Ambrose Evans Pritchard nel suo blog sul Telegraph commenta a suon di grafici i recenti dati sul miglioramento dell'indice PMI, la fiducia delle imprese: la fata fiducia niente può contro le politiche sbagliate della UE!
I
dati sono appena usciti. Il PIL della Svezia è sceso dello 0.1pc nel
secondo trimestre, sorprendendo tutti coloro che si fidano degli
indici PMI sulla fiducia delle imprese.
La crescita anno su anno è stata appena dello 0.6pc, la metà del livello previsto, e la Svezia si suppone essere un mattatore in Europa.
A
proposito, ecco l'indice manifatturiero PMI della Svezia:
Ecco
perché tutti noi dovremmo prendere i dati PMI con un pizzico di
sale, e perché è troppo presto per concludere che il recente
aumento dell'indice PMI della zona euro non è altro che un rimbalzo
del gatto morto.
La mia preoccupazione è che la BCE e la Commissione - che hanno una credenza quasi feticistica nel potere della fiducia - confonderanno l'attuale rimbalzo del PMI come un segno genuino di salute, e commetteranno un altro dei loro errori seriali. Essi non ammorbidiranno la loro politica. Se sono davvero stupidi, consentiranno persino un'ulteriore stretta oltre i 70 punti base dei tassi di interesse, già stressati dal “tapering”1 della Fed.
Mario
Draghi ne è consapevole, ma non guida da solo la BCE. Tutto quello che può
fare è fare pressione sulla Bundesbank.
Ecco un grafico sulle tendenze dell'indice PMI per la zona euro nel corso degli ultimi venti anni:
Ha
mancato il rollover del dotcom nel 2000. E' arrivato tardi sui guai
del 2007. Ha mancato i problemi nei primi mesi del 2011.
Non ha né capo né coda, a volte è un indicatore importante, a volte arriva tardi, spesso è casuale e senza senso.
Quindi,
meglio guardare i difficili dati concreti. Ci sono fondamentali
ragioni economiche e matematiche per cui l'Europa rimane in
condizioni terribili.
Il PIL nominale si sta contraendo in una serie di paesi, causando l'esplosione della dinamica del debito. L' offerta di moneta M3 ha registrato una crescita zero dallo scorso ottobre, e il credito alle imprese si contrae ad un ritmo accelerato. Il moltiplicatore fiscale è vicino a due al Sud, e la contrazione fiscale è viziosa.
La
fata fiducia non può superare le potenti forze della politica
restrittiva dell'UEM.
Per quanto riguarda la Svezia, ha avuto un boom immobiliare e una bolla del debito delle famiglie, come il resto di noi.
La realtà è che il pilastro scandinavo non è poi così forte come si pensa. Non ci sono forti pilastri, in Europa.
1Tapering
sta per "riduzione graduale del piano di iniezione monetaria"
varato lo scorso autunno dalla Federal Reserve
Segnalo, a proposito di questi "indicatori" basati su opinioni e "sentiment" (dei quali da sempre diffido come dell'olio di serpente), questo articolo del Sole, dove si dice che l'indice Istat della "fiducia dei consumatori" è stato modificato nei suoi criteri di stima il mese scorso, senza spiegare il come e il perché.
RispondiEliminahttp://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-07-25/istat-luglio-fiducia-consumatori-102007.shtml
Per sentito dire mi risulta che anche l'indice di disoccupazione sia stato ritoccato più volte nel corso degli anni, espellendo disoccupati dalla forza lavoro in modo da abbassarlo. Sarebbe interessante avere informazioni più precise, perché il sospetto di manipolazione è fortissimo.
Certo, la manipolazione delle statistiche fa parte del copione. Disoccupati di lunga durata escono dalla forza lavoro e il miracolo è compiuto! Ad esempio mi risulta che da noi rientrano nei disoccupati solo quelli che hanno fatto ricerca attiva nelle ultime due settimane.
EliminaMi permetto di segnalare anche l'articolo successivo dello stesso autore sulla Grecia, paese di cui si parla poco e che meriterebbe forse una traduzione.
RispondiEliminahttp://blogs.telegraph.co.uk/finance/ambroseevans-pritchard/100025270/greece-should-defy-the-gunboat-creditors/
LARS
Si si, all'Istat taroccano di brutto.. vi ricordate l'inflazione calcolata nel 2002 e successiva all'introduzione fisica delle monete in Euro?
RispondiEliminaufficialmente la dichiaravano al 3,2%, eppure tutti nei 7-8 mesi successivi, facendo la spesa o comprando un vestito, avevamo la quasi certezza che essa fosse come minimo del 25% ! In media i prezzi erano cresciuti di almeno un quarto!
Inflazione non dichiarata e che probabilmente è stata diluita negli anni successivi..