La Pasqua ci ha portato due commissioni di "saggi", incaricate di elaborare proposte per un programma di governo che, ovviamente, in nome dell'emergenza, riproporrà quelle "riforme" che ci chiede l'Europa (e che gli italiani col voto hanno cercato, inutilmente, di bocciare).
A questo proposito, riassumo qui di seguito in brevissimo le interessanti considerazioni politiche e giuridiche di Orizzonte 48 sulla "torta pasqualina" che ci hanno graziosamente confezionato, ma invito caldamente alla lettura del post di 48, che come sempre entra nel merito con profondità e competenza offrendo le indispensabili argomentazioni a sostegno.
Dice 48: "Il sistema dei "saggi mediatori" pare mirato a riassorbire e normalizzare le anomalie del voto protestatario", come avvenuto nel precedente Olandese del 2010, quando la regina dopo una impasse elettorale dello stesso tipo si rivolse a un gruppo di saggi. Allora il partito "ribelle" di estrema destra diede l'appoggio esterno ad un governo formato dai partiti tradizionali su pochi punti qualificanti elaborati dai saggi della regina, e alla elezione successiva ne uscì ridimensionato.
Oggi in Italia, la
composizione dei due gruppi di "saggi" nominati dal Presidente fa capo essenzialmente a PD e PDL, ed appare chiaramente come un modo per "rimettere in sella i partiti che appoggiarono il governo Monti, attirando nel sostegno la Lega", dando nuova veste di affidabilità all'arco
parlamentare degli ultimi 20 anni e presentandolo come l'unica scelta possibile di
governabilità.
Intanto che si forma questa nuova maggioranza, il governo Monti è legittimato a intervenire per le misure di urgenza, che riguardano gli esodati e il pagamento dei debiti con le imprese, e cioè una serie di atti dovuti che saranno naturalmente uniformati alle regole europee di copertura delle spese.
I debiti commerciali relativi alla spesa corrente (ad es. un'opera di manutenzione da parte di un'impresa), essendo contabilizzati secondo un criterio di "competenza" (cioè la transazione viene iscritta a bilancio nel momento che l'impresa effettua la prestazione, e non quando avviene il materiale pagamento) hanno già inciso sul deficit dell'anno in cui è avvenuta la prestazione, e quindi non fanno sforare il deficit dell'anno in corso perché sono già stati contabilizzati negli anni precedenti. Naturalmente se lo stato non ha cassa per pagarli, dovrà emettere nuovi titoli di debito, e quindi vanno ad aumentare il debito, e la spesa per interessi.
I debiti commerciali relativi alle spese in conto capitale (cioè per investimenti, ad es. la costruzione di una strada) sono contabilizzati secondo un criterio di "cassa" (cioè la transazione è registrata non al momento della prestazione, ma al momento del pagamento) e vanno invece ad aumentare il deficit atteso per il 2013, circa di 0,5 punti di PIL, portandolo dal 2,4 % (ora stimato) al 2,9%. Deficit che va coperto, finanziato con nuovo debito sui mercati internazionali.
I debiti commerciali relativi alla spesa corrente (ad es. un'opera di manutenzione da parte di un'impresa), essendo contabilizzati secondo un criterio di "competenza" (cioè la transazione viene iscritta a bilancio nel momento che l'impresa effettua la prestazione, e non quando avviene il materiale pagamento) hanno già inciso sul deficit dell'anno in cui è avvenuta la prestazione, e quindi non fanno sforare il deficit dell'anno in corso perché sono già stati contabilizzati negli anni precedenti. Naturalmente se lo stato non ha cassa per pagarli, dovrà emettere nuovi titoli di debito, e quindi vanno ad aumentare il debito, e la spesa per interessi.
I debiti commerciali relativi alle spese in conto capitale (cioè per investimenti, ad es. la costruzione di una strada) sono contabilizzati secondo un criterio di "cassa" (cioè la transazione è registrata non al momento della prestazione, ma al momento del pagamento) e vanno invece ad aumentare il deficit atteso per il 2013, circa di 0,5 punti di PIL, portandolo dal 2,4 % (ora stimato) al 2,9%. Deficit che va coperto, finanziato con nuovo debito sui mercati internazionali.
In ogni caso ogni pagamento di debiti alle imprese comporta un aumento dell'indebitamento, che all'interno delle rigide regole di bilancio europee andrà poi ridotto anno per anno con avanzi primari secondo le tappe previste dal famigerato Fiscal Compact.
In questo quadro, è ovvio che "il pagamento dei debiti della p.a. non attiverà nel medio periodo il moltiplicatore della spesa pubblica", perché dovrà essere compensato con altre entrate o tagli di altre spese che ne riassorbiranno abbondantemente le ricadute positive sull'economia.
Anche se è certo che questo pagamento rappresenta lì per lì una boccata d'ossigeno di emergenza per le imprese creditrici dello stato, tuttavia a livello macroeconomico, e quindi sull'intera economia, l'impatto è, per le ragioni spiegate, nullo.
Idem per quanto riguarda gli "esodati": spese sacrosante, che però, stando alle regole cui siamo sottoposti, non potranno che dover essere coperte da nuove tasse e/o nuovi tagli di spesa.
In questo contesto, entra in gioco la patrimoniale straordinaria, che sarà presentata come necessaria per un immediato e sensibile abbattimento del debito pubblico, mentre in un paese col reddito in picchiata una patrimoniale non potrà che dare il colpo di grazia alla nostra economia, all'unico scopo di sistemare in fretta i conti degli stati creditori, prima del probabile crollo.
E ora le considerazioni giuridiche:
La prorogatio del governo Monti dimissionario per l'ordinaria amministrazione, "esclude
che esso
possa essere titolare di un qualsiasi indirizzo politico, e quindi di un
potere di iniziativa legislativa e di emanazione di decreti legge".
Né tantomeno possono considerarsi atti dovuti quelli "che vuole l'Europa", dato che l'attuazione incondizionata di ciò che rientra negli obblighi UE-UEM è un'azione costituzionalmente illegittima, perché nessun vincolo di diritto internazionale può prevalere sui principi fondamentali della Costituzione, che vengono violati:
- sia perché i vincoli che ci stiamo accollando mancano della condizione di reciprocità (art.11),
- sia perché le limitazioni alla sovranità sono ammesse dall'art. 11 solo per i fini di pace e giustizia tra le nazioni,
- sia perché i vincoli di bilancio europei minano il diritto al lavoro e lo stato sociale previsti nei principi fondamentali.
- sia perché i vincoli che ci stiamo accollando mancano della condizione di reciprocità (art.11),
- sia perché le limitazioni alla sovranità sono ammesse dall'art. 11 solo per i fini di pace e giustizia tra le nazioni,
- sia perché i vincoli di bilancio europei minano il diritto al lavoro e lo stato sociale previsti nei principi fondamentali.
Il fatto che il nuovo art.117 Cost. dica che la potestà
legislativa dello Stato è esercitata nel rispetto dei vincoli
derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali, non è altro che una riconferma del principio pacta sunt servanda, che non intacca di un millimetro la prevalenza dei principi fondamentali sui viuncoli esterni.
Tantomeno il "gruppo di saggi", organismo del tutto atipico nemmeno previsto dalla Costituzione, può essere legittimato ad esprimere un indirizzo politico di tal genere.
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RispondiEliminaCi sarebbe una soluzione che sembra essere caduta nel dimenticatoio nonostante il parere favorevole di Claudio Borghi e la segnalazione di Messora nel suo Blog.
RispondiEliminaPer pagare i debiti della pubblica amministrazione ci sarebbero i Certificati di Credito Fiscale di Marco Cattaneo. Sarebbe bello se qualcuna delle forze politiche si decidesse a proporli o quantomeno ad aprire un dibattito. I CCF Sarebbero una boccata d'ossigeno per le imprese creditrici, una iniezione di liquidità per il sistema, e il punto di partenza per il ritorno pieno alla sovranita monetaria.
A tutto, fuorché la morte, c'è soluzione. se non la si vuole trovare o vedere usando il buon senso e l'amor di patria, a casa mia si chiama tradimento. Facciamocene una ragione: se chi di dovere volesse/potesse trovare una soluzione per risolvere la situazione, possiamo desumere che avrebbe avuto la lungimiranza di non crearla proprio. ma i sogni son sogni e i danè ne avverano molti a chi ne ha...
EliminaIL MEZZO PIENO: il bicchiere di Grazzano Monferrato
RispondiEliminaIl MEZZO PIENO
Da Grazzano Monferrato in anticipo nei tempi e nei luoghi, è ssolo unpesce d'aprile, s'ode:
« Il governo, riconosciuta l'impossibilità di continuare l'impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi danni alla nazione, ha chiesto l'armistizio [..] La richiesta è stata accolta. Conseguentemente ogni atto di ostilità contro le forze [..] deve cessare da parte delle forze in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza.»
Ora viene il "bello"....
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RispondiElimina...sembra più la "Troika Pasualina"!
RispondiElimina;(