Tutte le conseguenze dell'euro forte sull'economia francese spiegate da Jacques Sapir - e le possibili evoluzioni...
L'euro
è attualmente in fase di drammatico apprezzamento. Si Venerdì 1
Febbraio era scambiato a $
1,36 (US Dollar), 125,8 yen, 0,862 sterlina inglese e 1,247 Franco
svizzero, valori che corrispondono a un picco assoluto da 12 mesi. Le
autorità francesi sono preoccupate, sia Arnaud Montebourg che Pierre
Moscovici, il ministro delle Finanze. Questa preoccupazione non è
simulata, perché questo movimento dell'euro, se persiste,
provocherà un disastro per l'economia francese. E' necessario
comprenderne i motivi per poterne apprezzare le conseguenze.
L'euro forte o le altre valute deboli ?
L'andamento
attuale non si tradisce tanto "la forza"
dell'euro quanto la debolezza, voluta o subita, delle altre valute.
In effetti, in Giappone, il nuovo governo conservatore del primo
ministro Shinzo Abe ha deciso di perseguire una politica aggressiva
di deprezzamento dello yen per rilanciare l'economia del paese. Il
cambiamento annunciato a capo della Banca centrale del Giappone
conferma questa politica, i cui effetti hanno già cominciato a farsi
sentire. Il 12 novembre, il cambio era 79,5 yen per un dollaro. Oggi
ce ne vogliono 91, un deprezzamento dello yen del 12%. Il governo
giapponese non ha fatto mistero del suo obiettivo di arrivare a un
deprezzamento almeno del 20% della sua moneta, e per questo è
disposto a sacrificare quel po' di indipendenza che resta della
Banca Centrale del Giappone. La prova, se necessario, che nel paese
del Sol Levante non si confonde una moneta forte con un'economia
forte. Il governo giapponese ci sarebbe già arrivato, se non avesse
incontrato la stessa volontà da parte del governo degli Stati Uniti.
Rispetto all'euro, tuttavia, non essendo vincolato da alcuna azione
della Banca centrale europea, è letteralmente crollato.
Gli
Stati Uniti hanno registrato un 4
°
trimestre
2012 molto deludente, con una crescita zero e un lieve aumento del
tasso di disoccupazione, che attualmente è al 7,9%. La Banca
Centrale degli Stati Uniti è di nuovo in manovra, e si prevedono di
nuovo massicci acquisti di debito pubblico e privato. Non è quindi
sorprendente che il dollaro sia sceso nei confronti dell'euro. Ma,
dal momento che il dollaro è anche in concorrenza con lo yen, a
causa degli scambi tra gli Stati Uniti e il Giappone, nel corso delle
ultime tre settimane il fenomeno della caduta del dollaro tende ad
aumentare.
Fenomeni
simili si osservano con la sterlina, e cosa un po' più sorprendente,
con il franco svizzero. Per il tasso di cambio tra la sterlina e
l'euro, anche in questo caso è chiaro che ragioni economiche (la
stagnazione dell'economia britannica) spingono dirigenti della Banca
d'Inghilterra a cercare un deprezzamento della valuta. Il caso
svizzero è interessante per il fatto che in questo paese le autorità
monetarie hanno fatto di tutto per evitare l'apprezzamento della
moneta, ma non hanno cercato di deprezzarla.
Si
può quindi considerare il franco svizzero il metro di misura. Ora,
si dà un apprezzamento dell'euro solo del 3%, mentre è molto
superiore al 10% rispetto alle altre valute. In altre parole, non è
tanto l'euro ad essere più forte del dollaro, quanto lo yen e la
sterlina ad essere deboli. Lo scarto tra l'apprezzamento dell'euro
con queste valute e con lo Franco svizzero lo testimonia. La
dichiarazione di Pierre Moscovici di Domenica 3 Febbraio, secondo cui
l'euro sarebbe forte perché risparmiato, è del tutto
inappropriata. Dobbiamo inoltre apprezzare come, in tutti gli altri
paesi, non si esiti a lasciar fluttuare il valore della moneta a
seconda dello stato dell'economia. E' soltanto la zona euro che si
rifiuta di
farlo !
L'apprezzamento dell'euro
Le
implicazioni di questo apprezzamento sono molteplici a seconda del
grado di integrazione delle economie, ma anche dei loro problemi
strutturali. La Francia è, come sappiamo, una delle meno integrate
nella zona euro in quanto solo il 50% del nostro commercio
internazionale si svolge con i nostri partner. Vale a dire che il
resto del commercio internazionale della Francia si basa sulla
sterlina, il dollaro, lo Yen o anche altre valute. È per questo che
un aumento dell'euro ha delle conseguenze disastrose per la nostra
economia. L'impatto è stato calcolato nell'1% in meno di crescita
ogni volta che l'euro si apprezza del 10%. Oggi, e tenuto conto che
la zona euro è in recessione, il potenziale di crescita trainata
dalle esportazioni sta in gran parte al
di fuori
della zona euro. Ciò
suggerisce che il potenziale impatto dell'aumento dell'euro rispetto
alle altre valute avrà conseguenze ben più gravi di quello che è
stato calcolato nel 2008, e si può supporre che dovremmo affrontare
una contrazione di -1,2% per un apprezzamento del 10% dell'euro.
Supponendo,
in un'ipotesi molto ottimista, che questo apprezzamento duri solo
per il primo semestre, alla fine dell'anno ci troveremmo di fronte a
un'ulteriore contrazione dello 0,6% della nostra crescita. Abbiamo
già spiegato perché la previsione del governo di una crescita dello
0,8% non ha alcuna possibilità di materializzarsi
1
.La
prognosi più ottimista è di una crescita zero (0,0%) e la prognosi
pessimistica è di circa -0,5%. A queste cifre dovrebbe pertanto
essere aggiunto, se l'apprezzamento durerà solo un semestre, un
ulteriore effetto di -0,6%, che, darebbe luogo a una evoluzione del
PIL francese nel 2013 compresa tra -0,6% e -1,1%. Il divario con le
ipotesi su cui era stato programmato il bilancio per il 2013 sarà
dall' 1,4% all' 1,9%, il che implica una perdita di produzione di
28-38 miliardi di euro e una perdita di gettito fiscale di 12,6-17,1
miliardi.
A
queste cifre va aggiunta la crescita della disoccupazione dovuta a
questa ulteriore diminuzione dell'attività. Si possono quantificare
queste conseguenze tra i 120.000 e i 180.000 disoccupati in più, in
aggiunta all'aumento già previsto per il 2013. Tale aumento della
disoccupazione, naturalmente, comporterà dei costi supplementari (in
sussidi di disoccupazione). Il deficit indotto sarà dunque la somma
delle diminuzioni delle entrate e di questi costi supplementari,
tra i 15 e i 19,6 miliardi, dallo 0,75% all'1% del PIL. La
Commissione europea probabilmente non avrà altra scelta che lasciar
perdere. Ma è chiaro che l'obiettivo del 3% del disavanzo pubblico
non sarà raggiunto nel 2013 né nel 2014, e che bisognerà attendere
fino al 2020 perché la Francia abbia, in queste condizioni e con
questa politica, un equilibrio di bilancio.
Ma
questo non fa che evocare le conseguenze immediate e meccaniche
dell'aumento dell'euro. In realtà, esso aggraverà la perdita di
competitività delle imprese francesi, causando un ulteriore calo
degli investimenti e nuove chiusure delle industrie. Le capacità di
ripresa dell'economia sono particolarmente suscettibili al calo degli
investimenti. Anche se, scenario improbabile, ci fosse una ripresa
dell'attività economica mondiale nel 2014, la Francia non sarebbe in
grado di avvantaggiarsene. In effetti, l'aumento l'euro vale ad
annullare gli effetti delle misure adottate dal governo, e in
particolare quelle del patto "sulla competitività del lavoro".
Questo aumento sprofonderà le società francesi. Il governo non avrà
altra scelta che cercare di comprimere un po' di più i salari, e di
conseguenza la domanda delle famiglie, con conseguenze prevedibili di
disoccupazione, o uscire da questo quadro politico distruttivo
lasciando la zona euro e svalutando il franco.
Le possibili reazioni della BCE
I
dirigenti francesi, e probabilmente anche gli italiani che sono
anch'essi colpiti da questo aumento dell'euro, cercheranno di
ottenere che la BCE ponga fine a questo apprezzamento. Ma i margini
della BCE sono particolarmente ristretti.
Potrebbe
comprare il debito degli Stati Uniti e del Giappone (privato o
pubblico) per rilanciare il dollaro e lo yen nei confronti dell'euro.
Ma si è sempre rifiutata di farlo, sino all'ultimo respiro, con la
scusa in gran parte fallace, che questo minerebbe il ruolo dell'euro
come valuta di riserva. Un altro argomento, questa volta più
accettabile, è che alcuni di questi debiti non sono di buona
qualità. Ma va detto che la BCE ha accettato dalle banche dei titoli
di qualità molto dubbia. Si torna sempre al mitico argomento di una
opposizione tra il dollaro e l'euro, argomento di cui si è
evidenziato il carattere puramente ideologico
2
.
La
BCE potrebbe anche impegnarsi in una sostanziale monetizzazione del
debito in Europa, sul modello della cosiddetta politica di
"Quantitative Easing" inaugurata dalla Fed dal 2009. E'
bloccata su questo punto dal veto della Germania, terrorizzata (a ciò
che sostiene ...) dal rischio di inflazione. Ed è vero che la zona
euro unisce un'inflazione di circa il 2% ad un tasso di
disoccupazione storicamente elevato ed a una generale recessione ...
La prova, se necessario, che l'inflazione non è dovuta ad un eccesso
di domanda e di moneta, ma questa è un'altra lunga storia. In breve,
tutti sanno che da qualche mese la Germania manovra per riprendere il
pieno controllo della BCE. Se lo fa, è allo scopo di garantire che
la politica monetaria della BCE sarà quella che conviene alla
Germania (la difesa del valore patrimoniale dell'uro), ma in
contrasto con gli interessi dei paesi più colpiti dalla recessione .
Possiamo quindi aspettarci che le varie dichiarazioni dei ministri francesi, non supportate da minacce credibili nei confronti della BCE e della Germania, non avranno alcun effetto. Il nostro paese sta sempre più sprofondando nella recessione e in tutto quel che significa in termini di miseria per una parte crescente della popolazione.
- J. Sapir, “La politique de la “méthode Coué””, billet publié sur le carnet Russeurope le 24/12/2012. [↩]
- Jacques Sapir, Mythes et préjugés entourant la création et l’existence de la monnaie unique, Note de synthèse, Centre d’études des modes d’industrialisation (CEMI), EHESS, 14 septembre 2012. [↩]
L'assurdità del sistema monetario europeo, e del modo in cui è condotto, emerge ancora più chiaramente perchè tutto il resto del mondo rifiuta - guarda un po'... - di imitare gli euroerrori... http://bastaconleurocrisi.blogspot.it/2013/01/giappone-europa-e-lineffabile-weidmann.html
RispondiEliminaOh grazie Carmen (more solito): mi sarei dovuto altrimenti accontentare degli sproloqui del financial times :-)
RispondiEliminahttp://orizzonte48.blogspot.it/2013/02/hollande-e-leuro-e-sedan-e-il-1943.html
Mi pare che ci siamo...non credo che gli USA lasceranno in vita questo euro ancora a lungo...e per ragioni diametralmente opposte a quelle che credevano, ridicolmente, i sostenitori dell'euro come moneta che minacciava il dollaro...
Quest'anno la cosa giungerà a maturazione, che dici? Speriamo che non abbiano nel frattempo svenduto ulteriormente tutto lo svendibile...ma confidiamo nei giuristi ;)
EliminaSinceramente...sono così radicati all'interno dei meccanismi di potere che prima che rinuncino e tolgano veramente il disturbo temo che faranno enormi danni: pensa a quello che accadde tra il 1943 e il 1945. Tocca rimboccarsi le maniche e non arrendersi, meno che mai di fronte all'esito di queste inutili elezioni
EliminaCome sempre voci dall'estero svolge un servizio essenziale, carmen ti leggo tutti i giorni e mi piaci per quello che fai e per la persona splendida che traspare dai tuoi interventi, e adoro sapir!
RispondiEliminaBreve vita all'euro!
Per dirla alla Bagnai: se qualcuno si apprezza qualcun altro di deprezzerà!
RispondiEliminaSe qualcuno svaluta qualcun altro sarà costretto al verificarsi di una sopravvalutazione!
Tutto in sostanza dipende dall'angolatura da cui si esaminano gli elementi.
Difficilmente, oggi, esiste qualcuno portato ad esaminare le vicende umane nella loro complessità. Solo ci si limita a valutarle per l'interesse di parte. Comportamento più che legittimo se non fosse per il risvolto, del tutto negativo e globalizzato oggi più che mai, determinato dai conseguenziali atteggiamenti "corrotti" che tendenzialmente si adottano per sostenere i suddetti interessi.
In questa partita, tra corruzione e naturale interesse (anche legittimo per carità...) di ogni singolo stato... l'Italia, chissà per quale assurdo motivo, gioca sempre il ruolo del giullare, preda oggi del lanzichenecco, domani del gallo, doman che viene del britanno o del vichingo o dell'occhio a mandorla o del vaccaro made in US.
Siamo o risultiamo sempre preda di qualcuno.
Sarà questa la ns vocazione?
Quella di esser martiri dell'arte, della cultura, del rinascimento... per poi cedere i frutti a chi li lascerà svilire e corrompere?
Chissà!
Ai posteri l'ardua sentenza.
Un saluto,
Elmoamf Massimo Paglia
Grazie Carmen, preziosa come sempre.
RispondiEliminaPerò quest'auto è proprio duro a morire....
Confidiamo in Alberto Bagnai e nell'ipotesi frattalica di Quarantotto.
Grazie a tutti voi, che apprezzate.
RispondiEliminaIl nostro spirito nazionale italiano mi sembra ancora giovane e abbastanza confuso...ma se è vero che le esperienze difficili formano, questa dell'euro dovrebbe essere proprio una bella lezione sui denti!
io spero davvero che l'ottimismo tuo e di 48 sia fondato. spero di non dover aspettare altri 5-10 anni prima di vedere una fine a tutto questo.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaMa quanto siamo boccaloni noi italiani!
RispondiEliminaE guarda invece come nicchiano i galletti, prima di mettersi a fare "austerity" come noi, in modo acritico.
@vocidallestro
Noi italiani siamo troppo abituati a darcele fra noi, ed è così da secoli. Spero anch'io che averle prese dagli altri ci aiuterà a fare quadrato in futuro.
Grazie per l'articolo. Federico.
Ragazzi però che discorsi che fate.......!Ma che dite noi siamo "virrrrrrrrrrrtuoooooooosi" stiamo rivalutando.
RispondiEliminaNel frattempo spero che l'ipotesi frattalica si verifichi,se non altro perchè ho fatto una scommessa una birra contro dieci grappe,sull'ipotesi che a Ferragosto si vada tutti a fare una bella grigliata pagandola in lire!
Mi viene in mente il film "altrimenti ci arrabbiamo":
Quarantotto:"siamo venuti qui per dirvi due parole"
Er Cavajere:"veramente sono quattro"
Quarantotto:"come quattro"
Er Cavajere:"rivogliamo la nostra moneta"
Quarantotto:"Ah si anfatti,rivogliamo la nostra moneta"
La Culona:"moneta?Ma che moneta?"
Er Cavajere:"A nostra moneta quella che ch'avete fregato......Ah e non una moneta qualnque,ma una L maiuscola con due stanghette in mezzo!"
La Culona:"Altrimeeeeenti?"
Er Cavajere e Quarantotto in coro:"Altrimenti?Emh altrimenti......E si,altrimenti ci arrabbiamo!"
:) Buon lavoro Carmen!
Ragazzi però che discorsi che fate.......!Ma che dite noi siamo "virrrrrrrrrrrtuoooooooosi" stiamo rivalutando.
RispondiEliminaNel frattempo spero che l'ipotesi frattalica si verifichi,se non altro perchè ho fatto una scommessa una birra contro dieci grappe,sull'ipotesi che a Ferragosto si vada tutti a fare una bella grigliata pagandola in lire!
Mi viene in mente il film "altrimenti ci arrabbiamo":
Quarantotto:"siamo venuti qui per dirvi due parole"
Er Cavajere:"veramente sono quattro"
Quarantotto:"come quattro"
Er Cavajere:"rivogliamo la nostra moneta"
Quarantotto:"Ah si anfatti,rivogliamo la nostra moneta"
La Culona:"moneta?Ma che moneta?"
Er Cavajere:"A nostra moneta quella che ch'avete fregato......Ah e non una moneta qualnque,ma una L maiuscola con due stanghette in mezzo!"
La Culona:"Altrimeeeeenti?"
Er Cavajere e Quarantotto in coro:"Altrimenti?Emh altrimenti......E si,altrimenti ci arrabbiamo!"
:) Buon lavoro Carmen!