07/12/12

Uno studente del primo anno di economia potrebbe per favore prendere in mano la politica economica della UE?

Da Social Europe un po' di ironia sulle famose politiche "controintuitive" della Ue. 


Immaginate uno studente di economia che sostiene un esame introduttivo di macro con la seguente domanda:
1. In un'area economica la disoccupazione, già ai massimi storici un anno fa, è aumentata costantemente nel corso dell'ultimo anno, almeno di un punto percentuale. Nel frattempo nel corso dell'ultimo anno l'inflazione è scesa, in modo un po' irregolare. Le autorità pubbliche stanno rivedendo al ribasso le stime di crescita e prevedono una probabile recessione dell'economia nei prossimi trimestri.

A: La politica economica è troppo restrittiva e dovrebbe divenire più espansiva o meno restrittiva.
B: La politica economica è ben calibrata.
C: La politica economica è troppo allentata e dovrebbe subire una stretta.
Ho il sospetto che almeno il 90% degli studenti del primo anno sceglierebbe la A - e probabilmente si chiederebbe perché l'economia ha la reputazione di essere una materia difficile. Il rimanente 10 % fallisce l'esame. O dovrà leggere almeno una parte del materiale del corso prima di ripetere la prova o dovrà considerare di cambiare professione.

Ora, riflettete sui numeri di oggi dell'area dell'euro:

TASSI DI DISOCCUPAZIONE Destagionalizzati (%)
TOTALI




Ottobre 2011 Maggio 2012 Giugno 2012 Luglio 2012 Agosto 2012 Settembre 2012 Ottobre 2012
10.4 11.3 11.4 11.5 11.5 11.6 11.7



Inflazione annuale dell'Area euro (IPCA)%



Novembre 2011 Giugno 2012 Luglio 2012 Agosto 2012 Settembre 2012 Ottobre 2012 Novembre 2012
3.0 2.4 2.4 2.6 2.6 2.5 2.2



E poi, sulle recenti previsioni delle autorità pubbliche:
Previsioni di crescita dell'area dell'euro della Commissione Europea (novembre): -0,4% (2012) e 0,1% (2013)
Previsioni di crescita dell'area dell'euro OCSE (novembre): -0,4% (2012) e -0,1% (2013)
Dato che il 90% degli studenti di economia del primo anno sarebbe dell'avviso che, tenuto conto delle circostanze economiche descritte dai dati, vi è la necessità di politiche meno restrittive o più espansive, ovviamente la Commissione Europea, nel suo Annual Growth Survey 2013 , pensa che siamo sulla strada giusta e il ritmo delle riforme deve proseguire:

Messaggi chiave
L'economia europea sta lentamente iniziando ad emergere dalla più profonda crisi finanziaria ed economica degli ultimi decenni. Tuttavia, anche se azioni di rilievo sono già state adottate e delle tendenze positive stanno cominciando ad emergere, siamo ancora a una certa distanza dalla ripresa. Per ripristinare la fiducia e tornare a crescere, è essenziale che gli Stati membri mantengano il ritmo delle riforme, e per questo motivo la Commissione raccomanda di concentrarsi sulle stessi cinque priorità che sono state approvate nel monitoraggio effettuato lo scorso anno:
La prima di queste priorità? Praticare il risanamento di bilancio favorevole alla crescita ...

Il primo Annual Growth Survey , per il 2011, è stato un vero e proprio disastro e ha svolto un ruolo centrale nel definire le priorità di austerità in tutta Europa. Il suo fallimento al momento era previsto . Purtroppo, sembra che si sia imparato poco da allora. E' urgente una alternativa. Uno studente di economia di primo anno è pregato di prendere le redini della politica economica Europea.


9 commenti:

  1. Uno studente di economia del primo anno... purché non della Bocconi!!!!

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  2. Ciao Carmen penso che qualsiasi persona di buonsenso che gestisca un bilancio familiare non florido farebbe meglio di questi personaggi che governando incidono in maniera pesantemente negativa sulle ns esistenze.. Certe volte mi viene da pensare che la gestione del potere sia inversamente proporzionale all'equilibrio e alla sagezza.

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    1. Ciao Mauro, siccome non è pensabile che questa gente non sappia quello che fa, credo che ci tocca trarne una conseguenza: i loro reali obiettivi evidentemente non coincidono con quelli dichiarati, e cioè col benessere collettivo.

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  3. Infatti non capisco. Tagliare la spesa pubblica e aumentare le tasse in recessione è sucida. Lo trovo scritto anche sui testi di qualunque facoltà d'economia o di scienze politiche.

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  4. Questa storiella è una farsa perchè travisa la realtà. Innanzitutto non spiega qual'è il problema ma solo gli effetti, e poi dispone delle pseudosiluzioni basandosi su una teoria che sta dimostrando di essere fallita quella keynesiana.
    Vuoi una soluzione e dimentichi di chiederla a chi può mettere in dubbio una delle teorie più in voga in tutte le amministrazioni statali occidentali. Non c'è che dire, manipolazione pura.
    1) la crisi è stata scatenata dal credit crunch privato
    2) si è espansa a quello pubblico come conseguenza della scarsa solidità statale
    l'unico denominatore è la fiducia (persa) dagli investitori per ripagare i loro investimenti.
    Le cause: scarsa produttivita, delocalizzazione, globalizzazione dei mercati, mercati del lavoro drogati anche dall'immigrazione.
    Per le soluzioni possibili, si devono prevedere breve e lungo termine:
    breve termine, ristabilire la fiducia nei conti statali, se gli stati falliscono le economie nazionali avranno conseguenze disastrose
    lungo termine ripristinare le condizioni di redditivita degli investimenti.
    Calcolando che gli obbiettivi primari di un politico sono tenere in vita lo stato e non ucciderlo ciò significa applicare cure dolorose, ma necessarie per far tornare la crescità. Pure Keynes sapeva che esitono cicli economici e più si fa per eliminare le naturali correzioni del mercato(cioè drogandolo artificialmente), e più si prolunga l'agonia, perchè solo in un economia sana vi si possono trovare quelle condizioni per vincere in una competizione globale.
    All'Italia rimane una vera ed unica soluzione, imparare a rivalutarsi e vendersi di fronte al mondo, perchè il mondo cari italiani fuori dal bel paese vende più sogni che realtà. Dobbiamo imparare a fare marketing, e dare spazio alla meritocrazia solo così il genio italico dimostrera la sua assoluta capacità di tenere testa nelle sfide mondiali.
    Diego

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    1. Diego chiunque tu sia: la tua idea che la teoria economica keynesiana sia attualmente la teoria più in voga nella amministrazioni statali occidentali, così come la tua interpretazione a dir poco miope della crisi dell'euro, la dice lunga sulla tua "leggera confusione".
      E siccome siamo molto lontani e dovranno passare anni luce prima che le nostre sfere intellettuali ed emotive possano incontrarsi, per ora pascola pure in altri lidi... non te lo fa fare nessuno di assistere alle farse.

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  5. Eh già! E allora bisognerebbe domandarsi: cosa hanno veramente in testa? Cosa si deduce (o meglio: induce) dai loro comportamenti effettivi?
    Che la recessione (depressione) fosse un loro obiettivo dichiarato ce lo ha spiegato Monti in persona. Per la verità lo ha presentato come "un effetto collaterale inevitabile", ma questo non fa una grande differenza.
    Un effetto collaterale inevitabile di quali finalità?
    "Il risanamento dei conti bla bla bla". Ma perché ci tengono tanto al "risanamento", al punto da sacrificare tutto a questo?
    Azzardo: riportare di corsa liquidità nelle banche creditrici sottraendola agli stati. Questo è - mi pare - l'effetto netto finale del taglio del debito pubblico. Assoluto, chi se ne frega poi se relativamente al PIL il debito peggiora (un altro effetto collaterale inevitabile). Anzi: questo indurrà sempre di più a "risanare" ...
    L'esercizio che dovremmo fare penso sia questo: ricostruire la mappa del ragionamento politico del nemico (proprio così: il nemico, non l'avversario, perché questa è una guerra di classe, come la chiamano Buffet e Krugman), non per fini meramente propagandistici, ma per capirne i punti critici sui quali fare leva.

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    1. Sì, sicuramente i calci al barattolo servono a far rientrare al massimo le banche prima di una (credo) inevitabile ristrutturazione....Però, l'obiettivo più alto di tutto questo a me sembra che sia quello di ridurre ai minimi termini la dimensione "pubblica", privatizzare tutto, ed eliminare così ogni forma di possibile contropotere e di protezione per i futuri schiavi.
      La cessione di sovranità di cui parla Monti è questo. Alla fin fine non c'è differenza tra i tedeschi o gli europei del sud (a parte i diversi gradi di virulenza con cui il progetto qua o là si manifesta), ma tra la classe globalizzata al vertice di comando e tutti gli altri...
      Non è detto che ce la faranno.

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  6. Qui su Keynesblog è espresso con una sintesi molto efficace il substrato teorico cui fa riferimento la politica economica fallimentare messa in atto dai tecnocrati europei. Siccome non mi pare che esistano dati empirici a fondamento di quelle teorie, ed anzi tutti i dati a loro disposizione le sconfessano, si ritorna alla prima ipotesi: ce fanno, ce fanno...

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