Nel silenzio generale dei principali media italiani è passata la notizia, riportata da vari organi di stampa europei tra cui Deutsche Welle e il Guardian (di cui traduciamo l'articolo), secondo la quale il presidente Trump avrebbe declassato l'Unione Europea allo status di organizzazione internazionale. Il "downgrade" dello status diplomatico, che nei fatti non dovrebbe suscitare alcuna sorpresa, essendo soltanto la correzione della decisione alquanto azzardata di Obama di considerare l'UE allo stesso rango di uno stato sovrano, viene considerato a Bruxelles e nei circoli di potere vicini alle amministrazioni precedenti a Trump come un affronto, che rifletterebbe l'antipatia dell'attuale amministrazione americana verso l'UE. Un ulteriore colpo alla già traballante costruzione europea, in vista del sempre più probabile stravolgimento che si prospetta per le prossime elezioni del Parlamento europeo.
di Julian Borger, 8 gennaio 2019
Martedì scorso [8 gennaio 2019, N.d.T.], secondo fonti ufficiali l'amministrazione Trump ha declassato lo status diplomatico della missione UE a Washington, senza informarne Bruxelles né la missione stessa.
Il declassamento da stato nazionale a organizzazione internazionale rovescia una decisione presa nel 2016 dall'amministrazione Obama, che conferiva all'UE un ruolo diplomatico più forte a Washington, e viene visto a Bruxelles come un affronto che riflette l'antipatia generale dell'amministrazione Trump verso l'UE. Il presidente si è schierato a favore della Brexit e ha definito l'UE un "nemico".
Il cambiamento, che è stato segnalato per prima dall'emittente tedesca Deutsche Welle, significa potenzialmente che la missione dell'UE avrebbe meno potere e accesso limitato all’amministrazione statunitense.
"Ci risulta che ci sia stato un recente cambiamento nel modo in cui la lista delle priorità diplomatiche è implementata dal protocollo degli Stati Uniti", ha detto Maja Kocijančič, portavoce per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'UE, che ha poi aggiunto: "Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione dell'avvenuto cambiamento".
"Stiamo discutendo assieme ai dipartimenti competenti nell'amministrazione le possibili implicazioni per la delegazione dell'UE a Washington", ha affermato Kocijančič. "Ci aspettiamo che la prassi diplomatica stabilita negli ultimi anni venga rispettata".
Alla richiesta di un commento, il dipartimento di stato ha inviato un messaggio automatico dicendo che a causa dello “shutdown” governativo, "le comunicazioni con i media saranno limitate a eventi e questioni che riguardano la sicurezza di vite umane o la protezione di beni, o ritenute essenziali per la sicurezza nazionale".
"Questo è un colpo basso all'Unione Europea del tutto irragionevole da parte dell'amministrazione Trump", ha detto Nicholas Burns, già sottosegretario di stato per gli affari politici durante l'amministrazione di George W. Bush.
"Tutto ciò in concomitanza con la campagna di Trump volta a raffigurare l'UE come un concorrente, e non un partner, degli Stati Uniti. Continua, da parte dell'amministrazione Trump, la delegittimazione delle organizzazioni internazionali e dell'organizzazione sovranazionale che è l'UE".
"Gli americani dovrebbero ricordare che l'UE è il nostro più grande partner commerciale e il più grande investitore nella nostra economia", ha aggiunto Burns, secondo il quale "l'intera politica di Trump nei confronti dell'UE continua a essere fuorviante e inefficace".
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