27/01/13

Rapporti di Cambio e Biciclette

Una settimana di pausa per le vocidallestero, però in compenso pubblico questa voce dalla rete - un commento del simpatico mariof,  che si distingue sempre per acume e ironia...



Considerazioni ciclistiche...

Con la bella stagione capita di trovare gruppi di ciclisti che pedalano impegnati. Tutine policrome, abbronzature caratteristiche, biciclette tecnologiche, tutti in fila come squadre di professionisti, prestanti e omogenei per età e fisico. Arrivando in macchina e superandoli ho notato che ognuno ha una pedalata per conto suo: vanno alla stessa velocità, fanno la stessa strada, ma c'è chi pedala un po' più in fretta e chi più piano: usano rapporti del cambio diversi e questo consente a ogni ciclista di sfruttare al meglio le sue caratteristiche fisiche e biochimiche adeguandole al percorso.

Rapporti del cambio!

Come i rapporti di cambio fra le monete!

Per adeguare il loro valore alle caratteristiche diverse da Paese a Paese!

Per fare insieme la stessa strada mantenendo ognuno il suo passo!

Cazzo!! Vorrei sapere chi è quell'imbecille che mi ha dato la bici di un tedesco!

15 commenti:

  1. Veramente un grande acume !!
    Questa pagina me la tengo !!

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  2. Eh sì.Straordinaria allegoria!Molto intelligente.Grazie Mariof!

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  3. Io, da ciclista, faccio spesso un esempio simile quando voglio far capire i problemi dell'andare tutti allo stesso passo: capita spesso che un ciclista "agganci" un gruppo più numeroso di ciclisti per "stare a ruota". Se l'aggancio riesce il singolo ciclista può mantenere un'andatura che da solo non farebbe, facendo anche meno fatica. Se però il gruppo comincia a fare (imporre) un'andatura che comunque tu non sostieni, o sei svelto a capirlo e a sganciarti, oppure se provi a forzare per "tenere", ti cuoci così bene che non arrivi più a casa! Va detto che, andando "del tuo passo" a casa ci saresti tornato senza problemi...

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  4. grande soprattuto se uno ama il ciclismo..... ci vorebbe poco (sic) per poter pedalere allo stesso modo... ovvero una sola politica fiscale ( sia norme sostanziali che procedurali) un solo diritto del lavoro

    cambieremmo subito in una bici ad un unico rapporto

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    1. Appunto! Nell'Eurozona noi non abbiamo né politica fiscale, né diritto del lavoro comuni (anche se ci stanno riuscendo) e soprattutto non la stessa inflazione (che è legata anche ai fattori citati): dall'introduzione della moneta unica la Germania (facendo dumping salariale) ha tenuto sistematicamente più bassa la sua mediamente dello 0.7% annuo, totale circa l'11%.
      In una situazione di cambi variabili fra Paesi partner, ad ogni diminuzione di inflazione corrisponde un abbassamento dei prezzi -> aumento delle esportazioni -> apprezzamento della moneta -> aumento dei prezzi -> aumento dell'inflazione -> diminuzione delle esportazioni e via continuando il sistema resta in equilibrio.
      Tornando alle bici tedesche, con lo "scatto fisso" si avvantaggia quello con le cosce di un cavallo, gli altri alla prima salita si piantano.

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  5. flm, come no!!! si è visto bene in Italia dopo 150 anni di unione (a tutti i livelli) come stanno andando bene le cose .... E' fatale sganciarsi, come si vede dagli andamenti di tutti i principali indicatori economici.
    Ma prima lo facciamo di toglierci dall'Eurozona, riottenendo i diritti sovrani, più veloce sarà la nostra ripresa (questo discorso vale per Italia ma anche per Spagna, Portogallo, Irlanda, Francia ...)

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  6. Certo, caro flm, come no!!! Si e' visto in questi ultimi 150 anni come è funzionata bene un'unica bicicletta con cambio uguale al Nord e al Sud Italia ...

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    1. Parafrasando Bertolt Brecht



      PER NON DIMENTICARE L’IMMINEMTE FUTURO ITALIANOOOOOOO!!!!!!!!

      Prima di tutto fecero la riforma delle pensioni e io non dissi niente, perché ero ancora abbastanza giovane.

      Poi fecero la riforma del lavoro e io non dissi niente, perché un lavoro ce l’avevo.

      Poi licenziarono gli operai e io non dissi niente, perché non ero un operaio.

      Poi licenziarono i precari e io non dissi niente, perché non ero neanche precario.

      Poi chiusero i negozi e io non dissi niente, perché non vivevo di commercio.

      Poi chiusero gli ospedali e io non dissi niente, perché per fortuna non avevo grossi problemi.

      Poi ridussero alla fame otto milioni di persone e io non dissi niente, perché non poteva succedere a me.

      Un giorno divenni vecchio, stanco, ammalato e affamato e non c’era più niente e nessuno che potesse aiutarmi.

      paola l.v.

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    2. E così Paola..

      Va tutto bene e qualsiasi follia è spiegabile finchè non arriva quel giorno infausto in cui la follia e l'ingiustizia si manifestano direttamente nella propria vita.. non solo in quella degli "altri"..
      ed in quel giorno capisci.. e percepisci col cuore la frase: "Cazzo! Allora tutto quello che dicono succede davvero!"

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  8. Il ciclista tedesco è quello che cerca di stare davanti con ogni artifizio.
    Tipo gli atleti della DDR e della FRG..

    Per stare al passo dovremmo allenarci di più, ma come facciamo se abbiamo da mangiare sempre meno?

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  9. @Ale... l'artifizio è averci dato la bici col cambio come il suo... Rimettiamo un bel Campagnolo, lasciamogli il suo "scatto fisso" e vediamo quanta strada fa........

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  10. La cosa strana è che Prody è pure ciclista!

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