03/01/23

De-dollarizzazione: lenta, ma inesorabile.


Dalla versione inglese del sito Almayadeen.net, che fa parte di una grande rete multimediale con sede in Libano, ma diffusa in molte regioni del mondo arabo, un punto di vista  non occidentale sul processo di de-dollarizzazione in corso. A differenza dei nostri principali economisti mainstream, che continuano a considerare il dollaro praticamente insostituibile, qui si osserva come un'erosione del consenso intorno al dollaro sia in realtà inevitabile, e potrà precipitare in seguito ad un mutamento del contesto geopolitico con la guerra in Ucraina e il crollo dell'Europa, che in definitiva indebolirà anche gli Stati Uniti. La miopia di questa 'blu élite' americana sta portando al collasso l'occidente, non si sa quanto lentamente, ma di sicuro inesorabilmente. 


di Janna Kadri, 1 gennaio 2023

 

Ciò che unisce Cina e Russia in una guerra commerciale/valutaria contro gli Stati Uniti è il fatto che entrambe si oppongono a un mondo unipolare piuttosto che multipolare.

È passato quasi un anno dall'inizio della guerra in Ucraina. Da allora, il tema della de-dollarizzazione ha preso velocità. Anche i principali economisti mainstream, Galbraith (2022) ed Eichengreen (2022), si sono uniti al carrozzone, ma ancora non vedono una valanga che potrebbe spodestare il dollaro, e giustamente. Ma, come sostenuto qui, lo fanno per le ragioni sbagliate.

Su tutta la linea, il mainstream insiste sul punto che il mercato finanziario statunitense ha una profondità che nessun altro mercato ha, e quindi il dollaro è insostituibile. Questo è vero per il momento. Dove altro la ricchezza finanziaria può essere allocata in modo sicuro, scambiata e incassata rapidamente se non nel mercato statunitense? Sottolineo la parola ‘sicuro’, perché un tale mercato non è stato sicuro per i beni russi confiscati, e si sta rivelando pericoloso per qualsiasi aspirante cliente la cui politica non sia in linea con i disegni imperiali statunitensi. Pertanto, la questione della profondità e della sicurezza ha degli aspetti soggettivi. Inoltre, il verificarsi del sequestro di beni russi da parte di Europa e Stati Uniti pone la domanda: il mercato finanziario è profondo per chi?

La moneta, va ricordato, è una convenzione sociale. Ha una funzione di mezzo di scambio/riserva, oltre che di mezzo di risparmio. La moneta è anche un'idea (una forma) con un'aura la cui vera attrattiva è di riprodurre le condizioni sociali per la creazione di più denaro, naturalmente attraverso il credito. Come tutte le convenzioni, anche la moneta implica una qualche forma di consenso. Qualsiasi valuta deve essere riconosciuta come valore e raggiunge uno status di potere simbolico grazie alla conoscenza che le persone ne hanno, sia come mezzo di pagamento che come forma sociale. Di tutti i soldi in circolazione nel mondo, il dollaro è una moneta fuori dal comune, nel senso che deriva la sua legittimità dal fatto di sapere che il dollaro è garantito da molte persone di diverse nazionalità in tutto il mondo.

Il dollaro e gli strumenti del dollaro, come i buoni del tesoro e le obbligazioni, sono considerati privi di rischio. I fondi pensione, ad esempio, che garantiscono contro la povertà della vecchiaia, fanno a gara per accaparrarsi le attività in dollari destinate a crescere e a non perdere, guadagnando molto valore nel tempo. La gente riconosce che il dollaro è un mezzo universale di scambio e di risparmio, e tale riconoscimento è la fonte del potere del dollaro. Tuttavia, tale consapevolezza comune, che è la sostanza del potere del dollaro, deve anche essere costantemente prodotta e riprodotta. Pertanto, ci sono delle teorie che si adattano allo scopo.

Ad esempio, invece di teorizzare che la moneta dipende dalle capacità di produzione reale, si dice che la moneta fiat dipende dal capitalismo del futuro e dalla commerciabilità del debito. Sebbene gli Stati Uniti rappresentino meno del 20 percento della produzione mondiale (del valore della produzione), la fiducia nella profondità del suo mercato finanziario e nella sua credibilità nel futuro spiegano la sua capacità di coprire il credito necessario per gran parte delle transazioni e dei risparmi globali.

Tuttavia, le teorie sono praticamente strumenti ideologici che mostrano o nascondono alcuni aspetti desiderati della realtà al fine di servire gli interessi dei diversi gruppi sociali. Quindi, mentre è vero che gli Stati Uniti detengono nominalmente meno del 20 percento della produzione globale, gran parte della produzione globale dipende dal controllo degli Stati Uniti sulle risorse strategiche e sulle strozzature economiche globali. Controllo assicurato dalla forza dimostrativa delle sue numerose basi militari e dalla sua capacità di distruggere i suoi nemici.

Come si può facilmente notare, se la capacità di distruggere e generare instabilità all'estero viene contata come produzione, allora è ovvio che gli Stati Uniti rappresentano molto di più del solo 20 per cento che registrano nei loro conti nazionali come PIL. Questa è la vera sostanza della certezza che sostiene il dollaro come valuta di riserva mondiale. È questa certezza, riprodotta su scala globale dalla capacità di distruggere, che è la vera ragione della assoluta convnzione che sostiene il profondo mercato finanziario statunitense, a differenza di qualche volatile economia monetaria i cui debiti sono negoziabili.  

E l’erosione di quella capacità è stata annunciata dall'ascesa del mondo multipolare, quando la Russia ha iniziato la sua campagna di denazificazione dell'Ucraina. Cambiare la struttura di potere che sta dietro la profondità della finanza statunitense, cambia anche il riconoscimento del dollaro USA come unica valuta universale indiscussa, basata sul potere universale degli Stati Uniti. Come mai?

 

La resilienza dell'economia russa

Quando la Banca centrale russa ha annunciato di aver ancorato la sua valuta nazionale all'oro, appena un mese dopo lo scoppio del conflitto, molti hanno visto la mossa come un duro colpo per lo status quo del dollaro, specialmente per il blocco dell'UE, che dipendeva fortemente dalla Russia per le forniture di GNL economico. Per loro era fuori questione pagare il petrolio in rubli. "Non saremo ricattati dalla Russia" a pagare il gas in rubli, ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Robert Habeck. Nel marzo 2022, deputati statunitensi hanno presentato un disegno di legge per sanzionare l'oro russo e poi l'UE ne ha seguito l'esempio. A giugno 2022, il Gruppo dei 7 ha accettato di adottare una messa al bando su vasta scala del mercato dell'oro russo, sanzionando Mosca sull'esportazione di oro. Mettendo un embargo sulle esportazioni di oro della Russia, congelando i beni russi e impedendo alle banche russe di utilizzare il sistema SWIFT, l'Occidente credeva di poter esercitare pressioni su Mosca. Queste sanzioni contro la Russia hanno gettato la Russia fuori dal giro del dollaro e hanno de-dollarizzato la Russia. Imponendo più sanzioni, l'Occidente stava parzialmente de-dollarizzando il mondo.

Anche se all'inizio le sanzioni hanno indebolito il rublo, non ci è voluto molto perché la valuta si riprendesse, poiché molte delle merci che la Russia produce, come gas, grano e fertilizzanti, sono prezzate in rubli. Nell'arco di dieci mesi, il rublo è passato da una posizione di volatilità a marzo, a quella di una valuta stabile a settembre. Il rublo è ancora più forte rispetto ai livelli prebellici e poiché la Russia continua a intrattenere attività commerciali con paesi terzi attraverso nuovi canali monetari, la situazione del rublo serve solo a prevedere che la crisi in Europa si aggraverà sempre di più. Semmai, il fatto che la Russia se la cavi ancora, nonostante le sanzioni, dimostra che non è solo la produzione del PIL stimata in dollari che misura il valore reale di un'economia e della sua valuta. È diventato evidente che lo standard del dollaro basato sul controllo delle merci si applica anche al rublo, che rappresenta quote significative di grano e petrolio.

Inoltre, il nuovo sistema di pagamento MIR della Russia, parallelo a SWIFT e MasterCard, entro la fine di settembre ha emesso più di 161 carte in tutto il mondo. A novembre, la Russia ha deciso di fare un ulteriore passo avanti e ha invitato tutti gli stati membri dell'alleanza BRICS+ a considerare la possibilità di istituire un unico sistema di commercio dell'oro. E proprio di recente, dei rapporti hanno rivelato che la Russia stava iniziando a testare con le aziende i pagamenti internazionali in valute digitali. A differenza di Iraq, Libia e Venezuela, la Russia è più grande e si è dimostrata resiliente, soprattutto con il sostegno della Cina.

 

Arrivando alla Cina

Oltre alle ingenti somme di denaro spese per finanziare Kiev, lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ammesso che la guerra in Ucraina è una guerra "per" gli Stati Uniti. Quando ha pronunciato un discorso davanti al Congresso degli Stati Uniti in seduta comune, a dicembre, ha avvertito che se la Russia avesse vinto la guerra, l'ordine mondiale stabilito dagli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale sarebbe inevitabilmente crollato – e con esso, l'egemonia del dollaro. Con l'economia cinese che supera gli Stati Uniti in termini reali e domina gran parte della produzione e del commercio globali, la possibilità di un sistema finanziario alternativo è dietro l'angolo, a meno che, ovviamente, l'equilibrio delle forze non propenda a favore degli Stati Uniti grazie a una sconfitta della Russia in Ucraina e ad una estensione della sua egemonia nel corridoio eurasiatico.

Quindi cosa vogliono veramente gli Stati Uniti dalla Russia? Vogliono una frammentazione della Russia e bloccare la Cina. La Cina, l'alleato de facto della Russia, nell'ultimo decennio ha de-dollarizzato la sua economia. Ma ciò non implica necessariamente che i due paesi formino "un blocco". Sia la Russia che la Cina rimangono governi distinti, con politiche e ideologie distinte. Ciò che veramente li unisce in questa guerra commerciale/valutaria è il fatto che entrambi oppongono a un mondo unipolare un mondo multipolare. Entrambi vogliono svilupparsi al proprio ritmo, a modo proprio, senza l'interferenza di elementi neoliberisti o imperialisti. In questo senso, il conflitto in Ucraina ha molto a che fare con la Cina.

Anche il più recente rapporto sulla strategia di difesa del Pentagono ammette che la Russia non è così minacciosa come la Cina, che è definita come "la più grande sfida alla sicurezza per gli Stati Uniti". Quando quel rapporto è stato pubblicato, nell'ottobre 2022, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin ha affermato che la Cina "è l'unico concorrente là fuori che ha l'intento di rimodellare l'ordine internazionale e che ha sempre più la forza per poterlo fare, mentre la Russia, d'altra parte, "nel lungo periodo non può sfidare sistematicamente gli Stati Uniti, sebbene l'aggressione russa rappresenti una minaccia immediata e acuta per i nostri interessi e valori". A differenza dell'Occidente, la Cina ha impiegato solo sette decenni per affermarsi come superpotenza globale che ha realizzato il più grande progetto di riduzione della povertà della storia. Ha stabilito un tale record senza schiavizzare o geocodificare il pianeta e l'ambiente.

Un'altra caratteristica importante dell'economia cinese è il fatto che assimila facilmente tecnologie dall'estero ed è brava a soddisfare gli standard dei mercati esteri. È un pioniere leader in una panoplia di settori che includono l'esplorazione dello spazio, gli sviluppi finanziari, i progressi della medicina, le tecnologie verdi, l'edilizia urbana e le innovazioni militari. L'economia cinese è anche relativamente isolata dagli shock esterni e dalla fuga di capitali grazie alla sua valuta non convertibile. Attinge alle sue ingenti riserve valutarie denominate in dollari - principalmente debito pubblico statunitense - e investite in buoni del tesoro statunitensi, per proteggersi da qualsiasi flusso di capitale a breve termine e preservare la competitività della propria valuta in tempi di crisi.

Ciò che infastidisce davvero l'Occidente è il fatto che la Cina non solo è stata in grado di spingere tutta la sua popolazione verso standard di vita più elevati, ma ha anche aiutato altri a farlo. Attraverso la sua Belt and Road Initiative (BRI), la Cina ha promosso iniziative infrastrutturali in alcune delle economie più povere del mondo, in modo da integrare le loro risorse produttive facilitando la produttività, la crescita e la mobilità economica. Il paese asiatico ha sfidato il neoliberismo sia come ideologia che come politica economica, sostenendo il suo proprio marchio di socialismo, basato sulle “caratteristiche cinesi”.

Come parte del suo impegno per l'internazionalismo di Mao Zedong, la Cina, attraverso l'effetto dimostrativo, ha esportato quel modello basato su una modalità di sviluppo antimperialista e nazionalista nei paesi del Sud del mondo. Essendo il più grande paese aperto al commercio internazionale, il più grande esportatore del mondo e uno dei maggiori detentori mondiali di debito degli Stati Uniti, la Cina non ha mai costretto nessuno a prendere in prestito i suoi capitali per renderlo finanziariamente schiavo e/o per finanziare il suo sforzo bellico. Aggiungendo a tutto questo la sfida della Cina alle sanzioni occidentali contro la Russia, si assisterà al fatto che le relazioni sino-occidentali raggiungeranno un minimo storico, in particolare alla luce delle accuse secondo cui la Cina avrebbe aiutato la Russia ad aggirare gli effetti delle sanzioni.

Dato il tipo di sviluppo della Cina, che è sganciato dal militarismo e guidato dalla classe lavoratrice, vi  è una certezza matematica che la Cina non si trasformerà mai in una nazione guerrafondaia. Semplicemente non dipende dalla guerra per crescere. Inoltre, il fatto che sia stata lei stessa per secoli il bersaglio dell'imperialismo è un dato sufficiente a far pensare che la Cina non intenda in alcun modo perseguire un tale programma, ma piuttosto si sforzi di resistervi, come ha sempre fatto. La sua stessa esistenza come potente nazione socialista è antitetica al dominio ideologico, finanziario e militare dell'ordine occidentale del secondo dopoguerra.

Ciò non fa che aumentare le ragioni per cui gli Stati Uniti hanno recentemente lanciato una serie di provocazioni contro la Cina, sia economicamente che politicamente. Sul fronte economico, gli Stati Uniti hanno impedito alla Cina di esportare semiconduttori nei mercati occidentali e hanno sospeso il trasferimento delle tecnologie dei chip in Cina. Prevedono inoltre di tagliare l'accesso di Huawei alle banche statunitensi sulla base dell’accusa di "spionaggio economico" contro gli Stati Uniti. Sul fronte politico, c'è stato l'intero fiasco di Taiwan, che è stato di breve durata dopo che Tsai Ing-wen è stata clamorosamente sconfitta alle ultime elezioni di Taiwan.

 

La Cina reagisce

Ad un certo punto, è naturale che la Cina reagisca. Colpire l'egemone finanziario diminuendo la domanda globale di dollari USA è una di queste misure di ritorsione. La strategia di de-dollarizzazione della Cina può sostanzialmente essere riassunta come segue: creazione di sistemi di pagamento commerciale basati sulle valute nazionali dei partner commerciali, dumping dei titoli del tesoro statunitensi e rottura del sistema del petrodollaro con l'acquisto di enormi quantità di oro.

Va ricordato che la Cina immagazzina una parte considerevole del suo surplus in obbligazioni statunitensi. L'idea standard di usare le obbligazioni come un’arma è spesso ribadita in quella che gli esperti chiamano "opzione nucleare", una teoria secondo cui che la Cina potrebbe vendere tutti i suoi Treasuries nel tentativo di destabilizzare l'economia americana. Ma ancora, siamo di fronte a quella che sembra un'ipotesi fantomatica, che rischia di danneggiare tutti, Cina compresa. La potenziale inondazione del mercato globale dei cambi con miliardi di dollari di debito americano potrebbe far diminuire il prezzo dei buoni del tesoro statunitensi e aumentare i tassi di interesse. I tassi di interesse sui buoni del tesoro statunitensi sono il punto di riferimento per i prestiti in tutta l'economia globale. Quindi, nel caso in cui vengano improvvisamente aumentati, ciò potrebbe far precipitare un altro rallentamento globale.

La Cina, così come altri, cerca una soluzione ragionevole al problema del debito degli Stati Uniti e un trasferimento verso una valuta multipolare più rappresentativa che possa essere un mezzo per salvare il mondo. Ad un certo punto nel passato, la Cina deteneva 3 trilioni di dollari di debito degli Stati Uniti. Nell'ottobre 2022, le disponibilità di titoli di stato hanno toccato il minimo da 12 anni a questa parte, al di sotto della soglia di $ 1 trilione. La Cina si è lentamente liberata dal debito degli Stati Uniti denominato in valuta statunitense.

Nel timore che la Cina possa subire un destino simile a quello della Russia, di perdere tutti i suoi asset e i suoi dollari in caso di aumento delle tensioni, la Cina ha fatto ricorso alla conversione dei suoi bond in asset reali investendoli nel terzo mondo come strategia contro-egemonica. La Belt and Road Initiative cinese è la porta d’accesso per trasformare il capitale monetario denominato in dollari in capitale reale. Mentre l'imperialismo statunitense si basa sull'interdizione e l'impotenza dei paesi in via di sviluppo, la BRI finanziata dalla Cina, che trasforma i dollari statunitensi risparmiati dai cinesi in piani e attrezzature per il terzo mondo, trasforma i titoli di Stato statunitensi in armi contro gli Stati Uniti.

 

Rompere il sistema del petrodollaro

Benché la riduzione delle transazioni in dollari diminuisca la domanda globale di dollari, la Cina e altri paesi con eccedenze commerciali devono impiegare i risparmi in titoli del tesoro statunitensi per mancanza di alternative. Entrando nel dettaglio, non è difficile immaginare un risparmio obbligazionario multivaluta come alternativa agli strumenti di risparmio statunitensi. In effetti, questo è ciò che John Maynard Keynes propose a Bretton Woods nel 1944, ma la proposta fu rifiutata dagli Stati Uniti. Uno strumento di risparmio multinazionale alternativo sarebbe il risultato naturale di uno spostamento dell'equilibrio delle forze a livello globale, soprattutto quando la principale merce strategica, il petrolio, viene denominata in valute diverse dal dollaro.

La recente visita di Xi in Arabia Saudita è un passo verso un sistema alternativo di pagamento del petrolio. La visita è stata un'offensiva diplomatica ed è stata salutata come un evento fondamentale per il rafforzamento dei legami sino-arabi, poiché il 20 dicembre 2022 il capo di stato cinese ha partecipato al primo vertice arabo-cinese e ha pronunciato un discorso di importanza cruciale, "sottolineando l'importanza di portare avanti lo spirito dell'amicizia arabo-cinese caratterizzato da solidarietà e assistenza reciproca, uguaglianza e mutuo vantaggio, inclusività e apprendimento reciproco, e di costruire insieme una comunità arabo-cinese con un futuro condiviso nella nuova era".

La mossa mira chiaramente a smantellare il sistema del petrodollaro, che negli ultimi 50 anni ha sostenuto il dollaro USA come unica valuta per l'acquisto di petrolio. Come è noto, il sistema del prezzo del petrolio in dollari è ciò che ha riscattato l'uscita degli Stati Uniti dal gold standard nel 1971. Essendo una fonte di energia da cui dipende la vita e una merce strategica che rappresenta circa il 20% del volume del commercio globale, avere dollari è un prerequisito per la sopravvivenza di un'economia e il prezzo del petrolio in dollari mantiene alta la domanda del dollaro. Più gli Stati Uniti stampano dollari per soddisfare la domanda dovuta all’espansione del commercio, più potrebbero vivere delle rendite del signoraggio del dollaro o della capacità di acquistare beni reali dall'estero con il credito da loro stessi emesso. Nessun altro impero nella storia ha goduto di un tale privilegio.

Il moderno sistema tributario imperiale prevede che gli Stati Uniti prestino denaro nella propria valuta e, in cambio, usurpino la ricchezza prodotta da altre nazioni. Quindi, quando la Cina afferma di voler acquistare petrolio utilizzando Yuan e avviare accordi separati, ciò significa che sta pianificando di ridurre la domanda globale di dollari, quindi di ridurre la capacità degli Stati Uniti di emettere credito globale e, quindi, ridurre le loro rendite imperiali. .

 

L'oro va bene, ma solo in parte

La Cina ha accumulato molto oro. Ora ha le più alte riserve auree. Per la prima volta dal 2019, la banca centrale cinese ha annunciato di aver aumentato le sue riserve auree con l'acquisto di 32 tonnellate di oro a novembre, portando il totale a 1980 tonnellate pari a 111,65 miliardi di dollari. Inutile dire che il gold standard non può soppiantare un sistema monetario fiat già basato su merci e capacità produttive. Tuttavia, detenere oro, oltre a istituire una propria banca per lo sviluppo, istituti di credito internazionali e un nuovo sistema di pagamento, fa sì che la Cina garantisca ulteriormente le proprie finanze.

Pertanto, la domanda di oro in Cina è elevata perché i commercianti e gli investitori considerano la merce come un cuscinetto contro fluttuazioni estreme e un'efficace riserva di valore. Il governo cinese controlla attentamente la quantità di oro che entra e esce dal paese. Essendo il più grande produttore di oro, la Cina si assicura gran parte della sua propria produzione di oro. Inoltre, la Cina utilizza intenzionalmente l'arbitraggio sui prezzi per indurre i trader ad acquistare più oro dall'estero. La maggior parte di quell'oro è stato acquistato dall'Occidente, in particolare dal Regno Unito e dagli Stati Uniti, dove l'oro viene scambiato a un prezzo più conveniente. Tuttavia, il primato dell'oro da solo non è sufficiente per creare il riconoscimento di una profondità del mercato simile a quello di cui gode il mercato statunitense.

Ancora una volta, quella fiducia nel mercato del dollaro è riprodotta quotidianamente dal potere degli Stati Uniti sui canali strategici delle materie prime in tutto il mondo. Gli Stati Uniti sono gli eredi del sistema coloniale europeo e il loro controllo emerge dal trasferimento della sua potenza dal piano fisico al piano ideologico. Pertanto, l'oro in sé è forse solo un passaggio per rimuovere un sistema del dollaro basato sul controllo strategico delle merci.

 

L'alternativa al mercato finanziario statunitense è in divenire

La Cina ha siglato accordi separati, soprattutto con la Russia, con l'obiettivo di acquistare energia con una valuta diversa dal dollaro. Sebbene la de-dollarizzazione dei canali commerciali possa ottenere alcuni risultati, non si può negare il fatto che il mondo ha ancora bisogno di un mezzo di risparmio universale alternativo. Sulla carta, disegnare un bond i cui garanti siano le maggiori potenze non è impresa difficile; tuttavia, tale compito, se dovesse concretizzarsi, riduce le rendite finanziarie delle élite statunitensi e delle élite associate agli Stati Uniti. 

Una vera de-dollarizzazione richiede uno spostamento del contesto geopolitico e un'erosione del consenso intorno al dollaro. La guerra in Ucraina e il crollo dell'Europa fanno presagire la rovina degli Stati Uniti e la perdita del loro primato sul dollaro. A differenza delle guerre del ventesimo secolo, che hanno causato la ritirata dell'Europa a vantaggio degli Stati Uniti, l'attuale regresso dell'Europa nei confronti di Russia e Cina indebolisce anche gli Stati Uniti. Potrebbe accadere che la classe lavoratrice europea, essendo più un clone del capitale che la sua antitesi, continui a farsi del male per ordine della sua borghesia. È allora che cominceranno a prendere forma le alternative al dollaro e, soprattutto, i titoli che le rappresentano.

Con 65 trilioni di dollari di debiti fuori bilancio e un mercato CDO e Repo basato sul moral hazard,  le possibilità di un grave collasso sono fin troppo minacciose. La transizione sarà terribile, data la fragile architettura finanziaria. Un riassetto morbido del debito statunitense è un must, poiché gli Stati Uniti sono un enorme debitore netto nella propria valuta, che risulta essere il mezzo del risparmio mondiale. Tuttavia, il mondo deve separarsi da un sistema che ipoteca il futuro dell'uomo e della natura con la forza delle armi per gli interessi di così pochi. La Cina e la Russia hanno preso la coraggiosa decisione di de-dollarizzare, de-finanziarizzare le guerre e l'inquinamento e questa deve essere l'alternativa per l'umanità.

 

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