24/10/14

La proposta sul debito di Alberto Montero Soler adottata da Podemos

Dal Blog del prof.  Alberto Montero Soler, una proposta di revisione e ristrutturazione del debito spagnolo che secondo l'economista dovrà necessariamente accompagnare il paese nel suo percorso di uscita dall'eurocrisi e di riconquista della sovranità. La proposta è stata adottata dal nuovo movimento di opposizione Podemos.  Via Kappa di Picche

di Alberto Montero Soler, 20 Ottobre 2014
Questo fine settimana si è svolta l’Assemblea di Podemos a Madrid dove, assieme alla discussione del modello di partito da decidersi con un voto dei sostenitori in questa settimana, si dovevano anche adottare cinque linee di programma per la azione politica del partito, tutte democraticamente decise dagli stessi sostenitori.

Giorni prima, insieme ai miei colleghi Bibiana Medialdea e Nacho Alvarez, preparammo una risoluzione sulla revisione e ristrutturazione del debito che abbiamo avuto l’onore di avere approvata al quinto posto, con quasi il 23% dei voti, dopo quelle sulla pubblica istruzione, la lotta alla corruzione, la difesa della casa come diritto e la difesa della sanità pubblica.


Gli echi della nostra risoluzione sono apparsi immediatamente in tutti i media perché, in gran parte, si è venuto a chiarire una delle proposte che avevano fatto più rumore nel programma per le elezioni europee: il default sul debito. Penso che ora le cose stanno diventando più chiare, le proposte si stanno raffinando e sempre più persone capiscono che dietro di loro c’è sia tanta capacità tecnica sia la volontà di cambiare questo paese a favore della maggioranza popolare. Un’altra cosa è che a quelli che abbiamo contro non piaccia ciò e che si dedichino ad abbaiare. Ma questo non è più un nostro problema.

Di seguito vi lascio la risoluzione adottata nel caso in cui  avreste voglia di leggerla.

Revisione e ristrutturazione del debito: una proposta per Podemos

Alberto Montero Soler, Bibiana Medialdea García e Nacho Álvarez Peralta

(Risoluzione presentata dagli autori all’Assemblea di Podemos e avallata dal Circolo 3E [Economia, Ecologia e Energia, NDR] )

Una delle principali restrizioni per l’applicazione di un programma di rilancio economico e transizione verso un nuovo modello produttivo e distributivo deriva dagli elevati livelli di indebitamento, tanto privato quanto pubblico, dell’economia spagnola.

Se non si affronta con decisione e in maniera ordinata la risoluzione del problema del debito, le possibilità di applicare misure di politica fiscale espansive e che queste inducano comportamenti consonanti da parte degli agenti privati si porrebbero seriamente in dubbio. O, che è lo stesso, i margini per l’applicazione di un programma di recupero della sovranità economica como quello che propone Podemos risulterebbero compromessi.

È per questo che si impone, come condizione necessarie e ineludibile per l’applicazione di questo programma economico, affrontare la problematica del debito da un duplice punto di vista.

Da un lato, è necessario realizzare una analisi del processo di indebitamente pubblico e privato e delle sue conseguenze a partire da criteri sociali e non esclusivamente economici. Per questo bisogna condurre una revisione gestita da esperti indipendenti sotto un efficace controllo sociale. Il controllo della cittadinanza deve garantire la trasparenza del processo, la scelta di alcuni criteri che prioritizzino gli interessi collettivi, come la pubblicazione e la diffusione massiccia dei risultati dell’audit. In tal modo la revisione cittadina dovrebbe convertirsi in un meccanismo di socializzazione popolare del problema che stiamo affrontando, della sua origine e delle sue conseguenze derivate dalle distinte possibilità di una sua risoluzione.

Dall’altro lato, è necessario lanciare una strategia per la ristrutturazione ordinata del debito, tanto pubblico come privato. Affinché ottenga i migliori risultati possibili, è utile che detta ristrutturazione trascenda l’ambito statale per essere iniziata in una maniera coordinata, almeno, dalle economie periferiche europee. Lavorare in questo senso deve essere una priorità. In ogni caso, non si deve scartare la possibilità di promuovere il processo di ristrutturazione di forma unilaterale se non ci siano le condizioni politiche per la soluzione coordinata a livello internazionale.

Entrambi gli interventi, revisione e ristrutturazione, hanno finalità e connotati differenti pur essendo complementari in una prospettiva politica e sociale. Inoltre, questa complementarità non si deve vedere come una relazione di interdipendenza simbiotica al quale si riferisce la loro applicazione. Di più, con l’indipendenza dal fatto che l’audit sul debito si compia o meno e di quale sia il suo risultato, ciò che deve risultare chiaro è che, con l’obiettivo di dotare di effettiva potenza trasformatrice il programma di Podemos, sarà ineludibile realizzare una ristrutturazione ordinata del debito. Questa posizione è difesa, per esempio, da istituzioni così poco sospettose di favorire gli interessi dei debitori come lo stesso FMI.

Vediamo sinteticamente entrambi gli strumenti di intervento in forma differenziata.

Cosa dovrebbe promuovere Podemos in materia di revisione e perché?

Un audit cittadino del debito è uno strumento di consapevolezza e mobilitazione sociale attraverso del quale la cittadinanza organizzata inizia una revisione dell’origine e dello stato del debito, dovendo abbracciare in questa revisione sia il debito pubblico sia alcuni componenti di quello privato. La finalità della revisione è andare più in là di quanto ispezionato dalle istituzioni pubbliche che operano in questo settore e che, per questo effetto, si limitano a controllare e certificare la legalità dei procedimenti. Il suo obiettivo finale è conoscere e diffondere qual è la grandezza, le condizioni, l’oggetto e le responsabilità dell’indebitamento che si è prodotto nella società. Come risultato di questo processo, la cittadinanza potrà discernere in maniera adeguata quale debiti possono considerarsi illegittimi.

Questo sarà il caso, per esempio, del debito pubblico che si dimostri essere stato contratto contro l’interesse generale perché le risorse finanziarie che si ottennero si dedicarono a salvaguardare i privilegi dei gruppi di potere, invece di destinarsi alla soddisfazione e alla protezione dei diritti basilari riconosciuti nella costituzione.

In definitiva, mediante la revisione del debito si cerca di chiarire quali debiti possano considerarsi illegittimi, sia in funzione della loro origine (fondamentalmente quelli derivati da spese che favorirono interessi particolari invece di generali), sia a causa di un processo di indebitamento irregolare (è il caso delle clausole abusive o dei problemi informativi), sia a causa di elementi derivati dalla sua esecuzione. Cionondimeno, l’audit deve determinare il grado di corresponsabilità dei governanti e dei creditori in questi processi.

In ultima istanza, conviene enfatizzare che, oltre la distinzione e la quantificazione dei debiti legittimi e illegittimi, uno degli obiettivi prioritari dell’audit è il rinforzo della consapevolezza sociale rispetto alla situazione reale di indebitamento e le sue implicazioni. La informazione vera e completa è la forma più efficace di porre in dubbio il dogma che tutto il debito deve essere pagato indipendentemente dalle conseguenze che da ciò derivano sulla capacità dello Stato di sostenere le necessità basilari della popolazione e rendere fattibile il recupero economico. L’audit sul debito già meriterebbe di essere realizzato solamente per questa ragione; specialmente quando per mezzo di questa strada si rinforzano le condizioni sociali soggettive per affrontare il processo di ristrutturazione del debito che, in ogni caso, questo Paese deve compiere. Lo spieghiamo di seguito.

Cosa dovrebbe promuovere Podemos in tema di ristrutturazione del debito e perché?

Il punto di partenza della posizione di Podemos in materi di ristrutturazione del debito deve essere lo sforzo al fine di instaurare come senso comune l’idea che la ristrutturazione è una conditio sine quae non per la applicazione di qualunque programma economico che abbia come obiettivo il recupero delle condizioni economiche e di benessere della popolazione.

Ciò significa che è necessario vincere l’obiezione che suggerisce che non vogliamo pagare i debiti, dimostrando come non sia una questione di volontà, e neppure di equità sociale (nonostante sia anche questo), piuttosto che si tratta  in primo luogo di una questione di efficienza economica e di necessità: nel segno dell’euro, l’economia spagnola non può tornare su un cammino di stabilità e crescita – mentre intenta trasformare il suo modello produttivo – se non si impegna in un processo ordinato di ristrutturazione del debito pubblico che permetta di liberare a tali fini le risorse che ora sono trasferiti dai Presupuestos Generales del Estado (l’equivalente spagnolo del Documento Economia e Finanza) – ergo, dalle nostre tasse – a i titolari del debito – vale a dire, principalmente alle istituzioni bancarie e finanziarie.

Fino a quando questa dinamica non si interromperà, il debito pubblico continuerà ad aumentare o, in sua mancanza, dovranno generarsi importanti surplus fiscali primari destinati a cancellarlo. Vale a dire, che gli sforzi fiscali che si farebbero per incrementare gli introiti pubblici non si potrebbero destinare al soddisfacimento di livelli crescenti di benessere sociale ma piuttosto che continueranno ad essere trasferiti ai titolari del debito, che sia sotto forma di interessi o attraverso la cancellazione del suo capitale a scadenza.

Per essere efficace in termini di riattivazione economica, le condizioni della ristrutturazione devono abbracciare tutte le dimensioni del debito. Ciò comprende: rinegoziazione del tipo di interesse e, qualora applicabile, periodi di proroga; allungamento dei termini di estinzione e ammortizzazione del debito; e , infine, cancellazioni parziali.

In maniera analoga, senza un processo di ristrutturazione del debito contratto dagli attori del settore privato – ancora più indebitato di quello pubblico – non sarà possibile nemmeno che la politica economica possa propiziare un cambio di passo significativo né dei livelli di investimento né dei consumi. Non sarà la ripresa economica che faciliterà il deleveraging [riduzione del livello di indebitamento, NDR] di imprese e immobiliare piuttosto, al contrario, la ristrutturazione del debito delle aziende e , specialmente, delle ipoteche, è la via necessaria per il rilancio della domanda interna. In concreto, una riduzione del valore nominale delle ipoteche sulle prime abitazioni nel caso di famiglie che rispettino alcuni criteri sociali è un buon punto di partenza per tale ristrutturazione.

Per quanto detto, Podemos proverà a promuovere a livello europeo e, soprattutto, tra i paesi periferici, un processo di ristrutturazione ordinata del debito. Quindi, insistiamo sul fatto che se, nonostante la convergenza di interessi, non esiste una convergenza di volontà a livello politico tra gli stati periferici, la Spagna dovrà iniziare a intraprendere la ristrutturazione in solitaria o in compagnia di quei paesi che vi saranno disposti. In ogni caso, il peso economico della Spagna all’interno dell’Eurozona e la quantità del suo debito estero rendono praticabile la possibilità di capeggiare questo processo o, nel caso estremo, che le sue proposte debbano essere seriamente considerate da parte dei creditori.

Dall’altro lato, è fondamentale che la strategia di ristrutturazione abbia una natura cooperativa tra creditori e debitori e non faccia prevalere, come nel caso greco, gli interessi dei primi su quelli dei secondi.

Infatti, il trattamento del debito greco intermediato dalla Troika rende manifesto che le ristrutturazioni che si impongono per volere dei creditori, anche quando arrivassero a supporre cancellazioni parziali come accadde con il debito greco nel 2011, non si mettono in atto con la volontà di risolvere il problema di indebitamento del debitore, bensì di allungare nel tempo i trasferimenti di risorse verso i creditori. Solo trattando soluzioni cooperative si potrà affrontare la problematica del debito con una prospettiva di risoluzione duratura nel tempo. E per far ciò si rende imprescindibile una intermediazione equidistante tra debitori e creditori, così come la volontà politica ferma di anteporre gli interessi collettivi sopra gli interessi particolari del settore finanziario privato, principale creditore.

L’obiettivo non è non pagare il debito. L’obiettivo è recuperare un livello di indebitamento e un sentiero di sostenibilità dello stesso che renda possibile il recupero dei livelli di benessere della popolazione, così come la trasformazione di un modello produttivo che, se non si farà, condannerà l’economia spagnola a una situazione di dipendenza e sottosviluppo non degna delle possibilità e delle potenzialità della nostra società. Lo scenario alternativo alla ristrutturazione del debito che si apre davanti ai nostri occhi è quello di una degradazione crescente dei servizi sociali pubblici, la prolungata stagnazione economica, l’elevatissima disoccupazione strutturale e, in definitiva, quello di un decennio perduto.


Tradotto da: @spud85

6 commenti:

  1. "la ristrutturazione è una conditio sine quae non per la applicazione di qualunque programma economico..."
    Qualcuno saprà spiegarlo agli economisti nostrani che ritengono che l'usicta dall'euro risolva automaticamente anche il problema del debito pubblico (che ricordo essere ben più alto di quello spagnolo)?

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  2. vincenzo non si ristruttura in modo violento,la banca centrale fissa il tasso di sconto 1 o 2 punti percentuali sotto l' inflazione ogni anno e voila' senza patemi in pochi anni il debito rispetto al pil si dimezza in termini reali

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  3. Anonimo, grazie dell'intervento, ma temo di non poter concordare.
    Il iasso di sconto può influire sugli interessi da pagare, ma non vedo come p ossa intaccare il debito in quanto tale.
    Avendo la sovranità monetaria, si potrebbe stampare moneta a sufficienza per autorimborsarsi i titoli in scadenza senza doverli rinnovare, ma un'operazione così massiccia avrebbe effetti devastanti sull'inflazione.
    Rimango dell'opinione che certi titoli, la cui individuazione andrebbe accuratamente definita, non dovrebbero essere rimborsati.
    Ricordo che al di là dei problemi specifici della zona euro, esiste una situazione gravissima che non risparmia nessun paese, ed è costituita dalla privatizzazione del sistema bancario e della cessione ad esso di sempre maggiori poteri sovrani nazionali. Se non si distrugge questa cupola bancaria che ci opprime, non vedo come se ne possa uscire.

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    1. Hai ragione Vincenzo.
      Ma l' inflazione si puo' modulare con politiche monetarie E FISCALI.
      Se si vuole un po' di inflazione, fidati, e' facilissimo. Se se ne vuole di meno e' piu' difficile ma si ouo' ottenere. SONO 40 ANNI CHE CALA, D' ALTRONDE!

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    2. Sono naturalmente d'accordo che un'inflazione maggiore sarebbe oggi una vera benedizione, ma il paradosso dell'attuale situazione è proprio che l'inflazione non parte non perchè non ci sia tanta di quella liquidità da giustificarne un forte aumento, ma perchè essa rimane confinata nei circuiti bancari, una specie di bomba tenuta accuratamente sotto controllo. Tale controllo tuttavia è contemporaneamente causa del fatto che i QE non diano frutti significativi in termini di aumento dell'attività economica.
      In ogni caso, la bomba sta sempre lì non disinnescata e sono certo che prima o poi scoppierà facendo saltare assieme il sistema bancario ei suoi titoli spazzatura, ma, visto che i governi hanno deciso di salvare fino a qui le banche, coinvolgerà lo stesso denaro.
      Sono forse catastrofista, ma vi assicuro che mi auguro solo di sbagliarmi.

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  4. allora cio' che conta e' il valore reale di un debito (non quello nominale),se tu hai inflazione esempio al 5 ma paghi un 3% sui titoli di stato che riacquista la tua banca centrale (ovvio in sovranita' monetaria) tu ogni anno lasci il 2% di valore reale che dai detentori dei titoli va allo stato sotto forma di differenziale,un 2% facendo una accumulazione finale di n annualita' posticipate e limitate porta (semplice matematica finanziaria) in tot anni a dimezzare debito in valore reale.E' chiaro?E' matematica e non e' un opinione

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