10/10/20

L'immunità di gregge è ancora la chiave di volta nella lotta contro il COVID-19



In questo articolo di agosto su The Spectator, il prof. Martin Kulldorf di Harvard, primo firmatario della Dichiarazione di Great Barrington da noi pubblicata qui (e di cui ha dato conto il giorno successivo anche il Corriere della Sera), spiega la sua posizione a favore di una migliore gestione della pandemia:  la protezione deve essere mirata verso i soggetti più a rischio, gli anziani, mentre ai giovani deve essere permesso di condurre una vita normale e di tenere a galla la società, nel mentre che si sviluppa una immunità di gregge. 


The Spectator, 8 agosto 2020

di Martin Kulldorff*

Traduzione di Rosa Anselmi


Aprire o chiudere? Aprire le scuole e chiudere i pub? Aprire le sale da bowling ma non le piste di pattinaggio? Consentire l’apertura dei ristoranti ma non i ricevimenti di nozze? La Gran Bretagna sta facendo il gioco delle sedie con diversi servizi e attività  [NdT si riferisce al noto gioco in cui si dispongono in cerchio delle sedie  in numero corrispondente al totale dei giocatori meno uno. Si avvia la musica e i bambini girano attorno alla sedie, per correre a sedersi una volta che la musica viene interrotta. Chi non riesce a sedersi è eliminato e così via finché non rimane che un solo bambino], ma l’intero gioco è fuorviante e privo di qualunque base epidemiologica scientifica. Aprire gradualmente la società è di certo saggio, ma come scegliamo l'uno rispetto all'altro?

Il Covid-19 è una malattia terribile e l'obiettivo principale dovrebbe essere quello di ridurre al minimo le morti. Come si fa? La chiave è l'età. Il rischio di mortalità da Covid-19 varia più di mille volte  tra i componenti più anziani e quelli più giovani della società.

La pandemia non finirà finché non raggiungeremo l'immunità di gregge o tramite un vaccino o attraverso infezioni naturali. L'immunità di gregge non è una strategia, ma un fenomeno scientifico provato e negarlo è sciocco come negare la gravità. Con la giusta strategia, possiamo persino usarla per salvare delle vite.

Nello scenario del vaccino, la strategia giusta è proteggere gli anziani e altri gruppi ad alto rischio fino a quando non sono protetti dall'immunità di gregge, mentre le giovani generazioni tengono a galla la società. Nel secondo scenario dell'immunità naturale, la strategia giusta è proteggere gli anziani e altri gruppi ad alto rischio finché non sono protetti dall'immunità di gregge, mentre le giovani generazioni tengono a galla la società. Se queste due strategie sembrano più o meno la stessa cosa, lo sono.

Come funziona l'immunità di gregge? Man mano che più persone ottengono l'immunità, diventa più difficile per il virus trovare nuove persone da infettare e l'epidemia alla fine si estinguerà prima che tutti siano infettati. Non si sa quanto grande debba essere il gruppo di persone infette affinché l'immunità di gregge possa entrare in gioco, ma è una certa percentuale della popolazione. Se ci sono molte persone anziane in questo gruppo, la mortalità sarà alta. Se la maggior parte di loro è giovane, ci saranno pochi morti. In effetti, come affermato dal più importante epidemiologo mondiale di malattie infettive, l'immunità di gregge è "l'unico modo per ridurre il rischio per le persone vulnerabili della popolazione".

Torniamo al gioco delle sedie. Con questo in mente, potremmo aprire le piste di pattinaggio che sono utilizzate principalmente dai giovani, ma non le sale da bowling con la loro clientela più anziana. Sarebbe un piccolo passo nella giusta direzione, ma per ridurre al minimo la mortalità bisogna puntare tutto sulla strategia basata sull'età. Dobbiamo fare l'opposto di quanto fatto la scorsa primavera, quando le scuole erano chiuse mentre i malati venivano mandati in residenze protette.

Quindi sì, possiamo aprire le scuole, ma gli insegnanti di età superiore ai 60 anni dovrebbero lavorare da casa, dove possono aiutare valutando esami e saggi. Sì, teniamo aperti i pub, ma chi ha più di 70 anni dovrebbe starne alla larga per un po'. Sì, apriamo le sale da bowling, ma lasciamo perdere la senior league.  Sì, lasciamo che i bambini pattinino con i genitori, ma filmiamo le loro piroette affinché i nonni possano guardarle da casa. E sì, apriamo tutti i ristoranti, ma alle persone anziane offriamo solo cibo da asporto. Il punto è apriamo la società per le giovani generazioni, e quando avranno prodotto l'immunità di gregge correndo solo modesti rischi per se stessi, anche le persone anziane potranno uscire.

È discriminazione basata sull'età quando agli anziani viene chiesto di rinunciare alla società per un po’, mentre i giovani continuano la loro vita? Forse, ma salva vite. È discriminazione basata sull'età quando i giovani si assumono i piccoli rischi necessari per proteggere i membri più anziani e più vulnerabili della società? Sì, certo, ma le generazioni precedenti hanno corso rischi molto maggiori. Come società dovremmo apprezzare i giovani adulti che aiutano a determinare l'immunità di gregge vivendo una vita normale e mantenendo la società a galla. Grazie, grazie, grazie. Quando le persone ti lanciano accuse errate, affermando falsamente che stai mettendo in pericolo gli altri, ricorda che è vero il contrario. E pensa  a tuo nonno. Mentre rischiava la sua vita combattendo nella seconda guerra mondiale, gli venivano lanciate contro delle cose molto peggiori.

E i bambini? Sebbene i giovani adulti possano decidere quali rischi correre, non è etico imporre rischi ingiustificati ai bambini. Sono al sicuro se le scuole riaprono? La risposta è sì.

Nel mezzo di veementi discussioni sull'apertura delle scuole, è bene fare un passo indietro, fare un respiro profondo ed esaminare ciò che ci dice la scienza. Per conoscere l'effetto del fumo, studiamo i fumatori. Per conoscere gli effetti dei vaccini, studiamo le persone vaccinate. Allo stesso modo, per conoscere gli effetti del mantenere aperte le scuole durante la pandemia da Covid-19, dobbiamo studiare l'unico luogo che ha tenuto aperte le scuole durante il culmine della pandemia. Quel posto è la Svezia.

La Svezia non ha mai chiuso gli asili nido o le scuole per i suoi 1,8 milioni di bambini di età compresa tra uno e 15 anni. Di questi bambini, zero sono morti a causa del Covid-19.  Il numero totale dei casi non è noto, ma il numero segnalato è 468, ovvero 25 su 100.000. Di questi 468 bambini, otto sono stati ricoverati in un reparto di terapia intensiva. Ciò significa che, indipendentemente dal fatto che le scuole siano aperte o meno, i bambini sono meno a rischio a causa del Covid-19 che dell’influenza, che uccide una media di 40-50 bambini in Inghilterra e Galles ogni anno. A differenza di ciò che accade con l'influenza, le scuole non guidano la classifica della pandemia da Covid-19, e in Svezia gli insegnanti avevano lo stesso rischio di contrarre il Covid-19  delle altre professioni, in media.

Non è opportuno né esagerare né ignorare la gravità della pandemia da Covid-19. È ancora impossibile sapere quale percentuale è necessaria per raggiungere l'immunità di gregge o quante persone alla fine moriranno, e nessun epidemiologo rispettabile farà tali affermazioni. Non sappiamo neppure quanto tempo occorrerà per avere un vaccino, potrebbe essere un tempo qualsiasi da sei mesi a mai. L'unica cosa importante che sappiamo è l'enorme differenza di rischio per età. Il Covid-19 è un nemico formidabile e in ogni guerra bisogna sfruttare le debolezze dell'avversario. Questa debolezza è la quasi incapacità del virus di uccidere i giovani. Quindi, sono i giovani adulti tra di noi che devono stare in prima linea mentre combattiamo questo nemico. In caso contrario, avremo molte più vittime del necessario.

 

Professore di Medicina all’Università di Harvard. Studia le epidemie di malattie infettive e la sicurezza dei vaccini. Account twitter @MartinKulldorff

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