07/05/11

La Grecia Considera l'Uscita dall'Euro

Der Spiegel pubblica una notizia bomba: riunione segreta stasera per scongiurare l'uscita della Grecia, che sembra decisa a riprendersi la dracma. 
Protesta contro le misure di austerità ad Atene. Secondo fonti vicine al Governo tedesco, la Grecia sta considerando l'uscita dalla zona euro.


di Christian Reiermann

La crisi del debito in Grecia ha assunto una nuova svolta drammatica. Fonti vicine al governo hanno informato SPIEGEL ONLINE che Atene sta valutando l'uscita dalla zona euro. I Ministri delle Finanze dell'area della moneta comune e rappresentanti della Commissione europea venerdì sera si sono riuniti in un incontro segreto a Lussemburgo .

I problemi economici in Grecia sono enormi, con proteste contro il governo quasi quotidiane. Ora il premier George Papandreou sente di non avere altra scelta: SPIEGEL ONLINE ha ottenuto informazioni da fonti del governo tedesco a conoscenza della situazione in Atene, che indicano che il governo Papandreou sta considerando di abbandonare l'euro e reintrodurre la propria moneta.

Allarmata dalle intenzioni di Atene, la Commissione europea ha convocato una riunione di crisi a Lussemburgo, venerdì sera. L'incontro si svolge a Château de Senningen, un sito utilizzato dal governo lussemburghese per incontri ufficiali. Oltre alla possibile uscita della Grecia dall'unione monetaria, all'ordine del giorno c'è anche una ristrutturazione rapida del debito del paese. Dopo un anno dallo scoppio della crisi, lo sviluppo rappresenta potenzialmente un punto di svolta esistenziale per l'Unione monetaria europea - indipendentemente da quale posizione infine sarà presa per far fronte alle enormi difficoltà della Grecia.
Data la situazione di tensione, la riunione di Lussemburgo è stata dichiarata molto riservata, con la partecipazione ristretta ai soli Ministri delle Finanze della zona euro, e membri senior dello staff. Il Ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble (CDU della Merkel) e Jörg Asmussen, influente segretario di stato presso il Ministero delle Finanze, sono presenti a nome della Germania.

'Svalutazione notevole'

Le fonti hanno detto a SPIEGEL ONLINE che Schäuble intende cercare di impedire l'uscita della Grecia dalla zona euro, se possibile. Porterà con sè alla riunione in Lussemburgo un documento interno preparato dagli esperti del suo ministero, di avvertimento sulle possibili conseguenze disastrose se Atene dovesse abbandonare l'euro.
"Ciò porterebbe ad una notevole svalutazione della nuova valuta nazionale (greca) nei confronti dell'euro", afferma il documento. Secondo le stime del Ministero delle Finanze tedesco, la moneta potrebbe perdere fino al 50 per cento del suo valore, portando ad un drastico aumento del debito pubblico greco. Il personale di Schäuble ha calcolato che il deficit nazionale della Grecia aumenterebbe del 200 per cento dopo una svalutazione del genere. "Una ristrutturazione del debito sarebbe inevitabile," i suoi esperti avvertono. In altre parole: la Grecia andrebbe in bancarotta.
Non è chiaro se sarebbe addirittura giuridicamente possibile per la Grecia uscire dalla zona euro. Esperti legali ritengono che sarebbe anche necessario per il paese uscire del tutto dall'Unione europea per poter abbandonare la moneta comune. Allo stesso tempo, è lecito chiedersi se gli altri membri della unione monetaria potrebbero in effetti rifiutare di accettare una uscita unilaterale dalla zona euro da parte del governo di Atene.

Quello che è certo, in base alla valutazione del Ministero delle Finanze tedesco, è che la misura avrebbe un impatto disastroso sull'economia europea.

La conversione di valuta porterebbe alla fuga di capitali", scrivono. E la Grecia potrebbe vedersi costretta ad attuare controlli sul trasferimento di capitali per fermare la fuga dei capitali dal paese. "Questo non si può conciliare con la fondamentale libertà nel mercato interno europeo", afferma il documento. Inoltre, il paese sarebbe tagliato fuori dal mercato dei capitali per gli anni a venire.

In aggiunta, il ritiro di un paese dall'unione monetaria comune potrebbe "seriamente danneggiare la fiducia nel funzionamento della zona euro", continua il documento. Gli investitori internazionali sarebbero costretti a considerare la possibilità che altri membri potrebbero ritirarsi in futuro. "Questo porterebbe al contagio nella zona euro".

Banche a rischio

Inoltre, se Atene dovesse voltare le spalle alla zona della moneta comune, questo avrebbe conseguenze gravi sul settore bancario già traballante, soprattutto nella stessa Grecia. Il cambiamento di moneta "consumerebbe tutta la base di capitale del sistema bancario e le banche del paese sarebbero bruscamente insolventi". Le banche al di fuori della Grecia soffrirebbero anch'esse. "Gli istituti di credito in Germania e altrove si troverebbero di fronte a notevoli perdite sui loro crediti", si legge nel documento.

Ne risentirebbe anche la Banca centrale europea (BCE). L'istituto con sede a Francoforte sarebbe costretto a "svalutare una parte significativa dei propri crediti non esigibili". Oltre alla sua esposizione verso le banche, la BCE possiede anche una grande quantità di titoli di Stato greci, che ha acquistato negli ultimi mesi. I funzionari del Ministero delle Finanze stimano l'importo complessivo del valore di almeno € 4 miliardi ($ 58 miliardi). "Data la sua quota del 27 per cento del capitale della BCE, la Germania dovrebbe sopportare la maggior parte delle perdite", si legge nel documento.

In breve, un ritiro della Grecia dalla zona euro e un conseguente default sarebbe costoso per i paesi della zona euro e i loro contribuenti. Insieme con il Fondo Monetario Internazionale, gli Stati membri dell'UE si sono già impegnati con € 110miliardi (159,5 miliardi di dollari) in aiuti ad Atene - la metà dei quali sono già stati versati.

"Qualora il paese si dichiarasse insolvente", si legge nel documento, "i paesi della zona euro dovrebbero rinunciare a una parte dei loro crediti".




30 commenti:

  1. Che si sia accesa finalmente la miccia per la deflagrazione di questo sistema criminale?
    Saluti.
    Orazio

    RispondiElimina
  2. Peccato che i soloni tedeschi "dimentichino" accuratamente di dire che le banche tagliate fuori sarebbero solo quelle private, in quanto la stampa della nuova dracma verrebbe effetuata dalla banaca centrale greca DI PROPRIETA' DELLO STATO.

    RispondiElimina
  3. I cerberi della finanza europea sembrano stati, alla luce dei fatti attuali, dei dilettanti allo sbaraglio. Ma che razza di unione monetaria hanno potuto concepire ? Senza una politica comune e un sistema fiscale comune l'Europa è alla fine !

    RispondiElimina
  4. Infatti! Anche il problema del debito pubblico sarebbe alleggerito mettendo fine al problema degli esosi interessi da pagare.
    Gli eurocrati non potevano non sapere come sarebbe andata a finire...pensavano che alla fine sarebbero riusciti a far fuori il modello sociale europeo? Certo, alle condizioni attuali non lasciano altra scelta ai PIIGS che uscire dall'euro, il problema si pone se per caso allentano un po' la morsa, addolciscono in qualche modo l'amara pillola, indorano le sbarre della prigione...

    RispondiElimina
  5. e se non fosse una manovra della Grecia per fare il buy back delle proprie obbligazioni?
    Attualmente un bond greco a due anni quota 65 mentre i decennali viaggiano poco sopra i 52 punti.
    Fino a marzo 2012 non scadranno bond greci, quindi con 10 mesi davanti c'è tutto il tempo per fare un'operazione di questo tipo, il cui prerequisito essenziale è diffondere il panico.

    Arsan

    RispondiElimina
  6. Da quel che mi risulta, il buy back comporterebbe comunque di uscire dall'euro - perché i trattati europei lo vietano. Invece sarebbe l'unica mossa giusta, come ha fatto l'Ecuador, dato che stiamo diventando come i paesi emergenti (in questo caso più che altro "affondanti"...) oberati dal debito estero.

    RispondiElimina
  7. Carmen, come son d'accordo con te. :)
    Per stare dentro l'euro sono i Paesi forti che devono andare incontro a quelli deboli "indorando le sbarre della prigione", come dici tu, ovvero indebolendo l'euro.
    Non possono permettersi di fare la morale proprio a nessuno con la loro severità di insegnanti bacchettoni.
    Tu sei insegnante, no?
    Una classe o la indirizzi severamente fin dall'inizio con regole CERTE oppure a giugno, alla fine dell'anno, per mantenerla unita, devi andare incontro ai più deboli o scalmanati con del miele, se no quelli ti scappano di mano e ti mandano in subbuglio il resto della classe, i secchioni antipatici. :))

    RispondiElimina
  8. Mi verrebbe da dire che Alan Greenspan aveva ragione, quando sosteneva la teoria del "non interventismo".
    Se qualcuno di voi ha letto la sua biografia si accorgerà di due cose:
    1)- Gli piacevano molto le donne.
    2)- Sosteneva che un sistema economico deve essere manipolato il meno possibile, anche di fronte a fenomeni eccezionali, perchè tenderà inesorabilmente ad un autonomo riequilibrio.

    RispondiElimina
  9. Ma scusa Greenspam non è quello che ha tenuto forzatamente i tassi bassi molto a lungo, per sostenere la domanda, alimentando così le bolle, la speculazione e il debito?...
    Per me non è un problema di tassi.
    La politica monetaria europea non si risolverebbe abbassando i tassi (per quanto adesso sarebbe sbagliato alzarli), ma aumentando la massa monetaria non a debito a vantaggio dell'economia produttiva reale...come ho sostenuto più volte anche in questo blog.
    Poi che a Greenspan piacessero le donne è senz'altro un punto a suo favore....;)...ma forse non le ha ascoltate abbastanza ???

    RispondiElimina
  10. Carmen, sbaglio o hai scritto "ma aumentando la massa monetaria non a debito a vantaggio dell'economia produttiva reale" sottolineo
    ............ NON A DEBITO................
    sogno o son desto. ;;;;;;))))))))))
    Saluti CARISSIMI....
    Orazio

    RispondiElimina
  11. all'anonimo del 07/mag/2011 11:42:00
    abbiamo molte affinità, la tua risposta la dice lunga ------ un abbraccio
    Saluti
    Orazio

    RispondiElimina
  12. Ahahahah! Orazio!!! Sei desto, sei desto, questo l'ho sempre sostenuto, solo che io penso che la massa monetaria non a debito non sia altro che il circolante, la base monetaria. Mentre tu pensi che anche la base monetaria è a debito. Qui sta la nostra - non enorme in verità - differenza.

    RispondiElimina
  13. Leggo molte cose che non condivido minimamente! e che mi sembrano più adatte al bar-sport che non ad economisti degni di questo nome (cioè non gentaglia come Krugman o Stiglitz).
    1-Tanto per cominciare l'uscita dall'euro provocherebbe enormi perdite al sistema finanziario greco mandandolo completamente in bancarotta, per non parlare dell'effetto contagio che causerebbe agli altri. A quel punto chi li tapperebbe questi buchi? La neonata banca centrale greca? Con quali soldi? Stampando dal niente altre dracme strasvalutate? Quale investitore sano di mente le accetterebbe? Chi investirebbe in un'economia del genere? Chi consumerebbe in un economia in cui ad es i risparmi sono completamente svalutati e lo stato per es deve dimezzare le pensioni?
    2-L'uscita dall'euro implica che la Grecia non potrà tornare sui mercati per molti anni per rifinanziarsi. E allora come finanzierà i suoi enormi deficit di bilancio? Stampando dracme dal niente direte voi... ma c'è un piccolo dettaglio che vi state dimenticando: nessuno le accetterebbe! Il petrolio e il gas non lo paghi in dracme ma in euro o dollari e quelli la banca centrale greca non può stamparli! Idem per tutte le commodities e i beni importati dagli altri paesi!
    3-Il cosiddetto "sistema sociale europeo" di cui parli tu Carmen è possibile proprio grazie all'euro e non nonostante l'euro come dici tu! La Grecia cioè riesce a farsi prestare soldi per mantenere una valanga di nullafacenti proprio perchè è dentro all'euro! Se fosse fuori nessuno la finanzierebbe e la gente che oggi viene mantenuta dovrebbe finalmente iniziare a lavorare! Tu risolvi tutto stampando soldi dal niente ma quei soldi non si trasformano in beni e servizi perchè gli altri soggetti economici non li accettano! Tu questo lo consideri una sorta di incubo, per me è semplicemente la fine di privilegi intollerabili che sono durati anche troppo! Ecco perchè è poco probabile un ritorno alla dracma: in questo caso addio deficit spending e di manifestazioni ce ne sarebbero molte di più di adesso!
    4-La Grecia comunque è fallita! a prescindere che resti o meno nell'euro. Se esce fallisce all'istante, se resta forse tira avanti qualche anno. Questa è la cruda realtà tutto il resto sono favole! Luca Salvarani

    RispondiElimina
  14. Caro Luca, intanto vacci piano col dare della gentaglia a Krugman o Stiglitz solo perché non sei d'accordo con loro. Questi sì che sono modi da bar.
    Inoltre:
    nessuno dice che per la Grecia sarebbe una passeggiata uscire dall'euro.
    Ci sarebbe una drastica svalutazione, con l'impoverimento che ne consegue, ma poi il paese toccato il fondo potrebbe ripartire.
    Purtroppo questa unione monetaria così come è congegnata non può funzionare.
    Hai ragione quando dici che è stato l'euro a permettere tutto questo: i tassi troppo bassi per paesi come Grecia Irlanda e Spagna hanno favorito la crescita di tutto questo debito, pubblico o privato con le bolle immobiliari.
    Se non si decidono a rimuovere gli ostacoli al corretto funzionamento della moneta unica, e a fare delle politiche espansive finanziandole con denaro non gravato da interesse (è possibile, sai, che il denaro non lo sia)non ci sarà altra scelta che abbandonare la nave.
    E spero in maniera organizzata e comune, invece che cadendo come mosche alla spicciolata.
    E per politiche espansive come ho già detto altre volte non intendo stampare a gogo allegria tanto è gratis! ma finanziare attività produttive reali. Energie rinnovabili, risparmio energetico, rete idrica, agricoltura biologica, assetto idrogeologico del territorio...

    RispondiElimina
  15. x Carmen:
    1-Che l'unione monetaria cosi com'è non possa funzionare è evidente, e ad alcuni, che probabilmente i keynesiani consideravano impazziti, l'avevano ben capito sin dalla sua creazione. Una certa signora Thatcher persino negli anni 80' e per questo è stata ridicolizzata! Il punto è: quali e quanti sacrifici certi siamo disposti a sopportare oggi a fronte di benefici incerti in futuro?
    2-E qui arriviamo all'altro punto chiave: l'incertezza dei benefici. La svalutazione potrebbe dare competitività alla Grecia momentaneamente ma se la Grecia uscisse è verosimile che lo facciano anche altri paesi deboli che svaluterebbero a loro volta quindi il guadagno di competitività sarebbe molto costoso ed effimero. Per es se anche la Spagna esce allora la dracma svalutata non attira vagonate di turisti in più perchè lo stesso l'ha fatto la Spagna!
    3-La realtà è che il sistema economico e produttivo greco estremamente arretrato ed inefficiente. Ora la Grecia è stata costretta a fare qualche riformina ma se svaluta per non farle tra qualche anno sarà allo stesso punto di oggi. La ricchezza si crea facendo efficienza non con giochi di prestigio come questo. Noi italiani dovremmo saperlo bene!
    4-Chi stabilisce quali sono le attività produttive reali da finanziare e come finanziarle? In teoria dovrebbero essere gli investitori tramite il mercato; tu proponi che sia lo stesso governo che ha portato la Grecia nel baratro a farlo! Persino il miglior governo del mondo non riuscirebbe a farlo bene figuriamoci il governo greco... Tornando al tuo esempio io non investirei mai in agricoltura biologica mentre tu si.
    5-Ammetti che alla Grecia servivano tassi più alti, e sono daccordo, ma non ne trai la logica conclusione! Tassi più alti servono per riflettere il maggior rischio nel prestare alla Grecia e la maggiore inflazione greca quindi una maggiore perdita di potere d'acquisto! In sostanza dici che la BCE ha truccato il mercato abbassando artificialmente i tassi che gli investitori privati avrebbero praticato. In assenza di imbrogli i tassi di mercato sono quelli di oggi: altissimi, altrochè nulli! Quello sarebbe un imbroglio molto più grande di quello fatto dalla BCE. Non ho problemi se i tassi sono nulli, ovviamente dipende dal contesto, l'importante è che sia il mercato a determinarli e non qualche potere coercitivo esterno come un governo o una banca centrale ma questo è proprio quello che tu proponi! Luca Salvarani

    RispondiElimina
  16. Faccio io una PROPOSTA per affrontare il problema. E' una proposta trasparente e di mercato e già solo per questo non passerà mai!

    1-Tutti i PIIGS restano nell'euro! Se uscissero fallirebbero all'istante e se mai si riprenderanno passeranno anni e saranno ancora al punto di partenza!
    2-I debiti dei PIIGS si ristrutturano allungando le scadenze e abbassando i tassi. BCE e FMI ne stanno fuori, al massimo garantiscono liquidità per facilitare il processo ma niente di più: meno fanno e meglio è!
    3-Invece che prestare soldi ai PIIGS gli altri paesi europei accettano la ristrutturazione, che comunque è inevitabile. Le banche sono obbligate a svalutare i loro attivi e a fare aumenti di capitale eventualmente sottoscritti dagli stati. Se si oppongono che vengano commissariate e i nuovi manager nominati dagli azionisti, se si rifiutano direttamente dalle banche centrali nazionali. Nei casi più gravi il debito viene automaticamente convertito in capitale e lo stato sottoscrive ciò che manca per coprire gli impegni delle banche e delle assicurazioni verso i correntisti e gli assicurati.
    4-A questo punto le banche hanno bilanci puliti e possono più facilmente finanziarsi sul mercato. I PIIGS si trovano con meno debito il tutto in modo trasparente senza perdere altro tempo e le banche stesse saranno più propense ad erogare credito rispetto ad oggi perchè molte incertezze di oggi sarebbero superate. In cambio della ristrutturazione che consente ai paesi PIIGS di ridurre il debito significativamente e potersi riprendere da subito, evitandogli una lenta quanto inutile agonia, questi paesi si impegnano in modo vincolante (sanzioni automatiche, sospensione diritti voto..) a radicali ristrutturazioni dei loro sistemi economici in senso liberale da fare in un arco temporale di alcuni anni ma obbligatoriamente (privatizzazioni, liberalizzazioni, riduzione drastica della spesa pubblica e dei dipendenti pubblici, completa trasparenza e controllo periodico dei conti pubblici e giochini contabili tassativamente proibiti) in modo da reggere il tasso di cambio dell'euro che attualmente non riflette i loro fondamentali e da ripristinare la fiducia degli investitori, evitando che il problema si allarghi o si ripeta tra qualche anno.

    Con questa ricetta tanto per cominciare si affrontano subito tutti i problemi senza perdere anni e senza farli aumentare ulteriormente. Il processo è molto più trasparente, si fanno pagare le banche e i loro azionisti dando un segnale fortissimo e duraturo rispetto al moral hazard, si ripuliscono definitivamente i bilanci delle banche in modo che possano tornare a finanziarsi e far credito all'economia e si gettano le basi per ridurre fortemente gli squilibri che hanno causato la crisi! Una volta fatto questo i paesi potranno scegliere se restare nell'euro o uscire, uscire oggi equivale a suicidarsi! Assurdo? Utopico? Per me è l'unica strada praticabile senza fare sconquassi finanziari epocali o innescare guerre! Luca Salvarani Mantova.

    RispondiElimina
  17. Bravo Luca, tutta la prima parte è molto condivisibile. Resto invece contraria sul punto 4 - dove i governi "in cambio della ristrutturazione si impegnano a privatizzare, liberalizzare, ecc"
    bisogna vedere, qui, che tipo di economia di mercato si vuole mettere in piedi. Libera volpe in libero pollaio non mi sta bene.
    Sto cercando di caricare un video di Stefano Zamagni molto interessante su una proposta di economia civile che supera con una sintesi la contraddizione statalismo/mercatismo .
    Appena mi riesce...

    RispondiElimina
  18. A Luca Salvarani, scusami ma l'idea che uno stato esca fuori dall'euro "TERRORIZZA" la B.C.E.
    Non è solamente lo stato che se ne esce e che se la vedrà brutta, ma è quello che a cascata succederà.
    Vorrei solamente ricordare che la Grecia come tanti altri stati, sono fortemente indebitate con le banche degli altri Stati.
    Ergo, hanno urgentemente bisogno di coprirsi l'un l'altro, in un qualsiasi modo.
    A parte questa osservazione a dir poco banale, ve ne è un'altra un pò particolare.
    Mi riferisco a quello che viene assolutamente taciuto: come diceva il presidente John Adams famoso per aver detto: “Ci sono due modi per conquistare e schiavizzare una nazione. Uno è con le spade, l’altro è con il debito”.
    Ritornando ad una tua osservazione, vorrei dirti che l'unico modo per crescere è produrre, non con la moneta a debito.
    Altro importante punto, guarda che la Grecia in epoca passata, dovrei andare a cercare il file, ma Carmen lo sa, ha già avuto un default ed è successivamente ripartita.
    Per Carmen, mi immaginavo la tua risposta, "penso che la massa monetaria non a debito non sia altro che il circolante, la base monetaria. Mentre tu pensi che anche la base monetaria è a debito"
    Ma di quale circolante parli, se ti riferisci a quello che emettono le banche con la riserva frazionaria, siamo d'accordo.
    Ma io mi riferisco ad un'altra moneta a debito, quella dello Stato; moneta che non può più emettere e che, con il trattato di Lisbona ha di fatto espropriato in modo TOTALE.
    Piccola ma sostanziale differenza.
    Saluti.....
    Orazio

    RispondiElimina
  19. La moneta bancaria, Orazio, non è il circolante. Per circolante (o base monetaria) si intendono le banconote e gli spiccioli.
    Le banconote sono emesse dalla Bc mentre gli spiccioli dalla Zecca di Stato, ma entrambe, secondo il mo modesto parere, non sono a debito.

    RispondiElimina
  20. Non sono d'accordo per quanto riguarda le banco-note ma, per quanto riguarda gli "spiccioli - monete metalliche" convergo con quanto da te asserito.
    Il resto ci divide.
    Saluti.
    Orazio

    RispondiElimina
  21. La Grecia vuole uscire dall'euro? Seeee, non vedono l'ora di nuotare in un mare di dracme e pagare il 30% di interessi sul debito.
    E' molto più verosimile che la Grecia voglia ripudiare il proprio debito, ma in questo caso deve rimettere a posto i propri conti. il default sul debito (o il suo rimborso al 50%, 25%, o quel che deciderebbero) libererebbe la Grecia di un bel fardello, ma il paese dovrebbe prima raggiungere un avanzo primario per liberarsi dalla dipendenza verso gli investitori e poter camminare da solo. Se ce la fanno, allora possono scaricare il probema sulle banche creditrici.
    Lorenzo

    RispondiElimina
  22. Scusa Lorenzo, ma se la Grecia fa la ristrutturazione del debito, e ritorna ad avere la PROPRIA moneta, in breve tempo riparte economicamente.
    E' ovvio che le banche estere, come avevo segnalato, avranno dei grossi grattacapi, anche perchè il problema difficilmente verrà circoscritto.... della serie si sa quando si parte, ma non si sa dove si arriva.
    E' chiaro che se ben gestita sia il periodo di transizione che i futuri investimenti, sarà un terreno "vergine" per il mercato.
    Sempre che, non prendano moneta a debito.... ma questa è un'altra storia.
    Saluti.
    Orazio

    RispondiElimina
  23. Non vedo come un debito denominato in dracme possa avere un costo inferiore ad uno denominato in euro per la Grecia. Anche la ripresa economica non capisco come possa concretizarsi.
    Se venisse considerato l'abbandono dell'euro le imprese sposterebbero i capitali all'estero non appena se ne avrebbe sentore (visto che l'idea sembra essere: usciam dall'euro per poi svalutare allegramente la nuova valuta), con rischio di vera e propria corsa agli sportelli. Gli investitori peraltro pretenderebbero un aumento del tasso anticipando la ridenominazione del debito in dracme. La Bce non agirebbe certo da prestatore di ultima istanza in vista dell'abbandono della moneta unica da parte della Grecia. A quel punto chi glieli da i soldi e come ripagano il debito? Fanno default e provan a piazzare nuovo debito in dracme per sostenere il proprio bilancio in perdita? Chi gli compra i titoli?
    Se la Grecia riesce ad ottenere un avanzo primario (e quindi del debito non avrebbe + bisogno per sostenersi), può contrattare da una posizione di forza, altrimenti no.
    Lorenzo

    RispondiElimina
  24. Resta chiaro che se la BC greca uscendo dall'euro ritornasse titolare della propria politica monetaria non avrebbe bisogno di farsi prestare i soldi dalle banche straniere, o no? Potrebbe comprare da sè i propri titoli a tasso zero, come fanno fuori dall'Europa tutti quanti.

    RispondiElimina
  25. Insomma proponi di ripudiare il debito in toto e cominciare a immettere moneta a go-go con inflazione alle stelle? Probabilmente nel giro di pochi mesi chiunque abbia un attività commerciale in Grecia comincerebbe ad accettare solo pagamenti in, che so, euro o altre valute. Però ammeto che scene del genere in Europa, con le dracme al posto dei dollari zim, sarebbero divertenti:

    http://www.rrtraders.com/Crafts/scan-13-zimbabwe-money.jpg

    http://www.investmentpostcards.com/wp-content/uploads/2008/12/3-dec-1.jpg

    RispondiElimina
  26. Assolutamente no. Non ho detto questo. Curioso come ogni volta che si fa riferimento alla possibilità che un governo si autofinanzi invece che rivolgersi al mercato degli strozzini, subito si salta all'inflazione alle stelle, alla moneta a gogo, allo Zimbabwe...! Mah!

    RispondiElimina
  27. Carmen in questi ultimi post, sono d'accordo con te.
    Quello che non si riesce a comprendere, non che io voglio fare il saputello, è che uno stato "vero", che ha una propria moneta, E RIBADISCO U N A P R O P R I A M O N E T A, non deve ricorrere a farsi imprestare soldi da chicchesia.
    Vedo come vi sia una difficoltà, a ragionare in questa maniera.
    Uno a casa sua è il padrone, non è uno schiavo, lo diventa quando prende in prestito del denaro o permette che una banca glielo imponga.
    Del resto come ripeto sempre, lo scopo delle banche "TUTTE" è quello di creare debiti inesistenti, il mondo è pieno di queste truffe.
    A parte questa osservazione, è pacifico che uno stato serio, non emette moneta a go-go, ma in una giusta quantità proporzionata al reale potere economico, meglio ancora se è collegato con dei valori "oro, argento ecc.ecc.". (ti ricorda qualche cosa Carmen?) Libia;)
    Saluti "speciali"
    Orazio

    RispondiElimina
  28. Senza dimenticare ovviamente che bisogna avere esportazioni nette attive, altrimenti.....

    RispondiElimina
  29. Farano "l'hair-cut" taglio nominale e cedole e continueranno con una politica che IN NESSUN MODO vuole vendere il DEMANIO e vuole pagare in dracme....pensate che i loro armatori hanno esterovestito LE SEDI DELLE LORO SOCIETà MENTRE I PRIVATI RICCHI (AVVOCATI, DENTISTI, COMMERCIALISTI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI ECC.....hanno esportato i loro danari all'isola di CIPRO...............AVETE CAPITO??????????????

    RispondiElimina
  30. Certo, i greci ricchi hanno già portato fuori tutto il patrimonio privato, e lo Stato si venderà quello pubblico per dar da mangiare agli strozzini. E se tagliassero il debito invece di vendersi tutto farebbere pure bene. E non c'è bisogno di gridare....HAI CAPITO???????

    RispondiElimina