Come risulta da questo articolo del Financial Times, sembra che la Commissione europea si stia preparando a sottrarre ai bilanci nazionali le entrate da signoraggio per destinarle a tappare il buco di bilancio lasciato alla UE dalla Brexit. Un vero e proprio tentativo di saccheggio a scapito degli Stati nazionali, che dovrà essere avallato dai governi degli Stati aderenti. C'è da sperare che il governo Gentiloni, in carica soltanto per l'ordinaria amministrazione, non si arroghi anche questo abuso di potere, come già fatto in materia di politica estera.
di Mehereen Khan e Jim Brunsden, 27 marzo 2018
La BCE sta prendendo in considerazione un raid da 50 miliardi di euro sui profitti della BCE allo scopo di colmare il buco di bilancio dell'UE dopo la Brexit.
Nel tentativo di mantenere la sua solidità finanziaria dopo che il secondo maggior contributore netto al bilancio dell'UE lascerà l'Unione nel 2019, durante la sua riunione settimanale di mercoledì la Commissione europea discuterà un piano in cui si prenderà in considerazione una serie di nuove fonti di entrata.
La proposta della BCE è di distogliere i profitti realizzati dalle 19 banche centrali nazionali dell'eurozona dalla stampa delle banconote per dirottarli direttamente nelle casse dell'UE. La Commissione stima che il flusso di entrate potrebbe produrre un gettito di 56 miliardi di euro nel bilancio dell'UE nell'arco dei prossimi sette anni.
Oltre il 90% dei cosiddetti profitti da signoraggio sono distribuiti dalla BCE alle 19 Banche centrali nazionali dell'eurozona, che poi ne trasferiscono una parte agli Stati nazionali attraverso le tesorerie.
La Commissione sta valutando la possibilità di un raid su questa liquidità della BCE come un modo rapido per incassare denaro per il bilancio comune dell'UE, dato che diversi membri più ricchi, tra cui i Paesi Bassi e l'Austria, rifiutano di aumentare i loro contributi al bilancio UE dopo l'uscita del Regno Unito.
"È una delle idee più a portata di mano per il bilancio", ha affermato un funzionario dell'UE. Un altro alto funzionario di un paese della zona euro ha riferito che sono iniziate le consultazioni tra il suo governo nazionale e la banca centrale sul trasferimento del denaro da signoraggio a Bruxelles.
La BCE ha affermato che qualsiasi modifica al modo in cui si distribuiscono i profitti richiederebbe una modifica legale allo statuto della banca.
"Insieme ai profitti propri, le banche centrali nazionali redistribuiscono questi profitti da signoraggio, secondo la legislazione nazionale, ai loro azionisti, che sono i ministeri delle finanze", ha osservato la BCE in una nota. "I rispettivi ministeri e governi decidono cosa fare con quel denaro".
Oltre a rivedere le regole della BCE, la Commissione sta elaborando piani per una cosiddetta "plastics contribution" al fine di ampliare le sue risorse di spesa. A gennaio, Günther Oettinger, commissario per il bilancio dell'UE, ha dichiarato che i dettagli sul programma di tassazione sulle materie plastiche saranno annunciati nella proposta formale di bilancio della Commissione, all'inizio di maggio.
Le discussioni sul bilancio di Bruxelles hanno spesso opposto i ricchi paesi contribuenti netti come Francia e Germania, contro i beneficiari più poveri come la Polonia e l'Ungheria. Ma l'ultimo ciclo di negoziati per il bilancio che parte dal 2021 è stato complicato dal buco nero della Brexit, dalle sfide politiche come la migrazione e dalla spinta a guida francese per creare strumenti di spesa propri della zona euro.
Mentre la commissione è incaricata di proporre un piano su come strutturare il bilancio comune, le decisioni definitive sulla sua dimensione e composizione spettano ai governi nazionali, che si stanno preparando a discuterne nei prossimi mesi.
In risposta all'idea di Emmanuel Macron, il Presidente francese, di rinforzare gli strumenti anti-crisi dell'eurozona, la Commissione a maggio annuncerà dei piani per un "meccanismo di stabilizzazione fiscale" per salvaguardare le spese di investimento quando uno stato membro dell'eurozona subisce una recessione economica.
Ma l'idea, che è comunque riduttiva rispetto alla visione francese di un fondo per i tempi difficili, rischia già di imbattersi in un'opposizione guidata dagli olandesi e dai finlandesi, che vogliono che i governi stabilizzino le loro finanze pubbliche piuttosto che ottenere l'accesso a maggiori finanziamenti a livello europeo.
Nel tentativo di placare le preoccupazioni dei governi più inflessibili, Bruxelles sta esplorando un sistema di sovvenzioni e prestiti agevolati a cui i paesi della zona euro possano accedere nei momenti di difficoltà.
"Stiamo lavorando a una proposta concreta che potrebbe funzionare con prestiti e possibili sovvenzioni limitate", ha detto ai deputati Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione. La Commissione si sta anche orientando verso un progetto per un nuovo sistema che coinvolgerebbe il Meccanismo europeo di stabilità, il fondo di salvataggio sovrano dell'eurozona.
La maggior parte del bilancio a lungo termine dell'UE è costituita dai contributi dei governi degli Stati membri, con circa il 20% proveniente da entrate a livello dell'UE note come "risorse proprie", come IVA e dazi doganali.
La Commissione mira a colmare il buco di € 15 miliardi all'anno che rimane dopo la Brexit, attraverso un mix di tagli alla spesa e denaro fresco.
Ma i governi dell'UE hanno resistito a lungo ai tentativi di Bruxelles di generare strumenti per la raccolta di entrate proprie, come le tasse a livello europeo che, sostengono, portano via i soldi dalle casse nazionali.
I funzionari avvertono inoltre che qualsiasi incursione sui profitti della BCE rischia di provocare l'ira delle banche centrali nazionali, che oppongono fieramente la loro indipendenza dalle interferenze politiche e attualmente possono utilizzare i loro profitti come ritengono opportuno. In Germania, ad esempio, la Bundesbank consegna ogni anno una parte dei suoi profitti annuali alle casse del Tesoro.
I critici sottolineano anche che il signoraggio è una fonte di entrata altamente volatile. Bassi tassi di interesse significano che dal 2015 la BCE non ha generato profitti sulla stampa delle banconote, secondo la sua ultima relazione annuale.
La riunione della Commissione prevista per mercoledì consentirà ai commissari di confrontarsi politicamente su come programmare i piani di bilancio prima che a maggio vengano resi pubblici .
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