che una "ristrutturazione soft" del debito della Grecia non sarebbe in grado di risolvere i problemi finanziari del paese.
Non è andato avanti però con le conclusioni implicite della sua affermazione: la ristrutturazione "hard" sarebbe l'unica risposta da dare all'ostinata BCE che la tira in lungo coi prestiti, allo scopo non di salvare il paese ma di dare respiro alle banche.