03/07/20
2022: il passaporto vaccinale. La UE tace sul documento sospetto
La UE marcia spedita verso un’obbligatorietà vaccinale allargata e imposta con la forza. Il modus operandi non è quello della prudenza e della trasparenza, ma dell’imposizione forzata e della minaccia. Il business, che potrebbe valere 100 miliardi di dollari entro il 2025, mira a invadere, in ordine crescente di importanza, i nostri portafogli, le nostre vite e i nostri corpi.
Di Daniele Pozzati, 28 giugno 2020
Ma guarda che sorpresa! La Commissione Europea (CE) aveva preparato una “Tabella di marcia per le Vaccinazioni” mesi prima che scoppiasse la pandemia da Covid-19.
La Tabella di marcia dovrebbe portare a una “proposta della Commissione per un passaporto/carta d’identità vaccinale per i cittadini UE entro il 2022”.
Il documento di 10 pagine, aggiornato l’ultima volta nel terzo trimestre del 2019, è stato seguito, il 12 di settembre, da un “summit globale per le vaccinazioni” organizzato in maniera congiunta dalla CE e dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS).
Sotto il titolo “Dieci azioni verso la vaccinazione per tutti – tutti dovrebbero poter beneficiare del potere dei vaccini”, il manifesto del summit denunciava che:
"Nonostante la disponibilità di vaccini sicuri ed efficaci, la mancanza di accesso, la carenza di vaccini, la disinformazione, l’autocompiacimento verso i rischi di malattia, la diminuzione della fiducia dell’opinione pubblica nel valore dei vaccini e i disinvestimenti stanno danneggiando i tassi di vaccinazione in tutto il mondo”.
E con loro, probabilmente, anche i profitti delle aziende farmaceutiche.
Nel luglio 2017, per esempio, l’Italia ha reso obbligatorie per i bambini 12 vaccinazioni. Di conseguenza, i prezzi di quegli stessi vaccini sono saliti del 62%: da un prezzo medio per dose di 14,02€ a un prezzo di 22,74€.
Il mercato globale dei vaccini vale oggi 27 miliardi di dollari all’anno. Secondo le stime dell’OMS, varrà 100 miliardi di dollari entro il 2025.
Dal momento che il summit sulle vaccinazioni globali di OMS e CE ha discusso anche su una rinnovata agenda di immunizzazione per il 2030, gli azionisti di “Big pharma” non devono preoccuparsi della performance di lungo periodo delle loro azioni.
Non si dovrebbe rischiare di “mettere in pericolo i tassi di vaccinazione mondiali”.
Il manifesto del summit globale per le vaccinazioni prosegue facendo un elenco di dieci “lezioni (…) e azioni necessarie al fine della vaccinazione per tutti”.
Ogni “lezione” è una perla di quello che il filosofo neomarxista italiano Diego Fusaro chiama “il capitalismo terapeutico”.
Le formulazioni sono perentorie e non lasciano spazio a sfumature o dibattiti. Parole come “tutti” “ciascuno” “indiscutibilmente”, abbondano. Frasi con il verbo al condizionale sono assenti.
Più che un piano di azione cauto, scientificamente ispirato e aperto al dubbio, il tono – “per proteggere ciascuno in ogni luogo”, “per non lasciare nessuno indietro” – è inopportunamente messianico.
Che dire di coloro che non vogliono essere “protetti” in quel modo? Nella sola Germania, circa il 10% dell’intera popolazione, ossia 8 milioni di persone, sono fortemente contrarie alla vaccinazione al Coronavirus.
Ma vediamo quello che possiamo imparare, per così dire, da queste “lezioni”.
La lezione 1 comincia con: “Promuovere la leadership politica globale e l’impegno per la vaccinazione” – che sembra quello a cui stiamo assistendo ora, con i governi di tutto il mondo che sostengono che le mascherine e il distanziamento sociale rimarranno in vigore fino a quando non sarà trovato un vaccino per il Corona-Sars2.
E cosa dire di quei politici che sono contrari alla vaccinazione?
Ai loro elettori verrà detto, come il commissario di bilancio dell’UE Gunther Oettinger ha notoriamente (o ignominiosamente) fatto con gli elettori italiani della Lega nel 2018, che “i mercati insegneranno loro a votare nella maniera giusta?”.
Verrà fatta scoppiare una nuova pandemia per insegnare alla gente a votare nella maniera giusta?
La lezione 4, “affrontare le cause profonde dell’esitazione vaccinale, aumentare la fiducia nella vaccinazione” sembra il progetto di una grande campagna propagandistica, che prevede – leggiamo nella Tabella di marcia della UE sulle vaccinazioni – lo “sviluppo di moduli di formazione per l’e-learning, rivolti a medici di base e ai principali operatori sanitari, concentrati sul miglioramento delle competenze per affrontare le popolazioni esitanti e promuovere un cambiamento comportamentale”.
La lezione 5, “sfruttare il potere delle tecnologie digitali, in modo da rafforzare il monitoraggio delle prestazioni dei programmi di vaccinazione”, solleva, in tempi di app per il tracciamento e braccialetti elettronici, preoccupazioni legittime per l’ulteriore invasione della tecnologia nella nostra vita – e nei nostri corpi.
Di che tecnologie digitali stiamo parlando? Magari un chip sub cutaneo, come quello recentemente brevettato con il numero che richiama il satanismo 060606 dalla Bill and Melinda Gates Foundation?
La lezione nove è, per i giornalisti non mainstream e per la libertà di parola in generale, la più minacciosa [grassetto mio]:
“Sfruttare gli operatori sanitari a tutti i livelli, nonché i media, perché forniscano informazioni efficaci, trasparenti e obiettive al pubblico e combattano informazioni false e fuorvianti, anche coinvolgendo le piattaforme dei social media e le aziende tecnologiche”.
Eccoci qua: la lotta alle cosiddette Fake News è tornata. Altro lavoro per gli autoproclamati “Fact-Checker” di Facebook.
“Fake News” è ovviamente un termine della neolingua orwelliana per descrivere qualunque informazione non allineata, indipendentemente dal suo contenuto, origine o verificabilità.
In realtà il manifesto globale per le vaccinazioni non fornisce alcuna definizione di “informazione obiettiva”, o di “informazione falsa e fuorviante”.
Se i vaccini sono sicuri come sostengono la UE e l’OMS, senza fornire alcuna evidenza, perché allora il governo USA ha creato, già negli anni ’80, un organismo chiamato Programma Nazionale per la Compensazione dei Danni da Vaccini (VICP)?
Per fornire, leggiamo sul sito ufficiale del VICP, “un’alternativa senza errore al tradizionale sistema legale per risolvere le cause per lesioni da vaccino”.
E con un buon successo, sembrerebbe.
Nel periodo che va dal 10 gennaio 1988 (quando il VICP ha cominciato ad assegnare risarcimenti per i danni) al 6 gennaio 2020 (ultimo dato disponibile) il VICP ha assegnato un totale di 4.385.672.580,43 dollari di risarcimenti danni.
La cifra esclude i risarcimenti derivanti da azioni legali vere e proprie, in particolare dalle class-action, contro Big Pharma.
Ma, come spiega il documentarista italiano Massimo Mazzucco, le autorità USA non si sono fermate qui per proteggere Big Pharma dalle azioni legali.
Nel 2010, una sentenza storica della Corte Suprema degli USA ha così citato il titolo 42 dello US Code:
“La legge esclude la responsabilità del produttore per gli inevitabili effetti collaterali avversi dei vaccini”.
La stessa sentenza elabora ulteriormente:
“Nessun produttore di vaccini sarà ritenuto responsabile nelle azioni civili per i danni derivanti da lesioni legate al vaccino o per la morte associata alla somministrazione di un vaccino dopo il primo ottobre 1988…
Se la lesione o la morte sono risultate da effetti collaterali inevitabili, anche se il vaccino era adeguatamente preparato ed era accompagnato da indicazioni e avvertimenti adeguati”.
1988 era naturalmente l’anno in cui il VICP aveva iniziato ad assegnare i risarcimenti alle vittime di lesioni da vaccini – scongiurando a Big Pharma i relativi guai legali.
Come sottolinea il biologo di sistema Dr. Shiva Ayyadurai, l’impossibilità di citare in giudizio le aziende farmaceutiche sui vaccini, unita al calo dei profitti derivanti dalla vendita di farmaci, ha reso i vaccini il nuovo modello di business di Big Pharma.
Ed ora la UE e l’OMS finanziata da Bill Gates seguono la traccia.
“Il governo dello stato moderno” affermò notoriamente Karl Marx nel suo Manifesto Comunista, “non è altro che un comitato per la gestione degli affari correnti della borghesia intera."
Se Marx fosse vivo oggi, avrebbe potuto concludere che la governance da parte delle organizzazioni internazionali non è altro che un comitato per la gestione degli affari correnti delle élite globali.
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