15/06/12

Crisi del Debito dell'Eurozona - "Bisogna parlare della Germania!"

Da Eurointelligence un lungo articolo (tradotto quasi integralmente) di Satyajit  Das, economista e finanziere autore di Extreme Money, che ci mostra la trappola in cui la Germania  si è rinchiusa con le sue proprie mani: sia che continui coi salvataggi, sia che faccia crollare l'eurozona, è comunque il paese più esposto.





di Satyajit Das - Ora si tratta della Germania, non di Grecia, Spagna, Italia, Irlanda e Portogallo!

La Germania è finanziariamente vulnerabile. Indipendentemente dal corso degli eventi, si trova davanti dei costi rovinosi. 

 
Oh Che bella Crisi ...

Ad oggi, la Germania ha vissuto molto bene la crisi Europea del debito.

L'economia Tedesca è una delle poche economie che dal 2008 sono cresciute. La disoccupazione è bassa e i lavoratori hanno avuto aumenti di stipendio.

I tassi di interesse sui suoi titoli di Stato, i Bund, sono ai minimi record. Il 23 maggio 2012, i titoli a due anni sono stati emessi con una cedola pari a zero e hanno dato agli investitori un rendimento dello 0,07% annuo, spingendo il Financial Times a pubblicare il titolo: Oh Schatz: No Coupon (il titolo Tedesco a due anni è conosciuto come il Schatz). Pochi giorni dopo le obbligazioni rendevano lo zero per cento. Poco dopo, il rendimento sui titoli a 2 anni è diventato negativo. I tassi bassi riflettono il fatto che i titoli Tedeschi sono considerati beni rifugio in quanto gli investitori fuggono dagli altri mercati Europei.

Politicamente, l'importanza della Germania non è mai stata così grande. La Cancelliere Angela Merkel cavalca l'Europa come un Bismarck femmina (punto di vista Tedesco) o una Gorgone (punto di vista Greco).

Il successo della Germania si basa su una economia fortemente basata sul settore manifatturiero. E' anche il risultato delle riforme strutturali del cancelliere Gerhard Schröder, in particolare del mercato del lavoro. Il recente aumento salariale del 4,3% ottenuto dall'influente sindacato IG metal è il più alto dal 1992. È interessante notare che nei recenti negoziati l'Unione ha fatto pochi progressi sul tema di maggiori controlli sul contratto di lavoro, che le aziende utilizzano per la flessibilità e la gestione dei costi.

Ma una parte significativa della crescita della Germania è stata guidata dall'Eurozona.

Con l'introduzione dell'euro i favorevoli tassi di conversione del cambio hanno artificialmente aumentato il potere d'acquisto di paesi come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. La moneta comune ha portato ad una drastica riduzione dei tassi di interesse nei paesi membri più deboli dell'Eurozona, e nel corso del tempo a una compressione degli spread del credito. Non più esposti al rischio di svalutazioni, una caratteristica costante della storia economica del dopoguerra dell'Europa meridionale, gli istituti di credito hanno generosamente prestato a questi paesi. Il debito ha alimentato il consumo e gli investimenti hanno guidato la crescita.

Gli esportatori Tedeschi sono stati i principali beneficiari di questa crescita. Le banche e le istituzioni finanziarie Tedesche hanno contribuito a finanziare la crescita. Era la versione europea di Chimerica, in cui la Cina finanziava gli acquirenti Americani dei suoi prodotti dando in prestito i suoi surplus commerciali.
Gli esportatori Tedeschi hanno beneficiato anche di un Euro a buon mercato, ricevendo un sussidio significativo dall'inclusione nella valuta comune delle economie più deboli come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. Questo vantaggio di costo ha favorito le prestazioni Tedesche nelle esportazioni verso i mercati emergenti dell'Europa dell'Est e dell'Asia.

Ma i bei tempi stanno finendo. La questione è se il Wirtschaftswunder ( miracolo economico post-seconda guerra mondiale) finisce in Götterdämmerung (il crepuscolo degli Dei) o Weltuntergang (la fine del mondo).

Feticismo Tedesco ...

I punti di forza della Germania, in particolare il suo feticcio dell'export, sono in realtà delle debolezze. Le esportazioni rappresentano oltre il 40% del suo Prodotto Interno Lordo ("PIL"), rispetto a meno del 20% del Giappone e circa il 13% degli Stati Uniti. Il surplus delle partite correnti della Germania, che è più grande di quello della Cina se misurato come percentuale del PIL, è una fonte di orgoglio.
Le esportazioni hanno guidato la maggior parte della crescita della Germania negli ultimi anni. La Germania è fortemente dipendente da un settore industriale ristretto, focalizzato su beni durevoli e di investimento - automobili, macchinari industriali, prodotti chimici, elettronici e dispositivi medici. Questi settori rappresentano un quarto del suo PIL e la maggior parte delle esportazioni.
Nonostante la posizione internazionale della Deutsche Bank, il sistema bancario della Germania è fragile. Diverse banche Tedesche hanno richiesto il sostegno del governo durante la crisi finanziaria.
Altamente frammentate (in parte a causa del pesante coinvolgimento del governo) e con bassa redditività, le banche Tedesche, specialmente le Landsbanks di proprietà dei Länder Tedeschi (gli stati), hanno dei problemi. Hanno forti esposizioni verso il debito sovrano Europeo, nel settore immobiliare e in titoli strutturati.
Prima del 2005, le Landesbanken erano in grado di prendere in prestito a buon mercato, contando sulla garanzia dei governi statali. L'UE ha stabilito che queste garanzie rappresentavano dei sussidi. Prima dell'abolizione delle garanzie, le Landesbanken avevano emesso grandi quantità di prestiti garantiti dallo Stato con scadenza a dicembre 2015. Con un accesso limitato ai depositi dei clienti (detenuti soprattutto dalle banche note come Sparkassen) e nessuna garanzia di Stato, la capacità delle Landesbanken di rifinanziare debito in scadenza nei mercati internazionali rimane incerta.

Mentre insiste sulla necessità degli altri paesi di ridurre il debito pubblico, i livelli di debito Tedesco sono alti - circa l'81% del PIL. La Bundesbank, la banca centrale Tedesca, ha dichiarato che i livelli del debito pubblico resteranno al di sopra del 60% per molti anni.

Le finanze pubbliche Tedesche sono anche vulnerabili rispetto ai problemi demografici di una popolazione in rapido invecchiamento e in contrazione. Come un numero crescente di lavoratori andrà in pensione,le entrate fiscali diminuiranno e aumenteranno i costi delle pensioni e dell'assistenza sanitaria. Presi in trappola ...

La maggiore vulnerabilità della Germania sono le sue esposizioni finanziarie alla crisi attuale. L'esposizione Tedesca verso l'Europa, in particolare verso le economie periferiche in difficoltà, è grande.
Le banche Tedesche erano esposte per circa 500 miliardi di dollari sul debito dei paesi periferici. Benché i livelli siano stati ridotti, l'esposizione resta notevole, soprattutto se consideriamo le esposizioni dirette verso le banche di questi paesi e le esposizioni indirette attraverso il sistema finanziario globale.

La riduzione del rischio delle banche private è stata compensata dalla crescita dell'esposizione dello stato Tedesco che ha assunto una parte di questa esposizione. Ciò è stato fatto direttamente o indirettamente attraverso il sostegno di varie istituzioni ufficiali come l'Unione Europea ("UE"), la Banca Centrale Europea ("BCE"), il Fondo Monetario Internazionale ("FMI") e specialmente i fondi di salvataggio.
Ad esempio, l'esposizione della BCE ad aprile 2012 verso Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia è di 918 miliardi di Euro. Questa esposizione è in rapido aumento, dovuto soprattutto alle fughe di capitali da questi paesi. Il 21 maggio 2012 il Financial Times ha riferito che la BCE attraverso l'Emergency Assistance Loan ("ELA") ha finanziato la Banca centrale Greca con 100 miliardi di euro, in maniera non trasparente.

Le garanzie Tedesche a fronte del Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria ("EFSF") ammontano a 211 miliardi di Euro.

Ma la più grande singola esposizione diretta Tedesca è l'esposizione della Bundesbank di oltre 600 miliardi di Euro verso le altre banche centrali dell'EuroZona attraverso il TARGET2 ("Trans-European Automated Real-time Gross Settlement Transfer System Express").
Progettato come un sistema di pagamento per regolare i flussi incrociati di fondi, i paesi in surplus, come la Germania, sono stati costretti a utilizzare TARGET2 per finanziare i paesi in deficit. Prima del 2008, i deficit erano finanziati da banche e investitori. Da quando è iniziata la crisi, è stato utilizzato TARGET2 per soddisfare le esigenze di finanziamento dei paesi periferici che non hanno accesso ai mercati monetari per finanziare i loro deficit commerciali e la fuga dei capitali dai loro paesi.
La Germania è di gran lunga il maggior creditore del sistema TARGET2. Paesi Bassi, Finlandia e Lussemburgo sono gli altri creditori, con tutti gli altri paesi della zona euro in posizione di debitori netti all'interno del sistema.

La Germania è ormai presa in trappola. Indipendentemente dalla risoluzione della crisi del debito, la Germania subirà perdite significative sulla sua esposizione - sarà il maggior perdente.
No Exit ...
I sostenitori dell'unità Europea credono che la soluzione sia una maggiore integrazione monetaria e fiscale. Essi sostengono che il conto corrente dell'EuroZona è quasi in equilibrio, la bilancia commerciale ha un piccolo surplus, il disavanzo di bilancio complessivo è modesto e il livello aggregato del debito pubblico è gestibile.

L'integrazione richiederebbe la condivisione del debito attraverso l'emissione di Eurobonds garantiti congiuntamente o disgiuntamente da tutti gli Stati membri. Alla fine di maggio 2012, il Presidente Francese Francois Hollande ha portato un argomento curioso a sostegno degli Eurobonds: "
E' accettabile che alcuni paesi possano prendere in prestito al 6% ed altri a zero, nella stessa unione monetaria?" Benché fosse musica per le orecchie dei leaders Spagnoli e Italiani, la Germania era comprensibilmente riluttante ad abbracciare la messa in comune del debito sovrano Europeo. Come paese più grande e più meritevole di credito dell'EuroZona, la Germania dovrebbe sopportare il maggior onere finanziario. Con la responsabilità per gli Eurobonds, la sua esposizione aumenterebbe.

Il g
estore di fondi John Hussman ha sintetizzato chiaramente l'idea degli Eurobonds (http://www.hussmanfunds.com/wmc/wmc120528.htm): "E' come se nove ragazzi spiantati andassero da Warren Buffett a proporgli di mettere tutto insieme, così che ciascuno possa emettere "Warrenbonds". Circa il 90% del gruppo sarebbe d'accordo sulla saggezza di questa idea, e Warren sarebbe censurato come uno che "oppone resistenza" al successo del piano "

L'esposizione TARGET2 della Germania continuerebbe anche a crescere, ad un tasso di 80-160 miliardi di euro all'anno per finanziare il disavanzo commerciale atteso del resto d'Europa. L'aumento dell'esposizione può essere anche maggiore, se necessario per finanziare il disavanzo di bilancio dei membri più deboli della zona Euro e il settore bancario più debole.
Manca la volontà politica di un'integrazione. La Germania è riluttante a diventare il garante ultimo dell'Eurozona. Il Presidente della Bundesbank Jens Weidmann ha espresso senza mezzi termini la sua posizione sugli Eurobonds: "Non si può dare a qualcuno la propria carta di credito senza avere i mezzi per controllare la spesa." E' anche apparso preoccupato per un ulteriore attivismo da parte della BCE: "La Banca Centrale Europea . ha raggiunto il limite del suo mandato, in particolare l'uso delle misure non convenzionali ". Ancora più importante, il signor Weidman ha detto a Le Monde:"Alla fine, queste misure sono rischiose per i contribuenti, in particolare di Francia e Germania ".
Come risultato, l'Europa può essere costretta a fare affidamento sulla sua attuale politica di soluzioni parziali - austerità e facilitazioni monetarie da parte della BCE. Dato che le economie in difficoltà è improbabile che riescano a riconquistare l'accesso ai finanziamenti del mercato nel prossimo futuro, il debito delle nazioni periferiche si sposterà verso le istituzioni ufficiali tramite i salvataggi, e le modalità di finanziamento del sistema TARGET2. In questo caso la responsabilità finanziaria della Germania aumenterà.

Nelle economie periferiche, il ritiro costante dei depositi dalle banche nazionali (una scelta razionale, dato il rischio di valuta e di confisca) può richiedere o un sistema di garanzia dei depositi a livello Europeo o ulteriori finanziamenti alle banche.

Gli importi sono notevoli. I depositi bancari totali in tutta l'Eurozona ammontano a circa 7.600 miliardi, di cui 5.900 dalle famiglie. I paesi periferici, che sono più suscettibili alla fuga di capitali, hanno 1.800 miliardi di depositi delle famiglie. Un credibile sistema di assicurazione dei depositi dovrebbe coprire i depositi delle famiglie (diciamo fino a 100.000 Euro), che è circa il 72% di tutti i depositi, nei paesi periferici. Ciò comporterebbe un regime assicurativo per circa 1.300 miliardi di Euro di depositi.

Qualsiasi sistema Europeo di garanzia dei depositi o di ulteriori finanziamenti alle banche potenzialmente aumenterebbe la responsabilità finanziaria della Germania.
Se l'integrazione non è effettuata o le soluzioni parziali non riescono, allora alcuni paesi Europei dovranno ristrutturare il loro debito e, potenzialmente, uscire dalla moneta comune. La Germania subirebbe delle perdite immediate. Un default della Grecia comporterebbe perdite alla Germania per circa 90 miliardi di Euro. Le perdite potenziali della Germania aumenterebbero rapidamente se più paesi dichiarassero default o uscissero dall'Eurozona. E quanto più tempo passa prima dei default o delle uscite, tanto più grandi saranno le perdite Tedesche, man mano che aumenta la loro esposizione.

In mancana di una ripresa nelle economie periferiche, le esposizioni correnti della Germania non sono rimborsabili. Se le attuali disposizioni continueranno o se vi sarà una maggiore integrazione, l'incremento degli impegni o dei livelli di debito assorbirà il risparmio Tedesco, paralizzando l'economia. Se la Germania vuole lasciare l'euro ritornando al marco, essa subirebbe perdite equivalenti alla sua esposizione esistente dato che è improbabile che gli altri paesi Europei siano in grado di rimborsare i loro debiti.
Ci sono anche degli effetti sull'economia reale. L'austerità o i default costringeranno molte economie Europee in recessione per un periodo prolungato. Le esportazioni Tedesche ne saranno influenzate dato che l'Europa rappresenta circa il 60% del suo mercato, di cui circa il 40% all'interno dell'EuroZona. In caso di un crollo dell'euro, le stime di crescita Tedesca variano in un range da -1% a oltre -10%. Vale la pena ricordare che l'economia Tedesca è scesa di circa il 5% nel 2008, il peggior risultato dalla Seconda Guerra Mondiale, principalmente a causa del calo delle esportazioni.
Dei default o una parziale disgregazione dell'euro lascerebbero anche le banche Tedesche con perdite significative, che potenzialmente richiederebbero il sostegno statale. Con un ulteriore aumento delle passività dello Stato.

Nel caso di integrazione o di soluzioni parziali, gli effetti sulla Germania possono essere ammortizzati dalla debolezza dell'euro, che manterrebbe la competitività delle esportazioni. Ma i default e un crollo dell'euro si tradurrebbe in un aumento del valore dell'euro, almeno nel breve termine, minando le esportazioni Tedesche.

La Germania è messa sotto pressione perché aumenti la propria crescita economica per aiutare il resto dell'Europa. Questo la costringerebbe a dei deficit di bilancio e ad aumentare il proprio debito. Aumenti salariali farebbero aumentare i costi, compromettendo la sua competitività internazionale. Maggiore consumi ridurrebbero anche il fondo di risparmio necessario per finanziarsi, finanziare le proprie banche e fornire capitale al resto d'Europa.
In passato, la Germania ha resistito ai tentativi di riportare disavanzi di bilancio e aumentare il consumo interno per inflazionare l'economia. I principi di parsimonia, prudenza, moneta forte e sfiducia della finanza, spesso associati alla haus frau Sveva, sono profondamente radicati nel DNA della nazione.

I problemi della Germania potrebbero essere aggravati da un rallentamento nei mercati emergenti. La recente crescita Tedesca è basata su Asia, Europa dell'Est e Brasile. La casa automobilistica tedesca VW vende più auto in Cina che in Germania. La domanda dei mercati emergenti di macchinari ad alta tecnologia industriale ha aiutato le esportazioni Tedesche.
La posizione negoziale della Germania è debole. Ad esempio, la Grecia deve circa 400 miliardi di euro ad obbligazionisti privati, ma sempre di più a enti pubblici, come il FMI e la BCE, principalmente a causa dei salvataggi. Se la Grecia se ne esce dall'euro, come hanno minacciato alcuni partiti politici, la ricaduta sugli istituti di credito Tedeschi sarebbe potenzialmente disastrosa.

Raddoppiare le perdite ...

Nel 1999, il Ministro delle Finanze Theo Waigel ha proclamato che l'euro sarebbe stato come il marco Tedesco. Nel suo libro Fat Years: Why Germany Has a Brilliant Future (co-autore con il giornalista Dirk Heilmann), Waigel aveva predetto che la Germania sarebbe diventata il paese più ricco del mondo, secondo delle previsioni sul reddito pro-capite del 2030.
Ora, l'intero progetto affronta una crisi inimmaginabile. Come ha osservato Lorenzo Bini Smaghi, ex membro Italiano del comitato esecutivo della BCE: "L'ipotesi era ... che non ci sarebbero state crisi ".

Come i partiti anti-austerità ottengono il consenso nel resto d'Europa, la volontà Tedesca di finanziare ulteriori salvataggi sta diminuendo. Sempre di più, i Tedeschi temono un impegno senza fine per preservare la moneta unica e l'EuroZona. Il risentimento è evidente in un titolo del popolare tabloid Bild: «Vendete le vostre isole, Greci in bancarotta. E l'Acropoli, visto che ci siete ". Ma potrebbe essere troppo tardi.
Il tentativo della Germania di bilanciare i vantaggi della moneta unica e della conservazione dell'Eurozona contro la sua tradizionale preferenza per il conservatorismo fiscale e monetario ha fallito, lasciando la nazione con gravi problemi finanziari che minacciano la crescita futura.

I cittadini Tedeschi dovranno pagare due volte per l'euro. Nei primi anni 2000, hanno pagato attraverso la svalutazione interna - riduzione dei salari reali, disoccupazione e riforme del mercato del lavoro. Ora, dovranno pagare per i salvataggi. Una volta che il boom artificiale si concluderà, gli elettori scopriranno di essere stati traditi dall'élite politica Tedesca europeista. Ci sarà una rivolta elettorale e, come nel resto d'Europa, una forte sfida da parte di forze politiche radicali con conseguenze imprevedibili.

La storia della Germania è fatta di rovesci monumentali ed estremi. Nel suo romanzo I Buddenbrook del 1901, su una agiata famiglia del Nord della Germania le cui fortune sono in declino, Thomas Mann ha anticipato l'attuale situazione: "So che i segni esteriori e i simboli visibili e tangibili della felicità e del successo spesso appaiono solo quando in realtà sta già cominciando il declino. I segni esteriori ci mettono del tempo ad arrivare - come la luce di una stella che brilla più luminosa quando è in via di estinzione, o forse è già estinta ".

Come Friedrich Nietzsche sapeva: "...
la speranza è il peggiore di tutti i mali, perché prolunga i tormenti dell'uomo."

La Germania non può, come ampiamente ipotizzato, offrire un rifugio sicuro nella crisi del debito Europeo.


13 commenti:

  1. A me non pare che "I cittadini Tedeschi dovranno pagare due volte per l'euro". Hanno dovuto pagare una volta per l'unificazione delle Germanie fatta alla moda dei bolscevichi (i quali fecero una “rivoluzione” di colpo, prendendo il "Palazzo d'Inverno", cioè il Parlamento). Questo prezzo, come augustamente ci racconta Hans-Werner Sinn(1), il Direttore dell'IFO, un uomo intelligente ma "a destra della Merkel" (che è come dire: "a sinistra di Mao Tse Dun"), lo ha però pagato in massima parte l'Europa.
    E questo secondo prezzo è figlio del primo. Tra l'altro, la Bundesbank allora era contraria all'unificazione. E la sinistra tedesca – più saggiamente, altri tempi - era contraria a farla in quel modo.
    Storia, questa, che le élite tedesche conoscono molto bene, come si vede, ma che ai tedeschi della strada sono (e continuano) ad essere tenute nascoste.
    Un po' quel che succede in Italia.
    D'altronde - lasciatemi dare sfogo a questo émpito di patriottismo - il fascismo lo abbiamo inventato noi. Il loro nazismo non è che una copia "d'oltralpe", come ebbe a dire il Duce (colui che “alla vittoria ci conduce”, come s'è visto).
    (1) - INTERNATIONAL IMPLICATIONS OF GERMAN UNIFICATION, https://www.cesifo-group.de/pls/guestci/download/F4140/WP117.PDF

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  2. Bellissimo: essere a destra della Merkel è come essere a sinistra di Mao! Mi leggerò questo papello di estrema sinistra di Werner Sinn...;)
    Qui Satyajit mette in luce i costi che la Germania in ogni caso si trova a dover pagare, perché sia che crolli l'euro o che comunque rimanga in piedi, essendo il paese più ricco avrà comunque la quota parte più grande dei debiti...
    Ed ecco le conseguenze della miope politica Tedesca, che ha fatto una politica mercantilista a spese dei partners, alla fine riducendoli a cattivi debitori.

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  3. Si può dire che la nazione germanica ama le partite a scacchi, rifugge dal wéiqí. Gioca aggressiva ma il finale di partita è sempre un problema.
    Se vuole cambiare gioco posso consigliare un grande maestro di wéiqí : J. M. Keynes.

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  4. La mia interpretazione del passato e presente e' che la Germania aspiri al ruolo di superpotenza, solo che non avendo i numeri ha bisogno degli altri paesi europei. Per raggiungere questo traguardo, la Germania vuole usare le altre nazioni come piedestallo e possibilmente senza costo.
    In parole povere vuole colonizzare e usare il continente a proprio uso e consumo.

    Nell'ipotesi che l'euro diventi una moneta alternativa al dollaro, i benefici ci saranno e non per niente gli USA anche se ufficialmente affermino il contrario, sono contrari al all'euro. E questo si giustifica che con la globalizzazione, il dollaro dovrebbe essere la moneta usata per gli scambi mondiali.

    Sono abbastanza indifferente nei confronti dell'EU e dell'euro, l'unica fattore positivo che riscontro e' che forse sotto la pressione da Bruxelles anche l'Italia riuscira' a fare quei cambiamenti e riforme che altrimenti sarebbero rimandate alle calende greche.

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    1. Bruno quando parli di Germania a quale Germania ti riferisci?
      a quella della Bundesbank e quindi agli interessi della finanza? oppure all'ala internazionalista (guidata in passato da helmut Kohl)? oppure alla germania industriale (volkswagen/mercedes, aziende siderurgiche/chimiche etc)? oppure al popolo tedesco che a quanto sembra è stato trombato al pari degli italiani?
      e per gli usa idem: il popolo americano? le multinazionali? le industrie del settore petrolifero? gli interessi di wall street? il fmi? il wto? la federal reserve?
      sei sicuro che le riforme che vuole la commissione europea coincidono con le riforme che farebbero bene all'italia?

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    2. L'idea del vincolo esterno, che abbiamo bisogno di essere governati da altri perché da soli non ce la facciamo, è falsa e strumentale, e che siamo noi stessi ad alimentarla, è cosa purtroppo triste e grottesca...

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  5. ciao Carmen!!
    volevo chiederti:
    cosa significa che i rendimenti sui titoli a 2 anni diventano negativi?
    secondo la MMT si dice che compito di un governo sia di intervenire sullo stimolo della domanda aggregata e sulla stabilizzazione dei prezzi... il primo intervento è abbastanza chiaro, il secondo mi resta più oscuro: come fa un governo ad intervenire per stabilizzare i prezzi? (significa contenere l'inflazione? quindi drenare moneta nel sistema attraverso le tasse?)

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    1. I rendimenti reali diventano negativi, quando il tasso di inflazione supera il rendimento.
      La lotta all'inflazione si fa con la politica monetaria, cioè tassi di interesse (si alzano quando l'inflazione tende a salire) o con drenaggio/immissione di moneta ad es. attraverso le operazioni di mercato aperto sui titoli, cioè vendendo/comprando titoli sul mercato.
      Ma la vera lotta all'inflazione, caro Mario, la si fa contenendo i salari, perché Phillips ci ha dimostrato con la sua famosa curva che esiste una relazione inversa tra inflazione e salari. E se negli anni 70 usavano la sua curva per combattere la disoccupazione (facendo politiche di bilancio espansive), oggi a parole dicono che la relazione di Philips non è più valida, ma poi la mettono in pratica al contrario...

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    2. Gabriele Damiani18 giu 2012, 19:56:00

      Perdona la pedanteria, Carmen, ma la correlazione inversa (o trade-off, come dicono i saputelli) statisticamente evidenziata dalla curva di Phillips è tra disoccupazione e inflazione. (Quel che però volevi dire risulta ugualmente chiaro).

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    3. quindi i rendimenti reali di una obbligazione si ricavano per differenza tra tasso d'interesse nominale del rendimento ed il tasso d'inflazione?
      Ma il tasso d'interesse lo decidono i mercati per cui non è manovrabile a proprio piacimento dalla bce giusto?

      in caso di fiat money:
      il tasso d'interesse (sui titoli?)si alza per abbassare l'inflazione oppure è una conseguenza dell'aumento di questa? cioè si è costretti ad alzare il tasso poichè così si annulla la perdita di rendimento del titolo dovuta all'inflazione e quindi si stimola la domanda di questi?
      in caso di fiat money:
      il tasso d' interesse è stabilito così a tavolino da qualcuno (bce)? oppure si influisce sul suo valore attraverso le operazioni di mercato aperto (vendendo/comprando titoli)? nel secondo caso: se la bc compra titoli influisce positivamente o negativamente sul tasso?

      infine, poi smetto di stressarvi, la curva di Philips che descrive una relazione inversa tra disoccupazione ed inflazione è da cestinare oppure ha un fondo di verità?

      grazie comunque!!!!

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  6. Sì, certo, scusatemi, ho avuto una girnatina pesante...

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  7. Mario: una cosa da sapere importante e che forse già sai è che esiste una relazione inversa tra il tasso di rendimento e la quotazione di un titolo (se vale 100 e ti rende 5, quel rendimento in percentuale salirà se a causa del crollo dei titoli lo compri a 90), quindi la BCE può influire sul rendimento dei titoli comprandoli sul mercato per non far scendere troppo le quotazioni. E' quello che ha fatto con il suo programma di acquisto titoli (SMP).
    Poi esiste un tasso ufficiale deciso dalla banca centrale che è quello che la BC pratica sui prestiti alle banche ordinarie, da noi si chiama TUR, in USA è il fed funds rate, che orienta tutti gli altri tassi sul mercato, soprattutto se manovrato al rialzo, ovviamente. E' questo che la BC alza quando vuol combattere l'inflazione.
    Con questo credo di aver detto tutto quello che mi hai chiesto sui tassi.

    La curva di Phillips è verissima, è stata elaborata sulla base dei dati statistici, ed è quella in base alla quale risulta che se un governo vuole combattere davvero la disoccupazione, deve tollerare un po' di inflazione. Appunto perché raccomandava le politiche espansive di tipo keynesiano, poi è stata abbandonata con l'argomento, tendenzioso, che le politiche espansive creano inflazione e non riducono la disoccupazione: la stagflazione degli anni 70, in sintesi - ma noi sappiamo che si trattava di un'inflazione da costi, da costo del petrolio e da conflittualità sociale (spirale prezzi salari prezzi).
    Niente di che!

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  8. no, non lo sapevo!!! ora la dinamica è un pò più chiara... grazie ancora!!

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