19/08/13

La BRI accusa i creditori per l'eterna euro-crisi

Evans-Pritchard sul Telegraph commenta un recente working paper pubblicato dalla Banca per i Regolamenti Internazionali (BRI) sul ruolo dei creditori nell'origine e nel mantenimento dell'euro-crisi. Naturalmente è ciò che ben sappiamo: non ci sono debitori irresponsabili senza creditori irresponsabili (potremmo dire una questione di simmetria).

Domenica 4 Agosto, 2013
di Ambrose Evans-Pritchard
Telegraph.co.uk

Le potenze creditrici d'Europa hanno colpa quanto i debitori per l'eterna crisi dell'eurozona, e stanno bloccando la ripresa perché non svolgono un ruolo attivo nel "raddrizzare la barca", afferma la Banca per i Regolamenti Internazionali.


Il "cane da guardia" con sede in Svizzera sostiene che nel sistema globale si sono formati degli squilibri senza precedenti e che questi non riescono ad auto-correggersi perché il meccanismo è inceppato. Le peggiori distorsioni sono all'interno dell'Europa, dove il dramma dell'Unione monetaria è in realtà una "crisi di bilancia dei pagamenti" sotto mentite spoglie, causata da tassi di cambio disallineati. "La creazione di una moneta comune ha eliminato il tasso di cambio nominale come meccanismo di aggiustamento" dice il report, intitolato "Caveat creditor" [che significa "Avvertimento ai creditori", ndt].


La Banca per i Regolamenti Internazionali (BRI) sostiene che le banche europee hanno giocato un ruolo enorme nell'alimentare la bolla creditizia pre-Lehman. Esse hanno fatto girare 1.250 miliardi di dollari  nel solo debito statunitense nel periodo tra il 2003 e il 2007, molto più degli acquisti congiunti dell'Asia e dell'OPEC. Afferma poi che le banche hanno convogliato denaro verso l'Europa del sud senza curarsi dei rischi, "nell'aspettativa di un bail-out", se un qualsiasi paese fosse andato in crisi.
"Le banche europee sono state negligenti nell'assumersi - e le loro autorità di vigilanza nel permettere - tali esposizioni. L'eccesso di credito è stato responsabile della crisi che ne è conseguita tanto quanto l'eccesso di debito."


I paesi debitori del "Club Med" sono adesso costretti a tagliare le proprie spese senza che questo sia bilanciato da uno stimolo da parte del blocco dei paesi creditori. Ciò crea una tendenza deflazionistica che rende ancora più difficile per loro ripagare i debiti. "Il moltiplicarsi dei default danneggerebbe i creditori nei paesi in surplus," dice la BRI.

La BRI ha invocato una "simmetria nell'aggiustamento tra paesi creditori e debitori" per evitare che si ripetano gli anni '30, avvertendo che la ripresa globale rimarrà stentata finché i creditori non faranno la loro parte. Dice inoltre che c'è stata una "straordinaria esplosione" degli asset transfrontalieri prima della crisi globale, dovuta principalmente ai surplus cronici dei creditori.

Questi sono balzati dal 50% del PIL mondiale a metà degli anni '90 fino al 180% nel 2007, e devono ancora in gran parte invertire la rotta. La Germania si basa tuttora su un surplus delle partite correnti  pari al 6% del suo PIL.

I paesi in surplus stanno continuando a tappare i deficit dei debitori attraverso il vendor financing [prestiti fatti dai creditori stessi, ndt]. Questo è uno schema intrinsecamente "pericoloso". I flussi di capitale potrebbero essere interrotti in qualsiasi momento, con "conseguenze devastanti", afferma il report.

6 commenti:

  1. Grande Carmen! Altro che traduttore di google :-)
    P. S. Sei dei nostri a Pescara in ottobre ?

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    1. Ciao Leo, sì, ho già preso i biglietti, certo che ci sarò e mi farà piacere incontrarvi. Comunque tenete presente che da un po' di tempo vocidallestero ha la collaborazione di altri volenterosi, quindi io sono la mamma, ma il bimbo blog cresce...

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  2. In "l'euro in bilico" di Amoroso, l'autore suggerisce la possibilità fra le altre di trasformare la bce in una sorta di stanza di compensazione.

    Surplus e deficit delle partite correnti fra paesi sarebbero compensati in BCE. I reciproci crediti e debiti dovrebbero produrre (x tutte le parti, sia soggetti in surplus che in deficit) l'applicazione di una penale (es 3% su base annua) sul saldo in valore assoluto dello sbilancio intra UE della bilancia dei pagamenti.

    Con l'introito in parola (+ una tobin tax europea) si troverebbero risorse x politiche di armonizzazione fra aree + ricche e zone depresse.
    La proposta x me ha il pregio di sottolineare ancora una volta che:
    - il problema e di debito estero e non pubblico
    - mette in luce come un surplus estero prolungato causi squilibri come e quanto in identico deficit (simmetria!!).

    Volevo un vostro commento sulla proposta di Amoroso. Sarebbe utile? Ci sono controindicazioni?
    Un saluto

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    1. Ciao Marco, così a occhio e croce la proposta di cui parli sembra ispirata alla Clearing Union di Keynes, dove l'obiettivo è l'equilibrio dei conti con l'estero, quello che Bagnai sul Tramonto dell'euro chiama "external compact".
      La proposta sembrerebbe economicamente sensata, ma il problema lo vedo politico. In un'Europa come quella che ci troviamo oggi, ipotizzare un salto verso un cooordinamento collaborativo del genere mi sembra piuttosto pindarico, come volo. Lo vedrei possibile come approdo finale di un percorso dove si parte dal riappropriarsi della propria sovranità nazionale, per avviarsi su diverse basi verso un coordinamento delle politiche interne sociali e del lavoro, e puntare quindi alla collaborazione negli scambi commerciali e finanziari.
      Insomma...ha da passà 'a nuttata...prima di un'alba di questo tipo...

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    2. In effetti dalla bibliografia leggo che Amoroso e' seguace di Caffè, keynesiano DOC.
      Sull'external compact vado subito a ripassare il tramonto dell'euro!

      Grazie e un saluto a tutti

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  3. Segnalo un articolo di FRÉDÉRIC LORDON su Le monde diplomatique che parla di uscita dall'euro. I temi sono noti, la conclusione interessante, l'ambito rivelatore di un (probabile?) risveglio d'attenzione a sinistra.

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