di Fraser Nelson, 15 Aprile 2021
Scegliendo il buon senso piuttosto che il lockdown, il paese ha
controllato il virus senza compromettere la normalità della vita
Se il lockdown è il più grande esperimento sociale del mondo, la Svezia ne rappresenta il gruppo di controllo. Mantenendo la vita di tutti i giorni, è diventata un ribelle globale e, per alcuni, uno stato canaglia. Quando all'inizio di questa settimana la Svezia ha raggiunto i più alti livelli di infezione Covid in Europa, questa è stata presentata come la prova del terribile prezzo pagato per una sfida spericolata. C'è solo un ingrediente che manca in questa grande storiella morale: la mancanza di rimorso tra gli svedesi. Anche adesso, con un'altra ondata in corso, non hanno intenzione di chiudere tutto.
La storia della Svezia raccontata da chi sta fuori dal Paese risulta certamente schiacciante. I titoli dei giornali affermano che il suo grande esperimento è stato "abbandonato" e che anche il re ormai ammette che la sua politica più rilassata ha portato al disastro. Michael Gove parla di come la Svezia abbia iniziato bene, ma poi abbia finito con l’adottare una serie di misure per mantenere distanziate le persone, anche per impedire loro di andare al bar. Lo dice non per animosità nei confronti della Svezia, ma perché i suoi critici la indicano come l’alternativa al lockdown: ciò che anche la Gran Bretagna avrebbe potuto fare.
Quindi la Svezia ha finito con l’essere il bersaglio delle bizzarre guerre culturali sul lockdown, invocata da entrambe le parti come esempio di paradiso o inferno. Anders Tegnell, l'epidemiologo di stato, dice che è troppo presto per giudicare perché ci vogliono anni prima che si definisca un quadro post-pandemia. Ma un recente sondaggio ha mostrato che tre quarti degli svedesi hanno preso una posizione, dicendo che la squadra di Tegnell ha gestito le cose bene, o molto bene. Allora come conciliare la fiducia degli svedesi con la storia del disastro svedese?
Tanto per cominciare, molto di ciò che si dice sulla Svezia è falso. L'argomento secondo cui la sua "strategia di immunità di gregge" non è riuscita ad arginare il virus trova una risposta abbastanza facile: non c'è mai stata una strategia del genere. Tegnell lo ha sempre detto. Ha cercato di mantenere i livelli di virus abbastanza bassi da impedire che gli ospedali venissero sopraffatti, ma, anche, di ridurre al minimo i danni collaterali alla vita e alla salute delle persone. Questo avrebbe significato, da sempre, tollerare livelli di Covid più elevati rispetto ai paesi in lockdown, come prezzo per proteggere più vite in generale.
Un altro errore è l'idea della Svezia come un'utopia del tutto priva di restrizioni. Bar, ristoranti e caffè osservano tutti il distanziamento sociale e devono chiudere entro le 20.30. Dall'inizio di tutto questo, milioni di svedesi hanno cominciato a lavorare da casa. È in vigore la regola dell'otto, anche se le case private sono esenti. Quindi ci sono alcune leggi, ma la maggior parte sono delle linee guida.
Il recente "lockdown personale" nella regione di Uppsala non è davvero un lockdown. "Si limita a ribadire la stessa raccomandazione non vincolante che ci è stata data dall'inizio della pandemia", dice un mio amico, che vive in città. Uno dei politici locali ha promosso il messaggio "stay-at-home" sulla sua pagina Facebook, ma poi, il giorno successivo, ha pubblicato il suo grande apprezzamento per un ristorante persiano in cui aveva appena mangiato. Non è stato uno scandalo: l'interpretazione personale delle linee guida è normale. La Svezia ha usato il suo folkvett: il buon senso. La grande domanda è se la stessa cosa avrebbe potuto funzionare anche qui.
Se si guarda solo alle morti di Covid, la Svezia va male più o meno come la Gran Bretagna, almeno nella prima ondata (non nella seconda, che è ancora in corso). Ma considerando i danni collaterali, le cose cambiano. Gli studi su tutti i decessi aggiustati per età - non solo i decessi dovuti al virus - mostrano lo scorso anno in Svezia un aumento di appena l'1,5%; in UK sono aumentati del 10%. Le morti in eccesso tra gli under 65 in realtà sono diminuite in Svezia, ma qui (in UK) sono aumentate notevolmente. Effetto lockdown o solo una coincidenza? È difficile dirlo. Ma in Svezia, questi pezzi del puzzle contano: fanno sempre parte del quadro.
Gli alunni svedesi fino a 16 anni non hanno ancora perso un giorno di scuola: anche questo ha un valore, anche se più difficile da quantificare. L'Institute for Fiscal Studies ipotizza 350 miliardi di sterline di guadagni persi per i bambini britannici. Ma l'impatto sulla società - non da ultimo sulle migliaia di alunni che sono misteriosamente scomparsi dai ruoli scolastici - è una cosa a cui non si può dare un prezzo.
Valutare il danno economico è più facile. Riducendo al minimo i disagi, lo scorso anno l'economia svedese è diminuita del 3%: quella britannica è crollata del 10%. Il bilancio svedese, pubblicato ieri, prevede che l'economia si riprenderà completamente dalla pandemia entro Natale. La Gran Bretagna sta puntando alla metà del 2022, anche considerando il successo del nostro vaccino. Il costo della pandemia (misurato dal debito pubblico extra) il prossimo anno in Gran Bretagna arriverà a £ 7.700 pro capite, più del doppio rispetto alla Svezia. E hanno (ancora) meno morti per Covid.
La rapida ripresa della Svezia comporta che il suo programma di cassa integrazione abbia quasi esaurito le richieste. Secondo gli ultimi conteggi, quasi cinque milioni di inglesi sono ancora in cassa integrazione, senza sapere se alla fine di tutto questo avranno ancora un lavoro. Tegnell non è rimasto ad aspettare il vaccino, e l’arrivo del vaccino non ha cambiato la sua strategia di lockdown. Né, a quanto pare, la nostra.
È sempre difficile fare confronti significativi tra economie diverse, ma la diagnosi di tumore è più facile da confrontare. La paura del virus allontana le persone dagli ospedali. Nei primi dieci mesi dello scorso anno le visite specialistiche per tumore al seno in Svezia sono diminuite di circa il 10%. Ma i dati britannici sono molto più netti: per esempio, un calo di circa il 30% nelle visite per tumore al seno. La domanda - ancora in attesa di una risposta chiara - è fino a che punto i lockdown aumentino il bilancio delle vittime, scoraggiando l'uso dell'assistenza sanitaria di base. Per cancro, malattie cardiache e altro ancora.
Questo non vuol dire che la Svezia abbia ragione e la Gran Bretagna abbia sbagliato, solo che c'è molto di più, in tutto questo, che non una semplice classifica del Covid. Tegnell ha commesso molti errori. Non si aspettava la seconda ondata e alcuni dei suoi ammiratori si sono resi ridicoli prevedendo che il virus sarebbe morto entro l'estate scorsa. Solo questa settimana è stato costretto ad ammettere un altro fallimento: nella seconda ondata, così come nella prima, non si è fatto abbastanza per tutelare i pensionati nelle case di cura.
Stefan Löfven, il primo ministro svedese, ha inconsapevolmente sintetizzato l'approccio del suo paese quando, dopo aver pregato la gente di non affollare le strade prima di Natale, è stato sorpreso a farlo lui stesso. Gli svedesi vogliono controllare il virus, ma anche proteggere la vita normale. Come la maggior parte del mondo. Ciò che contraddistingue la Svezia è la ferma convinzione che il suo metodo possa ancora dimostrarsi giusto, alla fine.
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