04/05/17

Combattenti dell'ISIS raggiungono l'Europa fingendosi soldati libici feriti

Il Guardian esamina un documento dell'intelligence italiana in cui si ritiene che un numero imprecisato di miliziani dell'ISIS  si sia infiltrato in Europa tramite programmi di assistenza medica destinati teoricamente a soldati dell'esercito governativo libico. Lo stesso governo libico avrebbe di fatto facilitato questo traffico omettendo i controlli. I miliziani avrebbero già raggiunto una serie di destinazioni, sia in Turchia che in Europa, dotati di passaporti falsi.

 

di Lorenzo Tondo, Piero Messina e Patrick Wintour, 28 aprile 2017

Investigatori dell'intelligence italiana ritengono che un certo numero di miliziani dello Stato Islamico provenienti dalla Libia si siano introdotti in Europa infiltrandosi in un programma destinato a fornire trattamenti medici ai soldati feriti dell'esercito governativo libico.

Un documento dell'intelligence italiana, esaminato dal Guardian, rivela una complessa rete tramite la quale, dal 2015 a oggi, membri dell'Isis e altri combattenti collegati a movimenti jihadisti si sarebbero infiltrati in Europa fingendosi soldati feriti, in modo da raggiungere cliniche ospedaliere e poi, una volta dimessi, muoversi liberamente in Europa e nel Medio Oriente.

"Miliziani dell'Isis, coinvolti nel trasporto di feriti dalla Libia, stanno utilizzando questa strategia per uscire dalla Libia con passaporti falsi", dice il documento.

Il documento dell'intelligence italiana si concentra su un progetto sanitario sostenuto dai paesi occidentali per la cura e la riabilitazione dei libici feriti, e sostiene che questo progetto viene gestito "in modo dubbio e ambiguo", nonostante sia stato supervisionato dal governo libico con base a Tripoli riconosciuto dall'ONU. Il documento suggerisce che il governo libico abbia involontariamente pagato le spese di viaggio ai miliziani dell'Isis, confondendoli coi propri soldati regolari.

I diplomatici e i responsabili del settore sanitario hanno utilizzato un programma chiamato "Comitato Assistenza Feriti Libici" per richiedere passaporti speciali coi quali trasportare i soldati feriti verso l'Europa per fornirgli cure sanitarie.

Ma l'intelligence italiana ritiene che un numero imprecisato di guerrieri dell'Isis si sia infiltrato in questo programma usando passaporti falsi forniti da reti criminali e da funzionari corrotti. Il documento dice che all'inizio del 2016 è stato scoperto che l'Isis aveva preso il controllo dell'ufficio passaporti di Sirte e aveva rubato 2.000 documenti in bianco.

Il governo francese ha già dichiarato pubblicamente che l'Isis ha sviluppato capacità sufficienti da produrre in proprio almeno 200 passaporti falsi.

Il documento dell'intelligence italiana afferma: "Dal 15 dicembre 2015 un numero imprecisato di miliziani feriti dello Stato Islamico presenti in Libia sono stati trasportati al di fuori del paese verso un ospedale di Istanbul per ricevere trattamenti medici".

Il grosso dei "falsi feriti" viene dall'area libica di Fataeh, dove "si nascondono numerosi militanti dello Stato Islamico", dice il documento.

Da lì i miliziani vengono inviati, il più delle volte, verso ospedali in Turchia. Il documento afferma che in un'occasione i soldati hanno mostrato passaporti falsi ai medici di Misurata, dicendo di essere stati feriti a Sirte e a Bengasi.

"I soldati dell'Isis" - dice il documento - "presentano passaporti falsi e di fronte al personale medico di Misurata si fingono membri del Majlis Shura Thuwar Benghazi (MSTB)".

"Misurata è a tutti gli effetti il centro operativo del traffico di questi uomini provenienti dalla Libia e da altri paesi. Misurata è anche il luogo dove avviene il traffico dei passaporti falsi nel momento in cui è necessario costruire una falsa identità per coprire la vera origine di queste persone".

Il documento sottolinea le difficoltà di fronte alle quali si trovano le autorità in Libia e in Europa quando devono determinare le motivazioni dei militanti che combattono in Libia e in che misura le loro simpatie islamiste si potrebbero estendere fino al sostegno all'Isis.

I principali paesi coinvolti identificati nel documento sono Turchia, Romania, Serbia e Bosnia, ma i feriti avrebbero raggiunto anche la Francia, la Germania e la Svizzera.

Un medico italiano citato nel documento, Rodolfo Bucci, ha confermato al Guardian di essere stato contattato da un individuo identificato nel documento stesso come parte di questa rete criminale. "Sono stato contattato da alcuni uomini per coordinare i trattamenti medici in quanto specialista europeo nella terapia del trattamento del dolore. Ma poi non so cosa sia successo. Non so se il programma sia stato interrotto", ha detto.

Il documento dell'intelligence italiana descrive la posizione del governo di Tripoli come "altamente ambigua" perché, sebbene esso non paghi le cure mediche ai miliziani dell'Isis, ha "ufficialmente facilitato l'uscita dal territorio libico di elementi del MSTB, un gruppo nel quale sono direttamente coinvolti miliziani islamici collegati a Daesh [Isis]".

In alcuni casi, afferma il report, i documenti ospedalieri che giustificherebbero l'uscita dei libici dal paese forniscono solo dettagli superficiali delle ferite o sono addirittura privi di qualsiasi dettaglio.

Petter Nesser, ricercatore del gruppo antiterrorismo FFI in Norvegia, ha detto che le agenzie di intelligence europee sono sempre più preoccupate dagli spostamenti dei guerrieri dell'Isis provenienti dalla Libia.

"C'era la sensazione che avremmo visto sempre più combattenti fuoriuscire dalla Libia e, dopo un po' di tempo, questa sensazione si è materializzata. Molte delle operazioni dell'Isis in Europa erano legate alla Siria, ma recentemente stiamo assistendo sempre più a operazioni collegate alla Libia".

"Sappiamo che Daesh sta coordinando l'infiltrazione di un numero crescente di agenti e combattenti dalla Libia. L'attentatore di Berlino aveva legami con militanti libici e anche Abdelhamid Abaaoud, il capobanda degli attacchi a Parigi, aveva legami con agenti dell'Isis in Libia".

 

Il documento dell'intelligence italiana è ampiamente basato sullo scambio di informazioni tra la polizia e l'esercito italiano, come anche con l'FBI. Le indagini ora sono state trasmesse alla polizia antiterrorismo italiana.

Abbiamo contattato il Ministro dell'interno italiano per ulteriori commenti.

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