13/09/11

La Germania Pianifica un Possibile Default della Grecia


Estratto da un lungo articolo di Der Spiegel - i Tedeschi si giustificano dicendo che l'hanno detto e ridetto, ai Greci bambini cattivi (non sto scherzando, lo dicono davvero "Like Constantly Telling Children to Clean Up Their Room"), e ora sono costretti a prendere seri provvedimenti - ma traduco solo la parte interessante del discorso: la pianificazione del default

La pianificazione per il giorno della resa dei conti è già in corso, nei dipartimenti del Ministero delle Finanze di Berlino, così come nei gruppi di lavoro presso l'UE a Bruxelles. I funzionari del Ministero delle Finanze Tedesco sperano che il fallimento greco potrà essere gestito, a patto che i politici europei mantengano la calma ed i fondi di salvataggio siano aumentati come previsto.


La motivazione è quella di inviare un segnale, non solo ai partners Europei di Berlino, ma anche ai politici scettici del governo di coalizione in Germania. Il messaggio è che l'Europa ha un'altra alternativa oltre agli aiuti: se necessario, può anche ritirarsi.

Il tema è stato discusso in una cena martedì scorso presso il Ministero delle Finanze Tedesco, alla quale il Ministro delle Finanze Schäuble aveva invitato i suoi omologhi Ministro delle Finanze Finlandese Jutta Urpilainen e Ministro delle Finanze Olandese Jan Kees de Jager.

Ufficialmente, i Ministri erano lì per discutere la garanzia che i Finlandesi vogliono ricevere dai Greci in cambio di ulteriori aiuti. Ma la vera questione era la escalation della crisi ad Atene. I partecipanti erano tutti consapevoli che la situazione in Grecia attualmente è senza speranza, e che il fallimento è probabilmente inevitabile. Le uniche differenze di opinione riguardavano le conseguenze.

Schäuble sosteneva che i greci dovrebbero rimanere nell'unione monetaria, anche dopo il cosiddetto "taglio di capelli". De Jager, invece, non si opponeva alla loro uscita dall'eurozona. I partecipanti erano d'accordo che le conseguenze ultime dipendono dagli stessi greci: gli altri membri della zona euro non hanno la possibilità di espellerli dall'unione monetaria.

Calcolare le conseguenze

Schäuble è convinto che le cose non possono continuare così come sono. La scorsa settimana ha condiviso le sue preoccupazioni e le sue conclusioni in diverse conversazioni con i suoi più stretti collaboratori. Ogni volta, il suo messaggio era che lui non crede più che i Greci saranno in grado di soddisfare le condizioni previste, e che probabilmente saranno a corto di soldi già nel mese di Ottobre.

I funzionari del Ministero delle Finanze hanno già calcolato le conseguenze. La scorsa settimana, un inviato da Berlino ha presentato i risultati ai partners della Germania a Bruxelles.

Ci sono fondamentalmente due possibilità per una bancarotta Greca, ha detto il funzionario Tedesco: o il paese rimane nella unione monetaria, o si ritira.
Entrambe le opzioni comporterebbero una ristrutturazione, il che significa che la Grecia potrebbe rimborsare solo una certa quota del proprio debito, come il 50 per cento. Ciò si tradurrebbe in perdite significative per i creditori di Atene, come la Banca Centrale Europea (BCE), altri paesi dell'Unione Europea e banche, assicurazioni e istituzioni finanziarie di tutta Europa. L'inviato di Schäuble ha presentato al suo pubblico a Bruxelles i risultati delle simulazioni del Ministero delle Finanze Tedesco, e ha detto che l'obiettivo dovrebbe essere quello di contenere i danni causati da queste perdite.

Il Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria (EFSF) svolge un ruolo chiave nelle loro considerazioni. Il Ministero delle Finanze vuole che la struttura con sede in Lussemburgo, guidata dall'economista Tedesco Klaus Regling, sia fornita il più rapidamente possibile delle nuove competenze che sono state concordate al vertice della crisi a fine luglio. Una volta che ciò accadrà, ci sarà una buona possibilità di proteggere il resto della zona euro dalle perturbazioni provenienti dal default Greco.

Credito preventivo
I piani Tedeschi si concentrano su due strumenti. In primo luogo, i funzionari di Schäuble sostengono l'uso di linee di credito preventive, che coinvolga l'emissione di prestiti ponte da parte dell'EFSF verso i paesi finanziariamente deboli. In secondo luogo, intendono fornire iniezioni di liquidità alle banche per fermare le difficoltà.

L'uomo di Schäuble a Bruxelles ha sostenuto che interi paesi ed i loro settori bancari potrebbero essere protetti da questi due strumenti. I prestiti potrebbero aiutare l'Italia e la Spagna, ma anche piccoli paesi come Cipro, che potrebbero trovarsi in difficoltà a prendere in prestito denaro da parte degli investitori, timorosi dopo il fallimento della Grecia.

Le banche in molti paesi dell'eurozona potrebbero alla fine ritrovarsi dipendenti per miliardi da Lussemburgo, perché dovrebbero svalutare le proprie disponibilità di titoli di stato Greci. Le banche Greche soffrirebbero più di tutte le conseguenze di un fallimento nazionale. Per questo motivo, i funzionari Tedeschi sostengono, è abbastanza plausibile che le banche Greche potrebbero ancora beneficiare di un aiuto, anche dopo che il governo Greco venisse tagliato fuori dall'assistenza dell'EFSF. Come la crisi finanziaria ha dimostrato, le banche sono profondamente interconnesse attraverso i confini nazionali. Se una grande banca fallisce, le altre possono essere facilmente trascinate nel disastro.
Tali conseguenze sono prevedibili indipendentemente dal fatto che la Grecia mantenga l'euro o si ritiri dall'eurozona. In realtà, Atene non avrebbe scelta: il governo può sperare di far crescere la sua debole economia solo se la Grecia reintroduce la sua moneta e svaluta fortemente la nuova moneta nei confronti dell'euro.

8 commenti:

  1. Ho molta paura che non sarà così facile contenere la crisi proprio per la stretta interconnessione fra i vari istituti di credito ed assicurativi europei. L'effetto domino è dietro l'angolo...

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  2. "In realtà, Atene non avrebbe scelta: il governo può sperare di far crescere la sua debole economia solo se la Grecia reintroduce la sua moneta e svaluta fortemente la nuova moneta nei confronti dell'euro."

    Sia lodato Gesù Cristo!!!
    Finalmente anche gli intransigenti tedeschi incominciano a capirlo.
    L'avessero capito fin dall'anno scorso sarebbe stato molto meglio!!!
    E non c'è scampo, le banche tedesche, dovranno pagare in ogni caso, quindi tutta questa farsa spacciata per salvataggio alla Grecia, era solo un tentativo disperato di salvare gli interessi di Banche tedesche e francesi.
    Le banche tedesche e francesi hanno palesemente fallito nei loro investimenti, perciò è giusto che paghino e anche salato.
    Ma è possibile credere che non sapessero a che gioco stessero giocando???
    Proprio i loro colleghi americani della Goldman Sachs, avevano fornito la loro pregiatissima consulenza tecnica, per truccare i conti della Grecia.
    E fra colleghi banchieri queste cose non si sanno???
    Il tutto con la sconcertante e vergognosa accodiscendenza della BCE e della Commissione Europea!!!

    Che farsa spudorata!!!!

    cordiali saluti, Nicola

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  3. Carmen, grazie all'ottimo SILVIO,
    competente, arguto e perspicace lettore di un altro blog ti segnalo quanto segue:

    Some predictions for the rest of the decadeAug 28th, 2011 by Michael Pettis


    "Germany will stubbornly (and foolishly) refuse to bear its share of the burden of the European adjustment, and the subsequent retaliation by the deficit countries will cause German growth to drop to zero or negative for many years.".....

    "Unless Germany moves quickly to reverse its current account surplus – which is very unlikely – the European crisis will force a sharp balance-of-trade adjustment onto Germany, which will cause its economy to slow sharply and even to contract. By 2015-16 German economic performance will be much worse than that of France and the UK.

    If Germany does not take radical steps to push its current account surplus into deficit, the brunt of the European adjustment will fall on the deficit countries with a sharp decrease in domestic demand. This is what the world means when it insists that these countries “tighten their belts”.

    If the deficit countries of Europe do not intervene in trade, they will bear the full employment impact of that drop in demand – i.e. unemployment will continue to rise. If they do intervene, they will force the brunt of the adjustment onto Germany and Germany will suffer the employment consequences.

    For one or two years the deficit countries will try to bear the full brunt of the adjustment while Germany scolds and cajoles from the side. Eventually they will be unable politically to accept the necessary high unemployment and they will intervene in trade – almost certainly by abandoning the euro and devaluing. In that case they automatically push the brunt of the adjustment onto the surplus countries, i.e. Germany, and German unemployment will rise. I don’t know how soon this will happen, but remember that in global demand contractions it is the surplus countries who always suffer the most. I don’t see why this time will be any different.

    About a week after I set down these “predictions”, and two days after I finished this point, I saw in the Financial Times that German growth has already hit a wall. Expect to see a lot more articles like this over the next few years."

    Fonte: http://mpettis.com/2011/08/some-predictions-for-the-rest-of-the-decade/

    insomma cara Carmen, sti tedeschi, a furia di essere, falchi, intransigenti, e testardi (oltre che virtuosi a discapito degli altri),
    rischiano anche "ostinatamente" e "stupidamente" di buttarsi la zappa sui piedi.

    saluti, Nicola.

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  4. Salve Giulio, ben arrivato nel blog.
    Concordo che non sarà facile contenere la crisi, ma davvero non so più a chi davvero convenga...
    Saluti

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  5. Carmen sempre dall'ottimo SILVIO,

    un'altro articolo del DER SPIEGEL,

    "Le disastrose conseguenze di un ritorno al marco"

    Articolo del novembre 2010, suddiviso in 5 parti:

    Part 1: The Disastrous Consequences of a Return to the Deutsche Mark
    Part 2: The Staggering Costs of a New Currency
    Part 3: Without the Euro, German Exports Would Tank
    Part 4: Unemployment Would Skyrocket
    Part 5: Europe Would Cede Influence to China and the US

    Fonte: http://www.spiegel.de/international/europe/0,1518,731798,00.html

    E' un'articolo davvero rivelatore, della paura tedesca di un crollo dell'euro, e conseguente disintegrazione del loro mezzo di dominio continentale, e di Gestione del potere economico con le altre Potenze Mondiali.

    Speriamo che i crucchi incomincino ad essere più ragionevoli, se davvero si vogliono tenere il loro "super-marco mascherato".

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  6. Grazie Nicola, ottimi links. Infatti a quanto ho capito i Tedeschi vogliono "salvare" l'Italia, altroché lasciarla andare....la Grecia anche anche, ma Italy nein!!!
    Bisogna vedere se ci riusciranno.

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  7. Haia....iaia...iaia...iaiiii!!!!

    Questi falchi e intransigenti di tedeschi,
    a quanto pare lo sono davvero tanto con gli altri, ma con loro stessi sono molto ma molto elastici....... quasi quasi all'italiana o peggio alla greca!!!!

    Leggete questo articolo esemplare di Mucchetti sul Corriere della Sera:

    "Il peccato tedesco sul debito"
    Mercoledì 07 Settembre 2011
    Fonte: Massimo Mucchetti - CORRIERE DELLA SERA

    Link: http://www.dirittiglobali.it/index.php?view=article&catid=18:lavoro-economia-a-finanza&id=20224:il-peccato-tedesco-sul-debito-&format=pdf&ml=2&mlt=yoo_explorer&tmpl=component

    pare che nel loro debito, non conteggino le passività di un ente pubblico, il Kreditanstalt für Wiederaufbau, meglio noto come KfW; si tratta di una cifra niente male di 438 miliardi di €!!!!

    Un pò come fa il Bilancio federale americano, patria del presunto liberismo, che non conteggia le passività dei colossi del mutuo, di fatto nazionalizzate, Fanny Mae, Freddie Mac e Ginnie Mae (mi sembrano i fumetti della Walt Disney......).

    cordiali saluti.

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  8. non pochi economisti sostengono infatti che i debiti pubblici sono in realtà un pò tutti truccati, non solo quelli greci.

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