Le autorità della Germania federale iniziano a rimandare indietro i richiedenti asilo verso la Grecia, dopo una sospensione di cinque anni della regola della Convenzione di Dublino secondo la quale i richiedenti asilo vanno accolti dal primo paese in cui l'emigrante entra nella UE e non dal paese destinazione. Naturale che la Convenzione abbia penalizzato di più i paesi, come Italia e Grecia, posti sulle frontiere esterne della UE, lungo i grandi corridoi migratori; proprio in virtù di ciò, la Commissione Europea aveva subordinato il completo ripristino della Convenzione all'accettazione da parte dei paesi membri delle "quote migranti". Ma ad inizio anno, mentre le quote incontravano notevolissime resistenze dei paesi membri, la Commissione Europea ha autorizzato i cosiddetti "rientri di Dublino". A pensar male e conoscendo la discrezionalità nell'applicazione di regole e accordi dentro la UE, c'è da considerare che sono prossime le elezioni tedesche di settembre, nelle quali la Cancelliera Angela Merkel, fortemente criticata proprio per la sua politica delle porte aperte, si ricandida per il quarto mandato. Da Euobserver.
di Eszter Zalan, 07/08/2017
La Germania sta per rimandare indietro i richiedenti asilo alla Grecia, mettendo fine dopo cinque anni alla sospensione delle norme di asilo dell'UE sui trasferimenti causata dalle carenti condizioni di accoglienza.
Il ministro della migrazione greca Yiannis Mouzalas, parlando al canale televisivo televisivo tedesco ARD, in un programma la cui trasmissione è prevista giovedì 8 agosto, ha confermato che le autorità greche hanno ricevuto 392 domande.
Mouzalas ha dichiarato che Atene ha approvato il ritorno di un "piccolo numero" di richiedenti asilo dalla Germania e da altri paesi dell'UE.
La mossa avrebbe messo fine ad una sospensione di cinque anni della cosiddetta Convenzione di Dublino, che regola le norme di asilo dell'UE.
Per le regole della Convenzione, sono i paesi del blocco in cui gli individui extra-UE entrano per primi che devono esaminare la richiesta di asilo. Se il richiedente asilo ha viaggiato in altri paesi dell'UE, deve essere fatto tornare al loro primo punto di entrata.
Durante il picco dei flussi migratori nel 2015, centinaia di migliaia di persone si sono fatte strada verso la Germania e le altre nazioni dell'UE attraverso la Grecia, usufruendo dell'area di Schengen che non prevede l'uso di passaporti
I trasferimenti verso la Grecia riguarderanno solo i richiedenti asilo che sono arrivati in Germania e in altri paesi dell'UE da metà marzo di quest'anno, in linea con una raccomandazione emessa dalla Commissione europea il dicembre scorso.
La data esatta dei trasferimenti dipende dalle autorità greche.
I ritorni in Grecia sono stati sospesi dagli stati membri dell'UE nel 2011, in seguito a due sentenze della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (ECHR) e a un'altra della Corte di Giustizia Europea (ECJ), in parte a causa dell'insufficiente trattamento delle persone da parte delle autorità greche.
La Commissione dell'Unione Europea ha dichiarato lo scorso anno che i "ritorni di Dublino" in Grecia potrebbero iniziare a marzo, a condizione che gli stati membri dell'UE si prendano la loro quota stabilita di richiedenti asilo dalla Grecia nell'ambito del regime di quote.
Ma all'inizio di quest'anno, l'esecutivo dell'UE ha ritrattato, nonostante gli Stati membri non abbiano trasferito un numero significativo di richiedenti asilo dalla Grecia e dall'Italia.
Secondo le ultime cifre, solo 25.438 persone sono state trasferite delle 160.000 che gli Stati membri si sono impegnati ad prendere dalla Grecia e dall'Italia - i due principali paesi in prima linea.
"Ci sono state pressioni da parte di diversi paesi dell'UE per riprendere i "ritorni di Dublino". Capisco che i governi vogliono mostrare dei risultati ai loro elettori", ha detto Mouzalas.
A settembre, gli elettori tedeschi andranno a votare per le elezioni generali. Il cancelliere tedesco Angela Merkel, la cui politica di accoglienza nei confronti dei migranti è stata criticata, correrà per un quarto mandato.
Le dure condizioni nei centri di accoglienza greci sono state ripetutamente criticate.Sono anche scoppiati occasionalmente dei disordini a causa dei ritardi burocratici e delle cattive condizioni.
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