25/08/14

Guardian: Rivolta sull'Austerità fa Cadere il Governo in Francia, seguirà anche l'UE?

Sul Guardian, John Palmer commenta la notizia della caduta del governo francese, conseguenza della crisi economica che vive tutta l'eurozona. Il giornalista constata che, se non ci dovesse essere un atteggiamento cooperativo da parte della Germania, l'eurozona - e la stessa Unione Europea - rischiano di collassare. E noi sappiamo bene quali siano le probabilità di un ravvedimento da parte della politica tedesca.

Se c'erano ancora dubbi sulla gravità della crisi che minaccia il futuro dell'euro - e potenzialmente della stessa Unione Europea - l'annuncio shock della crisi di governo in Francia dovrebbe metterli a tacere.
 
Le tensioni all'interno del governo socialista francese sono andate crescendo per mesi, mentre l'economia minacciava una doppia recessione. Ma è stata la critica pubblica da parte del ministro dell'economia francese, Arnaud Montebourg, sull'accettazione da parte di Parigi dell'austerità imposta dall'eurozona, che ha portato il presidente Hollande a chiedere la formazione di un nuovo governo.

 
L'ironia è che alcuni dei timori espressi da Montebourg circa l'economia francese che si avvia alla deflazione sono stati espressi anche dal presidente della Banca centrale europea (BCE), Mario Draghi, in un importante ma poco noto discorso tenuto venerdì sera negli Stati Uniti. Draghi non ha nascosto la sua crescente preoccupazione per la stagnazione dell'economia dell'eurozona e il mancato stimolo alla domanda da parte dei paesi in grado di farlo. Questo è un messaggio abbastanza ovvio per la Germania.

Si può presumere che - sotto le direttive del presidente Hollande - il primo ministro francese, Manuel Valls, proporrà debitamente  un nuovo governo, depurato dai dissidenti. Ma sarebbe molto sorprendente se lo stesso dibattito innescato da Montebourg non tornasse
molto presto a perseguitare i responsabili politici francesi. Ma quel che è nuovo, e potenzialmente molto preoccupante, è la prospettiva che il tempo a disposizione del governo francese per evitare il disastro - e il tempo di tutta l'eurozona nel suo insieme - si stia rapidamente esaurendo.

Draghi e la BCE vogliono chiaramente agire rapidamente per ammorbidire ulteriormente la politica monetaria, possibilmente includendo gli acquisti su larga scala di debito pubblico e privato. Ma tempi per farlo non sono interamente nelle mani della BCE, ed è ancora possibile che il governo di Berlino - sotto la pressione della Bundesbank - punti i piedi. Né vi è molto entusiasmo a Berlino sull'adozione di misure fiscali per stimolare la domanda in tutta l'eurozona.
 
Il pericolo è che se la zona euro dovesse scivolare
sempre più in una deflazione vera e propria, diventerà ancora più difficile invertire la tendenza economica. Sotto la superficie, tuttavia, il dibattito potrebbe centrarsi sulla scala dell'azione da intraprendere, per timore che la scelta possa diventare o salvare l'euro o salvare la stessa UE. All'interno della coalizione della Merkel, aumentano le pressioni  per un cambio di direzione economica al fine di evitare una catastrofe, non solo economica, ma anche politica, sull'integrazione europea.
 
Questa presunta "nuova direzione" non solo deve includere un QE di emergenza da parte della BCE, ma anche uno stimolo alla domanda da parte dei governi, eventualmente accompagnato dalla parziale temporanea
sospensione di alcune delle regole della zona euro su deficit e inflazione. Ma è pure essenziale il massimo dispiegamento delle capacità complessive della UE di finanziare una sorta di "New Deal", guidato da un massiccio aumento degli investimenti sull'energia, i trasporti, l'ambiente e le infrastrutture sociali.
 
E' una direzione che lo stesso presidente Hollande sarebbe ben felice di sostenere, se solo potesse mantenere la facciata di un'incontrastata autorità di governo e di continuità della strategia di Parigi. Sarà un trucco difficile
da attuare, per lui. Anche il governo italiano guidato da Matteo Renzi è consapevole del fatto che la sua luna di miele politica sta volgendo al termine, e sta conducendo una campagna, appena dissimulata, per un cambio di strategia nell'eurozona.  

Quando il gioco si fa duro, nei conclavi delle riunioni ministeriali dell'eurozona potrebbe formarsi una chiara maggioranza favorevole a politiche nuove da realizzare con urgenza. Perfino in Finlandia, tradizionale alleato della Germania sulla linea dura dell'austerità, si sentono nuove voci che mettono in guardia sull'imminente catastrofe economica.  
 

La Merkel cederà alle pressioni per una nuova iniziativa nell'eurozona? Sarebbe sorprendente se non lo facesse. Più di ogni altro governo dell'UE, la Germania sa fin troppo bene quello che potrebbe seguire la disintegrazione dell'euro. La sopravvivenza dell'integrazione europea potrebbe essere in gioco. Gli eventi in Ucraina e altrove mostrano un promemoria riguardo il prezzo che un'Europa debole e disunita potrebbe ora pagare per un errore di calcolo economico.

 (NdVdE: eh sì, perché noi sappiamo che la Germania  non segherà il ramo su cui è seduta... !

6 commenti:

  1. la Germania potrebbe anche acconsentire a un QE. potrebbe anche.

    il punto è che con QE e allentamento dei vincoli è possibile mantenere in vita l'unione, ma non risollevarne lo stato di crisi.

    del resto la crisi permanente, magari di un livello di severità non superiore a quello attuale, è proprio l'obiettivo dei governi europei.

    è ancora molto presto per immaginare risvolti positivi.

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  2. Qualsiasi forma di allentamento dell' austerità, non favorirebbe, allo stato attuale della struttura Ue / Eurozona, la crescita e non appianerebbe gli squilibri interni all' unione monetaria, ma contribuirebbe solo a rilanciare tali squilibri. La Germania avrebbe tutti gli interessi ad allentare l'austerità, perché così facendo le sue esportazioni potrebbero riprendere grazie alla ripresa della domanda nei paesi EU. Ma gli altri paesi non vedrebbero una ripresa effettiva ma al limite solo qualche "fuoco di paglia".
    Esempio:
    Se non hai più i soldi per comprarti la Bmw ti compri una Punto usata.
    Se ritornano i soldi, non ti compri due Punto usate, ma ti compri la Bmw.
    E poi, come dice Bagnai, la Germania non è una signora alta e bionda che vive al nord e dopo anni che ha convinto il suo popolo e non solo, che i PIIGS sono delle cicale che hanno vissuto "al di sopra delle proprie possibilità", la vedo dura che di botto cambi strategia comunicativa.

    p.s. Lo so l' esempio è un po' banale, ma credo renda l'idea !!

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  3. ...si sentono nuove voci che mettono in guardia sull'imminente catastrofe economica.

    Una imminente catastrofe economica?
    Ma guarda, chi mai avrebbe pensato una simile eventualità.

    Ma toglietevi dai piedi teste di c.... , forse siete ancora in tempo a salvarvi la vita.

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  4. Vedrò la cose da un punto di vista diverso dalla maggioranza ma maturate in oltre 30 anni di lavoro come controller. Sono abituato alla sintesi estrema per capire e conseguentemente trovare la soluzione. Ebbene, credo che non ci sia la soluzione. O meglio, è solo un "prendere tempo" ma alla fine il giocattolo capitalista crollerà come un castello di sabbia. E' la causa è dovuta ad un paio di cosette da nulla. L'espansione fondata sul debito. Un concetto dal mio punto di vista bestiale oltre che assurdo. Ma si spiega che ci guadagnano in pochissimi a fronte di milioni che stanno sempre peggio.
    E' una ruota. Oggi in occidente, domani in oriente...................la gente non lo capisce e segue i pifferai di turno. Questa è la vera tragedia.
    La seconda causa fa emergere ancor più l'assurdo del capitalismo-consumismo. Si parte dal presupposto che le risorse siano infinite. Bravi.
    Io penso invece che di infinito ci sia solo l'espansione dell'universo (che alla fine imploderà) e ancor più l'imbecillità umana................................Amen

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  5. L'Europa, Germania inclusa, è pronta per misure straordinarie. Monetizzazione dei debiti, garanzie della BCE, rafforzamento di Target 2 a compensazione degli squilibri di CA, abbattimento dei tassi e degli spread, piano di investimenti pubblici in contropartita di "riforme". Si tratterà di misure progressive. Ma nessuno oserà tornare indietro, tanto più con i mercati che spingono nella stessa direzione. Basterà? Io non sottovaluterei la volontà politica.

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  6. Questa è la new entry:

    Austria, ministro Finanze si dimette per polemiche su riforma fisco

    https://it.notizie.yahoo.com/austria-ministro-finanze-si-dimette-per-polemiche-su-082342079--business.html

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