24/07/12

Ora è ufficiale: il sistema di trasmissione monetaria dell'eurozona si è infranto


L'economista Greco Yanis Varoufakis commenta le parole del governatore della Banca di Francia sul fallimento della BCE nel controllo dei tassi e del credito. Molto grave per un'unione monetaria. 



In condizioni normali, i tassi di interesse che voi e io dobbiamo pagare su un mutuo per la casa, un prestito per l'automobile o per affari, o sulla nostra carta di credito, sono ancorati su due tassi cruciali. Uno è il tasso che banche si addebitano l'un l'altra per prendere in prestito tra di loro. L'altro è il tasso overnight della Banca Centrale. Purtroppo, nessuno di questi tassi di interesse ha importanza durante questa crisi. Anche se questi tassi 'ufficiali' tendono a zero (visto che le banche centrali cercano di ridurre a niente il costo del denaro), i tassi di interesse che le persone e le imprese pagano sono molto, molto più alti e rappresentano degli indici sulla paura e le valutazioni soggettive di disintegrazione della zona euro.
Dopo il crollo del 2008, le banche hanno smesso di prestarsi denaro a vicenda, temendo di non poter mai riavere i soldi indietro (dato che la maggior parte delle banche sono diventate, in effetti, insolventi). Così, il tasso di interesse al quale si prestano l'un l'altra semplicemente ha cessato di rappresentare un prezzo significativo (proprio come i prezzi dei CDO, dopo il collasso di Lehman, hanno perso il loro significato perché nessuno comprava o vendeva quei pezzi di carta). L'aspetto veramente scandaloso dello scandalo Libor delle ultime settimane è che le banche hanno continuato a usare (e 'fissare') una stima del tasso di interesse interbancario (ai fini della determinazione di tutti gli altri tassi d'interesse, ad esempio, sui mutui e sulle carta di credito) mentre non si prestano più denaro l'un l'altra …

La fine del Libor e delle altre misure dei tassi di interesse sui prestiti interbancari ci ha lasciato con il tasso di interesse ufficiale delle banche centrali, come la Banca Centrale Europea. Recentemente, in un riconoscimento degli errori passati e della forza della recessione indotta dall'austerità Europea, la BCE ha abbassato il suo tasso di interesse allo 0,75% - il livello più basso dalla nascita dell'euro. Allo stesso tempo, la BCE ha fatto qualcos'altro, che è straordinario per i suoi standard: ha ridotto a zero il tasso di interesse pagato alle banche private per depositare i soldi alla BCE.


In condizioni normali, una tale aggressiva riduzione del tasso di interesse avrebbe trascinato verso il basso tutti gli altri tassi: con le banche private in grado di prendere in prestito dalla BCE ad un miserevole 0,75% per concedere prestiti al settore privato, e non avendo alcun incentivo a parcheggiare il loro capitale in eccesso presso la BCE, si sarebbe potuto sperare (come il presidente della BCE, Mario Draghi, chiaramente sperava) che le banche sarebbero state più disposte a concedere prestiti e ad un tasso di interesse inferiore. Tuttavia, tali speranze sarebbero state prive di fondamento. Infatti, i tassi di interesse pagati dalle famiglie e dalle imprese sono rimasti elevati, i costi di finanziamento delle banche sono anche aumentati, e il normale 'meccanismo di trasmissione monetaria' (cioè il sistema che converte i tassi di interesse ufficiali più bassi della Banca centrale in un aumento dell'offerta di denaro) si è infranto, e in maniera irreparabile. La domanda è: Perché?

Ed ecco la risposta, fornita da Christian Noyer, governatore della Banca Centrale di Francia (in un'intervista a Handelsblatt): "Stiamo attualmente osservando un fallimento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Dal punto di vista dei mercati, il tasso di interesse verso le singole banche private dipende dai costi di finanziamento dello Stato in cui sono domiciliate e non dal tasso di interesse overnight della BCE ... per cui il meccanismo di trasmissione della politica monetaria non funziona. "

Ora, questa è un'ammissione che dovrebbe essere su tutti i titoli dei giornali Europei, dato che proviene da un governatore della Banca centrale della seconda maggiore economia dell'Eurozona. Equivale ad un pilota che solleva il citofono e dice ai passeggeri: "Il carrello di atterraggio non ha funzionato." E come se non bastasse, il sig Noyer ha aggiunto, per sicurezza: "Abbiamo fatto del nostro meglio per affrontare questo fenomeno, inaccettabile per una Banca Centrale in una unione monetaria." Che cosa voleva dire con questo? L'indizio proviene dalla sua frase successiva: "In futuro non si può contare all'infinito su un sistema in cui la Banca centrale inietta liquidità in maniera massiccia al sistema bancario, aumentando enormemente il suo bilancio". Chiaramente, il signor Noyer si riferiva al LTRO, il tentativo della BCE all'inizio dell'anno di 'correggere' il 'meccanismo di trasmissione' pompando 1 miliardo di euro di liquidità nelle banche della zona euro. Leggendo tra le righe, è chiaro che, almeno secondo Noyer, questo stratagemma è fallito (come alcuni di noi continuavano a dire che sarebbe accaduto).


In sintesi, gli oneri finanziari della zona euro hanno perso le loro due ancore: il tasso del prestito interbancario (per la triste realtà che le banche non si prestano più l'un l'altra) e il tasso di interesse overnight della BCE (che le banche ignorano quando fanno i prestiti). La chiave per comprendere questa frattura è la frase del governatore Noyer "il tasso di interesse verso le singole banche private dipende dai costi di finanziamento dello Stato in cui sono domiciliate e non dal tasso di interesse overnight della BCE". In breve, la paura di una disintegrazione della zona euro (sollecitata da sciocchi discorsi sull'espulsione della Grecia e del Portogallo) ha rotto il cordone ombelicale che normalmente connette il tasso overnight della BCE con gli oneri finanziari effettivi del settore privato. Ora, questi ultimi riflettono il timore che lo stato-membro in cui ha sede l'impresa o la famiglia non sarà in grado di rifinanziarsi. In un circolo vizioso senza fine questa paura fa sì che detto stato membro non sarà in grado di rifinanziarsi e, soprattutto, garantisce il fatto che la BCE non riesce ad abbassare i tassi di interesse, anche quando spinge i tassi ufficiali a zero. E' a questo che assomiglia una unione monetaria sull'orlo del collasso.


2 commenti:

  1. Manca la citazione della fonte e non è chiaro se è un riassunto o la traduzione dell'originale.

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  2. Qui su Vocidallestero la maggior parte delle volte traduco i testi dall'originale, chi mi segue lo sa, comunque c'è il link all'originale nel nome di Yanis Varoufakis

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