Secondo Tom Luongo, l’approvazione della Direttiva sul diritto d’autore (con il solito metodo-Juncker) è l’estremo e futile tentativo di un’oligarchia di eurocrati di controllare l’informazione attraverso la cooptazione delle maggiori piattaforme digitali. In particolare la link-tax e il filtro di upload, oltre ad essere normative liberticide, finiranno per essere del tutto inadeguate allo scopo di bloccare le informazioni non allineate al mainstream.
di Tom Luongo, 27 marzo 2019
La nuova, pervasiva, Direttiva UE sul diritto di autore è stata approvata dal Parlamento europeo, garantendo che il modo in cui usiamo internet cambierà in futuro.
E non in meglio.
Le parti controverse sono l’articolo 11 e 13: la “link tax” e il “filtro di upload”. Per avere un’idea di quanto siano terribili queste nuove regole, potete guardare un po’ ovunque su internet, soprattutto quest’articolo di Gizmodo (che spero non mi addebiti la link tax per aver messo questo link!).
Guarderei anche questo video di Dave Cullen, che risiede in Irlanda, vale a dire nella UE, che spiega cosa ne pensa lui.
Dave solleva un buon numero di ottimi argomenti sulle conseguenze dell’applicazione degli articoli 11 e 13, che non mi metterò a discutere.
L’arroganza e la testardaggine dei Parlamentari UE nel forzare l’approvazione di questa direttiva senza nemmeno ascoltare le motivazioni degli emendamenti la dice lunga su quanto questa legge sia stata comprata e pagata.
E sapete chi è l’acquirente. Le stesse persone che al momento stanno dietro al sabotaggio della Brexit – il popolo di Davos. Non voglio soffermarmi su questo punto, dato che ne ho già parlato di recente (qui) e in passato (qui).
Controllando “The Wire”
Ma ci sono ragioni molto valide per ritenere che questo blitz finalizzato al controllo del flusso dell’informazione da parte della UE sia un altro esempio del loro disperato tentativo di mantenere il controllo di quello che in passato ho chiamato The Wire:
In breve, The Wire è il canale principale attraverso il quale comunichiamo tra di noi. Perfino i soldi sono parte di The Wire. Cosa sono i prezzi, se non informazioni sulle cose per cui siamo disposti a dare in cambio i nostri soldi? Senza The Wire le società moderne falliscono. Pertanto, i governi non possono spegnerlo, ma nemmeno possono permetterne un accesso senza restrizioni.
L’elettricità, il commercio, le comunicazioni, tutto viaggia attraverso The Wire.
Non è un concetto complicato, ma come tutti i concetti importanti, una volta che ti viene spiegato non puoi più smettere di esserne consapevole.
Il controllo di The Wire è l’unica battaglia che conta o che è mai contata nella società. Internet è The Wire ad ampio spettro. Pertanto, ha perfettamente senso che il suo controllo sia di primaria importanza per mantenere il controllo sulla società in generale.
Gli oligarchi delle multinazionali temono per i loro progetti. Vogliono disperatamente mantenere il controllo. Hanno lavorato decenni per far evolvere gli stati-nazione nel nuovo scintillante sovrastato transnazionale che la UE esemplifica.
La nuova Direttiva sul diritto d’autore è progettata per erigere barriere all’entrata e silenziare l’opposizione, e la sua esecuzione viene data in appalto alle piattaforme che ospitano il materiale.
E queste piattaforme sono ben felici di farlo, perché possono eliminare ogni concorrenza. Quindi, anche se i loro costi aumentano un po’, diventano immuni alla concorrenza che nel tempo potrebbe ridurre i loro margini di profitto a zero, come succederebbe in qualsiasi libero mercato.
Ricordatevi che in ogni comportamento umano, il profitto è sempre sfuggente. Con gli incentivi giusti, qualcuno viene sempre attratto dal profitto che qualcun altro sta realizzando, e troverà sempre il modo di costruire una trappola migliore capace di estrarre quel profitto.
Se si può cortocircuitare questo processo controllando The Wire, si può garantire un profitto per il lavoro fatto molto più duraturo.
In breve, ci si assicura una rendita.
False proprietà, scelte false
Ecco perchè l’industria della musica e dei film vogliono che i loro IP siano protetti dalle politiche di fair use (utilizzo equo). Vedono ridursi i propri margini e vogliono continuare a ricaricare un profitto ad ogni uso/visualizzazione/ascolto delle cose su cui hanno i diritti d’autore, ben al di là di quanto il pubblico sia disposto a pagarli.
Per queste compagnie è troppo costoso venire a cercarci individualmente. Questo approccio non funziona, se non in casi molto isolati. Certo, possono escludere dalle loro piattaforme Alex Jones o Sargon di Akkad, ma, prevedibilmente, questi comportamenti hanno un ritorno di immagine negativo.
E tuttavia consacrare il meccanismo in un testo di legge lo porta ad un altro livello. Si tratta di un’altra "Scelta di Hobson" (ossia una scelta obbligata, NdVdE) di fronte alla quale si mette la gente, che o accetta le regole di queste aziende erogatrici di servizi di pubblica utilità – assicurando il loro regime di monopolio –o altrimenti internet diventerà inutilizzabile.
Questa direttiva è puro protezionismo dei grandi produttori di media, che siano notizie, musica, film, ecc., i cui modelli di business non sono semplicemente collassati, ma sono letteralmente sussidiati da altre industrie profittevoli, per esempio il Washington Post è, di fatto, una società di Amazon.
Quindi, di fatto, gli articoli 11 e 13 sono un regalo alle grandi società, almeno in teoria.
Ma sono completamente negativi? Il futuro sarà fatto di leggi e controlli di questo tipo?
Probabilmente no.
La deflazione degli IP (Internet Protocol)
Analizziamo in particolare la link tax. Per farlo guardiamo allo scenario peggiore, dove la UE disconosce tutti i trattati internazionali e le questioni relative all’imposizione fiscale e il nostro governo (ossia il governo USA, NdVdE) va avanti con queste assurdità.
Allora, voglio fare un link a un articolo di Der Speigel per dire alcune cose di Angela Merkel.
Per farlo, in accordo all’articolo 13, devo ottenere la licenza per fare un link al loro sito, e pagare un certo importo. Diciamo che l’importo sia di 100 dollari. Invece di pagare, la mia reazione naturale sarebbe quella di non mettere il link e fare un semplice riferimento.
Metterò un estratto dell’articolo e non il link.
Se la cosa non funziona e WordPress elimina il mio post, farò uno screenshot alla sezione dell’articolo che mi interessa e non metterò il link. Questa pratica richiede un algoritmo più sofisticato per accorgersi di quello che ho fatto.
E nel peggiore dei casi, se se ne accorgono, semplicemente non metterò nessun riferimento. Scriverò l’articolo in modo da non averne bisogno. Lo Spiegel non otterrà più le visite che avrebbe avuto dal mio link. E nemmeno incasserà i 100 dollari.
Il risultato è che il loro ranking nelle ricerche di Google peggiorerà.
E io riuscirò a tenere alto il mio traffico e il mio pubblico soddisfatto.
Chi vince? Io o loro?
Io.
Specialmente se tengo il costo per linkare i miei contenuti al suo vero valore, ossia zero.
Per quel che mi riguarda, un link è pubblicità gratuita. So che ogni link è un regalo che paga grandi dividendi. Ringrazio le persone che mi contattano per avere il permesso di citare il mio lavoro.
Il significato di quello che faccio è raggiungere un’audience più ampia possibile. Perché mai dovrei mettere qualche barriera?
Mettete tutto questo in prospettiva. Il 95% delle notizie che leggete è una riformulazione di un comunicato stampa di un governo o di un’azienda. Se pensate che qualcuno non possa riscrivere i comunicati dei governi o delle agenzie per meno di 100 dollari l’uno, siete pazzi.
Funziona come nelle vendite al dettaglio. Amazon sta facendo fallire i venditori locali perché le merci che si possono facilmente trasportare vengono semplicemente consegnate in maniera più efficiente se non si deve tenere in piedi un negozio fisico. Il costo del suo mantenimento e le persone che vi si recano sono uno spreco di capitale scarso e prezioso.
E’ un modello vecchio senza futuro.
Le società di informazione che non aggiungono nulla ma diffondono soltanto le stesse notizie con qualche piccola variante non potranno chiedere nemmeno un centesimo per i loro link. In pratica, per il 95% delle notizie, esiste qualche differenza tra Yahoo, MSN, la CNN o FOX?
No.
Se invece produci qualcosa con un valore aggiunto, le persone riusciranno a trovare una giustificazione al fatto di dover pagare. La pubblicità copre parte di quel costo. Se la gente non paga, non si tratta di un mancato introito, ma di introiti che non sono mai esistiti a quel prezzo.
Nel business di internet, i visitatori sono tutto. Perdere visitatori a causa della link tax significa gestire male il proprio business.
L’ultima battaglia
Quindi la UE ha dato a queste industrie sclerotiche e morenti tutto quello che volevano. Ma, alla lunga, la cosa si ritorcerà contro di loro e incentiverà un’intera generazione di cittadini giornalisti a riempire le nicchie e fare ricerca di prima mano.
Inoltre, la direttiva sarà inapplicabile a un qualsivoglia livello pratico, come sottolinea Dave Cullen. La UE si tirerà addosso un crollo del traffico da e verso i suoi intervalli IP.
Mentre il costo di The Wire per ogni megabyte di traffico diminuisce, pensate al 5G, lo stesso succede al costo di resistere al controllo. Un costo inferiore della banda rende possibile il networking peer-to-peer e le organizzazioni autonome decentralizzate, che perfino i più incalliti cripto-entusiasti non hanno ancora concepito.
E una volta che non ci saranno più corpi intermedi a cui rivolgersi per far applicare la politica sul diritto d’autore, ritorniamo al punto di partenza: andare a cercare i singoli individui. A quel punto la partita è conclusa.
Questo scenario è lontano nel tempo e il presente sarà difficile da affrontare, ad essere ottimisti. Ma non ce ne staremo fermi. Mi dispiace per persone come Dave Cullen, che hanno costruito ottimi contenuti e ora devono affrontare ostacoli veri.
Non li invidio per nulla.
Ma a me questa sembra l’ennesima mossa disperata da parte di uomini vecchi che combattono l’ultima battaglia per mantenere il controllo di The Wire, che gli sta scivolando tra le dita, e che scrivono leggi già superate prima ancora che vengano implementate.
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