28/03/14

Smantellare l’Euro

João Ferreira do Amaral, insieme ad altri economisti sottoscrittori del Manifesto di Solidarietà Europea, espone sulla piattaforma Project Syndicate le linee generali della proposta per salvare l’Unione Europea dall’euro. Il punto fondamentale è che siano i paesi più forti a sganciarsi dall’Euro – Germania e Francia – liberando tutti dal peso schiacciante della moneta unica.


PARIGI – In gennaio, Chris Williamson, capo economista presso la società di ricerche economiche  Markit, ha definito la Francia “il nuovo malato d’Europa.” Con una crescita del PIL prossima allo zero, disoccupazione crescente, e un debito pubblico in salita – per non parlare delle controproducenti politiche di austerità – è difficile dargli torto. Data la grande importanza della Francia per la stabilità economica e politica europea, questa situazione rappresenta una grave minaccia per l’intero progetto europeo.

Gli avvenimenti recenti confermano la diagnosi di Williamson.
In dicembre l’attività economica commerciale francese è scesa al punto più basso da 7 mesi a questa parte. Mentre lo scorso anno gli introiti fiscali sono aumentati di 32 miliardi di euro, il deficit è sceso di soli 8 miliardi e il debito pubblico è aumentato dall’89 a più del 93%. Nel frattempo, la disoccupazione è aumentata dal 9,5 al 10,5%. 

L’ovvia conclusione è che l’austerità non è la risposta giusta. In realtà, la Francia deve abbandonare le politiche attuali, per il suo bene – e per quello del resto dell’Europa.

Il problema della Francia, che è lo stesso delle altre economie dell’eurozona finite nei guai,  ha origine nel fatto che il tasso di cambio dell’euro non è allineato con i fondamentali economici del paese. Di conseguenza, i tassi di cambio virtuali di questi paesi rispetto alla Germania sono decisamente sopravvalutati, in quanto i salari in questi paesi sono aumentati più velocemente, e la produttività del lavoro è cresciuta più lentamente, rispetto a quanto successo in Germania. Poiché i tassi di cambio nominali impliciti sono fissati “per sempre” all’interno dell’eurozona, questi paesi hanno accumulato grossi deficit nei confronti della Germania.

Allo stesso modo, i tassi di cambio dei paesi in deficit sono sopravvalutati anche rispetto a paesi terzi, come gli Stati Uniti e il Giappone, mentre la valuta della Germania è sottovalutata, perché il tasso di cambio dell'euro è determinato dalla bilancia dei pagamenti dell'eurozona nel suo complesso, distorta dal massiccio avanzo commerciale tedesco. In breve, il tasso di cambio dell'euro è troppo debole per l'equilibrio in Germania e troppo forte per l'equilibrio in Francia e nelle altre economie meno competitive dell'eurozona.


Le economie più deboli dell'Eurozona affrontano così un dilemma: o crescere in linea con il potenziale produttivo, e quindi incorrere in disavanzi esteri, o imporre l'austerità ed eliminare i disavanzi esteri comprimendo le importazioni. Sotto le pressioni della Germania, essi hanno perseguito finora la seconda opzione.

L'attuale deriva di "austerità competitiva" è irrazionale innanzitutto perché, indebolendo la domanda interna, essa contraddice direttamente il principio fondamentale dell'unione monetaria: un vasto mercato interno dovrebbe agire come un buffer nei confronti degli shock di domanda estera. Questo sta causando sofferenze a tutti – anche alla Germania. Infatti, dal 2007 al 2012, le esportazioni tedesche verso gli altri paesi dell'Eurozona sono diminuite del 9%, da 432 miliardi a 393 miliardi di euro.

Ma questa non è l'unica minaccia che l’austerità pone alla prosperità conquistata così a fatica dalla Germania.  L'euro ha anche causato la divergenza tra il ciclo economico della Germania e quello delle economie meno competitive, mentre ha reso impossibili politiche monetarie su misura. E la politica monetaria comune che tutti sono costretti a perseguire sta intensificando le pressioni deflazionistiche nei paesi più deboli, mentre aumenta le pressioni inflazionistiche in Germania.

Inoltre, le popolazioni delle economie stagnanti dell'eurozona chiedono sempre più che la Germania cambi le sue politiche, aumentando i salari e attuando misure volte a incrementare i consumi e a scoraggiare i risparmi. Ma se rispondere a tali esigenze contribuirebbe ad alleviare le tensioni politiche in tutta l'eurozona, esse devono affrontare un'opposizione forte all'interno della Germania.

Allo stesso modo, risolvere le crisi che inevitabilmente emergeranno dall'attuale rigido sistema di cambio in definitiva richiederà alla Germania di acconsentire a cancellazioni del debito o ad acquisti su grande scala di titoli di stato da parte della Banca Centrale Europea, che inonderebbe l'Eurozona di liquidità. Sia l'uno che l'altro esito andrebbe contro gli interessi e le preferenze della Germania, rivelandosi un approccio ingiusto quanto quello dell'austerità.

Quello di cui l'eurozona ha bisogno  è una soluzione che non imponga a nessun paese o gruppo di paesi di sopportare il peso dell'aggiustamento – e questo significa una segmentazione controllata dell'unione monetaria. Contrariamente alla credenza popolare, questa potrebbe essere fatta in modo da rafforzare l'ideale europeo, piuttosto che far rivivere il nazionalismo campanilista del passato. La chiave è far sì che essa abbia origine nel centro economico e politico dell'Unione Europea.

In particolare la Germania, la più grande potenza economica d’Europa,  e la Francia, il precursore intellettuale dell'unificazione europea, dovrebbero annunciare la loro simultanea uscita dall'euro e la riadozione del marco tedesco e del franco francese. Questo innescherebbe l'immediata rivalutazione del marco – e probabilmente del franco – rispetto all'euro.

Da parte loro, gli altri paesi membri dell'UE dovrebbero decidere se mantenere l'euro nella sua forma ridotta o se ritornare alle proprie valute nazionali, eventualmente ancorandole al nuovo marco o al franco. Indipendentemente dalla loro decisione, la competitività di prezzo delle economie più deboli dell'eurozona migliorerebbe notevolmente.

Naturalmente, Francia e Germania dovrebbero implementare degli accordi provvisori per salvaguardare la stabilità dei loro sistemi bancari. Inoltre, dovrebbero negoziare con la BCE e gli altri governi europei un piano per la gestione dei debiti denominati in euro.

Un periodo di incertezza monetaria, mentre le economie europee si adattano al nuovo contesto, sarebbe inevitabile. Ma sarebbe molto meglio dell'impasse economica e politica in cui è ora intrappolata
la zona euro.

11 commenti:

  1. ma come, non sapete che tutto era previsto dal 1994 dai teteski? non leggete le perle di Uriel? Darwin vi seppellirà! cattifi italiani

    e per dispetto salviamo anche la Spagna e chi ci sta simpatica!

    MORIREMO TUTTI...........

    in realtà vorrei davvero capire che interesse avrebbe la Francia a rimanere agganciata a questa NewEuropa

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  2. @Ludd

    Perle di Uriel, il Balilla furioso e Teutone di Ferro?
    Forse intendevi scrivere le paturnie di Uriel.

    Faccio una profezia: quello che sputa tanto e volentieri sul ns. paese fra non molto rimpiangerà amaramente di aver venduto la sua bella casetta sull'appennino emiliano per trasferirsi in Germania.

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    1. posso chiederti il perchè di questa tua previsione?

      in fondo un po' capisco la rabbia di chi è stato costretto a rifarsi una vita altrove, per tutte le cose che tutti sappiamo e nessuno dice

      una volta scrisse che non avrebbe avuto paura di andare a zappare se fosse stato necessario, quando lessi questo fui preso da sincera ammirazione... ora spruzza veleno contro l'Italia come se tutti i mali del mondo dipendessero da questa (scegliete un aggettivo a vostro piacimento) nazione


      io vedo solo una grande confusione, con l'Italia molto avanti nella classifica del disordine, lui con la certezza che la Merkel sia una vera fuoriclasse, un concentrato umano di eccellenza politicostrategivaeconomicaonestà ... BHO!


      chi vivrà vedrà

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    2. @Ludd

      la risposta al tuo perchè la trovi qui .

      Ci sarebbe dell'altro, ma per il momento può bastare quello.

      Certo che vedere un'Oca per di più teutonica con le orecchie da somaro deve essere uno spasso.
      Già sto pregustando la scena.

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    3. non saprei...

      certo è che la propaganda delle tasse tedesche che vengono sperperate dai piigs ha fatto sicuramente presa su Fanelli

      intanto IMU,Tasi,Tares e Iva ce le prendiamo quotidianamente nei denti noi ma il cuxo fa male agli altri... misteri!


      "Ma perché il Governo tedesco vuol far credere al loro popolo che noi gli stiamo fottendo i soldi?" secondo me il cuore del problema europeo è tutto qua

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    4. @ liugiza
      vedi se il discorso fila (se vuoi/puoi naturalmente)

      la Germania alla fine della seconda guerra mondiale deve accettare alcune cose
      oggi la Germania pensa che abbia già pagato abbastanza
      ma gli USA non sono d'accordo
      in mezzo i Piigs su tutti pagano e soffrono,
      e la Francia in teoria che ruolo ha (non dovrebbe stare con Usa e UK)?

      senza considerare le ruberie nostrane e le speculazioni
      è questo il senso del discorso a grandi linee?

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  3. Non capisco perchè solamente la Francia e la Germania dovrebbero annunciare la loro simultanea uscita dall'euro, forse per evitare eccessive turbolenze? Continua poi l'articolo: questo innescherebbe l'immediata rivalutazione del marco – e probabilmente del franco – rispetto all'euro. Scusa Carmen ma il marco non è l'euro mascherato? Quindi se la Germania uscisse dall'euro il marco non si rivaluterebbe rispetto all'euro, ma si rivaluterebbe punto e basta. Leggendo poi Sapir non mi pare che anche il franco si rivaluterebbe ma svaluterebbe considerando che anche la Francia non sta nelle migliori condizioni. Comunque al di là di queste considerazioni speriamo che si muova qualcosa ed in fretta, basta che la finiamo con questa sconcezza. Personalmente sono molto preoccupata per l'elezioni europee non mi sembra che ci sia la possibilità qui in Italia di dare un forte segnale, il centrosinistra sembra che abbia ancora un percentuale troppo alta, la lega sembra che più di tanto non cresca e il M5S sta intorno al 20%, sono molto tentata di non andare a votare ma anche di questo non sono sicura per il semplice motivo che i dati degli astenuti al voto vengono sempre sottaciuti dalla disinformazione imperante per sminuire la loro valenza.

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    1. Il discorso che sta alla base del manifesto è che se escono i paesi forti non si creerebbero problemi di corsa agli sportelli o simili nei paesi deboli. E quando parla di rivalutazione del marco rispetto all'euro, be', sì, attualmente l'euro è un marco calmierato dalla zavorra dei paesi periferici, per cui liberandosi di questi il marco salirebbe. E il franco si rivaluterebbe, sempre in rapporto all'euro svalutato della periferia....nel senso che la valutazione o svalutazione è sempre in rapporto a un'altra valuta.

      Ma aldilà di queste considerazioni, come dici, veniamo a noi: in Italia l'unico partito che dà un segnale chiaro e forte per le elezioni europee è la Lega, che andrebbe a ingrossare le file della Marine Le Pen al Parlamento di Strasburgo, quindi io non ho dubbi in proposito, Fiore. Certo che da noi il risultato non sarà eclatante (almeno credo), c'è ancora un sacco di gente che non ha capito niente e sulla Lega, a torto o a ragione, ci sono un sacco di pregiudizi.
      Quello che conta però, in questa occasione, è che a Strasburgo ingrosserà le fila degli euroscettici, che è quello che adesso ci proponiamo, no?.

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    2. Giusto quello che dici e che a volte Salvini mi sorprende. L'altra sera a Piazza Pulita (che ho visto solo perchè mio marito voleva seguirla) è riuscito a fare la solita litania sui dipendenti pubblici dicendo che non ha mai visto licenziare un dipendente pubblico con un atteggiamento di quello che se potesse li manderebbe tutti a casa. Ma per la miseria fai il tour con Borghi fai pubblicità a Bagnai per il libro e ancora vai in giro con i vecchi tormentoni? Allora non hai capito niente. C'era bisogno di esprimersi in quel modo se anche ci fosse stato un dipendente pubblico che aveva in mente di votare lega dopo quetsa uscita se ne guarda bene di farlo. Non dico assolutamente di fare la difesa d'ufficio dei dipendenti pubblici ma un altro approccio al discorso dopo che hai capito la truffa dell'euro da te me lo aspetto. Comunque l'unica cosa importante, come affermi tu Carmen è far crescere nel Parlamento europeo gli euroscettici e quindi faremo questo passo nonostante i miei dubbi.

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  4. Francamente Ferreira mi ha stancato.
    Che palle con sta storia dell'uscita dall'alto!
    Sempre a chiedere pietà al boia.... in perfetto stile da colonizzati.
    Sembra che in Portogallo non siano in grado di concepire nient'altro!
    Ma pensare all'eventualita' di proporre un cartello tra l'Italia, la Spagna, il Portogallo, la Slovenia, la Grecia e la Francia, e mandare a quel paese i Tedeschi, gli Olandesi e i Finnici, fa tanto schifo??
    Oltretutto salveremmo anche la dignità.

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    1. Mmmmh, non hai certo torto. Pensa però che questo articolo è scritto anche da "nordici", quindi è una proposta che va in direzione della solidarietà comune e che sarebbe la cosa più semplice da farsi.

      Poi, sono d'accordissimo con te, e anzi mi sembra proprio incredibile che in questo sconquasso che devasta tutta la periferia ancora non sia passato neanche per l'anticamera del cervello a nessuno, non dico di uscire dall'euro, ma almeno di fare uno straccio di vertice dei periferici per leccarsi le ferite e vedere di fare fronte comune e arrangiare una linea di difesa. Si vede che sono proprio degli esecutori fallimentari messi lì a posta a fare la cinghia di trasmissione della troika. Una posizione molto pericolosa, del resto...

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