Intervista a Philippe Guillemant sul suo ultimo libro, Le Grand Virage de l'Humanité, in cui l'ingegnere fisico francese analizza gli eventi sconcertanti vissuti durante la crisi sanitaria alla luce della sua teoria sulla doppia causalità, secondo la quale il futuro, sia individuale che collettivo, è già realizzato e presente in un'altra dimensione, quindi capace di influenzare il nostro presente con una forza di attrazione, e tuttavia l'impatto del libero arbitrio e della coscienza può sempre essere in grado di produrre un cambiamento nel futuro già realizzato.
Di Guillemant Vocidallestero ha già tradotto 'Lo scopo della vaccinazione non è di ordine sanitario', breve saggio sull'identità digitale e il controllo sociale a cui apre la strada, e 'La teoria del complottista gentile', una riflessione su significato e utilità del 'complottismo' nella fase di transizione verso il 'nuovo futuro'.
1 Aprile 2022
Tutti ora concordano sul fatto che la crisi del coronavirus rappresenti un importante punto di svolta nella storia dell'umanità. Possiamo essere ottimisti e immaginare che questa crisi possa trasformare in profondità il nostro modo di vivere, al punto da riuscire ad evitare il disastro che si annuncia? In realtà sembra molto più probabile uno scenario pessimistico, secondo il quale dalla crisi emergerà una dittatura tecnico-scientifica che accelererà il nostro fatale processo di crescita energivora, imponendoci una società del controllo.
Davanti a noi abbiamo dei destini completamente diversi. Qual è lo scenario giusto?
G - Un evento così importante può essere attribuito al caso o ad un semplice incidente? Un fisico del tempo come me è portato a chiedersi se lo spazio-tempo non abbia comunque dei meccanismi di stabilizzazione che consentano di evitare che il destino di tutta l'umanità possa dipendere da eventi così insignificanti, come nel nostro caso l’incontro tra un pipistrello e un pangolino. Se così fosse, una semplice farfalla avrebbe anche potuto trasmettere il virus da un animale all'altro e avremmo così osservato, per la prima volta nella storia, un vero e proprio effetto farfalla (1) con conseguenze di ben più vasta portata di un tornado nel Texas.
Ma non devono esserci dubbi in proposito, questo effetto non è che una metafora nata dall’immaginazione del grande teorico del caos Edward Lorenz. Lo spazio-tempo può certamente possedere un meccanismo che blocchi questo tipo di effetto, in conseguenza del fatto che il futuro è già più o meno realizzato nell’avvenire, e che quindi può influenzare il nostro presente. Io stesso ho lavorato molto su questa idea, e ho concluso che se nel presente il corso degli eventi cambia accidentalmente, questo fatto non ha necessariamente un impatto sul nostro futuro a lungo termine. Esisterebbe infatti un effetto stabilizzatore, opposto all'effetto farfalla, che permetterebbe a questo futuro di continuare ad attrarci verso di sé, anche se nel presente cambiamo il nostro percorso di vita. In altre parole, il nostro destino potrebbe già essere determinato, ma non sarebbe il risultato di una causalità basata su leggi fisiche note.
Ma allora, cosa potrebbe determinare il nostro destino, se non la
meccanicità? E cosa potrebbe spiegare gli improvvisi cambiamenti del destino?
G - Se noi siamo dotati di libero arbitrio, la risposta è da ricercare in un cambiamento nella nostra coscienza collettiva, e se il risultato è favorevole, in un risveglio della nostra coscienza. Da un punto di vista scientifico, ho mostrato come l'impatto della coscienza sul nostro futuro possa essere concepito nell'ambito di uno spazio-tempo flessibile, dotato di dimensioni ulteriori legate a quella che viene chiamata l'anima, della quale ho dato una definizione scientifica.
Quest'anima, un tempo scacciata e negata dalla scienza, se consideriamo i progressi della fisica degli ultimi anni potrebbe quindi fare ritorno. In collegamento con questo progresso, il cambio di paradigma sulla natura della coscienza, che cova da decenni accumulando a suo favore una pletora di fenomeni inspiegabili (esperienze di pre-morte, percezioni extrasensoriali, UFO, ecc.), potrebbe spiegare il capovolgimento del nostro destino collettivo, dal vecchio futuro materialistico già passato, verso un nuovo futuro corrispondente a questo cambio di paradigma.
Il vecchio futuro, che io chiamo il foutur (da foutu, finito, spacciato, ndt) sarebbe allora il futuro transumanista inevitabilmente prodotto dal pensiero materialista sviluppatosi fin dalla rivoluzione industriale, secondo cui saremmo delle macchine biologiche. Questo pensiero in effetti ci porta logicamente ad accettare che i nostri corpi possano essere guariti, riparati o accresciuti dalle tecnologie e d essere collegati artificialmente agli oggetti tramite Internet, come vuole l'attuale potente ideologia delle Big Tech. Non è forse proprio qui che vuole condurci la dittatura sanitaria, al punto da suscitare molta più paura del virus stesso?
La teoria delle sincronicità, nota come “doppia causalità”, o “flessibilità spazio-temporale”, ci offre uno scenario alternativo in due fasi, associato a un capovolgimento del futuro (figura 1):
Fase 1: Un nuovo futuro in procinto di migliorare la nostra esistenza ha inizio, producendo strane coincidenze, fino a una decisione che cambia profondamente il nostro futuro.
Fase 2: Il vecchio futuro resiste a questo cambiamento, producendo guasti o fallimenti (legge di Murphy), secondo un processo che cerca di riportarci ad esso (il foutur).
Ebbene, sembrerebbe proprio che dal settembre 2019 abbiamo
vissuto queste due fasi, una dopo l'altra (strane coincidenze, poi fallimenti),
come se con la decisione dei lockdown si fosse stabilito un nuovo destino per
il pianeta, per poi lasciare spazio alla resistenza del nostro vecchio destino.
Innanzitutto abbiamo avuto, da settembre 2019 a gennaio 2020, una serie di strane coincidenze che hanno spianato la strada alle teorie del complotto, in quanto davano l’impressione che l'emergere del virus fosse legato ai seguenti eventi: (a) crollo finanziario a settembre, ( b) simulazione della pandemia con l'Evento 201 a ottobre, (c) laboratorio P4 specializzato in coronavirus nella stessa città in cui è apparso il virus a novembre, (d) disegno di legge che autorizza le chiusure a dicembre e (e) divieto di vendita dell’ idrossiclorochina a gennaio. Ma stranamente, a questi cinque avvenimenti non viene ufficialmente riconosciuto alcun nesso causale con il virus, e anche se tale nesso esistesse, avremmo una trama troppo lacunosa per essere considerata credibile.
Quindi eravamo nella fase 1? Probabilmente sì, perché la decisione del primo lockdown sembra aver tracciato un cambio di rotta positivo per l'umanità. La chiusura ha infatti ripulito il pianeta, l'aria e i fiumi, ha riavvicinato gli animali selvatici agli umani. Ha permesso loro di prendersi una pausa e tuffarsi nella propria interiorità, per decondizionarsi da uno stile di vita consumistico opprimente. Ci ha mostrato che la volontà politica di salvare il pianeta attraverso misure drastiche era effettivamente applicabile. Solo che invece di distruggere il settore della ristorazione, sarebbe stato meglio, ad esempio, abolire gli allevamenti intensivi per ridurre notevolmente il nostro consumo di carne, che sarebbe stato molto meglio per la nostra salute.
Ma patatrac, la fase 2 è iniziata e abbiamo assistito agli sconcertanti fallimenti di una dittatura sanitaria sproporzionata rispetto al rischio reale. Le morti evitate dalle mascherine, i coprifuoco e le chiusure, se anche non siano stati addirittura controproducenti, sono comunque stati sproporzionati rispetto alle terribili conseguenze economiche e alle innumerevoli morti per malattie non curate, suicidi o cadute in povertà o depressione. La componente umana, il senso della vita, gli effetti placebo e nocebo, l'importanza per la nostra salute degli scambi, dei sorrisi e della convivialità, sono stati ignorati. La complessità del problema è stata ignorata per ridurre tutto alle misure di distanziamento. Paradossalmente, la scienza è stata calpestata, e un iper-riduzionismo scientista ha deciso di ignorare tutte le cure possibili, anche validate da pubblicazioni, per favorire ossessivamente la vaccinazione di massa, anche se sperimentale e con effetti avversi a lungo termine sconosciuti.
Una politica così incoerente potrebbe essere spiegata da conflitti di
interesse, o addirittura dalla corruzione generata dai notevoli interessi
finanziari di Big Pharma?
G - Ancora una volta, questa tesi non è credibile, perché non corriamo un rischio così grande su questioni così enormi se non c'è un ampio consenso collettivo su tali misure. È quindi questo consenso collettivo che dobbiamo cercare di comprendere. In primo luogo si è fondato sull'argomento morale: minimizzare a tutti i costi il bisogno di posti letto in ospedale. All’inizio era comprensibile. Ma, in un secondo tempo, il mantenimento di questo consenso ha fallito, perché ci si è resi conto che il virus era poco letale, che c'erano cure e che le mascherine e i confinamenti non erano efficaci, e che certi paesi stavano andando molto bene. Allora, tutto è andato avanti come se alla ragione e alla scienza fosse proibito di non appoggiare ciecamente e dogmaticamente una sola soluzione, il vaccino, e censurare qualsiasi cosa potesse opporsi.
Come spiegarlo?
G - L'ipotesi che prendo in considerazione, quella della fase 2, è che l'influenza del foutur in via di estinzione si sia arenata nei fallimenti dello scientismo, imponendo il suo programma già morto attraverso una vaccinazione di massa. Questi fallimenti sono stati caratterizzati da una degenerazione dello scientismo in “covidismo” (figura 2), una perdita di discernimento dovuta alla scomparsa dell'intelligenza emotiva indotta dalla paura.
Ma perché il foutur aveva bisogno di una vaccinazione di
massa? La risposta è triplice: (1) È l'unico modo per imporre su scala globale
un'identità digitale legata al corpo, che è la chiave del foutur. (2) Questa
identità digitale è anche la chiave del Great Reset, che deve introdurre una
nuova valuta digitale basata su una identificazione forte. (3) Il grande
mercato degli oggetti connessi, circa dieci volte più grande di quello della
vaccinazione, necessita anch’esso di una forte identità digitale (legata al
corpo) per potersi dispiegare in modo impeccabile.
Abbiamo così assistito all'approdo di un progetto globalista che associa Big Pharma, Big Tech e alta finanza attraverso un interesse comune, nei termini dell’utilizzo del passaporto vaccinale, per poi portare il mondo nell’ambiente digitale totale della quarta rivoluzione industriale descritta nel libri di Klaus Schwab, presidente del forum economico mondiale. Quest'ultimo dichiara apertamente di volerci condurre verso il transumanesimo, cioè verso l'uomo potenziato, connesso automaticamente al “cloud” tramite gli oggetti connessi del suo ambiente.
Lo vivremo davvero? Bisogna riconoscere che l’accettazione di massa di indossare una mascherina rischia di incoraggiare gli attori di questo progetto nella loro folle idea che l'umanità sia matura per il controllo automatizzato degli accessi in tutti i luoghi pubblici, come ad esempio i ristoranti. Il foutur sarebbe così diventato di nuovo praticabile?
G - Non credo, perché questo progetto globalista è diventato troppo visibile e l'assurdità delle misure ha provocato proteste indignate contro le quali l'accusa di complottismo ha perso credibilità, con la censura di molti scienziati e persone sane di mente. Lo scopo liberticida delle misure sanitarie è diventato evidente e l'ideologia alla base del progetto si è ormai trasformata in uno spauracchio. In un certo senso, l'umanità ha smesso di farsi cucinare a fuoco lento nella pentola del transumanesimo. Il coronavirus farà luce sul nostro rischio di cadere nella sua età oscura, attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie draconiane capaci di condurre infine alla marchiatura degli esseri umani. Se queste tecnologie di controllo, pagamento e tracciamento digitali verranno messe in atto, non saremo più controllati da esseri umani, ma in modo molto più efficiente, notte e giorno, dagli algoritmi. Questi programmi non solo ci incoraggeranno ad acquistare determinati prodotti., analizzeranno i nostri comportamenti e identificheranno tutto ciò che facciamo e con chi lo facciamo. Vi lascio immaginare le conseguenze, in una società che considera l'uomo come una macchina. Personalmente ci vedo una disumanizzazione totale, persino una perdita della nostra anima.
Ecco dove ci stava portando il vecchio futuro. Dico "vecchio", perché tutto ciò che accade conferma le fasi 1 e 2, caratteristiche di un'evoluzione positiva dovuta a un risveglio della coscienza. Ma nulla è mai definitivamente stabilito in anticipo.
Se non vogliamo che il foutur ritorni, è importante soprattutto non cedere alla propaganda della paura, né alla violenza contro il progetto globalista. Perché la fisica della coscienza ci insegna che stiamo costantemente plasmando il nostro futuro già realizzato dai nostri pensieri, trasportati dalla vibrazione delle nostre emozioni. Se queste vibrazioni sono basse, non saranno più in grado di trasportare le informazioni del nostro futuro migliore.
Questo è un punto essenziale. Parlo qui di vibrazioni dello spazio, o se preferite di questo famoso vuoto che oggi sappiamo essere pieno di informazioni, che collego molto razionalmente alla coscienza, seguendo il nostro illustre Premio Nobel per la Fisica Roger Penrose. A parte un piccolo gruppo di fisici, di cui lui ed io facciamo parte, questo stretto legame tra spazio e coscienza non è ancora stato scientificamente compreso, prigionieri come siamo dei dogmi di una scienza che ci tiene nella convinzione, ormai ingenua, che la coscienza sia il prodotto del cervello.
Non è assolutamente così, le prove esplicative e le teorie ci sono, e solo una cieca negazione scientista, falsamente razionale e priva di discernimento, vi si oppone. Questa verità dell'anima, del notevole potenziale di coscienza che essa rivela, ovviamente ridisegna completamente il nostro futuro, poiché diventa fuori discussione consentire agli apprendisti stregoni Big Tech, che confutano l’esistenza dell’anima e potrebbero anche accidentalmente disconnetterci da essa, di strumentalizzare e asservire il nostro corpo.
In risposta a questo grave errore della nostra società dovuto all'ignoranza, molti di noi desidereranno nuovi modi di vivere. Abbiamo la possibilità di vivere in un paese che è in grado di respingere gradualmente il sistema materialista predatorio. La Francia è davvero campione d'Europa per i suoi numerosi villaggi, molto ben posizionati per resistere al riscaldamento globale e per sviluppare un'agricoltura riorientata a livello locale, sulla permacultura e intorno ai principi di autonomia, resilienza e solidarietà.
Riavvicinandoci in questo modo alla natura, scopriremo la sua favolosa intelligenza e svilupperemo delle tecnologie low-tech che gradualmente ci riarmonizzeranno con essa. Potremo allora costruire la scienza del futuro, rivoluzionata dal nuovo paradigma della coscienza primaria, ravvivando così le luci dello spirito del rinascimento e riabilitando Cartesio, che giustamente credeva nell'esistenza dell'anima.
Se non vogliamo il transumanesimo, allora manteniamoci lucidi e capaci di dire di no, facendo vibrare la gioia e la forza dell'essere padroni di sé e fiduciosi, come coloro che sanno che questo futuro per loro non passerà. Facciamo vibrare progetti solidali, autonomi e resilienti, che valorizzino la natura invece di distruggerla. Sogniamo di unirci a iniziative innovative e creative trasferendoci in campagna.
Ma non dimentichiamoci mai che il futuro migliore non si crea con la mente, ma con il cuore.
Nessun commento:
Posta un commento