13/01/14

Il ministro delle Finanze greco confessa : "Ho rifiutato un'alleanza col FMI per una ristrutturazione del debito"

L'economista greco Varoufakis riporta una notizia apparsa sul Financial Times che ci dà la misura  della profonda soggezione della classe dirigente greca verso i potenti creditori: non solo non vogliono uscire dalla trappola dell'euro, ma non osano chiedere una ristrutturazione del debito nemmeno se spalleggiati!




Questa è una storia stupefacente. Forse per la prima volta nella sua storia così compromessa, il Fondo Monetario Internazionale ha avuto un importante cambiamento di atteggiamento e ha cercato di fare la cosa giusta per un paese sotto 'programma', ed è stato respinto proprio dal ministro delle finanze di quello stesso paese!
L'estate del 2012 era appena finita e la Grecia era, ancora una volta, di fronte a una 'carenza di finanziamenti' , un eufemismo con cui si nasconde il fatto che, ovviamente, l'insolvenza del governo greco in bancarotta non era stata risolta dai nuovi giganteschi prestiti e dalle ultime misure di austerità ammazza-reddito. In quel periodo, la signora Lagarde del FMI era stata messa sotto pressione dagli stati membri non europei del FMI per fermare gli ulteriori prestiti alla Grecia, fino a che la Germania e la Banca centrale europea non fossero riuscite a concepire e ad accettare la semplice premessa che la solvibilità della Grecia potrebbe essere risolta solo attraverso una profonda ristrutturazione del debito (o, in alternativa, da un'uscita forzata dalla zona euro).

La signora Lagarde era, in questo modo, incoraggiata a 'congedarsi' dal club europeo e partecipare alle riunioni dell'Eurogruppo dell'ultima parte del 2012 su una posizione di conflitto, e con un'agenda aggressiva di ristrutturazione del debito pubblico greco. Ahimè, c'è stato un intoppo: il governo greco, il principale beneficiario del cambiamento di atteggiamento del FMI, non è stato disposto a stringere un'alleanza col FMI, e a solo immaginare la possibilità stessa di schierarsi con l'organizzazione di Washington contro il potente Schäuble. Ecco un estratto da un articolo di Peter Spiegel e Kerin Hope dal Financial Times del 9 gennaio:


"In effetti, Mr Stournaras ha detto di essersi opposto alle pressioni di Christine Lagarde, direttore del FMI, e Poul Thomsen, capo della missione in Grecia del Fondo Monetario Internazionale perché chiedesse agli altri leader dell'eurozona - tra cui il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble – di accettare delle "perdite da haircut" sui loro prestiti di salvataggio. "Poul e Lagarde hanno detto che avrei dovuto stare al loro fianco", ha ricordato. "Ho detto loro: 'OK, se mi mettessi al vostro fianco, questo aiuterebbe la Grecia,  ma è una cosa totalmente fuori discussione: 'Schäuble mi ha detto: 'Yannis, scordatevelo.' Quindi non è possibile, cosa posso farci?"

Forse mai nella storia dell'Unione europea abbiamo visto un esempio migliore della sottomissione completa e totale di orgogliose nazioni alla tirannia dei paesi creditori. Mai prima d'ora abbiamo avuto una conferma così vivida del fatto che l'Unione europea non è più un'associazione di nazioni sovrane e che un dibattito razionale è escluso a priori. Pensateci.

3 commenti:

  1. Da brividi la totale perdita di democrazia delle nazioni periferiche dell'Eurozona, Grecia per prima.

    PS: grazie per questo ottimo blog!

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  2. Più che inetti, questi mi sà che siano tenuti per i cojotes, dalla BCE e dalla commissione Europea.

    "Se vi azzardate a fare qualcosa che non ci è gradito, noi vi sputtaniamo in mondo visione".

    Li tengono per gli zebedei, ed ogni tanto gli danno un tirotto, ecco perchè i ragazzi di Bruxelles alle elezioni tifano per questi ladones.

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  3. Più che inetti, questi mi sà che siano tenuti per i cojotes, dalla BCE e dalla commissione Europea.

    "Se vi azzardate a fare qualcosa che non ci è gradito, noi vi sputtaniamo in mondo visione".

    Li tengono per gli zebedei, ed ogni tanto gli danno un tirotto, ecco perchè i ragazzi di Bruxelles alle elezioni tifano per questi ladones.

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