Un'altra confessione, questa volta di Kohl, sulla natura antidemocratica del progetto euro
Traduzione di Alex
Berlino - L'ex cancelliere tedesco Helmut Kohl - l'artefice della riunificazione tedesca - ha ammesso che
non avrebbe mai vinto un referendum per
l'adozione dell'euro nel suo paese e ha detto di aver agito "come un dittatore" pur di ottenere
l’introduzione della moneta unica.
In un'intervista del 2002, pubblicata solo recentemente come parte di una tesi
di dottorato scritta dal giornalista Jens Peter Paul, Kohl dichiarò
che il razionale soggiacente la moneta unica era di
evitare un'altra guerra in Europa.
"Le
nazioni con una moneta comune non si sarebbero mai più fatte guerra tra di loro dal momento che una moneta
comune è ben di più che un mezzo di pagamenti. “ (N.d.t. Già…
come dice il nostro mentore Goofynomico “L’euro
non è una moneta è un metodo di governo” ! Ecco: adesso che lo ha ricordato
anche Kohl, penso
che i Troll con il silenziatore che lurkano con circospezione cercando di
evitare il meritato calcio nel culo accademico, in questo come negli altri blog del “circuito”,
finalmente la pianteranno … si la pianteranno... come no
“The wish is father to the thought”! Abbiate pazienza ma anche io ho i
miei
sogni!)
Ha ricordato come il presidente francese Francois Mitterand – così come altri leader europei del tempo - lo avessero
ripetutamente esortato a far accettare l'idea, non molto popolare in Germania, della
moneta comune.
"Pensavano - ed avevano ragione in tal senso - che se la Germania non avesse
adottato l'euro, nessuno lo avrebbe fatto.
E a riguardo della situazione tedesca sostenevano che se se Helmut Kohl non avesse forzato,
nessun altro lo avrebbe fatto. Le decisioni quindi maturarono in questo contesto" ha detto Kohl.
Tra queste decisioni vi fu quella di
non dimettersi e lasciare che il suo popolare ministro degli Interni, Wolfgang
Schaeuble, diventasse cancelliere nelle elezioni del 1994. Schaeuble, l’attuale
ministro delle Finanze nel governo di Angela Merkel, non sarebbe stato in grado di forzare
l’accettazione dell'euro, sostiene Kohl.
Koh, cancelliere tedesco negli anni
che vanno dal 1982 al 1998, ricorda che impiegò "anni" e tutte le sue capacità di
negoziazione per convincere gli altri
leader europei delle sue idee e farle approvare.
"E ciò ha pagato, per esempio permettendo di avere la
Banca con sede a Francoforte ", ha detto Kohl, facendo riferimento alla concessione fatta da Francia
e Gran Bretagna che consentì alla BCE di
risiedere a Francoforte.
Con partiti politici a favore del
mantenimento marco tedesco che spuntavano come funghi, e con gli stessi compagni di partito
Democristiani tiepidi verso l’idea
dell’euro, Kohl si era reso conto che un
referendum in materia, sarebbe stata una
causa persa.
"Sapevo che non avrei mai potuto vincere un
referendum in Germania. Avremmo perso qualsiasi consultazione popolare a
riguardo dell'introduzione dell'euro. Era chiarissimo. Avrei perso".
Le probabilità erano circa sette a
tre contro l'euro, rammenta Kohl. L'opposizione
socialdemocratica non si sarebbe schierata contro, ma nemmeno "sarebbe
scesa in campo apertamente a favore dell'euro, no sicuramente."
Inoltre, le popolazioni dell’ex Germania dell’Est, fresche di riunificazione e felici di essersi riappropriate finalmente del marco tedesco, non avrebbero mai votato a
favore di un suo abbandono in favore di una nuova moneta europea.
"In
definitiva, la democrazia rappresentativa può avere successo solo se qualcuno
si alza e dice: le cose stanno così! Perciò ho legato la mia esistenza a questo progetto politico. Così facendo di conseguenza ci si troverà con un
sacco di gente nel vostro stesso partito a sostenervi in nome del .. Se cade lui,
cado anche io! E poi non è una questione di moneta - è una questione di filosofia
di principio".
"Ho
voluto portare l'euro perché per me significava l'irreversibilità dello
sviluppo europeo ... per me l'euro è sinonimo di avanzamento verso l'Europa ", ha detto
Kohl.
Ma ha ammesso che nell’attuare questa idea "si è comportato come un dittatore." (N.d.t. ed infatti i
risultati si vedono! )
Alla domanda
se avesse dovuto accettare l'euro in cambio del sostegno Francese alla
riunificazione della Germania, Kohl ha risposto: "la
motivazione principale era: mai più
guerra! Questo era il punto per uomini
come Mitterand e Kohl, che nel 1984 ha tenuto le mani sul campo di battaglia di
Verdun. In prima battuta non si trattava certo della
riunificazione tedesca " .
Kohl ha reso omaggio al ruolo avuto dalla moglie di Mitterrand, Danielle, nel suggerire al marito di non ignorare il desiderio dei
tedeschi dell'est di riunirsi con i loro
fratelli dell’ovest.
Kohl ricorda che "Sulla
riunificazione tedesca, a Mitterrand è stata forzata la mano. Tutti i rapporti
ricevuti dal Presidente della Repubblica dal Quai d'Orsay [il ministero degli
Esteri francese] non erano a favore della riunificazione tedesca. Meglio
tenerli [i tedeschi] separati ".
Alla fine, la signora Mitterand ha vinto. Il muro di Berlino è caduto e la
Germania è stata riunita nel 1990 e Kohl è stato celebrato come il cancelliere
della riunificazione tedesca. (N.d.t. Oh
quale incommensurabile unt commovente favoletta per
allocchi questa.. la moglie di Mitterand che intenerisce il burbero marito a
favore della fratellanza dei popoli e come
per magia Cade il Muro di Berlino, similmente alle mura di Gerico al grido “Gloria” del vecchio Joshua
… Old Joshua Shouted Glory And
The Walls Came Tumblin' Down … e le
brioches di Maria Antonietta non ce le
vogliamo mettere? Sangre y Muerte!)
Tuttavia l'altro suo grande lascito –
che consisterebbe nell’aver reso
possibile l’Euro senza un sufficiente
appoggio popolare - rimane controverso [N.d.t il fatto che sia una fregatura e non un
vantaggio, e che questa fregatura sia insita proprio nelle sue origini NON
democratiche, a parte a 18 milioni di Italiani dormienti, non mi pare poi sia tanto
controverso oramai]. Il fatto che la moneta unica sia cominciata come progetto
politico non affiancato da una necessaria
unione economica è infatti visto oggi come la motivazione principale della crisi in corso nella zona euro.
Va bene ammettiamo che le motivazioni iniziali siano state nobili e condivisibili.
RispondiEliminaMa se il risultato fa acqua da tutte le parti, anzi direi che ormai rischia di tradursi in tragedia, perchè non cambiare approccio?
A me le motivazioni iniziali spingono ad una riflessione diversa:
Eliminain sintesi, la Germania all'epoca era reticente alla moneta unica, sono stati gli altri Stati a spingere per averla e non lo avrebbero fatto senza la Germania.
Tutto questo per la "pace a tutti i costi".
Detto in altri termini: gli altri Stati hanno accettato di mettersi in posizione di vulnerabilità economica (sappiamo che sapevano, Napolitano '73 docet) per evitare la guerra...........con la Germania suppongo! Sennò avrebbe poco senso.
Mi chiedo, ma a distanza di 40/50 anni dalla fine delle guerra, cosa spaventava così tanto i politici del sud da spingerli ad adottare politiche economiche supine (e assassine) per la "pace a tutti i costi"?
Sono portato a pensare che la risposta sia solo su un piano prettamente opportunistico e classista di disciplina interna dei lavoratori e nulla abbia a che vedere con la "pace a tutti i costi", ma ormai non mi stupirei più di nulla.
Rispetto alla tua domanda direi che la risposta è contenuta nell'articolo: non si cambia approccio a causa di un incipit non democratico che ha funzionato da substrato ottimale per la costruzione delle menzogne che attualmente dominano e tengono insieme il progetto. Il capitale politico investito nel progetto è talmente grande che indietro non si torna....
EliminaAspetto l'ammissione dei piddini... mi sa però che aspetterò invano.
RispondiEliminaTeresa C.
Che bella favoletta,ma manca il lieto fine.
RispondiEliminaScusami Carmen se non ho letto completamente l'articolo. Ne avevo comunque letto un altro dal contenuto similare.
RispondiEliminaCon amarezza potrei dire che grazie a quell'ostinato impegno politico che come missione Kohl aveva deciso di assumere, in totale autonomia (se non spregio della volontà altrui, chissà, oggi l'Europa si ritrova in ginocchio. Le scelte "politiche" nascono sovente da lontano, le conseguenze pratiche di quelle scelte le viviamo costantemente nel quotidiano. Ciò che manca nel mezzo è un'adeguata presa di coscienza della realtà e del suo ciclo storico. Spesso non riusciamo a renderci neanche conto della direzione in cui stiamo andando.
Non siamo consci del futuro e superficialmente ignoriamo il passato ma al tempo stesso pretendiamo di "governare" il presente.
Spero giunga anche il tempo per ognuno di noi della riflessione... e dell'analisi competente e responsabile.
Affrontando il tema dell'attuale stallo politico italiano, ritengo personalmente che chi fosse sinceramente disposto a prodigarsi per il benessere comune, della comunità, avrebbe uno strumento nobile con cui proporsi fattivamente:
Una nuova Costituente che, partendo dai principi focali della ns valente Carta Costituzionale, si proponga l'obiettivo di ridiscutere l'assetto operativo ed istituzionale interno ed esterno alla luce delle nuove realtà sovranazionali.
Realtà che impongono il loro volere senza alcun legittimo diritto.
Una costituente che miri a coinvolgere un più ampio spettro di personalità che vadano oltre la ristretta e "martoriata" classe politica.
Personalità in grado di riprendere ed interpretare il pensiero dei ns padri fondatori in nome di un rilancio della ns identità nazionale ed internazionale.
Una costituente che cerchi di coinvolgere "tutti" e non di escludere "qualcuno".
Parallelamente la messa in opera di un governo a partecipazione nazionale che contemporaneamente al ridisegno urgente ed immediato di una nuova legge elettorale (da formulare in un ottica di passaggio da II a III Repubblica e quindi necessariamente momentanea in attesa della conclusione dei lavori della Costituente di cui sopra) sia in grado di poter far esprimere un assento politico parlamentare concretamente operativo e quantomeno "stabile".
Avendo la lungimiranza e la pazienza di non accelerare determinati processi e di operare in un ottica più ampia e decisiva per la costruzione del futuro, ottica che non sia e non può essere quella delle continue scadenze elettorali a breve (paragonabili ai guadagni speculativi sui margini finanziari).
Avendo a cuore di trovare il giusto equilibrio tra le emergenze stringenti del paese (economiche, sociali, culturali) ed una necessaria visione e programmazione del futuro, in particolare quello di un rinnovato assetto istituzionale che abbia lo scopo, nel tempo, di mantenersi solido nei suoi principi come di svilupparsi con profitto nelle sue dinamiche "esistenziali".
Progetto ambizioso che, sarò sincerò, non credo sarà in grado di trovare un giusto eco nell'opinione pubblica attuale (di espressione politica, partitica, istituzionale come di espressione popolare) avvilita ed intrecciata più negli "opportuni ed opportunistici" personalismi che volta ad una genuina volontà di partecipazione, condivisione, comprensione, emancipazione.
Scusami per essermi eccessivamente dilungato.
Un saluto,
Elmoamf
"Progetto ambizioso che, sarò sincerò, non credo sarà in grado di trovare un giusto eco nell'opinione pubblica attuale". Ma siamo certi di ciò? Ma siamo certi che il popolo è bue e che non aspiri a cambiamenti? E se il punto fosse, che un grande desiderio collettivo di cambiamento e di democrazia, non riuscisse ad esprimersi per mancanza di un punto di riferimento? Ma se solo osserviamo il successo di Grillo che si è solo posto come referente di cambiamenti, (e nemmeno tanto concreto), verrebbe da ipotizzare l'esatto inverso. E se i buoi fossero tori?
EliminaGrazie Massimo, la situazione politica economica e sociale sta precipitando, ma nell'uscire da questa emergenza, sarà necessario ritornare alla nostra carta costituzionale riaffermandone in maniera inequivocabile i principi fondamentali. Più che una nuova costitutente, infatti, vedrei un ritorno alla Costituzione.
EliminaUn saluto anche a te
L'ottica della Nuova Costituente che auspico è quella nel solco della ripresa dei principi fondanti della ns Costituzione.
EliminaUn ritorno, appunto, come entrambi ci auguriamo ma, dal mio punto di vista, anche un passo verso il futuro.
Lo studio, il progetto e la costruzione di un edificio parte necessariamente da solide fondamenta, terreno e luogo adatto su cui edificare.
Questa la ns Costituzione. La società evolve nel tempo e con lei gli edifici. Pertanto questi vanno riadattati in alcune loro parti per rimanere solidi ed adeguati alle nuove esigenze.
Diversamente, come sta in effetti accadendo, saranno facile preda dell'erosione e di costruttori senza scrupoli che non disdegneranno finanche di abbatterli.
In Italia, ritengo, abbiamo la necessità di ridisegnare l'assetto parlamentare e governativo per evitare ciò che dalla nascita della repubblica si è ripetuto costantemente nel tempo.
Governi di corto respiro temporale che (tranne rare occasioni!) hanno limitato le loro vedute legislative commisurandole a situazioni emergenziali o elettorali.
Il più longevo dei ns Governi è stato il Berlusconi bis ed anche quello non è durato per un'intera legislatura.
Sono certo che non sia solo una questione di durata del governo ma anche di lavoro delle camere e di assetti partitocratici.
Infine, è anche una questione culturale, storica e geopolitica.
La Nuova Costituente dovrebbe richiamare e richiamarci allo spessore, alla sostanza, dei ns valori costituzionali con l'ambizione di rilanciarli e rivivificarli.
La NC dovrebbe porsi l'interrogativo del ruolo dell'Italia nel consesso internazionale. La sua permanenza o meno nella pazzesca architettura monetaria europea.
Il ruolo geopolitico continentale ed intercontinentale. Lo studio di una più efficiente ripartizione di ruoli tra i poteri (Esecutivo, Legislativo, Giudiziario e - come sottolinea giustamente anche il buon Piero Valerio - Monetario)
Dovrebbe lavorare affinché la conoscenza e l'informazione sia diffusa ed il più possibile trasparente.
Portare l'opinione pubblica a condividere e discutere responsabilmente e criticamente sull'adesione ai trattati internazionali.
Rispolverare la fiducia nel mandato parlamentare e nella delega del cittadino all'esercizio delle funzioni pubbliche.
Ritengo, infatti, che uno dei grandi limiti dei nuovi movimenti della democrazia diretta giaccia nella pretesa di poter risolvere tutto tramite "internet" non considerando o tralasciando opportunamente di considerare la necessaria sintesi tra tecnologia e rapporto umano diretto.
Insomma, mi sono dilungato un'altra volta oltre modo, mi spiace.
Il discorso prende e sviluppa da se inevitabilmente "troppe" righe.
Spero al tempo stesso di aver espresso a grandi linee il mio personale pensiero.
Un saluto,
Elmoamf
Ok, condivido.
EliminaIl fatto che l'euro sia stato voluto dalla Germania (nella persona di Kohl) per scongiurare altre guerre in Europa, è una favoletta buona da raccontare ai bambini prima della nanna.
RispondiEliminaOrmai, grazie al lavoro di divulgazione del prof. Bagnai e di altre fonti (compreso questo blog), sappiamo molto bene che, fin dal trattato di Maastricht, si sapeva perfettamente che cosa avrebbe provocato la moneta unica. Personalmente mi sembra che, più che scongiurarla una guerra, questa situazione, fatta di crisi economiche e, soprattutto, sociali, stia creando un terreno molto fertile per provocarla; ed i tedeschi, viste le loro esperienze, dovrebbero saperlo più di chiunque altro.
E' da tempo che cominciano a smarcarsi in "auto-tutela" e con "attenuanti generiche" alla quale saranno tutti chiamati alla nuova "Norimberga".
RispondiEliminaAi citizen UE il diritto e dovere di non dimenticare i fatti e i nomi.
Donny, bear jew!
Non vado fuori tema. Non si va mai fuori tema se si parla dei tedeschi. Leggo su icebergfinanza che quest'anno l'italia deve dare ALMENO altri 20 miliardi al fondo e.f.s.b.t. (european fondo salva banche tedesche) dopo i 40 miliardi http://www.wallstreetitalia.com/article/1543848/scandalo/da-italia-40-miliardi-all-esm-mentre-le-aziende-chiudono.aspx gia' versati nell'indifferenza generale (gli italiani erano troppo impegnati a scandalizzarsi per il buco di 4 miliardi creato al Mps dalla decisione eba sui titoli di stato). Visto che non c'e' ormai in giro piu' euro e le imprese chiudono come mosche, di grazia, da dove li prendono ? Forse rendendo obbligatorio il prelievo del sangue una volta a settimana? stanziale
RispondiEliminaLe buone intenzioni sono il lastrico dell'inferno.
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