24/02/23

Scott Ritter - Controllo degli armamenti o Ucraina?



*Scott Ritter - l'ex ispettore ONU noto, tra le altre cose, per aver pubblicamente dichiarato l'inesistenza delle armi di distruzione di massa in Iraq - è un profondo conoscitore della politica per il controllo degli armamenti in quanto ha a lungo partecipato all'attuazione dei relativi trattati. In questo suo articolo su Consortium News  rivela gli importanti retroscena che hanno portato alla sospensione da parte della Russia del NEW START, e spiega come la volontà di prolungare il conflitto in Ucraina comporti necessariamente l'abbandono del controllo sugli armamenti e la probabilità molto concreta di un disastro planetario.  


di *Scott Ritter, 22 febbraio 2023  


Mentre la Russia sospende New START, prima finirà la guerra in Ucraina, prima gli Stati Uniti e la Russia potranno lavorare per preservare il controllo degli armamenti ed evitare il disastro finale.

Esperti sulla Russia e specialisti della sicurezza nazionale studieranno con attenzione e ancora per molto tempo il testo del discorso di martedì del Presidente russo Vladimir Putin, cercando di indovinarne il significato nascosto.

Il fatto è, tuttavia, che il discorso di Putin è un qualcosa che si è sentito raramente nei circoli politici occidentali -  dichiarazioni di fatto nude e crude, esposte in modo diretto e sorprendentemente facili da capire.

In un mondo in cui i politici occidentali regolarmente dissimulano al fine di manipolare la percezione, nonostante che i "fatti" sottostanti non siano veri (basti fare riferimento alla famigerata telefonata del presidente Joe Biden con l'ex presidente afghano Ashraf Ghani, nel luglio 2021, per esempio), il discorso di Putin è stato una boccata d'aria fresca - nessun programma nascosto, nessuna falsa pretesa, nessuna bugia.

E sulla questione del controllo degli armamenti, la verità fa male.

Oggi devo dire”, ha annunciato Putin verso la fine del suo discorso, “che la Russia sta sospendendo la sua partecipazione al New START. Ripeto, non stiamo recedendo dal trattato, no, stiamo semplicemente sospendendo la partecipazione».

Il 'Nuovo Trattato per la Riduzione delle Armi Strategiche' (New START), firmato nel 2010 come esito dei negoziati tra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il presidente russo Dmitry Medvedev, limita ufficialmente a 1.550 il numero di testate nucleari strategiche che ogni paese può schierare; limita a 700 il numero di missili e bombardieri terrestri e sottomarini utilizzati per lanciare queste testate; e limita a 800 i lanciatori di missili balistici intercontinentali schierati e non schierati, i lanciatori SLBM e i bombardieri pesanti equipaggiati per gli armamenti nucleari.

Nel febbraio 2021, Biden e Putin hanno deciso di prorogare il trattato per altri cinque anni. Il nuovo START scadrà nel 2026.

 

Contesto della decisione

Il retroscena del New START è importante, soprattutto nel contesto della dichiarazione di Putin relativa alla sospensione da parte della Russia. Il punto centrale di quel retroscena è la difesa missilistica.

Nel dicembre 2001, l'allora presidente George W. Bush annunciò che gli Stati Uniti si stavano ritirando dallo storico 'Trattato sui missili antibalistici' (ABM) del 1972, che vietava (con limitate eccezioni) lo sviluppo e il dispiegamento di sistemi di difesa missilistica progettati per abbattere missili balistici intercontinentali (ICBM).

Il trattato ABM aveva scolpito nella pietra il concetto della Guerra Fredda di 'distruzione reciproca assicurata', o MAD, cioè l'idea che nessuna parte in possesso di armi nucleari le userebbe mai contro un'altra potenza nucleare, per il semplice motivo che farlo porterebbe alla propria fine attraverso una ritorsione nucleare garantita.

La follia della MAD ha contribuito a spianare la strada a tutti gli accordi sul controllo degli armamenti che sono seguiti, dai ‘Colloqui sulla riduzione delle armi strategiche’ (SALT), al ‘Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio’ (INF) e alle diverse successive versioni dei trattati sulla riduzione delle armi strategiche (START ).

Putin condannò la decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dal trattato ABM come "un errore". All'epoca, gli arsenali nucleari strategici statunitensi e russi erano soggetti alle limitazioni imposte dal trattato START del 1991. Come parte del trattato START II, erano stati intrapresi degli sforzi per ridurre ulteriormente le armi nucleari statunitensi e russe.

Ma la politica del dopoguerra fredda, combinata con la decisione degli Stati Uniti di abbandonare il trattato ABM, ha lasciato il trattato già firmato senza ratifica, cancellandolo di fatto.

Problemi simili hanno contribuito a eliminare il trattato START III nella fase di negoziazione. Il 'Trattato sulle riduzioni dell'offensiva strategica', o SORT, firmato nel 2002, impegnava sia gli Stati Uniti che la Russia a ulteriori riduzioni oltre a quelle imposte da START I, ma non conteneva meccanismi di verifica o conformità.

Il trattato START I è scaduto nel 2009 e il SORT nel 2012. Il nuovo START doveva sostituire entrambi gli accordi.

 

La presidenza Medvedev

Uno dei punti critici è stata la questione della difesa missilistica. Sotto il Presidente Putin, la Russia ha rifiutato di stipulare qualsiasi nuovo trattato sostanziale sul controllo degli armamenti (SORT era più un accordo informale che un trattato, nella struttura e nella sostanza) che non affrontasse in modo significativo la difesa missilistica.

Ma nel maggio 2008, Dmitry Medvedev ha assunto la carica di Presidente russo. La Costituzione russa proibiva a un presidente di servire più di due mandati consecutivi e così, con il sostegno di Putin, Medvedev si è candidato alla più alta carica della Russia e ha vinto. Putin è stato successivamente nominato Primo Ministro.


Campagna alle elezioni presidenziali di Medvedev sostenuto da Putin


Mentre l'amministrazione Bush cercava di negoziare un trattato successivo allo START I che presto sarebbe scaduto, Medvedev si dimostrò riluttante a stipulare un qualsiasi accordo con gli Stati Uniti che non includesse delle limitazioni alla difesa missilistica, cosa che il presidente Bush non avrebbe accettato.

Alla fine, il problema di negoziare un nuovo trattato sarebbe stato lasciato all'amministrazione di Barack Obama, entrato in carica nel gennaio 2009.

Nel loro primo incontro, a Londra alla fine di marzo 2009, i due leader rilasciarono una dichiarazione in cui concordavano di “perseguire nuove e verificabili riduzioni dei nostri arsenali offensivi strategici in un processo graduale, iniziando con la sostituzione del ‘Trattato sulla riduzione delle armi strategiche’ con un nuovo trattato giuridicamente vincolante”.

Per quanto riguarda la difesa missilistica, Obama e Medvedev concordarono di trattarla come una questione separata. "Pur riconoscendo che permangono delle divergenze sugli obiettivi del dispiegamento di mezzi di difesa missilistica in Europa", si legge nella dichiarazione, "abbiamo discusso nuove possibilità di cooperazione internazionale reciproca nel campo della difesa missilistica, tenendo conto delle valutazioni congiunte sulle sfide e le minacce missilistiche, allo scopo di migliorare la sicurezza dei nostri paesi e quella dei nostri alleati e partner”.

Non ci sono dubbi - il trattato New START che era stato negoziato tra Russia e Stati Uniti, mentre si concentrava unicamente sulla riduzione degli arsenali nucleari offensivi strategici, conteneva una chiara ammissione che questo trattato sarebbe stato seguito da un impegno in buona fede da parte degli Stati Uniti ad affrontare le preoccupazioni di lunga data della Russia sulla difesa missilistica.


Firma del Tratto New START a Praga, Aprile 2010

Ciò si rifletteva nello scambio di dichiarazioni unilaterali non vincolanti allegate al Nuovo Trattato START. La "Dichiarazione della Federazione Russa sulla difesa missilistica" esponeva la posizione assunta dalla Russia secondo cui New START "può essere efficace e praticabile solo a condizione che non vi sia alcun accumulo qualitativo o quantitativo nelle [capacità del sistema di difesa missilistica statunitense]".

Inoltre, la dichiarazione affermava che qualsiasi aumento delle capacità di difesa antimissile degli Stati Uniti che desse luogo a "una minaccia al [potenziale di forza nucleare strategica della Russia]" sarebbe stato considerato uno degli "eventi straordinari" menzionati nell'articolo XIV del trattato e avrebbe potuto indurre la Russia ad esercitare il suo diritto di recesso.

Da parte loro, gli Stati Uniti rilasciarono una propria dichiarazione affermando che le difese missilistiche statunitensi “non intendono incidere sull'equilibrio strategico con la Russia”, mentre dichiaravano di voler “continuare a migliorare e dispiegare i propri sistemi di difesa missilistica per difendersi da attacchi limitati."

Gli accordi raggiunti tra Obama e Medvedev, però, non erano necessariamente accettabili per Putin. Secondo Rose Gottemoeller, la negoziatrice statunitense per il New START, Putin, in qualità di Primo Ministro, fece quasi fallire i colloqui quando, nel dicembre 2009, sollevò ancora una volta la questione della difesa missilistica.

"Loro [i russi] hanno tenuto una critica riunione del Consiglio di sicurezza nazionale", ha poi raccontato Gottemoeller nell'ottobre 2021 in un colloquio con il Carnegie Council, "e la storia che ho sentito raccontare è che Putin, mostrando per la prima volta un certo interesse in questi negoziati, è entrato nella riunione del Consiglio di sicurezza nazionale e semplicemente ha tracciato delle linee su tutti i punti contenuti nel documento in discussione dicendo: 'No, no, no, no, no.'”

Gottemoeller ha continuato raccontando come Putin si sia poi recato a Vladivostok e abbia tenuto un discorso in cui denunciava il trattato come "totalmente inadeguato", criticando sia le squadre negoziali statunitensi che quelle russe, in quanto "concentrate solo sulla limitazione delle forze offensive strategiche", e osservando che "non stanno limitando la difesa missilistica. Questo trattato è una perdita di tempo" ha continuato Gottemoeller citando Putin. "Dovremmo uscire dai negoziati".

Secondo Gottemoeller, Medvedev si oppose a Putin, dicendo al suo Primo Ministro: "No, continueremo questi negoziati e li porteremo a termine".

 

Promessa non mantenuta

Anatoly Antonov era il negoziatore russo per New START. Egli osservò diligentemente le istruzioni del Cremlino per elaborare un trattato incentrato sulla riduzione delle armi strategiche offensive, partendo dal presupposto che gli Stati Uniti avrebbero mantenuto la parola quando si sarebbe trattato di impegnarsi in negoziati significativi sulla difesa missilistica.

Eppure, meno di un anno dopo l'entrata in vigore del New START, Antonov scoprì che gli Stati Uniti non avevano alcuna intenzione di mantenere le promesse.


Rose Gottemoeller e Anatoly Antonov durante i negoziati per il NEW START, aprile 2010


In un'intervista al quotidiano Kommersant, Antonov affermò che i colloqui con la NATO sul sistema programmato di difesa missilistica dell'Europa occidentale erano giunti a "un punto morto", aggiungendo che le proposte della NATO erano "vaghe" e che la promessa partecipazione della Russia al sistema proposto "non è nemmeno in discussione".

Antonov segnalò che la mancanza di buona fede mostrata dagli Stati Uniti riguardo alla difesa missilistica avrebbe potuto portare la Russia a ritirarsi del tutto dal trattato New START.

Sebbene gli Stati Uniti si siano offerti di consentire alla Russia di osservare aspetti specifici di uno specifico test di un intercettore missilistico statunitense, l'offerta non ha mai portato a nulla, perché gli Stati Uniti minimizzavano le capacità del missile SM-3 di intercettare i missili russi, dicendo che il missile non aveva la portata per essere efficace contro di loro.

Ellen Tauscher, ora scomparsa,  all'epoca sottosegretario di stato americano per il controllo degli armamenti e la sicurezza internazionale, aveva offerto ad Antonov assicurazioni scritte che il sistema Mk. 41 Aegis Ashore in grado di impiegare l'intercettore missilistico SM-3 non era diretto contro la Russia.


A destra il Sottosegretario Ellen Tauscher, 2009


Tuttavia, Tauscher affermò: "Non possiamo garantire impegni legalmente vincolanti, né possiamo accettare limitazioni alla difesa missilistica, che deve necessariamente tenere il passo con l'evoluzione della minaccia".

Le parole di Tauscher sono state profetiche. Nel 2015, gli Stati Uniti hanno iniziato a testare l'intercettore SM-3 Block IIA contro obiettivi ICBM. L'SM-3, di fatto, aveva la gittata per abbattere i missili russi a gittata intermedia e intercontinentale.

E ora quei missili dovevano essere stazionati su basi costruite in Polonia e Romania, due ex nazioni del Patto di Varsavia che erano più vicine al confine con la Russia di quanto lo fossero mai state le forze della NATO.

Gli americani avevano negoziato in malafede. Putin, si è scoperto, aveva ragione a mettere in discussione un trattato sul controllo degli armamenti strategici che non prendeva in considerazione le preoccupazioni della Russia sulla difesa missilistica.

Eppure questo non aveva indebolito l'impegno di Putin a realizzare il New START. Secondo Gottemoeller:

Putin, da quando questo trattato è stato firmato, ha assunto una posizione molto positiva al riguardo. Da quando il trattato è entrato in vigore, lo ha ripetutamente definito pubblicamente il "gold standard" dei trattati nucleari e lo ha sostenuto... So che si è impegnato nel trattato e si è davvero impegnato negli sforzi in corso per avviare nuove trattative su questo dialogo strategico per la stabilità”.

Ma la convinta adesione di Putin al New START non significava che il leader russo avesse smesso di preoccuparsi della minaccia rappresentata dalla difesa missilistica statunitense. Il 1° marzo 2018, Putin pronunciò un importante discorso all'Assemblea federale russa, lo stesso forum da cui ha parlato martedì. Il suo tono era di sfida:

"Voglio dire a tutti coloro che hanno alimentato la corsa agli armamenti negli ultimi 15 anni, che hanno cercato di ottenere vantaggi unilaterali sulla Russia e introdotto sanzioni illegali volte a contenere lo sviluppo del nostro Paese: tutto ciò che volevate impedire con le vostre politiche è già accaduto. Non siete riusciti a contenere la Russia”.

Putin parlò poi svelò di diverse nuove armi strategiche russe, tra cui l' ICBM pesante Sarmat e il veicolo ipersonico Avangard , che secondo lui erano stati sviluppati in risposta diretta al ritiro degli Stati Uniti dal trattato ABM.

Putin affermò che già nel 2004 la Russia aveva avvertito gli Stati Uniti che avrebbe adottato queste misure. "Nessuno ci ha ascoltato allora", dichiarò Putin. "Quindi ascoltateci ora."

Una delle persone in ascolto era Rose Gottemoeller. "[Le persone sono preoccupate per... i nuovi cosiddetti sistemi di armi esotiche che il presidente Putin ha lanciato nel marzo del 2018", disse nel 2021 l'ex negoziatore per il controllo degli armamenti, ormai in pensione. "Due di questi sistemi sono già sotto i limiti del New START, il cosiddetto Sarmat pesante [ICBM] e anche l' Avangard, che è il loro primo veicolo di planata ipersonico a raggio strategico che si stanno preparando a schierare. Hanno già detto che lo porteranno sotto il Nuovo Trattato START”.

Gottemoeller osservò che qualsiasi futuro accordo sul controllo degli armamenti avrebbe richiesto dei vincoli su questi sistemi.


Proroga del trattato nel 2021

Nel febbraio 2021 il 'Nuovo Trattato START' è stato prorogato per un periodo di cinque anni, anche se i russi ritenevano che le procedure di "conversione o eliminazione" utilizzate dagli Stati Uniti per determinare la conversione dei bombardieri B-52H e dei sottomarini di classe Ohio da armi nucleari ad uso non nucleare, o la loro totale elinminazione, fossero insufficienti.

I russi speravano che questi problemi potessero essere risolti utilizzando la procedura imposta dal trattato della Commissione consultiva bilaterale (BCC), che si riunisce due volte l'anno per risolvere problemi come questi.


Delegazioni USA e Russia alla BCC, 2011


Uno dei problemi che sia gli ispettori e negoziatori statunitensi che i russi hanno dovuto affrontare, tuttavia, è stata la pandemia Covid-19. All'inizio del 2020, entrambe le parti hanno concordato di sospendere le ispezioni in loco e le riunioni del BCC a causa della pandemia. Entro la metà del 2021, i negoziatori statunitensi e russi hanno iniziato a discutere la creazione di protocolli Covid congiunti che avrebbero potuto rendere operative sia le ispezioni che le consultazioni BCC.

 

Ma poi è arrivata l'Ucraina.

Il 9 marzo 2022, Stati Uniti, Regno Unito e Unione europea hanno tutti approvato sanzioni che vietavano agli aerei russi di sorvolare i rispettivi territori e imponevano restrizioni sui visti ai russi in transito nell'UE o nel Regno Unito in rotta verso gli Stati Uniti. Secondo i russi, queste restrizioni impediscono di fatto l'invio di squadre di ispezione delle armi negli Stati Uniti secondo i protocolli di ispezione a breve termine New START, che hanno scadenze rigorose per la loro attuazione allegate al trattato.  

Nel giugno 2022, gli Stati Uniti hanno dichiarato unilateralmente che la moratoria sulle ispezioni imposta a causa della pandemia di Covid-19 non era più in vigore. L'8 agosto 2022, gli Stati Uniti hanno tentato  di inviare una squadra in Russia con breve preavviso per svolgere i compiti di ispezione previsti dal trattato.

La Russia ha negato l'ingresso alla squadra e ha accusato gli Stati Uniti di cercare di ottenere un vantaggio unilaterale conducendo ispezioni in loco, mentre la Russia non poteva fare altrettanto. Citando le restrizioni imposte dalle sanzioni, il Ministero degli Esteri russo ha affermato che "non ci sono simili ostacoli all'arrivo di ispettori americani in Russia".

Per risolvere l'impasse sulle ispezioni e altre questioni in sospeso relative all'attuazione del trattato, i diplomatici russi e statunitensi hanno avviato consultazioni sulla convocazione di una riunione della BCC e alla fine sono riusciti a stabilire una data,  il 29 novembre 2022 al Cairo, in Egitto. Quattro giorni prima dell'inizio della BCC, tuttavia, la Russia ha annunciato che la riunione era stata sospesa.

Il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov, nelle dichiarazioni rilasciate a Kommersant, ha affermato che la guerra in Ucraina era al centro della decisione. "C'è, ovviamente, l'effetto di ciò che sta accadendo in Ucraina e dintorni", ha detto Ryabkov. “Non lo nego. Il controllo degli armamenti e il dialogo in quest'area non possono essere immuni dal contesto che c'è intorno”.

 

Ryabkov, al centro, ad un meeting dell'International Atomic Energy Agency, 2020 

 

Il controllo degli armamenti potrebbe essere definitivamente morto

Il Dipartimento di Stato ha emesso un rapporto ufficiale al Congresso sulla conformità russa al New Start all'inizio del 2023 che accusava la Russia di violare il trattato New START rifiutando agli ispettori statunitensi l'accesso ai siti all'interno della Russia.

La Russia, ha affermato un portavoce del Dipartimento di Stato, "non ha rispettato l'obbligo previsto dal Nuovo Trattato START di facilitare le attività di ispezione sul suo territorio", osservando che "il rifiuto della Russia di facilitare le attività di ispezione impedisce agli Stati Uniti di esercitare importanti diritti ai sensi del trattato e minaccia la fattibilità del controllo sugli armamenti nucleari USA-Russia”.

L'insensibilità della parte statunitense all'impatto delle sue azioni contro la Russia - a volte un impatto in senso letterale - come parte della risposta complessiva degli Stati Uniti all'avvio dell'Operazione Militare Speciale da parte di Putin nel febbraio 2022 è, tuttavia, significativa.

Nel suo discorso di martedì, Putin ha sottolineato il ruolo svolto da Stati Uniti e NATO nel facilitare l'uso ucraino di droni dell'era sovietica per effettuare un attacco a una base vicino a Engels, in Russia, che ospitava le risorse strategiche dell'aviazione russa, compresi i bombardieri con capacità nucleare. Ha inoltre sottolineato di aver appena firmato gli ordini affinché i sistemi Sarmat e Avangard diventino operativi e, come tali, ispezionabili secondo i termini del New START.

"Gli Stati Uniti e la NATO stanno dicendo apertamente che il loro obiettivo è infliggere una sconfitta strategica alla Russia", ha detto Putin. “Ispezioneranno le nostre strutture di difesa, comprese quelle più recenti, come se nulla fosse accaduto? Pensano davvero che li lasceremo entrare così facilmente?"

Rose Gottemoeller ha osservato che gli Stati Uniti “non cambieranno la propria politica sull'Ucraina perché [Putin] è in crisi per il trattato New START. Questo semplicemente non accadrà.

Ma la posizione di Putin è molto più basata sui principi che non un semplice "attacco isterico". Nata dal peccato originale perpetrato dagli Stati Uniti consistente nel ritiro dal trattato ABM, l'ansia di Putin è direttamente legata all'inganno mostrato dai funzionari statunitensi - incluso Gottemoeller - quando si è trattato delle assicurazioni date a Dmitry Medvedev sulla difesa missilistica durante i negoziati New START. 

Questo inganno ha portato la Russia a dispiegare nuove specie di armi nucleari strategiche - il Sarmat e l' Avangard - per sconfiggere i sistemi di difesa missilistica statunitensi, compresi quelli che erano stati schierati in posizione avanzata in Europa.

E ora, con la guerra in Ucraina collegata alla strategia statunitense di arrivare ad una sconfitta strategica della Russia, gli Stati Uniti stanno cercando di utilizzare New START per ottenere l'accesso a questi stessi sistemi, negando nel contempo alla Russia i suoi reciproci diritti di ispezione in base al trattato. Come ha giustamente notato Putin, un tale accordo "suona davvero assurdo".

L'incapacità e/o la riluttanza di entrambe le parti a scendere a compromessi sul New START significa che il trattato rimarrà nel limbo per un futuro indefinito. Il che significa, dato che il trattato scade nel febbraio 2026,  che esiste una chiara possibilità che il controllo degli armamenti tra Stati Uniti e Russia sia definitivamente morto.

 

Sottomarino nucleare russo a Murmansk, Russia

Rischio di una nuova corsa agli armamenti

Mentre gli Stati Uniti e la Russia si erano precedentemente impegnati a stipulare un successivo trattato per sostituire il New START, il conflitto in corso tra Russia e Ucraina rappresenta un ostacolo quasi insormontabile per chiunque cerchi di avviare la preparazione di un tale trattato in modo che sia pronto per la firma e la ratifica alla scadenza New START.

Ci sono buone probabilità che tra due anni Stati Uniti e Russia si trovino senza alcun meccanismo verificabile utile a placare i timori e le incertezze sui rispettivi arsenali nucleari delle due parti, portando alla reale possibilità - se non ad una alta probabilità - che entrambi si imbarchino in una sfrenata corsa agli armamenti, alimentata dall'angoscia basata sull'ignoranza che potrebbe benissimo provocare il tipo di incomprensioni, sbagli o calcoli errati capaci di innescare una guerra nucleare e, così facendo, porre fine a tutta l'umanità.

"La verità è dietro di noi", ha detto Putin, chiudendo il suo discorso all'Assemblea federale russa.

Quindi, questa potrebbe anche essere l'ultima possibilità per l'umanità di prevenire la calamità nucleare, se non si riesce in qualche modo a trovare un modo per riportare all'ordine del giorno il controllo degli armamenti.

Qui, l'affermazione di Gottemoeller secondo cui gli Stati Uniti non avrebbero modificato la loro politica in Ucraina per salvare il New START, sottolinea  come gli sforzi dell'amministrazione Biden per armare l'Ucraina siano in realtà controproducenti.

Prima finirà la guerra in Ucraina, prima gli Stati Uniti e la Russia potranno dedicarsi a mantenere il controllo degli armamenti come parte praticabile del rapporto tra le due nazioni.

Cercando di prolungare il conflitto ucraino, tuttavia, gli Stati Uniti stanno di fatto commettendo una autoimmolazione che minaccia di inghiottire il mondo in un olocausto nucleare.

Durante la guerra del Vietnam, il noto corrispondente Peter Arnett citò le parole di un anonimo ufficiale dell'esercito americano: "Abbiamo dovuto distruggere il villaggio per salvarlo". Per quanto riguarda il legame che si è creato tra l'Ucraina e il controllo degli armamenti, ora si applica la stessa logica malata: per salvare l'una, l'altro deve essere distrutto.

Per salvare l'Ucraina, il controllo degli armamenti deve essere distrutto.

Per salvare il controllo degli armamenti, l'Ucraina deve essere distrutta.

Nel primo caso si sacrifica una nazione, nell'altro il pianeta.

Questa è la ‘scelta di Hobson' che i politici statunitensi hanno creato, ma in realtà non lo è.

Salvare il pianeta. Questa è l'unica scelta.

 

*Scott Ritter è un ex ufficiale dell'intelligence del Corpo dei Marines degli Stati Uniti che ha prestato servizio nell'ex Unione Sovietica nell’attuazione dei trattati sul controllo degli armamenti, nel Golfo Persico durante l'operazione Desert Storm e in Iraq sovrintendendo al disarmo delle armi di distruzione di massa. Il suo libro più recente è ‘Disarmament in the Time of Perestroika’, pubblicato da Clarity Press.

 

Nessun commento:

Posta un commento