29/01/14

La Commissione Europea scopre che l'euro c'entra qualcosa con questo disastro

Traduciamo il feroce commento pubblicato su ZeroHedge riguardo l'ultima delle scoperte dell'acqua calda (un po' come, qualche mese fa, la scoperta della BCE sul debito privato e pubblico): un comunicato stampa (qui in italiano) della Commissione Europea riconosce candidamente che disoccupazione e disagio sociale sono esiti della svalutazione interna, che a sua volta è esito della rigidità del cambio implicato dalla moneta unica.


di , 21 gennaio 2014

Era il dicembre del 2012 quando facemmo il punto sul più grande fallimento dell'eurozona: un continente nel quale, a causa dell'assenza della flessibilità del cambio (il che è un regalo alla Germania e a ciò che altrimenti sarebbe un costosissimo marco tedesco), i paesi membri si trovano impossibilitati a svalutare per uscire dalla depressione. Vale a dire che in assenza della possibilità di effettuare una svalutazione esterna, i paesi europei in difficoltà (cioè quasi tutti) hanno avuto una sola scelta: la svalutazione interna, nota anche come crollo salariale.



    La maggior parte dei paesi europei (inclusa la Francia) hanno una disperata necessità di una svalutazione esterna, la quale è impossibile stando in un'unione monetaria, di conseguenza la svalutazione interna rimane l'unica opzione. È a questo punto che s'inserisce il famigerato concetto di austerità: da un punto di vista macroeconomico l'austerità non è tanto una pratica per rallentare la crescita del debito (anche perché né la Spagna né l'Italia hanno ridotto il ritmo di emissione del debito), quanto invece una pratica per acquisire progressivamente competitività di prezzo rispetto alla Germania: un obiettivo fondamentale per assicurare una qualche possibilità di sopravvivenza all'eurozona, cioè, abbassando i tremendi livelli di disoccupazione che assicurano quasi per certo "disordini" sociali nei mesi e anni a venire.

(divergenza nella competitività di prezzo, ndt)
 
("affidarsi solo alla riduzione dei salari non è fattibile", la figura mostra gli squilibri di partite correnti e di posizione patrimoniale netta sull'estero, ndt)

E qui viene il guaio, perché mentre le proteste contro l'"austerità" (che come abbiamo recentemente fatto notare non è ancora stata veramente messa in atto in Europa, certamente non in Portogallo o in Spagna) sono un evento quotidiano nella maggior parte dei paesi PIIGS, "ancora non avete visto nulla". Il motivo: per raggiungere l'inevitabile riequilibrio macroeconomico, e per far scendere lo spread tra il costo del lavoro dell'euro-periferia e quello della Germania, la maggior parte dei paesi europei dovrà assistere ad un crollo dei salari compreso fra il 30 e il 50 percento, per compensare l'assenza di svalutazione della moneta a livello del singolo Stato. E sì, questo riguarda anche la Francia.

Questo viene ormai accettato da tutti. La nostra conclusione, tuttavia, esigeva di più: chiedeva una piena ammissione da parte degli efferati oligarchi di questa unione monetaria artificiale, il cui cui unico scopo - come tutto, del resto, in questa "Nuova Normalità" - è quello di facilitare il trasferimento di ricchezza dai poveri ai ricchi:

    ...dire ad un intero continente - che nella sua disperazione confida che il peggio sia già passato (come i suoi menzogneri politici non perdono occasione di far notare) - che la più forte caduta degli standard di vita deve ancora arrivare, sarebbe disumano e al limite della crudeltà. Dunque terremo la bocca chiusa e lasceremo che siano i politici europei a portare questo messaggio deprimente al loro popolo. Siamo certi che la reazione sarà più che composta.

Beh, oggi finalmente è accaduto l'impensabile, quando la seguente sorprendente affermazione è stata rilasciata da László Andor, della Commissione Europea, in un comunicato stampa intitolato "Al centro del rapporto annuale su occupazione e sviluppi sociali la necessità di affrontare i rischi della povertà lavorativa":

   "Dimensione sociale dell'UEM

I divari macroeconomici, sociali e occupazionali tuttora crescenti minacciano gli obiettivi fondamentali dell'Unione sanciti dai trattati, ossia vantaggi generalizzati attraverso la promozione della convergenza economica e miglioramento della vita dei cittadini negli Stati membri. Il rapporto 2013 dimostra come le basi dei divari attuali siano state poste nel corso dei primi anni di introduzione dell'euro, giacché in alcuni Stati membri una crescita squilibrata, fondata sull'aumento del debito alimentato da bassi tassi di interesse e su massicci afflussi di capitale, è stata spesso associata a un andamento deludente della produttività e della competitività.

Venuta meno la possibilità di svalutare la moneta, i paesi della zona euro che tentano di recuperare competitività sul versante dei costi devono ricorrere alla "svalutazione interna" (contenimento di prezzi e salari). Questa politica presenta però limiti e risvolti negativi, non da ultimo in termini di un aumento della disoccupazione e del disagio sociale e la sua efficacia dipende da molti fattori come il grado di apertura dell'economia, la vivacità della domanda esterna e l'esistenza di politiche e di investimenti che promuovano la competitività non di prezzo."

E dunque ecco a voi, non dalla voce di qualche blog di nicchia o di qualche euroscettico radicale con la schiuma alla bocca, ma dal bastione stesso di ciò che è la più artificiale costruzione dei tempi moderni, l'"Europa unita".

E adesso tratteniamo il respiro in attesa della reazione del grande pubblico, nel momento in cui esso realizzerà che durante tutto l'ultimo decennio è stato apertamente ingannato ogni volta che un politico ha aperto bocca, e che tutto ciò che hanno da mostrare come risultato è una disoccupazione al massimo storico e il peggior standard di vita per la maggior parte delle persone (eccetto l'1 percento al top - il quale non ha mai avuto condizioni migliori) nella storia europea recente.

5 commenti:

  1. CANDORE & FEROCIA
    Non ho mai creduto, e non crederò mai, al candore del corvo nero.
    Credo, invece candida/mente, alla Storia e alla Natura matrigna quando narrano della ferocia della belva, anche e soprattutto quella umana.
    Credo, invece razional/mente, all'evidenza dei dati che scrivono del tradimento del Patto sociale che ha permesso una civica e dialettica convivenza di comunità inorridite dai crimini delle ultime due guerre mondiali.
    Credo, invece umana/mente, alla consapevolezza diffusa che, ancora una volta, è in grado di garantire la ragionevolezza democratica oltre la manipolazione, la menzogna, l'inganno.
    Semplice/mente la memoria di non dimenticare "ciò che non siamo, ciò che non vogliamo" e la consapevolezza che "this shit must go out!"

    RispondiElimina
  2. E' incredibile come da un lato la UE si riempe la bocca con i concetti come "i mercati", le privatizzazioni, l’inviolabile e ”venerabile” autonomia e indipendenza delle banche centrali, le liberalizzazioni, libera impresa, libera iniziativa, libero profitto della Grande finanza libera di speculare e defraudare, libero movimento di beni e capitali, insomma tutto questo gran bel liberismo, che però evidentemente vale soltanto per l’1% della popolazione;
    ed invece per il restante 99% dei cittadini, vale soltanto l’orrido TOTALITARISMO della UE, che assomiglia invece ad una Unione Sovietica Europea, in cui siamo solo liberi di impoverirci e desertificarci socialmente ed industrialmente. Insomma l’UE, è un mostro ben pianificato e ben riuscito. Bravi davvero, non ci sarebbero riusciti neanche Hitler e Stalin messi insieme, se avessero continuato ad essere alleati anche dopo l’invasione congiunta della Polonia (pianificata bilateralmente come due “bonari” compagni di merende con i baffi). Insomma altro che Unione e Comunione di baffino e baffone insieme, questa UE è proprio un mostro totalitario coi baffi!!!!!

    saluti

    RispondiElimina
  3. ma come si fa a dare per certo che svalutando si risolvono i problemi..vedi argentina, turchia e tutti i paesi emergenti...mah
    intanto l'euro risanato è a 13650 con magno gaudio per l'acquisto di materie prime- "E credetemi questo basterà" Draghi. mai parole furono più sagge.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma tu dove vivi, (forse in una sezione del pd) guardati intorno e leggi chi di macroecomonia se ne intende come il prof. Bagnai e decine di altri illustri economisti.

      Elimina
    2. "con magno gaudio per l'acquisto di materie prime": a che ti serve comprare materie prime se poi non riesci a vendere i prodotti finiti? Draghi ha spiegato anche questo?

      Elimina