18/04/14

La Francia è il Nuovo Calderone della Rivoluzione Euroscettica

A.E. Pritchard sul Telegraph individua la Francia come il gran calderone delle tendenze euroscettiche, e riferisce di una lettera aperta a Renzi su Le Figaro perché guidi un'alleanza latina per l'uscita dall'euro...quella cui hanno dato ampio risalto i nostri giornali...o no?  (mai speranza fu così mal riposta, comunque).



La Gran Bretagna occupa una posizione marginale nel grande dibattito sull'Europa. La  chiave di volta è la Francia, che sta diventando velocemente un calderone dei punti di vista euroscettici/Poujadisti della destra, delle idee keynesiane reflazionistiche anti-UEM della sinistra, uniti alla messa in discussione della saggezza dell'unione monetaria che attraversa l'establishment francese.


Marine Le Pen del Front National è in testa all'ultimo sondaggio IFOP sulle elezioni europee del 24 del mese prossimo. Il suo programma chiede delle misure immediate di uscita dall'euro e ritorno al franco, e un referendum sul ritiro dalla UE.

I Gollisti sono al 22.5%. Il grande partito di centro-destra della politica francese del dopoguerra sta fallendo miseramente l'opportunità di sfruttare il crollo dei consensi del presidente François Holland.

Segue il Partito Socialista col 20.5%. Il Front de Gauche è all'8.5%  e non è esattamente amico di Bruxelles.


 
Gli eredi di Charles de Gaulle stanno assistendo al distacco del loro fianco destro, che si sposta verso il Front National, proprio come una parte dei Tory si è staccata per andare all'Ukip. Inutile dirlo, non ne sono contenti. Una riunione del partito durante il fine settimana è stato un caos di dissenso euroscettico.

Xavier Bertrand, ex ministro del lavoro, ha detto che è tempo di abbandonare l'asse franco-tedesco, che è stato il principio guida della politica estera ed economica francese per mezzo secolo. "E' importante, ma non dovrebbe essere l'alfa e l'omega del punto di vista francese", ha detto.
"Come possiamo perseguire una politica energetica se gli interessi di Francia e Germania sono così diversi.
Su questo campo è meglio lavorare con gli inglesi, e lo stesso vale per la difesa europea. Dobbiamo riconoscere che l'allineamento con la Germania ci impedisce di spingere per un'altra politica della BCE, che favorisca la crescita e l'occupazione", ha detto.
Questo coro di dissenso è stato raccolto venerdì scorso in un articolo sorprendente su Le Figaro dall'ex direttore Philippe Villin, il quale ha fatto appello a un fronte Latino guidato da Francia e Italia per far saltare l'euro.

In una lettera aperta al leader italiano Matteo Renzi - solo 17enne all'epoca di Maastricht, e quindi non compromesso col peccato originale dell'UEM – egli avverte il giovane leader che non c'è speranza di risollevare l'Italia dalla trappola del debito a bassa crescita senza un "ritorno alla lira."

Anche se l'euro scendesse a 1:1 contro il dollaro, questo non sarebbe ancora sufficiente a salvare l'Italia - dice Mr Villin – dal momento che il baratro intra-UEM con la Germania rimarrebbe comunque.

Suggerisce al signor Renzi di fare un tour delle capitali del sud per dar vita a un'alleanza latina, e poi marciare su Berlino per informare il cancelliere Angela Merkel che l'unione monetaria è diventata insostenibile. Egli dovrebbe avvertirla che la fine è arrivata, a meno che la Germania non faccia più del minimo necessario per mantenere a galla l'UEM.

Lei naturalmente rifiuterebbe di cedere - dice il signor Villin - ma non è questo il punto. Le mosse del giovane italiano farebbero scattare l'allarme, causando un calo precipitoso dell'euro e una crisi dei bond. Ma sarebbe una scelta deliberata, anche se pericolosa. Costringerebbe la Germania ad affrontare la scelta che finora ha eluso: accettare una vera unione fiscale e di trasferimento, o uscire dall'UE. Il signor Villin ovviamente preferisce la seconda. (Come la Bundesbank, a mio parere.) "Facendo precipitare questo dramma, si salverebbero l'Europa e gli europei", ha detto.

Io do notizia di queste cose, così i lettori possono formulare il proprio giudizio, e io esprimo il mio riserbo. Quello che colpisce è come queste idee stiano guadagnando terreno nel dibattito politico francese.

Di recente sono usciti tre libri che sostengono che l'euro deve essere sciolto, in modo da spianare la strada a una vera ripresa economica, o addirittura per salvare il progetto europeo.

1 . Heisbourg , "La fine del sogno europeo "
2 . Coralie Delaume "Europa, gli Stati Disuniti"
3 . Steve Ohana "Disobbedire per salvare l'Europa"

Un altro libro dello statista Jean-Pierre Chevènement - "1914-2014: L'Europa uscita dalla storia?" - delinea l'affascinante ipotesi che l'UE abbia perso la sua strada perché ha erroneamente incolpato il "nazionalismo" di aver causato le due guerre mondiali. Ha cercato di costruire un super stato negando l'anima dei popoli europei (al plurale) che è lo stato-nazione. Un discorso raffinato.

La Francia è un paese "animato da uno spirito di libertà razionale", per prendere in prestito da Edmund Burke, e mi è sempre sembrato ovvio che non avrebbe tollerato per sempre la disoccupazione di massa, il vassallaggio fiscale verso Berlino e Bruxelles , e uno stato di cose che è diventato così nocivo per tanti versi. Non sorprende affatto che alla fine si trovi alle prese con una nuova rivoluzione.

I Gollisti sono divisi. La vecchia guardia, ovviamente, sull'UEM non cederà terreno. Non possono farlo perché hanno onorato questo altare per tutta la vita. Alcuni riformisti ora si stanno aggrappando agli argomenti più inconsistenti.
Laurent Wauquiez – niente di meno che un ex ministro europeo - ha appena scritto un libro "Europe, il faut tout changer” (Europa , dobbiamo cambiare tutto), in cui egli chiede di tornare a un nocciolo duro dell'euro composto da Germania, Francia, Italia, Spagna, Belgio e Olanda.

Mi sembra una cosa impraticabile. Vogliono relegare sloveni, slovacchi, finlandesi, lettoni o portoghesi a stati senza diritto di voto, o congelarli tutti insieme fuori dell'UEM? Non è possibile seguire l'Europa su argomenti infondati di questo tipo. Questi pensieri mostrano tuttavia la palude intellettuale di politica economica che ha travolto la grande impresa dell'unione monetaria.

Nel frattempo, naturalmente, veniamo rassicurati sul fatto che la crisi UEM è ormai dietro le nostre spalle. Un futuro radioso ci attende. Questo momento di disagio passerà. Sì, e gli elefanti rosa sorvoleranno il Mare Nostrum.

16 commenti:

  1. Certo che se in Italia non arrivano le opinioni avvedute dei giornali esteri evidentemente manco all'estero arrivano le giravolte contradditorie che spara Renzi a ogni singola intervista.

    la marcia su Berlino la farà la Le Pen nel 2017. troppo tardi.

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  2. speriamo che il percorso di uscita da questo Euro fetido cominci presto, altrimenti non restera' piu' nessuno da salvare.....

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  3. Il risultato delle elezioni europee, fosse anche un successo dei partiti pro ucita, non porterà all'abbandono dell'euro, ma ci saranno i tentativi di cambiare le regole europee.
    Solo quando il tentativo di cambiare la regole sarà fallito, e ci avranno spinto nella disperazione economica più cupa, penso ( e spero ) che salterà tutto-
    A quel punto la violenza della realtà non sarà piu mistificabile dai ns. goebbels e saranno costretti, in un mare di macerie, ad uscire da questa follia della ragione.

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  4. Le case si costruiscono partendo dalle fondamenta, non dal tetto: la moneta unica doveva essere l'ultima cosa dopo le varie unioni fiscale, bancaria, ecc. Il trattato di Maastricht risale a più di venti anni fa, deve essere rivisto e corretto, altrimenti si producono squilibri devastanti come stiamo vedendo...

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  5. O mio Dio! Una lettera aperta a Renzi? Spero che l'abbia scritta a fumetti. Non tutti quelli che sono nati a Firenze sono Machiavelli.

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  6. "Renzi,solo diciassettenne all'epoca di Maastricht",ha infatti già cambiato la parola d'ordine.Ce lo chiede Chiara,adesso,e sa di piano B.Semmai ci stufassimo di morire per Maastricht,dovremo farlo per i nostri figli.Vermi.

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  7. E pensare che la Francia non ha avuto un monti, creando un -9% di PIL è un massacro di disocupati e imprese, sforando regolamente il deficit del 3%. Se l'economia francese avrebbe avuto una dinamica come quella italiana da monti in poi, sono sicuro che il FN di Le Pen sarebbe ampiamente sopra il 50%.
    È in Italia dopo questi massacri economici i Zombi del PD ancora lì al 30%, agghiaccante!!
    e non esiste assolutamente nessun dibattito politico serio sul euro, niente, nada, Zero, solo castacricchacorruzione e se usciamo dal euro ci viene a prendere l'uomo nero della crucchonia e ci castiga(fassina)
    Poi ci sono quelli che non bisogna andara a votare, mai come adesso il voto è importante in italia, anche solo per il motivo di togliere i voti a quei pazzoidi del PD e di scelta civica.
    Paolo

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  8. Contriamente agli altri, conservo un 5%-10% di possibilita' che Renzi verso fine anno, constatando il fallimento (come Monti e Letta) e ad un passo dalla sua archiviazione, per la quale Bersani e c. non spargerebbero lacrime, non decida davvero di fare qualcosa del genere. In fin dei conti e' uno molto ambizioso, finire la sua carriera politica.... A quel punto oltretutto andrebbe a far compagnia a B., e 2 casi sarebbero troppi da gestire per "loro"...La sola Lepen, per quanto brava, non credo possa farcela....a meno di un risultato straordinario in tutta europa a maggio. Comunque allargando il quadro geopolitico ci sono evidenti crepe http://aurorasito.wordpress.com/2014/04/18/fmi-brics-e-lideale-di-potenza/
    nell'impero d'occidente, che e' diventato un regime. Forza Putin.

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  9. Lo dicevano che la francia era l unica vera speranza per dare una svolta all europa ....

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  10. "Siamo decisamente in favore di un'Europa più unita" nell'ottica di arrivare a una "integrazione politica" e "restiamo fortemente pro-europeisti chiedendo molto di più di una semplice unione monetaria". Così, in una nota, i due premi Nobel per l'economia, l'indiano Amartya Sen e lo statunitense Joseph Stiglitz, hanno precisato le loro posizioni e preso le distanze dalla strumentalizzazione delle loro analisi sull'euro da parte di alcuni politici in Francia e in Europa.

    "Siamo molto turbati - osservano i due premi Nobel - dall'apprendere che in alcune prese di posizione politiche, in Francia e in Europa, le nostre analisi sul funzionamento dell'euro sono state travisate. Noi siamo decisamente in favore di un'Europa più unita e di una maggiore integrazione politica.

    L'unione monetaria - proseguono Sen e Stglitz - deve procedere di pari passo con l'unione di bilancio e l'unione bancaria e auspichiamo che questo si realizzi nei tempi previsti".

    Per i due premi Nobel, la realizzazione della moneta unica senza integrazione bancaria e di bilancio e la prospettiva di un'integrazione politica "è stato un errore economico". Ma ciò detto, i due economisti restano "fortemente pro-europeisti piuttosto che anti-europeisti e auspichiamo che si arrivi a molto di più che una semplice unione monetaria".

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    1. Non mi è riuscito di trovare in rete il link diretto alle dichiarazioni di Stiglitz e Amartya Sen di cui parli, ma solo una frase niente di meno che di Mario Monti, che riporta quanto da loro sarebbe stato dichiarato. Per cui se hai questo link diretto alla fonte originale, Easter, mandalo...
      Del resto, noi abbiamo sempre correttamente pubblicato "direttamente" le parole di Stiglitz su euro ed Europa, che sono molto chiare. Infatti il Nobel ha sempre indicato quali sarebbero le ricette necessarie da applicare all'eurozona per farla funzionare, ossia le solite: unione bancaria e fiscale, banca centrale al servizio del Tesoro e politiche espansive invece che austerità. Ma allo stesso tempo ha anche sempre detto molto chiaramente che, "senza queste riforme", l'eurozona non può funzionare, e dunque è meglio uscire che suicidarsi.
      Questo è uno degli ultimi suoi articoli apparsi su Project Syndicate
      Qui un altro
      E qui un altro ancora
      Parole autentiche, chiare e dirette.
      A quelli che, come qualcuno sul Fatto Quotidiano, sostengono che i "populisti" pescano da mezze frasi raccattate qua e là per sostenere le loro tesi distorcendone il significato, rimandiamo direttamente l'accusa al mittente. Qui ci sono articoli interi che argomentano e spiegano in maniera chiara... Il link?

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  11. http://www.ansa.it/europa/collection/rubriche/speciali_elezioni2014/2014/04/14/nobel-sen-e-stiglitz-serve-piu-europa-economica-e-politica_c9949ee9-29b0-4d6b-8da5-f4550bae5a27.html In caso contrario aspettiamo una smentita...

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    1. Guarda, questa è la precisa dichiarazione, fatta su richiesta di Mario Monti (ahahahah!) :

      "PRO-EUROPE STATEMENT BY NOBEL LAUREATES AMARTYA SEN AND JOSEPH STIGLITZ

      We are very distressed to learn about the misuse of our analyses of the functioning of the euro, which we gather is occurring in some political pronouncements in France and other European countries.

      We are strongly in favor of a more united Europe, ultimately with political integration. Currency union should go along with a fiscal union, and a banking union, both of which we hope will occur in due course. While we do believe that to institute a currency union without a banking and fiscal and ultimately political integration is an economic mistake, we remain strongly pro-European, rather than anti-European, wanting much more than a mere currency union.

      10 April 2014

      Amartya Sen - Harvard University
      Joseph Stiglitz - Columbia University"

      QUINDI:

      Pro-European, non vuol dire pro-euro.
      Resta il fatto che l'euro è un grande mistake, e che ci vorrebbe molto di più che una mera unione monetaria, ma anche bancaria e fiscale.

      Forse se glielo dicono loro, alla Merkel, magari...

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  12. Chi crede ancora nella favola della virtuosa Germania, si dovrebbe leggere un po la storia della treuhandanstald di berlino, un unico fogno corrotto fino al midollo.
    -4000 processi per corruzzione.
    -distruzzione e smantellamento totale del industria della DDR.
    -millioni di disocupati, con costi sociali altissimi fino a oggi.
    -la Treuhand quando fu chiusa ebbe un deficit di 270 mrd. DM
    -vendita di 37 milliardi di m2 di terreni agricoli per somme ridicole.

    qui un articolo della giornalista Franziska Augstein sul operato della treuhandanstalt. purtroppo in tedesco, in italiano naturalmente non si trova niente.

    http://www.sueddeutsche.de/politik/ddr-treuhand-anstalt-ausverkauf-der-republik-1.137266

    In italia abbiamo gente come tito boeri che prende l'operato della treuhandanstalt come esempio da seguire. sto deficiente bisognerebbe andarlo a prenderlo a casa sua e trasferirlo nella ex-DDR, che provi un po lì a racontare le sue stronzate collossali sulla treuhandanstalt, lo prenderebbero a sciaffi e a pugni come minimo, Rohwedder, presidente della Treuhand fu assassinato nel 1991.

    cito un po boeri:
    Per arrivare a questo risultato bisognerebbe dare in gestione questi beni a un' agenzia, preferibilmente gestita a livello europeo onde distanziarla ulteriormente dalle pressioni della classe politica. Il suo obiettivo non dovrebbe essere la vendita, ma la valorizzazione del nostro patrimonio, e la destinazione automatica, obbligatoria di tutti i proventi alla riduzione del debito pubblico. Un modello di riferimento è quello della Treuhandanstalt che si è trovata a gestire il patrimonio pubblico dello Stato tedescoorientale.

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/10/14/la-mossa-per-salvarsi.html?ref=search

    mani pulite fü niente nei confronti della treuhandanstalt,
    ma il governo tedesco, responsabile della Treuhand fu rieletto nel 1994, in italia cambiarono tutta la classe politica, e si installò un marciume politico senza precendenti.


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    1. Grazie. Provo a girare l'articolo in tedesco a Matteo il germanofono.

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    2. lettura suggerita: Anschluss di V. Giacchè

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