05/02/13

L'Unione europea paga una "Pattuglia di Troll" contro l'ondata di euroscetticismo

Ecco l'articolo del Telegraph segnalato da Goofynomics ( e poi ripreso qui e qui ) che ci informa sull'ondata di cavallette-troll in arrivo e sulle spese di propaganda del Ministero della Verità UE. 


Nel timore di una crescente ostilità verso la UE, il Parlamento europeo spenderà quasi 2 milioni di sterline per dei trolls allo scopo di controllare e bloccare gli euroscettici nei dibattiti su internet durante la campagna per le elezioni europee del prossimo anno.

Il Daily Telegraph è entrato in possesso di documenti riservati che progettano la spesa per una campagna di propaganda senza precedenti in preparazione delle elezioni europee del giugno 2014.
La chiave della nuova strategia consiste in "strumenti di monitoraggio dell'opinione pubblica" per "identificare allo stadio iniziale i dibattiti di natura politica tra i followeers dei social media e dei blogs che siano potenzialmente in grado di attirare l'attenzione dei media e dei cittadini."
 

La spesa per "l'analisi qualitativa dei media" dovrà aumentare di £ 1,7 milioni, di cui la maggior parte sono già stanziati in bilancio, mentre altri 787.000 £ dovranno essere raccolti l'anno prossimo, nonostante le richieste che la spesa dell'UE rifletta l'austerità imposta a livello nazionale.

"Particolare attenzione dovrà essere prestata ai paesi che hanno sperimentato un aumento dell' euroscetticismo," afferma un documento riservato concordato l'anno scorso.

"I comunicatori istituzionali del Parlamento devono avere la possibilità di monitorare le pubbliche discussioni e le opinioni sul campo ed in tempo reale, per capire i "trending topics" e avere quindi la capacità di reagire rapidamente, in modo mirato e pertinente, per partecipare e influenzare il dibattito, ad esempio mettendo a disposizione dati e cifre in grado di destrutturare le leggende. "

La formazione per i funzionari del parlamento inizierà a fine mese.
Paul Nuttall, deputato leader del UKIP, ha attaccato queste proposte, che a suo parere violano la neutralità del servizio civile della UE trasformando i funzionari in una "pattuglia di troll" che fanno stalking su Internet con contributi politici artificiali e provocatori nei dibattiti sociali dei media.

"Spendere più di un milione di sterline perché i dipendenti pubblici dell'UE diventino dei Twitter trolls in orario di ufficio è veramente uno spreco ridicolo", ha dichiarato.

"E mi sembra strano che l'amministrazione UE stia giocando in modo esplicito un simile ruolo politico con l'obiettivo di colpire gli euroscettici - questo è il comportanmento di partiti come l'UKIP, non è affatto un atteggiamento neutrale".

Un documento confidenziale discusso la scorsa settimana sembra riconoscere il problema, ammettendo che "ci sono linee sottili di separazione tra comunicazione istituzionale e comunicazione politica".

I funzionari del Parlamento si sono rifiutati di commentare i documenti riservati e la discussione privata in corso all'interno dell'amministrazione UE.

Un documento confidenziale intitolato "orientamenti politici per la campagna di informazione e comunicazione istituzionale" è stato approvato dall'"ufficio" amministrativo del Parlamento nel luglio scorso. 
 
Il testo mette in evidenza un "netto contrasto" tra la "percezione crescente di un welfare in via di estinzione, la crescente insicurezza e instabilità finanziaria" e le promesse della UE di garantire "libertà, sicurezza e giustizia sociale, con un mercato interno prospero".

"L'attuale crisi economica e finanziaria con alti tassi di disoccupazione, soprattutto tra i giovani, si traduce in una diminuita fiducia nelle istituzioni europee da parte dei cittadini ... è evidente che l'immagine della UE ne soffre", dice il documento.

"Al fine di invertire la percezione che 'l'Europa è il problema', abbiamo bisogno di comunicare l'idea che le sfide esistenti ...richiedono 'più Europa' non 'meno Europa'".

I funzionari del Parlamento sono preoccupati soprattutto che i nuovi poteri dei deputati del Parlamento europeo in forza del Trattato di Lisbona non si riflettano in un aumento di popolarità, dato che l'affluenza al voto per l'europarlamento è andata progressivamente diminuendo dalle prime elezioni dirette di 34 anni fa.

"L'incremento nei poteri corrisponde a una maggiore influenza, responsabilità e trasparenza, che dovrebbe essere riflessa in una maggiore visibilità, credibilità e in una migliore reputazione" ha dichiarato il documento.

"Al di là dell'indiscutibile successo dell'integrazione europea, l'immagine pubblica dell'UE e del Parlamento è piuttosto carente, come risulta dalle cifre della partecipazione alle urne in costante calo dal 1979."

Quest'anno i deputati devono aumentare la spesa per promuovere se stessi in vista delle elezioni europee del prossimo anno, anche se i paesi dell'UE affrontano un periodo di austerità fiscale senza precedenti.

La spesa comprende £ 9,4 milioni per un nuovo e controverso museo dell'Europa, £ 82 milioni per l'apertura di una "Casa della storia europea" nel 2015 per celebrare la "memoria storica" dell'UE e di "promuovere la consapevolezza dell'identità europea".

Secondo le previsioni di spesa, la cassa per "colloqui, seminari e iniziative culturali" si gonfierà dell'85 per cento, a £ 2,5 milioni. La spesa per "informazioni audiovisive" aumenterà del 36 per cento, a £ 4,3 milioni.

Ci sarà il 15% di aumento dei finanziamenti ai partiti politici dell'UE, come il Partito popolare europeo (PPE), e la spesa per il centro hi-tech per visitatori del parlamento, il "parlamentarium", aumenterà del 9%.

21 commenti:

  1. Risposte
    1. talmente tanto da avere solo il nome cambiato

      Elimina
  2. Ciao Johnny88,

    hai perfettamente ragione, questa UE, è un mostro molto più simile all'Unione Sovietica, che alla tanto sbandierata e falsa retorica dell'Europa dei popoli, della democrazia, delle libertà individuali, degli inalienabili diritti sociali, dei pricipi inderogabili dell'uomo, della solidarietà, della sussidiarità, e della rimozione di ogni ostacolo allo sviluppo sociale, civile ed economico di ogni comunità dell'UE. Un vero, colossale ed epocale INGANNO CONTINENTALE!!!!
    e pensa un pò persino un'insingne intellettuale tedesco se ne è accorto e lo denuncia apertamente:

    "L'Ue controlla le nostre vite peggio del potere sovietico"

    La critica non arriva da un euroscettico, ma da un vero europeista. Hans Magnus Enzensberger (foto), uno dei maggiori intellettuali tedeschi. Nel suo ultimo libro scrive che il «deficit democratico» dell'Unione Europea è inaccettabile.

    MILANO (WSI) - L'Europa, intesa come Unione Europea, non è molto amata, semmai sopportata. Anche dagli stessi europeisti. Come mai? Ecco un ottimo libro che lo spiega: Il mostro buono di Bruxelles(Einaudi) scritto da Hans Magnus Enzensberger, 84 anni, il maggior poeta e saggista tedesco vivente.

    Un grande vecchio dell'intellighenzia europea che sarà anche, come si dice e si scrive, un europeista convinto, ma che nel suo micidiale pamphlet sferra un cazzotto terribile al Leviatano di Bruxelles. Lo azzanna e lo sbrana. Con ironia, con le cifre, con sapienza.

    Pubblicato nella più democrat delle collane editoriali italiane, le «Vele» di Einaudi che allinea gli Zagrebelsky, i De Benedetti, i Violante et coetera, il libricino di Hans Magnus Enzensberger (80 paginette, mezz'ora di lettura) viene addolcito in quarta di copertina con frasi del tipo «sembra un attacco frontale all'Unione europea ... tuttavia non è una provocazione, ma un grido di allarme».

    In realtà è un attacco frontale, eccome. Non è una provocazione, ma una satira impietosa della burocrazia e delle politiche della Ue. E non è un grido di allarme, semmai un urlo di rabbia. Tanto più che il libro è uscito in Germania nel 2011 e da allora la considerazione dell'autore per l'elefantiaca, opprimente, antidemocratica, megalomane (e spessissimo stupida) macchina burocratico-normativa guidata dagli anonimi vertici dell'Unione Europea non può che essere peggiorata.

    Per Enzensberger non esiste una opinione pubblica europea degna di questo nome, la tendenza della Commissione a immischiarsi nella nostra vita quotidiana (dalla curvatura media dei cetrioli alle protesi dentarie standard) è peggiore del controllo sovietico di recente memoria, il proliferare di personale inutile e le spese di mantenimento dell'apparato sono vergognose e ingiustificate, il «deficit demoratico» della Ue è inaccettabile (contano più le lobby dei deputati).

    E chiunque osi avanzare una critica a Bruxelles viene immediatamente tacciato di anti-europeismo... Per fortuna, sospira l'autore, la Ue non ha un esercito o una polizia. Per ora. E comunque viva l'Europa.

    http://www.wallstreetitalia.com/article/1492180/europa/l-ue-controlla-le-nostre-vite-peggio-del-potere-sovietico.aspx

    RispondiElimina
  3. E a proposito di di UE simil Unione Sovietica, ottimi i commenti di seguito sul sito di Orizzonte48:

    Lorenzo Carnimeo:
    "Molti liberisti credo stiano dimenticando che la discriminante che permise la vittoria sul "male" che c'era dietro la cortina di ferro non era il sistema economico adottato, ma quello politico. Era la democrazia.
    La "vittoria" (se tale la si piò chiamare), non era quella del capitalismo sul comunismo ma quella di un sistema democratico su uno che non lo era.

    Ed era l'ultima di una lunga serie. Tutta la storia del '900, a ben vedere, non è altro che un trionfo della democrazia sulle sue lugubri alternative.

    Ma i liberisti, questo, sembrano ignorarlo. Eppure la storia già sta parlando. L'€uropa che proclama la libertà per i profitti ed i capitali, è la stessa che:
    a) si regge sull'incomprensibilità delle sue leggi;
    b) si fonda sull'arroganza della sua burocrazia, che si pone ad invalicabile "diaframma" tra il cittadino e le sue istituzioni;
    c) è connotata da una pericolosa (ed antidemocratica) asimmetria; tanto solerte nell'espropriare le democrazie della sovranità quanto lenta e "pasticciata" nella costruzione della democrazia sovranazionale;
    d) nega a milioni di persone salariate la possibilità di essere politicamente rappresentate, e condanna come "populista" qualsiasi "tentativo politico" in tal senso;
    e) dirama "veline" e prospetta "possibilità di censura" dei pensieri contrari, vulnerando oltre ogni modo la libertà di manifestazione del pensiero;
    f) spaccia per progresso quella che è -a mio personale avviso- un'obbrobriosa regressione dallo "stato di diritto", allo "stato di polizia" settecentesco (con la variante che, nel caso odierno, il "sovrano" tutto è tranne che "illuminato"....).

    Devo continuare? Io non credo che i firmatari dei trattati di Roma volessero tutto questo. Il primo principio ad essere tradito da questa €uropa, è...... L'Europa...."


    continua......

    RispondiElimina
  4. segue.............


    Quarantotto:

    "Sul punto f).
    Magari fosse lo Stato "di polizia", che, come ben spiega M.S. Giannini, assumeva il senso "di volto al benessere del popolo" (essendo "polizia" inteso come "regole dettate a tutela del benessere"). Quello che comunemente e impropriamente detto "stato di polizia" (identificandola con l'apparato di P.S.) è in realtà uno Stato "autoritario", law and order, che si dispiega nella sua versione "minima" liberista. Cioè lo Stato che si occupa solo di Difesa e appunto P.S., di prelevare le tasse, anche con la forza, e di redistribuire con trasferimenti "neutri" cioè al creditore e secondo l'ammontare del credito e non secondo la priorità definita dal "titolo" (diritti sociali costituzionali, ad es;).
    Appunto il tipo di Stato che "vuole l'europa" ossessivamente.
    Ma il fatto è che il "grande" credito verso lo Stato, che finisce per essere poi la destinazione delle tasse su lavoro e produzione, si è creato proprio per una scelta dello Stato e di Maastricht: l'indipendenza, dai valori democratici, delle BC. Sì è vero che i firmatari del 1957 non volevano questo. Ma è solo perchè era impensabile spremere il popolo a favore del capitale finanziario mentre c'erano i carri armati sovietici ai confini. E successivamente, si accorsero che anche il petrolio poteva mandare fuori controllo i calcoli delle imprese produttive. Ergo, neutralizzata la minaccia d'oltre cortina (per inefficiente allocazione delle risorse, da cui la formula impropriamente applicata proprio ai cittadini degli stati che si erano rivelati "efficienti"), decisero che ogni possibile shock petrolifero e "commodities" fosse risolvibile attraverso la compressione salariale, non più impedita dall'incombente "minaccia".
    Tristissimo vero? E' chiaro che la democrazia da strumento in precedenza utile, diviene così un ostacolo superfluo da rimuovere pezzo a pezzo. Ma non considerano che il loro sistema, esattamente come quello sovietico, è altamente inefficiente perchè non consente il prosperare dell'economia reale (eliminando il risparmio privato nella misura necessaria a sostenere gli investimenti). Questa diviene solo il "sistema di provvista" della "centrale" economia finanziaria.
    A questo punto sono "loro" che non hanno alcun senso e costituiscono un ostacolo alla efficiente allocazione delle risorse. Assomigliano alla nomenklatura ai tempi di Andropov...ormai gli manca poco e dovranno sloggiare..."

    http://orizzonte48.blogspot.com/2013/02/e-basta-ma-una-democrazia-normale-no.html

    RispondiElimina
  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  7. La differenza rispetto alle vecchie dittature è che lì la censura era aperta e trasparente! Questa assomiglia più al Ministero della Verità di Orwell, dove si manipolano le menti e si cancella la memoria...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    2. Assolutamente no. La resa non è un opzione disponibile: o si torna alla democrazia oppure si torna alla democrazia. Io considero solo queste 2 opzioni :::)))

      Elimina
    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
  8. Concordo con Jorg, la UE non centra nulla con l'URSS (CCCP)per molti articolati motivi che non è possibile spiegare in un breve post. Farò così un elenco a braccio, giusto per inquadrare le enormi differenze sostanziali fra UE e URSS:
    1) sanità, scuola (università compresa) sempre e cmq GRATUITE.
    2)Abitazione, gas luce e acqua sempre e cmq GRATUITE.
    3)Disoccupazione a zero.
    4)Indigenrti, homeless, chiamateli come vi pare, tendenti a zero.
    5)cibo gratuito.
    6)reale meritocrazia post scolastica.

    Tutto questo lo riferisco perché, per lavoro, ho conosciuto decine di persone (over 50 anni), immigrate in Italia dall'URSS, come migranti economici nell'eldorado UE.

    In URSS svolgevano professioni (con annessa identità sociale) come:
    ufficiale di polizia (ora facchino industriale)
    Preside di liceo classico(ora badante).
    Dirigente della ragioneria dello stato (ora colf in nero)

    ecc, ecc.

    Per quelli che pensano che i comunisti mangiavano i bambini consiglio di andare a parlare coi disoccupati greci..spagnoli..italiani..portoghesi, oppure di fare un giro negli streminati slum di Città del Messico (ma prestate molta attenzione)dove vige il capitalismo ..che non mangia i bambini!



    RispondiElimina
    Risposte
    1. Confermo. Devo ancora conoscere tra i diversi studenti serali che vengono dai paesi dell'est qualcuno che non dica che durante il regime la loro famiglia stava molto molto meglio...

      Elimina
    2. Se l'URSS fosse stata il paradiso descritto nel post come se ne spiegherebbe sia il tracollo che l'emigrazione che descrivi?
      Cmq niente paura: la gloriosa Corea del Nord è ancora fermo baluardo di quei valori, ....cosa aspetti a chiedere loro asilo politico? ;)

      Mah....

      MArioC

      Elimina
    3. @anonimo

      Io posso portarti l'esperienza di una famiglia di rumeni con cui sono in confidenza. Anche loro stavano meglio sotto Ceausescu.
      Del resto è ovvio: se appartenessero alla fascia beneficiata dal crollo della dittatura, non sarebbero emigrati.
      Comunque, esistono dei dati abbastanza oggettivi sulle economie dei paesi dell'est dopo il crollo del comunismo.
      In alcuni casi la contrazione del Pil è stata del 40% e oltre.
      Questo non significa che sotto il comunismo le popolazioni dell'est fossero contente e soddisfatte.
      E' un fatto che molte di queste famiglie stanno ancora oggi peggio rispetto a quando il regime era ancora in piedi.

      Elimina
  9. non per fare il troll eh?...ma ci sono delle fonti? voglio dire questo documento il telegraph perchè non lo pubblica? voglio dire...boh.

    intendiamoci: io sono enti europeista convinto (se l'europa dev'esser questa) e spero che tutto crolli il prima possibile.

    ma vorrei anche vedere le fonti di un articolo di giornale prima di prenderlo come verità.


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se è un documento riservato non credo proprio pubblicheranno le fonti; per non aver rogne e per non bruciarsi la "talpa". Io almeno, non lo farei.

      Elimina
    2. E comunque sono partite le interrogazioni da parte degli oppositori, vedi questo Nuttel nominato nell'articolo, quindi un certo fumus c'è stato. Spetterebbe a loro smentire.

      Elimina
    3. mah...vedremo. diciamo che come mi sono abituato ad esser difficidente verso gli organi di informazione, tale resto anche di fronte a notizie comunque plausibili...se non vengono supportate un pò meglio.

      ripeto cmq che la cosa sarebbe plausibilissima. se devono affamarci per bene devono convincerci che non stia succedendo.

      Elimina
    4. se vieni a sapere ulteriori news a riguardo sarei comunque felicissimo di leggerle. e grazie comunque per il lavoro che fai.

      Elimina
  10. Hanno deciso di tapparci la bocca, perchè sanno benissimo che ciò che diciamo è vero. L'EUROPA E' SOLO UN BORSELLINO APERTO PER LA MERKEL. Noi siamo solo pedine.
    L'Italia deve uscire dall'Euro prima che ci vietino anche di respirare. Maledetti loro e quel massone di Prodi che ci ha buttati nel burrone.

    RispondiElimina