Ricevo e pubblico con piacere questo lungo pezzo di Istwine dove si spiega come funziona il meccanismo monetario e in particolare si affonda la tesi che emettere moneta crei inflazione. Il pezzo rimarrà poi stabilmente nella sezione didattica qui a destra.
“Modern
textbooks on macroeconomics treat money in a remarkably
uniform - and
remarkably silly - way. In
the primary exposition the
stock of "money" is
treated as exogenous in the two senses a)
that it is determined outside the model
and b) that it has no accounting
relationship with any other variable. The reader is
then invited to assume, pro tem, that the
central bank controls "the
money supply" so
that it is constant through time. […] Silly? The money stock,
as revealed in real life financial
statistics, is
as volatile as Tinkerbell - for good reasons, as I
shall argue below.
How can it be sensible to undertake a
thought experiment
in which the flickering quantity called "money" is
literally constant through periods at
least long enough for capital
equipment to be planned, built
and commissioned - and for lots
of other things to happen as well?” (Godley
1996)
Non
ha senso, a mio avviso, discutere di politica monetaria o elencare
gli strumenti, le differenze tra sistemi e le differenze di
obiettivi, se non si conoscono alcuni meccanismi logici del sistema
monetario, attuale e non, fiat money o gold standard. Come cerco di
sottolineare più o meno continuamente, l’errore principale di
molti economisti e commentatori che discutono di moneta è non avere
in testa le dinamiche stock-flussi (al di là dello strumento in
questione) e le eventuali conseguenze che una certa azione comporta.
Quando qualcuno sostiene che “emettere moneta crea inflazione”,
il minimo che ci si può aspettare, se è una persona seria, è che
abbia in mente che tipo di moneta, in che modo viene emessa, quali
conseguenze ha e quali son gli agenti coinvolti. Questa è la base.
Poi si passa ad analizzare l’economia in cui avviene, in che fase
del ciclo economico ci si trova, l’obiettivo da raggiungere e i
modi per poterlo fare. E questo è un metodo. Poi c’è il metodo
dominante, che è descritto da Wynne Godley come semplicemente
“stupido”.
1.
THE REFLUX MECHANISM (Il meccanismo di riflusso)
Se
vi è mai capitato di avere uno scoperto in banca, allora vi è
capitato automaticamente di avere a che fare con quello che Nicholas
Kaldor e James Trevithick
(1981) chiamavano the reflux mechanism.
Il concetto è questo: secondo Kaldor e Trevithick, ma anche secondo
i teorici del circuito monetario, un eccesso
di offerta di moneta viene automaticamente eliminato attraverso il
meccanismo del riflusso. Il modello è
intuitivo e vale per tutti, le famiglie, le imprese, le banche, le
pubbliche amministrazioni, ma non significa che non abbia delle
complicazioni. Una cosa è certa, il meccanismo di riflusso è forse
l’evidenza più grande del fatto che la moneta sia endogena, nel
senso che non è controllata dalle autorità monetarie. Vi faccio un
esempio: poniamo che la Banca Centrale decida di agire secondo
vulgata, ovvero decida di emettere riserve bancarie senza un criterio
particolare. Ciò che molto probabilmente succederà è che le banche
che ricevono le riserve bancarie ripagheranno precedenti debiti con
la stessa Banca Centrale. Facendo un esempio ancora più realistico,
le banche commerciali con le riserve in eccesso rispetto alla riserva
obbligatoria avranno poche scelte: A.
ripagare precedenti debiti, B.
acquistare titoli di Stato o titoli obbligazionari in genere, C.
depositare le riserve in eccesso in particolari depositi offerti
dalla Banca Centrale (che so, la cosiddetta deposit
facility offerta dalla BCE), D.
prestarle nell’interbancario e allora la palla passa a un altro. Il
meccanismo di riflusso entra in gioco pressoché automaticamente
poiché nel primo caso la banca è costretta a ripagare i propri
debiti, nel secondo caso e nel terzo sarà una scelta nelle
preferenze in base ai rendimenti offerti.
Lo
stesso meccanismo vale ad esempio per le famiglie che hanno un mutuo,
parte delle entrate andranno a ripagare automaticamente la rata del
mutuo o altri debiti col settore bancario. E lo stesso vale per le
imprese che sono indebitate col settore bancario. Nelle parole di
Lavoie:
“The
circuit of a monetary or entrepreneur economy starts out with the
production decisions of firms. For these decisions to be realised,
initial finance (working capital) must be provided by the banking
sector. Bank loans or advances are usually this initial finance. When
firms pay out wages and other costs, bank deposits are transferred to
households, who may either consume or save their incomes. In the
former case, the deposits of firms will be replenished. In the latter
case, households may either purchase bonds and other financial
assets, or they may decide to keep their saving in the form of money
(bank deposits). Looking at it form this angle, whenever households
are remunerated as a result of the producing activities of firms,
they always wind up with some undesired money balances. […] When
the goods are purchased from firms, these firms use the receipts to
reduce the amounts which they have borrowed from the banks. This is
where the Kaldor – Trevithick reflux mechanism comes into play. […]
As households get rid of undesired deposits, advances will be paid
back, so that they decrease pari passu
with the decreased stock of money held by households. The
gross flows of advances and hence the flow of money depends on the
demand for credit of firms, but the stock of advances and of money
deposits depends in addition on the portfolio behaviour of all
agents”
(Lavoie 1999)
Ho
messo in grassetto le parti che Lavoie metteva in corsivo. L’ultima
frase significa esattamente che l’offerta di credito è determinata
dalla domanda, ma lo stock di scoperti in essere e di depositi
dipende inoltre dal
comportamento di tutti gli agenti. Vi ricordate all’inizio la
citazione di Godley? La riporto: In
a water-tight accounting framework, the
transaction flows of the ultimate sector
are entirely determined by the transaction flows of the other
sectors. Significa esattamente che i settori
sono interconnessi e non ha senso considerare l’azione di un agente
(o di un settore) e pretendere che esso non abbia delle conseguenze
sugli altri.
Tornando
al meccanismo: ci sono alcune complicazioni che non è necessario
trattare. Chi è interessato può leggere la letteratura a riguardo,
in particolare, per una discussione sul tema Lavoie (1999).
Il
meccanismo di riflusso ci fa capire che quando Friedman lamentava un
eccesso di moneta in circolazione come principale causa
dell’inflazione, non aveva ben chiaro come i bilanci di banche,
imprese e famiglie fossero necessariamente legati. Un esempio banale
ma comprensibile è ad esempio quello del credito al consumo, il
prestito ricevuto andrà utilizzato per acquistare beni da un’impresa
che utilizzerà parte delle sue entrate per ripagare debiti
precedentemente contratti col sistema bancario, distruggendo moneta.
Nelle parole di Kaldor:
Could
we then suppose that the additional credit
of £100 brings about an "excess
supply" of money in an analogous manner to that created by the
discovery of new gold? If the original borrower did not need £100 he
would have borrowed less- say, £80- and left the remainder as an
unutilized borrowing facility. If the
subsequent recipients find that they have more money in hand than
they need, it is they who will repay some of their bank loans. Again,
the "excess money" is extinguished through loan repayment.
If the second recipient is a net creditor to the bank, his bank
balance will be enlarged; and if he finds that it is now too largehe
will transfer some of it to interest-bearing savings deposits or
apply it to the purchase of financial assets of some other kind. This
means that in the sense required by monetarist theory, an excess in
the supply of money cannot come into existence;
and if it did, it would automatically be extinguished through the
repayment of bank indebtedness (or its
equivalent), either by the original borrower or by other. (Kaldor
1985, pag. 7-8, grassetto mio)
Per
farla semplice, perché è un concetto da
capire: quando qualcuno dice genericamente
“emettere moneta crea inflazione perché c’è troppa moneta in
circolazione” o “c’è un eccesso di moneta” non ha ben chiaro
che parte di quella moneta (tralasciando ora di che tipo) andrà a
ripagare precedenti debiti, parte andrà in acquisto di titoli di
Stato, titoli obbligazionari o azioni di imprese e solo una parte
rimarrà depositata (o in genere mantenuta), la
moneta desiderata. Questo è il senso del
meccanismo di riflusso.
Cito
Jacques Le Bourva perché lui in effetti analizzò la questione prima
di Kaldor in alcuni scritti ricchi di intuizioni. Le Bourva era un
economista francese che aveva ben chiaro la natura endogena della
moneta e la fallacia della teoria quantitativa della moneta. Scriveva
riguardo al meccanismo di riflusso:
“Given
that banks exist only in so far as entrepreneurs are indebted to
them, the quantity of money can always be reduced by repaying loans
without borrowing anew; in other words,
only desired money can exist” (Le
Bourva 1992, pag.452)
Nel 1962 scriveva invece:
“Likewise,
when the Treasury has to obtain advances from the Bank of France in
order to settle State debts, this money then flows into the accounts
which regular banks have at the Bank of France… This phenomenon has
no other effect on money-creation as a whole. When they receive the
money spent by the State, its creditors will be able to reduce their
recourse to other processes of financing, and possibly repay their
debts to the banking system or even underwrite Treasury bills in the
context of a smoothly operating circuit of public finances. Be that
as it may, since the banks already have the possibility of obtaining
notes, in so far as they are developing their loans, by applying
directly to the Bank of France, since these loans are limited not by
the possibilities of converting bank money into fiduciary money, but
only by the demands of borrowers with sufficient collaterals, since,
in short, the quantity of money can already adapt to the demand, the
introduction of a source of money to the benefit of the State does
not alter the total money supply, but only the way it is distributed
among its counterpart entries”
(Le Bourva 1992, pag 463-4)
Ecco
il meccanismo di riflusso attraverso la spesa pubblica. E lo stesso
vale a prescindere da come viene finanziata la spesa pubblica. Nel
caso di uno scoperto di Tesoreria o di finanziamento nel mercato
primario da parte della Banca Centrale, in ogni caso la spesa
pubblica andrà a finanziare beneficiari che a loro volta
ripagheranno precedenti debiti col settore bancario (distruggendo
moneta). Avete presente quindi il Divorzio all’italiana? Quello che
evitava l’inflazione. Ecco, un giorno gli dedichiamo un
bell’articolo a sé perché molte cose son ancora da dire, ma già
da questo piccolo esempio potete capire quanto lontani dalla realtà
dei fatti siano i loro fautori e quanto ingenui siano i sostenitori
accaniti. Difatti all’inizio io ho scritto che il monetarismo va
ricordato, non va capito, perché non c’è niente da capire se non
che ad una semplice analisi della dinamica stock-flussi la teoria si
sgretola.
Il
meccanismo di riflusso è una caratteristica propria di un’economia
monetaria capitalistica, è intrinseca ad essa, e dunque è per la
maggiore un meccanismo automatico.
Un meccanismo automatico che rende evidente, se non fosse ancora
chiaro, che non è possibile controllare in maniera sistematica
l’offerta di moneta e che quindi quest’ultima, è una variabile
endogena che dipende dalle condizioni economiche.
2.
THE COMPENSATION THESIS
La
tesi di compensazione non è altro che il meccanismo di riflusso
applicato alle economie aperte. È un meccanismo importante che ci
permette di comprendere oltre al concetto chiave dello scritto, anche
alcune implicazioni ulteriori della moneta endogena, ovvero il fatto
che non vi sia nessuna oggettiva tendenza all’equilibrio, anche
in un’economia a tassi flessibili. È un discorso lungo e complesso
che non mi posso permettere per le mie conoscenze, semmai vorrei
sottolineare un aspetto che però è chiaro: le cosiddette Rules
of the Game non sono realistiche. Le regole
(a cui sotto si riferisce anche Marc Lavoie) sono quelle del modello
neoclassico in cui a un deficit della bilancia dei pagamenti
corrisponderebbe una riduzione dell’offerta di moneta e ad un
surplus corrisponderebbe un aumento dell’offerta di moneta (Ethier
1988, 341). L’assunzione
che si cela dietro questa regola è che un aumento (riduzione)
dell’offerta di moneta comporta un aumento (riduzione) dei prezzi.
Perciò, vi è, secondo tale teoria, una tendenza all’equilibrio:
la bilancia dei pagamenti tende a ad aggiustarsi automaticamente per
via delle variazioni dei prezzi interni rispetto ai prezzi esteri. Al
di là della discussione riguardo all’entità del riequilibrio, o
alla naturale tendenza delle economie all’equilibrio, ciò che
critico e ritengo non veritiero è che la variazione dei prezzi
avvenga in seguito a una variazione dell’offerta di moneta. Cioè,
quello che ritengo falso è il solito assunto monetarista che lega i
prezzi alla moneta.
Iniziamo
con un excursus storico. È un lungo estratto da uno studio di Marc
Lavoie che si intitola, appunto, The Reflux
Mechanism in the Open Economy (2001b).
“It
could be argued however that the validity of the compensation
principle is limited to the current functioning of the international
economy, and that in particular, a return to a gold standard would
bring back into operation the Rules of the Game. This is not the
opinion however of the main modern proponent of the compensation
principle. Pierre Berger (1972a: 94, 1972b:171), who was the general
director of research at the Banque de France, points out that the
compensation phenomenon that can be observed in modern economies
could already be observed in the 19th
century. Statistics show that when France had large external
surpluses, and hence was accumulating gold reserves, the peaks in the
gold reserves of the Banque de France were accompanied by throughs in
credits to the domestic economy. As a result, despite the wide
fluctuations in gold reserves, the variations in the monetary base
and the money supply were quite limited.8
[nota 8:
Denizet (1969: 203-204) notes a specific instance
of the lack of a relationship between the flows of gold and the money
supply. When France had to transfer one billion francs worth of gold
to Germany in 1870, as a form of war reparation, everyone expected
France to fall into a recession as a result of the diminished
liquidity, but the reverse occurred. France entered a period of
prosperity, while the Banque de France compensated the outflow of
gold with a substantial amount of advances to
banks.]
This analysis is confirmed by studies on
the gold standard period, between 1880-1913 and 1922-1938. Bloomfield
(1959: 49) shows that when looking at year-to-year changes in the
period before the First World War – the heyday of the gold standard
– the foreign assets and the domestic
assets of central banks moved in opposite directions 60% of the time.
Foreign assets and domestic assets moved in the same direction only
34% of the time for the eleven central banks under consideration. The
prevalence of a negative correlation thus shows that the so-called
Rules of the Game were violated more often than not, even during the
heyday of the gold standard. Indeed, “in the case of every
central bank the year-to-year changes in international and domestic
assets were more often in the opposite
than in the same direction” (Bloomfield 1959: 49-50). Almost
identical results were obtained in the case of the 1922-1938 period.
Ragnar Nurkse (1944: 69) shows that the foreign assets and the
domestic assets of twenty-six central banks moved in opposite
direction in 60% of the years under consideration, and that they
moved in the same direction only 32% of the time. Studying the
various episodes of inflows or outflows of gold and exchange
reserves, Nurkse (1944: 88) concludes that “neutralization was the
rule rather than the exception”. Without saying so, Nurkse adopts
the compensation principle as the phenomenon ruling central banks in
an open economy. The rules of the game as they were to be endorsed in
the modern IS/LM/BP models of Mundell are an erroneous depiction of
reality.
“There is nothing automatic about the mechanism
envisaged in the «rules of the game». We have seen that automatic
forces, on the contrary, may make for neutralization. Accordingly, if
central banks were to intensify the effect of changes in their
international assets instead of offsetting them or allowing them to
be offset by inverse changes in their domestic assets, this would
require not only deliberate management but possibly even management
in opposition to automatic tendencies.” (Nurkse 1944: 88)
Nurkse’s
account of the negative correlation between foreign and domestic
assets of central banks in various dramatic instances is particularly
interesting because he rejects the standard interpretation in terms
of a “sterilization” operation initiated by the central bank.
Nurkse considers that it would be “quite wrong to interpret [the
inverse correlation] as a deliberate act of neutralization” on the
part of the central bank. On the opposite, Nurkse considers that the
neutralization of shifts in foreign reserves is caused by “normal”
or “automatic” factors, and that the compensation principle
operates both in the overdraft financial systems and in the
asset-based ones. In the overdraft system, Nurkse (1944: 70) notes
that “an inflow of gold, for instance, tends to result in increased
liquidity on the domestic money market, which in turn may naturally
lead the market to repay some of its indebtedness to the central
bank”. But Nurkse also observed compensating phenomena that were
consistent with the operation of an asset-based financial system. In
the case of an inflow of gold and foreign exchange, foreign investors
(or the banks where their deposits would be held) would purchase new
government securities. This would allow Government to reduce its debt
to the central bank, as would be the case in an open-market
operation. However, as Nurkse (1944: 77) points out, in contrast to
the usual open-market operation, the manoeuvre “did not come about
at the Bank’s initiative”. Alternatively, Nurkse (1944: 76)
points out, gold inflows could also be neutralized by an increase in
government deposits held at the central bank, as the Bank of Canada
does nowadays.” (2001b)
Il
meccanismo di compensazione non è quindi alla base dei moderni
sistemi monetari ma è, semmai, una caratteristica intrinseca di ogni
sistema monetario in quanto è la risultante dell’interconnessione
tra i bilanci degli agenti coinvolti. Se ci pensate il meccanismo è
lo stesso di quando qui nel blog si sottolinea che la spesa pubblica
non sia un lancio di denaro in un vulcano, bensì sono soldi che
entrano nelle tasche dei beneficiari che poi li utilizzano per
acquistare beni. Coloro i quali ricevono i soldi dalla vendita dei
propri prodotti, ripagano precedenti debiti e via dicendo.
L’interconnessione è esattamente questa. Difatti Godley lamentava
esattamente questo nella descrizione da libro di testo: l’assenza
di qualunque relazione, in termini di contabilità, con le altre
variabili.
Questo
meccanismo è valido a tutti i livelli, cioè, l’indebitamento tra
settore bancario e Banca Centrale, e l’indebitamento tra imprese e
settore bancario.
Caliamolo
nella realtà: in un paese in surplus di bilancia dei pagamenti,
qualcuno finirà con valuta straniera che probabilmente non vuole
detenere. Si recano alla banca e scambiano valuta straniera con
valuta nazionale. La transazione quindi comporta che le banche
commerciali abbiano valuta straniera e il cliente abbia un accredito
nel proprio conto, dello stesso ammontare, in valuta nazionale. Le
banche a questo punto decidono di venderle alla Banca Centrale, la
quale accredita il conto della banche dello stesso ammontare, in
valuta nazionale. L’accreditamento, per inciso, è fatto in riserve
bancarie, quelle di cui si è parlato prima. Il bilancio della Banca
Centrale è mutato in maniera tale che abbia tra gli asset valuta
straniera e tra le liabilities il deposito della banca commerciale.
BANCA
CENTRALE
|
|
Assets
|
Liabilities
|
Riserve in Valuta +100 |
Deposito
Banche +100
|
A
questo punto, secondo il modello dominante, essondo aumentata la base
monetaria (il deposito della banca nelle liabilities) aumenterà, di
conseguenza, l’offerta di moneta. Questo è erroneo in partenza,
perché il sistema del credito non funziona così. Ma analizziamolo
solo ed esclusivamente dal punto di vista del principio di
compensazione. Molto probabilmente il settore bancario con quel
deposito appena ottenuto non farà altro che ripagare,
automaticamente, precedenti debiti contratti con la Banca Centrale.
Lo stesso vale per l’esportatore che inizialmente si era trovato ad
avere valuta straniera non desiderata. Nelle parole di Le Bourva:
“It
is not more correct and simpler to say that when regular banks
receive foreign currencies, they create a corresponding amount of
bank money, and that they then bring these foreign currencies to the
central bank, thereby obtaining a portion of these notes they need,
which obviates the need for using the other processes up to this
amount? […] It is well known that compensation operate among the
various means which the banks can resort to in order to obtain notes.
Moreover, notice that an initial
compensation occurs in the accounts of productive businesses before
doing so in those of financial establishments.
If the businesses obtain the funds needed for the payments of their
means of production by foreign and not domestic sales, they present
foreign currencies instead of regular bills of exchange to their
bankers”. (Le Bourva (1992: 462-3,
grassetto mio)
Difatti,
Arestis e Eichner scrissero giustamente:
“[…]
any money creation emanating from fiscal or debt management
operations initiated by the authorities or
from a favourable balance of payments,
can be neutralized through an equivalent reduction in commercial bank
credit brought about by the actions of private economic agents”.
(Arestis e Eichner 1988,
1004, grassetto mio)
Una
delle conseguenze del principio di compensazione è che quella che in
gergo tecnico si chiama “sterilizzazione” avviene automaticamente
per iniziativa delle controparti e
non della Banca
Centrale. Questo avviene automaticamente nei sistemi overdraft,
cioè quei sistemi in cui le banche commerciali sono direttamente
indebitate con la Banca Centrale e quindi ottengono le riserve
bancarie che gli occorrono tramite veri e propri prestiti da parte
della Banca Centrale. L’Eurosistema è un sistema overdraft puro.
Ma la sterilizzazione automatica avviene anche nei sistemi
anglosassoni, che tecnicamente vengono chiamate asset-based.
In questi sistemi (come ad esempio il Federal Reserve System), le
banche commerciali raramente sono indebitate direttamente con la
Banca Centrale, ma ottengono le riserve bancarie di solito tramite le
cosiddette operazioni di mercato aperto, cioè, vendita e acquisto di
titoli obbligazionari. Difatti, nei paesi anglosassoni, storicamente,
le Banche Centrali hanno molti più titoli di Stato in portafoglio di
quanti ne abbiano le Banche Centrali dei sistemi overdraft. Comunque,
ci torneremo nelle prossime parti su questa distinzione.
Marc
Lavoie ci fornisce uno schema di sterilizzazione automatica in un
sistema asset-based:
“Suppose
again that an economy is faced with large balance of payment
surpluses, and that banks wind up with large amounts of foreign
currency which they exchange at the central bank, acquiring excess
reserve deposits in the process. What will private banks do with
these excess reserves? […]One obvious possibility is for banks to
purchase foreign assets with their foreign currency balances: in this
case the surplus in the balance of payments is eliminated on its own
(Lutz 1971: 146). The other obvious possibility is for banks to
purchase government securities, which provide income and have no
risk. Private banks will thus initiate purchases of government bonds,
and in all likelihood, the seller of these bonds will be the central
bank. From the mainstream point of view, the sale of government bonds
by the central bank looks like an attempt at neutralizing the inflow
of foreign funds. In this case, however, sterilization occurs
automatically, and at the initiative of the commercial banks. What we
really have at work is the compensation principle, a variant of the
reflux principle.” (Lavoie 2001b)
Il
principio di compensanzione ci fa comprendere che anche in
un’economia aperta alcune dinamiche persistono e non vi è nulla di
automatico come previsto dal modello neoclassico. E questo vale per
tutte le economie, anche se in alcuni casi determinati processi sono
meno evidenti. Ad esempio, nel caso dei paesi emergenti, Lance Taylor
(2008) sostiene che il principio di compensazione non sia del
tutto applicabile. Mentre Serrano e Summa
(2012) sostengono che il principio valga del tutto anche nel caso dei
paesi emergenti, nella fattispecie loro si occupano del Brasile.
Questione complessa, ma per onestà intellettuale è bene offrire uno
scenario il più completo possibile. Di certo gli autori citati non
mettono in questione il principio in sé, ma solo alcune
implicazioni. Implicazioni che i professionisti dell’affermazione
grossolana non discutono minimamente. Una delle implicazioni ad
esempio è che comunque le economie moderne hanno avuto, in media,
progressivi aumenti degli aggregati monetari. Ma questo non significa
che il principio di compensanzione e il meccanismo di riflusso non
abbiano luogo. Significa, nelle parole di Lavoie, che:
“In
general, a balance of payment surplus, through the compensation
principle, will diminish the rate of growth of the debt owed by the
banks to the central bank, or it will diminish the needs of banks to
sell government securities to acquire their growing requirements in
high powered money. Thus, while a negative correlation between
foreign and domestic assets of central banks disproves the operation
of the Rules of the Game,
a positive correlation does not disprove the operation of a
compensation
mechanism.” (Lavoie 2001b)
In
più, si tenga presente che l’oggetto della discussione è
l’eccesso di offerta
di moneta nell’ottica monetarista.
Ad
ogni modo, uno che con le affermazioni grossolane ci ha fatto un
business è Hans-Werner Sinn. Non tutti, a parte i frequentatori di
questo blog, sanno che Sinn è un economista tedesco, agguerrito
difensore del proprio paese. Da un certo punto di vista è
condivisibile la posizione di Sinn, perlomeno lui, a differenza dei
commentatori nostrani, difende gli interessi del luogo in cui vive.
Però, va riconosciuto che Sinn ha grosse difficoltà a capire
basilari meccanismi monetari. Ebbe una giusta intuizione sull’annosa
questione TARGET2, ma ha anche scritto fiumi di affermazioni
discutibili. Una delle più discutibili riguardava l’idea che i
flussi di capitali dai paesi core
ai paesi periferici ponessero dei problemi al sistema del credito dei
primi. In particolare lui, riferendosi alla Germania, scriveva:
“If
every year a further €100 billion is granted to the GIPS as Target
loans, the stock of credit given by non-GIPS central banks to their
commercial banks via refinancing operations will shrink by the same
amount” perché “strict
crowding out is inevitable if the ECB controls the overall stock of
central bank money in the Eurozone by way of sterilising
interventions or auctioning off limited tenders.”
(Sinn 2011)
Insomma,
secondo Sinn i flussi che arrivavano nei paesi periferici stavano
limitando il credito in Germania. Come se esistesse un ammontare
fisso troppo sbilanciato verso i paesi periferici. Manco a dirlo,
quest’idea non significa assolutamente nulla. Le banche commerciali
tedesche hanno sempre avuto e hanno tuttora accesso al credito in
Banca Centrale come tutte le banche dell’Eurosistema, e la BCE
avrebbe prestato senza problemi (con la dovuta garanzia, ovviamente)
se una banca avesse chiesto un prestito. La paura di Sinn era ed è
figlia di una comprensione discutibile del sistema monetario, come
hanno sottolineato diversi commentatori tra i quali Bindseil (2011) e
Whelan (2011). Va comunque riconosciuto che Sinn su determinati
aspetti legati a una eventuale rottura dell’Eurozona ha senz’altro
avuto un’intuizione e bisogna dargli atto che ha diffuso
l’interesse per il sistema TARGET2 e le sue implicazioni.
Perché
ho menzionato Hans-Werner Sinn? Perché con la progressiva
diminuzione dei flussi di capitali verso i paesi periferici e i
notevoli problemi nel mercato interbancario, i capitali son sempre
più spesso rimasti in territorio nazionale (nazionale nell’ottica
di Sinn). A questo punto, se fosse giusta l’idea di Sinn, ci
sarebbe dovuto essere un boom del credito in Germania. Invece no, è
successa una cosa più interessante: dal 2007 al 2010 i debiti del
settore bancario tedesco nei confronti della Bundesbank sono
diminuiti “da 250 miliardi di Euro
all’inizio del 2007 a 103 miliardi di Euro alla fine del 2010”
(Bundesbank 2011, pag. 35).
Ecco
il principio di compensazione in atto, una sterilizzazione su
iniziativa del settore privato e pressoché in maniera automatica.
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Rochon, Louis-Philippe; Rossi, Sergio, Modern
Theories of Money: The Nature and Role of Money in Capitalist
Economies,
Edward Elgar Publishing, pp. 506–543
Le
Bourva, J, (1992). Money
creation and credit multipliers, Review
of Political Economy, vol.4, no.4
Sinn,
Hans Werner (2011b), The
ECB’s stealth bailout, VoxEU.org
Whelan.
K (2011). Professor
Sinn misses the target,
VoxEU.ORG
Complimenti per il post, peccato che, a mio avviso, sia castrato dalla mancata traduzione dei lunghi pezzi in inglese. Credo che se si vuole rendere accessibile a più persone possibile sia indispensabile.
RispondiEliminaSuvvia, detto col sorriso sulle labbra.
RispondiEliminaL'unica cosa indispensabile è che più persone impari la lingua inglese, o almeno l'inglese scritto.
L'estratto in italiano è più che adeguato e soprattutto merito del gran lavoro dello staff. Vanno ringraziati a prescindere.
Per tutto il resto c'è Mastercard.
;-)
Concordo, senza traduzione dall'inglese io non ci capisco quasi nulla. E trovandomi su voci dall'estero...
RispondiEliminaIstwine ci ha fatto un ottimo sunto. Chi sa l'inglese può confermare e completare con la comprensione dei brani originali, e chi non lo sa si accontenterà e si fiderà del sunto di Istwine...dato che a Caval Donato non si guarda in bocca nemmeno a vocidallestero..;)
EliminaNon è Krugman, quindi OT.
RispondiEliminaMa è tradotto. Anzi come ho letto in rete, sottotitolato per non-udenti del PUD€.
Tributo al duo delle Meraviglie.
Fantastico!
EliminaForse la parola inflazione è usata in un unico modo. L'inflazione come aumento dei prezzi, diminuzione del potere di acquisto, è quella che più interessa ed è quella più evidente, mentre lo è meno l'inflazione degli asset. L'inflazione degli asset si può però anche pensare come un parcheggio o una soluzione all'inflazione sui prezzi, o come una distruzione temporanea di moneta che dovrà trovare una soluzione "un giorno". E' un altro aspetto. Dove la strozzatura sugli asset c'è, nel senso che la moneta non ha sufficiente credibilità, specie al di fuori della dimensione nazionale, e trova perciò difficoltà ad essere scambiata con asset, allora si scarica su consumi e su asset a valore intrinseco (cosiddetti beni reali, immobili, azioni, formando inizialmente bolle) ma ne viene richiesta in dosi sempre maggiori e cioè si torna alla pressione sui prezzi. Questo suggerisce che un eccesso di moneta si verifica, che è compensato da meccanismi di cui uno è il circuito finanziario, le cui dimensioni possono aumentare, ma a discapito di rendimento reale, volatilità e rischio, ma che quando questo non assorbe allora si verifica l'inflazione classica. La dimensione internazionale e lo status delle diverse monete cambiano la questione. Una moneta di riserva come il dollaro ritarda anche all'infinito il giorno del giudizio, che è quello in cui dell'asset ti vuoi liberare a tutti i costi e ti volgi a materie prime, immobili, e beni di consumo.
RispondiEliminacmn,
Eliminase ho capito bene quello che dici, condivido. Peraltro ti ringrazio perché mi dai l'occasione per sottolineare meglio quello che nel testo è brevemente accennato. I due meccanismi descritti in realtà sono volti a confutare una tesi molto più banale, che è quella monetarista che vuole nell' "eccesso di offerta di moneta", la causa dell'inflazione, moneta intesa come base monetaria. Cioè, si considera una situazione in cui la BC emette un eccesso di moneta che sta lì, che non ha particolari conseguenze se non quella inflattiva. Una situazione statica e insensata. Quindi i due meccanismi, confutano questa fobia. Che poi è anche il motivo per il quale non vi è stata inflazione da QE o LTRO, inflazione nel senso monetarista di eccesso di offerta di base monetaria (insomma, la metafora dell'elicottero di Friedman). Ma questo non significa che:
1) gli aggregati monetari e delle varie forme di debito non possano crescere, anzi, l'opposto abbiamo visto con l'enorme indebitamento del settore privato nel periodo che ha poi portato alla crisi del 2008.
2) Non si scarichi su altri asset. Le cosiddette bolle immobiliari possono essere legate anch'esse a un eccesso di credito, o un indirizzamento improduttivo di quest'ultimo.
Ma è il credito questo.
Il fatto è che entrambi i fenomeni convivono come abbiamo visto con i due meccanismi, non li escludono affatto. Ma escludono però ad esempio l'analisi della Rules of the Game di cui parlo. Semmai, la maggiore espansione di credito si è avuta nei paesi con deficit di partite correnti, esattamente l'opposto previsto dalla teoria neoclassica. Ma questo non significa che i due meccanismi di cui ho parlato non coesistano, anzi (vedi l'esempio di Sinn).
Lo scopo alla fin fine era quello di mostrare che dietro determinate asserzioni vi è spesso una conoscenza bassa dei meccanismi e della connessione dei bilanci dei vari agenti.
Che ne pensi?
Preciso:
Eliminail QE non sta causando quel tipo di inflazione da eccesso di moneta che io volevo confutare, ma sta sicuramente creando l'asset inflation di cui parli. Che è una forma di inflazione più subdola, e però se noti (non voglio tirare acqua al mio mulino, è ai fini della comprensione), tra le 4 opzioni che io ho inserito c'era anche la B. in cui io ho messo titoli obbligazionari in genere ma sicuramente andava precisato anche con azioni e altre forme di asset.
C'era anche un articolo di Jane D'Arista sulla questione da poco (alcune cosine non le condivido, ma è accademia):
http://backtofullemployment.org/2013/04/29/has-the-recovery-of-households-net-worth-done-any-good/
Ancora grazie per la precisazione.
Istwine complimenti per il post, molto ben scritto.
RispondiEliminaIn proposito volevo chiederti, se il fatto di ripagare i debiti equivale a distruzione di moneta, il crollo economico degli stati dell'eurozona, oltre agli squilibri creati dell'euro, è dovuto anche all'austerità che nel vano ed inutile tentativo di far ripagare i debiti pubblici degli stati, di fatto sta facendo distruggere ricchezza in tutti i settori?
P. S. Effettivamente, a dimostrazione che la moneta non causa inflazione, basta vedere la Germania, in surplus di partite correnti da 10 anni (quindi secondo la teoria neoclassica con eccesso di moneta) ma con l'inflazione più bassa di tutta l'area euro e specularmente (goofy) gli stati con deficit delle partite correnti (quindi secondo la teoria neoclassica con mancanza di moneta) con inflazione più alta di quella tedesca.
Ti ringrazio Leo.
EliminaRimborsare un debito con la banca può sì essere considerato "distruzione di moneta", nella fattispecie l'aggregato considerato (sai, M2, M3, quelle cose lì).
Ti faccio un altro esempio di stretta attualità. Considera i debiti che le PMI hanno nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni. Se uno segue coerentemente quello che potrebbe avvenire da un punto di vista dei flussi di denaro si hanno tre fasi:
1) Lo Stato spende 40 miliardi e salda i propri debiti.
2) Le PMI ricevono 40 miliardi e saldano i propri debiti col settore bancario.
3) Il settore bancario a sua volta salda i propri debiti con i propri creditori (estero o interno).
Tutto questo nient'altro è che il reflux mechanism di cui parla Le Bourva, o Kaldor. Immagina dunque a questo punto che quei 40 miliardi inizialmente spesi dallo Stato siano stati ottenuti tramite uno scoperto nel conto di Tesoreria ricevuto dalla propria Banca Centrale (cosa che qui non è più legale dal 1993).
Questo è teoricamente "emissione di moneta" nel senso standard da libro di testo. In che maniera transazioni di questo tipo possono essere definite inflattive?
Io credo in nessuna particolare maniera, soprattutto in una fase deflattiva come quella che viviamo.
Per questo dico che determinate transazioni vanno analizzate per quello che sono e non urlate a caso come fanno la stragrande maggioranza degli economisti/opinionisti.
Ed è esatto quel che dici sulla Germania. Altro non è che l'evidenza che la moneta sia endogena, sempre e comunque, a prescindere dal regime di cambio. Il ciclo di Frenkel dopo tutto si basa anche su quell'aspetto, dato che tutti i paesi in cui avviene sono paesi che sperimentano deficit di partite correnti.
Ciao Istwine, mi accodo ai complimenti per l'ottimo post (dopo i due fondamentali su Goofy)! Se ti va e se ti fa piacere, l'ultimo post di 48 verte su un ambito molto simile a quanto da te qui trattato. Tuoi commenti sarebbero molto apprezzati! Ciao e un grazie anche a Carmen per averti ospitato!!
Eliminaanche prima di terminarlo ringrazio IstWine dell'ottimo articolo, lo trovo più scorrevole di quando è apparso in goofy (anche lì non l'ho finito, mannaggia il tempo tiranno).
RispondiEliminaA partire dal prox ottobre sto organizzando un perCorso economico per università aperta a Imola e vorrei inserire una serata sul tema.
Posso chiedere a Istwine di contattarmi, se possibile, mi piacerebbe averlo come ospite della serata.
maxzanoni@gmail.com
Ti ringrazio MaxZ, ma io non sono il più adatto, ti consiglio di chiamare un docente per una questione di reputazione/titolo ecc. Queste cose anche se spesso risibili, sono importanti quando si fanno conferenze, duole dirlo.
EliminaOK istwine,
Eliminail tentativo è comunque di organizzarlo con un mix di docenti ed 'appassionati'.
quando l'hanno fatta solo accademica l'interesse è stato scarso.
Se non ti spiace mandami lo stesso i tuoi riferimenti, sempre meglio conoscere persone competenti anche se non del tutto 'credibili', del resto la reputazione di Monti e dei suoi pusher di sostegno teorico (R&R) non ci ha portato troppi benefici
uhm, qualcuno me aiuta a decodificare la teoria di J. Huber : http://sovereignmoney.eu/ ? Warren Mosler ne parla in un suo post su fb:
RispondiElimina"AMI keeps hitting new lows:
Prof. Joseph Huber from Martin Luther University in Germany gave an outstanding presentation of the New Currency Theory (NCT) which supports monetary reform, and compared this with his analysis of Modern Money Theory (MMT). Professor Huber found that MMT reflects banking doctrine much more than currency teachings, and concluded that to be supportive of monetary reform, any economic theory must break off the shackles of banking doctrine and adopt the new currency teachings for monetary sovereignty.
One of the highlights of the conference was at the gala dinner when Professor Huber was presented with the AMI Advancement of Monetary Science Award for his work. Professor Huber showed his modesty by being genuinely surprised to be given such an award, even though it is thoroughly deserved. Dr. Michael Kumhof and Prof. Kaoru Yamaguchi are the only other persons who have previously received this award."