24/04/19

Il culto di Greta Thunberg

Come riporta Spiked, le proteste ambientaliste attuali stanno prendendo la pericolosa china della setta religiosa. I manifestanti sembrano invasati del Seicento che invocano punizioni e prevedono disgrazie. La loro rabbia non si rivolge contro i potenti, ma contro le persone normali, colpevoli di vivere una vita agiata. Occorre respingere questo attacco al benessere della gente comune, riconducendo la tematica ambientale nell’alveo della discussione razionale e della conciliazione tra politiche ambientali e sociali.

 

 

 

Di Brendan O’Neill, 22 aprile 2019

 

 

Chiunque dubiti che il movimento ambientalista si stia trasformando in una sorta di culto millenarista dovrebbe osservare bene Greta Thunberg. Questa povera ragazza sembra e parla sempre di più come il membro di una setta. La voce monotona. La luce di terrore apocalittico nei suoi occhi. I riferimenti espliciti al grande “fuoco” imminente che ci punirà per i nostri eco-peccati. C’è qualcosa di agghiacciante e oggettivamente arcaico nella Thunberg. Possiamo immaginarla in una spoglia chiesa di legno della colonia di Playmouth nel 1600, mentre ammonisce i parrocchiani sul fuoco dell’inferno che pioverà su di loro se non consegneranno le streghe.

 

In realtà ha davvero senso che la Thunberg – una sedicenne svedese enormemente celebrata, che ha fondato il movimento di sciopero per il clima tra i ragazzi in età di andare a scuola – ricordi gli appartenenti a una setta. Perché l’allarmismo sui cambiamenti climatici sta diventando sempre più strano, al confine con il religioso, ossessionato da profezie di sventura. Consideriamo la Ribellione all’Estinzione, l’ultima manifestazione di disprezzo della classe medio-alta nei confronti dell’industrializzazione e del progresso. A volte è indistinguibile dai vecchi movimenti fondamentalisti che mettevano in guardia l’umanità sull'arrivo imminente dell’Apocalisse. Ieri ho seguito la Ribellione all’Estinzione dalla piazza del parlamento fino a Marble Arch e quello che ho visto era un’esposizione pubblica di paure millenarie e depressione borghese. La gente faceva danze della morte e sbandierava cartelli di avvertimento sulla morte per riscaldamento del pianeta. Era profondamente snervante.

 

Quello che mi ha colpito è che era una marcia contro le persone. In genere, la maggior parte delle proteste radicali e delle azioni dirette è rivolta contro la burocrazia o il governo o la gente di potere. Questa macabra scarpinata che si aggirava per Londra era diretta contro le persone normali. Gli striscioni e i cartelli non mascheravano in alcun modo il disprezzo dei manifestanti verso lo stile di vita delle masse. Ci veniva detto che “carne = calore” (ossia, se continui a mangiare carne, caro grasso bastardo, il pianeta diventerà ancora più caldo) e che guidare l’auto e volare stanno distruggendo la Madre Terra. Naturalmente, solo se sono loro a volare va bene – Emma Thompson ha volato in prima classe in un jet da Los Angeles a Londra per arringare noi plebaglia riguardo a tutto il nostro gozzovigliare eco-distruttivo. Il problema nasce solo quando lo facciamo noi; non va bene solo quando noi ci avvantaggiamo del miracolo della produzione di massa di cibo e dell’espansione della possibilità di volare per rendere le nostre vite più piene e più piacevoli. Loro lo detestano. Detestano la società di massa e i suoi abitanti: le masse.

 

In armonia con tutti i movimenti millenaristi, il culto verde ossessionato dall’estinzione riserva la sua furia sacerdotale contro la gente comune. Anche quando esercita pressioni sui governi, quello che sta chiedendo davvero è di punire noi. Vuole controlli più stretti sulla guida dell’auto, restrizioni sui voli in aereo, tasse "verdi" sulla carne. Il fatto che queste cose colpirebbero duramente le tasche della gente comune – ma non le profonde tasche di Emma Thompson e degli eco-snob con due cognomi che guidano la Ribellione all’Estinzione – è irrilevante per la borghesia arrabbiata. Sono così convinti della propria bontà, e della nostra malvagità, che pensano sia totalmente accettabile che la burocrazia renda la nostra vita più difficile per imporci di essere più “verdi”. Le persone che si lamentano che la Ribellione all’Estinzione ha complicato la vita della gente a Londra nei giorni scorsi non colgono il punto – il fine ultimo del movimento verde è complicare la vita della gente comune, e perfino impoverirla. Tutto nel nome del “salvare il pianeta”.

 

E ora il culto verde ha spinto la Thunberg nella posizione di suo leader globale, di suo salvatore incarnato in un bambino, di messia del suo deprimente credo politico. Quello che hanno fatto alla Thunberg è imperdonabile. L’hanno gonfiata – e milioni di bambini con lei – con la politica della paura. Hanno convinto la prossima generazione che il pianeta sia sull’orlo della catastrofe. Hanno iniettato terrore nella giovinezza. “Voglio che voi siate terrorizzati”, ha dichiarato la Thunberg a Davos, e i miliardari e le celebrità e i predoni delle ONG che erano presenti si sono bevuti tutto. Perché la società adulta non chiede di meglio che le sue paure e la sua confusione siano obbedientemente ripetute a pappagallo dai suoi adolescenti. Inneggiano alla Thunberg perché lei dice loro quanto sono orribili: è una relazione totalmente sadomasochista, che parla al profondo disgusto di sé delle élite del ventunesimo secolo.

 

Cari ragazzi, la Thunberg non è il vostro leader. È un capro espiatorio per adulti elitari e spaventati. Non fate quello che dice. Al contrario, rifiutate la paura, prendetevi gioco delle stupidaggini sulle fiamme dell’inferno e apprezzate il fatto che la trasformazione del pianeta da parte dell’umanità è stata una cosa gloriosa che ha aumentato l’aspettativa di vita, ha permesso a miliardi di persone di vivere nelle città, e ha reso possibile perfino per i meno abbienti viaggiare in tutto il pianeta. Peccate contro Greta.

1 commento:

  1. C'è una cosa che ho notato nella Gretina: Il suo mento si è alzato, l'espressione sta diventando arrogante. Un tratto che ha in comune con Roberto Saviano. Anche a lui, nel tempo, s'è fatto sempre più tronfio.

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