Intervista botta e riposta su eurobonds/ristrutturazione dei debiti: Der SPIEGEL/Jean-Claude Juncker, primo ministro del Lussemburgo e presidente dell'Eurogruppo.
Buona lettura:SPIEGEL: I cittadini tedeschi temono di diventare i grandi pagatori di tutta l'Europa. Non vogliono rispondere per gli errori di cui sono responsabili i politici di Atene o Dublino.
Juncker: Potremmo criticare i Greci, i Portoghesi e gli altri in maniera più credibile se la Germania e la Francia non avessero violato intenzionalmente il patto di stabilità nel 2003. Ed inoltre, noi non dobbiamo dimenticare che per anni l'economia tedesca orientata verso le esportazioni ha tratto giovamento dalla forte domanda proveniente dal Sud dell'Europa. In Europa abbiamo bisogno di un maggiore equilibrio in politica economica.
SPIEGEL: Recentemente avete proposto che i paesi dell' Unione Europea emettano euro bonds per combattere la crisi del debito. Il cancelliere Merkel, d'altro lato, ha visto questa proposta come un tentativo di introdurre un' "unione fiscale" dalla porta secondaria. Avete abbandonato la vostra idea in questo frattempo?
Juncker: Ho dovuto accettare il fatto che al momento la mia proposta non è sostenuta dalla maggioranza. Ma sono sicuro che un giorno non sarà più così. Gli euro bonds godono di un'immagine completamente inesatta in Germania. Se progettati correttamente, potrebbero essere uno strumento per incoraggiare i paesi con le finanze in disordine a esercitarsi nella disciplina di bilancio.
SPIEGEL: Lei non può crederci veramente. Se governi come il governo greco possono accedere a prestiti in misura significativa a spese del blocco, non avranno incentivi ad esercitarsi nell'austerità.
Juncker: E' vero il contrario. Nell'ambito della nostra proposta, soltanto coloro che si impegnano in una disciplina fiscale rigorosa avranno accesso agli eurobonds.
SPIEGEL: Finora, il problema in Europa ha avuto meno a che fare con l'assumere gli impegni che con il mantenerli.
Juncker: Coloro che deviano dal percorso di consolidamento del bilancio sarebbero esclusi dal mercato degli euro bonds. Ciò rappresenterebbe un incentivo molto più efficace ad impegnarsi nel comportamento virtuoso del patto di stabilità.
SPIEGEL: Ma ciò significherebbe un considerevole aumento dei tassi di interesse in Germania.
Juncker: Per niente. Gli euro bonds genererebbero un grande e omogeneo mercato per le obbligazioni europee. Per la prima volta, l'Europa potrebbe fare concorrenza al mercato delle obbligazioni americano alla pari. Di conseguenza, i tassi di interesse tedeschi potrebbero potuto persino scendere.
SPIEGEL: Se i paesi con i ratings eccellenti e i paesi candidati al fallimento sono ammassati insieme, non può certo più applicarsi un top rating a tutto l'insieme. Potreste seriamente negarlo?
Juncker: Potrei. Esamini lo sviluppo dei tassi di interesse su quegli Euro bonds che già esistono oggi. Quando l'UE emette questi bonds sui mercati finanziari internazionali, i tassi di interesse sono spesso più bassi che nei singoli paesi.
SPIEGEL: Lo sviluppo dei tassi di interesse tedeschi indica che è vero il contrario. Sono andati su più di un punto percentuale da agosto scorso. E qual'è il motivo?
Juncker: Ora sono curioso.
SPIEGEL: Gli investitori sono preoccupati che la Germania, come finanziatore principale dei vari fondi europei di salvataggio, potrebbe essere sovraesposta.
Juncker: Io la vedo diversamente. A parte la questione degli eurobonds, dovremmo tenere presente che neppure il 10 per cento dei fondi (del fondo europeo di stabilità finanziaria) sono stati utilizzati finora.
SPIEGEL: Ma il rischio che i contribuenti alla fine dovranno pagare il conto sta crescendo da un mese all'altro. Quando la valuta comune all'inizio è stata introdotta, i politici dissero ai cittadini tedeschi che era impossibile che la Germania assumesse delle responsabilità per i debiti di altri paesi. Ora stiamo vedendo che gli importi che devono essere garantiti crescono costantemente.
Juncker: Parlate dei tedeschi come se fossero esseri speciali. Il fondo di salvataggio è un'istituzione europea e la Germania non è affatto l'unico paese a contribuire.
SPIEGEL: Ma la Germania è l'unico paese in cui è in gioco una regola costituzionale. Nella decisione relativa al Trattato di Maastricht, la corte costituzionale federale ha concluso che i fondi fiscali tedeschi semplicemente non potrebbero essere usati per proteggere la zona euro.
Juncker: Simili discussioni costituzionali si stanno tenendo anche in altri stati membri dell'Unione Europea. Ancora una volta, la Germania non è un caso speciale. E posso dire categoricomente che sono un grande ammiratore delle decisioni della corte costituzionale federale.
SPIEGEL: In Germania è soprattutto il Free Democratic Party che si oppone a gravare con oneri ulteriori sui contribuenti.
Juncker: Sono inorridito da come alcuni liberali tedeschi stanno compromettendo la loro eredità politica europea. Dopo Helmut Kohl, nessuno ha promosso l'integrazione europea più dell'ex ministro degli affari esteri tedesco Hans-Dietrich Genscher (che era era un membro importante del FDP). Per me è molto doloroso vedere che alcuni nel FDP ora stanno flirtando con una visione populista per quanto riguarda Europa.
SPIEGEL: Quasi nessuno crede più che un paese come la Grecia potrà completamente onorare i suoi debiti. Qualcuno nei mercati e nella politica europea sta pensando a convincere i creditori a rinunciare volontariamente ad alcune delle loro richieste. A che cosa potrebbe assomigliare una simile ristrutturazione?
Juncker: Non ha nessun senso discutere pubblicamente questo problema adesso.
SPIEGEL: In due anni, i debiti della Grecia saranno arrivati al 160 per cento del prodotto interno lordo, malgrado tutte le misure di austerità del paese. Non è tempo di ammettere che non c'è modo di evitare una ristrutturazione di debito?
Juncker: Io non sto sottovalutando questo problema. Ma dobbiamo considerare che la Grecia sta facendo considerevoli sforzi per ridurre il suo debito a medio termine. E dovremmo anche tenere presente che i rapporti di debito in altre parti del mondo sono molto peggiori di quelli nella zona euro. Pensi agli Stati Uniti.
SPIEGEL: Nel passato, eravate richiesti come mediatori quando Berlino e Parigi erano in disaccordo sulla politica europea. Le dà fastidio che il cancelliere Merkel ed il presidente francese Nicolas Sarkozy ora preferiscano risolvere i loro problema faccia a faccia?
Juncker: No. Nel passato, ho lottato per impedire che l'attrito tedesco-francese evolvesse in un conflitto europeo. Il motore tedesco-francese è essenziale se vogliamo approfondire l'UE. Ma non è abbastanza. Berlino e Parigi devono assicurarsi di includere gli altri stati membri.
SPIEGEL: Lei si riferisce alla famosa camminata sulla spiaggia a Deauville, in Francia, l'ottobre scorso, in cui Merkel e Sarkozy hanno discusso e imposto il loro approccio alla crisi dell'euro al resto dell'Europa.
Juncker: Non definirei la camminata sulla spiaggia a Deauville un esempio del giusto metodo per la risoluzione dei conflitti europei.
SPIEGEL: Avrebbe gradito essere là?
Juncker: No. Il risultato non è stato così convincente da desiderare di avervi partecipato.
SPIEGEL: Nel 2009, avreste voluto diventare presidente del Consiglio europeo. Merkel e Sarkozy hanno impedito che accadesse, ed è stato scelto Herman Van Rompuy. Ce l'avete contro di loro per questo?
Juncker: Non mi è stato mai spiegato perché io non potevo assumere quell'incarico, anche se era quello che la maggior parte dei governi in Europa avrebbe voluto. A quel tempo, sarei stato soddisfatto di assumere quel ruolo. Al giorno d'oggi, tuttavia, non sono più dispiaciuto che le cose siano andate diversamente.
SPIEGEL: Perché?
Juncker: Se fossi diventato presidente del Consiglio europeo, questo avrebbe potuto esacerbare il conflitto all'interno dell'UE. Io non sarei stato soddisfatto soltanto di ricapitolare i punti di vista degli altri Capi di Stato e di Governo. Anche se vengo da un piccolo stato membro, gradico esprimere cosa penso. Mi vedo come forza motrice piuttosto che come seguace.
SPIEGEL: Sig. Primo Ministro, grazie per questa intervista.
Intervista condotta da Christoph Schult e da Michael Sauga
http://www.ilcittadinox.com/blog/lettera-aperta-a-angela-merkel.html
RispondiEliminaGustavo Gesualdo
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