Riceviamo da Luigi Pecchioli la segnalazione di un articolo dell'Economist del 26 luglio intitolato Una ragnatela di bugie, in perfetto stile da guerra fredda, che getta sul Presidente Russo tutte le colpe della tragedia MH17, ne pubblica un'immagine dagli occhi di ghiaccio che si staglia sullo sfondo di una ragnatala, e lo presenta come "il nemico" da combattere.
Ne traduciamo solo qualche brano significativo:
"Gli inganni di Putin produrranno gravi conseguenze, sia sul suo popolo, che sul mondo intero. Nel 1991, quando crollò il comunismo sovietico, sembrava che finalmente il popolo russo avrebbe avuto l'occasione di entrare a far parte di una normale democrazia occidentale. Ma il disastroso contributo di Vladimir Putin ha portato il paese su una strada diversa...
...L'abbattimento dell'MH17 della Malaysian Airlines, l'uccisione di 298 persone innocenti e la dissacrazione dei loro corpi nei campi di girasole dell'Ucraina orientale, è prima di tutto la tragedia delle vite spezzate e di coloro che rimangono a piangerle. Ma è anche la misura del male che Putin ha fatto. Sotto di lui la Russia è di nuovo diventata un luogo in cui la verità e la menzogna non si distinguono più e i fatti sono piegati al servizio del governo. Putin si presenta come un patriota, ma è invece una minaccia — al diritto internazionale, ai suoi vicini, e ai Russi stessi, intossicati dallo stile isterico della sua propaganda..." e via di seguito.
Riportiamo qui sotto il commento di Luigi:
"C’è nell’articolo dell’Economist, scritto dal loro Caporedattore, John Micklethwait, un elemento che colpisce: la profonda sicurezza.
Micklethwait accusa
senza mezzi termini Putin e la Russia di essere i mandanti morali ed
i coautori della strage dell’aereo malese: prendendo per totalmente
attendibili le fonti della intelligence ucraina, confermate (il
termine esatto è autenticate) dagli americani, sul lancio di un
missile Buk terra-aria da parte delle forze resistenti filo-russe,
nel presupposto implicito che, essendo occidentali, non possono
mentire su un fatto così grave (scordandosi ad esempio che prima
della guerra in Iraq ed a giustificazione dell’attacco il
Segretario di Stato USA Powell mostrò ai giornalisti del mondo
intero una foto satellitare del presunto ammasso di truppe irachene
al confine con il Kuwait, foto che risultò in seguito essere stata
manipolata…), egli si scaglia con inaudita violenza contro il
Presidente sovietico e la sua “rete di bugie”, dichiarando come
“risibili e goffi” i tentativi di dare una spiegazione diversa ai
fatti, nonostante l’esistenza oggettiva di circostanze che qualche
dubbio potrebbero alimentare, e “contraddittorie e non plausibili”
le teorie che porterebbero ad altre responsabilità.
Questa sicurezza, da
parte di un giornalista importante di una prestigiosa rivista che,
come tutta la stampa anglosassone, ha, o dovrebbe avere, la conferma
rigorosa ed esterna delle fonti e la cautela fra i suoi requisiti, la
dice lunga sul clima di tensione che si sta creando attorno alla
vicenda ucraina. Il confronto con la posizione fortemente dubitativa
presa ad esempio da Sapir ed esplicitata anche in alcuni suoi tweet, dove
solleva forti perplessità sulla capacità dei ribelli filo-russi di
gestire un missile di tale portata, che ha bisogno di una logistica a
terra ed attrezzature di cui essi non sono dotati, ma di cui dispone
l’esercito regolare ucraino, mostra che l’Economist, come quasi
tutta la stampa occidentale, ha fatto una “scelta di campo” e da
organo di informazione si è trasformato (in buona compagnia) in un
megafono acritico della propaganda a favore dell’attuale governo
ucraino.
Parlare ad esempio di
propaganda “mercenaria ed inventata” riguardo alla forte presenza
ed all’influenza dei movimenti fascisti a Kiev, significa
contraddire la BBC che ne ha dato atto e testimonianza in vari
servizi, le risultanze di inchieste sulle uccisioni e gli assalti dei
palazzi governativi prima della caduta di YanuKovich, e la stessa
composizione dell’Esecutivo ucraino, pieno di elementi di Svoboda
ed UNA-UNSO, come già indicato qui.
La dura requisitoria
del giornalista si conclude auspicando e quasi invocando una maggiore
fermezza e durezza nei confronti della Russia, l’applicazione di
sanzioni più pesanti e, fra le righe, la “neutralizzazione” di
Putin, considerato un vero e proprio pericolo per l’Occidente. Dopo
la fine della guerra fredda mai parole così dure sono state
proferite da un giornalista anglosassone verso un politico russo.
Vi sono molteplici
ragioni, anche economiche, che stanno spingendo gli USA ed a traino
l’Europa a cercare di alimentare l’esplosività della situazione
ucraina e finora solo la ragionevolezza, probabilmente non prevista,
della dirigenza russa ha evitato il peggio: questo articolo si
iscrive di diritto in questo folle tentativo."
Non capisco cosa abbia di speciale questo articolo.
RispondiEliminaI media occidentali mentono, alterano, distorgono da decenni.
Quante bugie smascherate servono alla gente comune prima di perdere la fede (ceca) nei loro cosidetti mass media?
Beltrand
Che il Caporedattore di una delle riviste più influenti del capitalismo mondiale si esponga così nettamente, facendoci su la copertina, ed attacchi direttamente Putin dandogli del criminale, fa pensare che gli USA vogliono palesemente la guerra, come ultimo tentativo di far ripartire la loro economia, ai quali i semplici QE non stanno portando gli effetti sperati (le previsioni di crescita PIL del 2014 sono state ridotte al 1,7) e perché il tentativo indiretto di togliere ogni sbocco ad occidente, togliendo dalla loro influenza l'Ucraina, non è andato come previsto.
EliminaNon mi sembra un articolo come tanti.
Allora vediamo, un articolo che accusa un capo di stato straniero senza prove, che aizza l'opinione pubblica contro la Russia, che cerca di destabilizzare gli equilibri internazionali, che ci spinge a una certa fratricida senza girarci troppo intorno... Per te non ha niente di strano ma rientra nelle normali bugie dei media... Prendi un altro caffè fratello.
EliminaBob.
" Questa sicurezza, da parte di un giornalista importante di una prestigiosa rivista che, come tutta la stampa anglosassone, ha, o dovrebbe avere, la conferma rigorosa ed esterna delle fonti e la cautela fra i suoi requisiti"
RispondiEliminaIo non mitizzerei troppo questa stampa anglosassone. Certo, prendendo a parametro la nostra stampa -che arriva ad un servilismo parossistico per cui, per esempio, i soldati israeliani sono "rapiti" e i palestinesi (rigorosamente tutti "terroristi") "catturati"- potrebbe dare questa impressiome...
Per farsi una idea del tema sollevato quest' oggi su questo blog invito tutti ad ascoltarsi la rassegna della estera di Radio Radicale, la mattina, di un tal David Carretta. Una impressionante sequesnza di veline degli apparati militari-finanziari occidentali(sti) propagate a mezzo stampa da quelli che Foa definirebbe "spin doctor" al vertice della "piramide " """"""""informativa"""""""" occidentale.
Adesso che non c'e' piu' l'"unfit to rule Italy" devono pure scrivere qualcosa.
RispondiEliminaScherzi a parte, escluderei che cio' sia frutto di libera scelta editoriale, se non per il fatto che gli inglesi sono abituati a partecipare alle guerre per vincerle con ogni mezzo (basti ricordare i criminali "bombardamenti strategici", terroristici, dell'ultima guerra), e stanno finendo il petrolio, se non erro.
In genere sia ha l'abitudine, soprattutto qui in Italia di considerare la stampa anglosassone abbastanza corretta, penso che sia un gran luogo comune. La stampa è sempre la stessa dove vai vai, magari con qualche diversità relativa al carattere dei vari popoli, grancassa degli interessi dei poteri forti compreso chiaramente il potere economico. Tirano dritto perchè devono rispondere tutti i giorni a chi li comanda. Non gli interessa neanche che questo loro modo di fare possa scatenare guerre e carneficine incontrollate. Esempio un pò OT ma in fondo neanche tanto. Ho ascoltato da poco sul la7, poi ho lasciato perdere per non rovinarmi il sabato, la discussione sul senato, una cosa vergognosa quello che gli invitati sono riusciti a dire, durante la prima parte della trasmissione, soprattutto a livello economico. Sapere che sono tutti giornalisti famosi o docenti universitari ti fa capire come ogni cosa è improntata ad indirizzare la popolazione verso uno schema predisposto alla continuazione di questo scempio iniziato negli anni 80 ma che ha il suo clou in questo nuovo secolo. Tutta questa gente deve rispondere ai propri padroni e non si fa nessuno scrupolo perchè la visibilità ed il piccolo potere che ognuno di loro ha, li rende impermeabili non solo a qualsiasi critica ma soprattutto ad un minimo di etica e morale che ogni uomo dovrebbe avere per non sentirsi robot.
RispondiEliminaE' vero, come si accendono nuovi focolai la temperatura sale...
RispondiEliminaQuello che dici è vero, ma c'è un elemento da aggiungere: la crisi ucraina è stata pilotata con lo scopo di ridurre il peso dell'URSS, limitandola a potenza asiatica, cercando di toglierle il fondamentale sbocco a mare in occidente della Crimea. Sostituire Yanukovich, che aveva accettato l'aiuto economico russo, disdegnando l'offerta capestro della UE (soldi in cambio di riforme liberiste e privatizzazioni) era fondamentale per l'economia della Germania che ha bisogno di sbocchi ad Est e per gli USA che avrebbero senza colpo ferire tolto alla Marina russa la possibilità di intervenire ad Ovest.
RispondiEliminaQualcosa però è andato storto ed adesso qualcuno sta pensando che dopotutto una bella guerra, da che mondo è mondo, è il miglior carburante per una solida ripresa economica...
Leggete anche questo sulla dottrina militare USA e gli attacchi agli aerei civili http://orientalreview.org/2014/07/24/northwoods-and-mh-17-false-flags-fly-alongside-old-glory/
RispondiEliminamolto interessante
EliminaMa qualcuno si chiede perchè da quelle parti lo "Zar Putin" gode di un ottimo consenso popolare, volenti o nolenti i Russi continuano a votarlo o no, non sarà una democrazia perfetta ma manco le nostre lo sono ?
RispondiEliminaMa qualcuno ricorda la Russia come era ridotta economicamente prima che lo "Zar Putin" salisse al potere, in quel tempo in Russia c'avevano un tal Boris Eltsin, che faceva tutto quello che gli dicevano il Fondo Monetario Internazionale & friends, privatizzava a man bassa le aziende pubbliche di quella che fu l'Urss, regalandole agli oligarchi Russi, ecc......, insomma il perfetto capo di stato per gli standar occidentali.
Poi venne "Zar Putin" e nel bene e nel male la Russia è diventata economicamente una dei "Brics", che proprio gli ultimi della classe non sono.
e pensare che contro Putin si schiera tutto il mondo antifa (perseguita i gay ripetono) Ma che strano si allineano con il canto di Washington che novità, sono silenti sull'aggressione di marca CIA ed esercito ucraino senza contare che hanno messo in un primo momento uno del FMI ( è questa la normale democrazia che piace ai "Progressisti". SI vabbeh facciamo finta ci siano 4 tizi da gruppi di estrema destra che da soli hanno fatto sto casino (che non per dire ma se in Ucraina non è vista di buon occhio l'occupazione sovietica lo si deve ai 6 milioni di morti di Stalin che sequestrò i portentosi mezzi di produzione, aratri per fare cibo ,ma sono i 6milioni sbagliati da ricordare, non sono di un popolo eletto quindi dimenticare è d'obbligo)
RispondiEliminaSi prende atto che per normale democrazia si intende avere a capo un umbriacone che svende il paese ai mafiosi oligarchi.
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