03/09/17

CNBC - I paesi dell'eurozona potrebbero essere in pericolo se l'euro continuerà a salire

Daniel Gros, già autore del (tristemente) celebre rapporto One market, one money per conto della Commissione Europea, avverte oggi che un cambio EURUSD a 1,20 metterebbe in serio pericolo le economie periferiche dell'eurozona, uccidendone la ripresa guidata dall'export e facendole ripiombare nella crisi del 2011. L'apprezzamento dell'euro mette in seria difficoltà anche Mario Draghi, che non può terminare il QE per il timore sia di un ulteriore apprezzamento dell'euro sia di un indebolimento della già flebile inflazione, il cui obiettivo non riuscirà a centrare. Da CNBC.

 

di Silvia Amaro, 30/08/2017

 

 

L'euro che continua a guadagnare terreno sul dollaro statunitense oggi è il pericolo principale per le fragili economie dell'eurozona, che si stanno ancora riprendendo dopo la crisi del debito sovrano del 2011. Lo ha dichiarato l'economista Daniel Gros a CNBC.

 

L'Irlanda, il Portogallo e la Spagna sono diventate tra le economie in più rapida crescita in Europa, dopo avere ricevuto l'aiuto dei creditori per ripristinare le proprie finanze in seguito alle crisi che sono iniziate nel 2011. Tuttavia, il recente rialzo dell'euro potrebbe mettere in pericolo la loro ripresa, ha detto mercoledì a CNBC il direttore del think tank Centre for European Policy Studies [Centro per gli studi sulla politica europea, ndt], Daniel Gros

 

"Naturalmente, per loro questo è il pericolo principale", ha affermato.

 

"Fino a quando l'euro non supererà 1,20 sul dollaro, dovrebbero essere in grado di andare avanti [con la ripresa], ma se ci fosse un ulteriore apprezzamento del tasso di cambio, allora naturalmente si troveranno di fronte a un problema, perché con il loro grande debito estero non hanno una ruota di scorta sull'auto", ha spiegato Gros.

 

Martedì l'euro è salito a 1,20 sul dollaro, sulla scia delle crescenti tensioni geopolitiche tra USA e Corea del Nord. Un euro più forte significa che i prodotti europei diventano più costosi sui mercati internazionali, il che potrebbe diminuire la richiesta straniera di beni europei e danneggiare le economie dell'UE.

 

Paesi come il Portogallo e la Spagna devono molto della loro ripresa alle esportazioni. Nella sola Spagna, dallo scorso anno le esportazioni sono state superiori a quelle di Germania, Francia e Italia (le più grandi economie dell'UE), secondo i dati raccolti da TS Lombard.

 

John Hardy, capo del trading sulle valute di Saxo Bank, mercoledì ha dichiarato a CNBC che "abbiamo visto una sorta di picco di breve termine, innescato dalla rottura di supporti chiave del cambio EURUSD, ma il ritracciamento suggerisce che la debolezza del dollaro è andata troppo in là".

 

L'attenzione ha cominciato a spostarsi verso Francoforte, dove il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi dovrà tenere un discorso la prossima settimana, dopo una riunione sulla politica monetaria.

 

Gli investitori speravano di avere qualche indicazione sul programma della banca per l'uscita dallo stimolo monetario, ma il recente apprezzamento dell'euro solleva dubbi sul fatto che la BCE annuncerà dettagli del genere.

 

La politica monetaria di allentamento fa abbassare il valore di una valuta, e la possibilità che questa politica termini nella zona euro è vista come una delle ragioni chiave per cui l'euro sta salendo. Una valuta forte inoltre esercita una pressione deflazionistica, in un momento in cui la banca centrale vuole far salire l'inflazione base nella regione.

 

Parlando in esclusiva alla CNBC mercoledì scorso, il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis ha dichiarato che quando si cerca di prevedere le future mosse sulle strategie della BCE, l'elemento chiave sta nel seguire l'andamento dell'inflazione.

 

"L'elemento importante qui è il monitoraggio del recupero dell'inflazione, se sta raggiungendo l'obiettivo della BCE", ha affermato.

 

"Penso che questo sarà l'elemento guida per la BCE, per decidere in quale momento iniziare a riadattare il suo programma di QE (quantitative easing)", ha dichiarato a CNBC Dombrovskis, responsabile del dossier sull'euro presso la Commissione.

 

Nelle sue ultime previsioni, nel mese di giugno, la BCE proiettava l'inflazione a 1,5% nel 2017 e a 1,3% nel 2018. L'obiettivo della banca è quello di vedere l'inflazione "vicina ma più bassa del 2%".

Nessun commento:

Posta un commento