13/07/21

G.Vanden Bossche - Il mantra che l'accelerazione delle campagne vaccinali di massa impedirà lo sviluppo di varianti è scientificamente infondato



Geert Vanden Bossche, il virologo che già da tempo ha lanciato l'allarme contro il pericolo delle vaccinazioni di massa durante una pandemia, ha raccolto in un nuovo lungo articolo molto ben documentato tutte le evidenze che spingono a ritenere come il mantra, ripetuto da OMS e autorità sanitarie dei vari paesi, che solo la vaccinazione di massa potrà fermare la pandemia, sia in realtà infondato. Al contrario, è proprio la pressione immunitaria esercitata a livello di massa dai vaccinati che spinge il virus a selezionare varianti sempre più infettive, destinate alla fine a diventare vaccino-resistenti.  L'apparente successo iniziale delle campagne vaccinali più avanzate sarebbe solo una questione dei tempi necessari alle varianti per realizzare il loro adattamento evolutivo, e gli ultimi sviluppi sembrerebbero sempre più confermare questa tesi. 

La traduzione si limita necessariamente ad alcune parti più divulgative e meno tecniche dell'articolo, del quale si raccomanda comunque se possibile la lettura integrale

In risposta alle diffidenze suscitate dal primo intervento di Vanden Bossche (riprese in questo altro articolo), val forse la pena sottolineare come qui Vanden Bossche raccomandi come prima linea di difesa cruciale per salvare vite umane di tenere in efficienza il sistema immunitario naturale e di utilizzare le terapie precoci multifarmaco.   

 

di Geert Vanden Bossche, 21 giugno 2021

La nuda verità scientifica sul perché l'esperimento di vaccinazione di massa in corso porta a una rapida risposta evolutiva del SARS-CoV-2


La continua negazione da parte dell'OMS, delle organizzazioni sanitarie e dei governi delle evidenze scientifiche su come mitigare le già disastrose conseguenze globali e individuali di questa pandemia, va oltre ogni aspettativa. Mentre un certo numero di medici stanno facendo il massimo per rendere ampiamente accessibile la terapia multifarmaco precoce di grande successo, da parte mia sto contribuendo all'analisi delle conseguenze epidemiologiche e sanitarie delle campagne di vaccinazione di massa in corso e condividendo, in tutta trasparenza, le mie comprensioni con il grande pubblico. Dall'articolo qui pubblicato, risulta ormai ovvio che diversi scienziati che stanno studiando la biologia evolutiva e l'epidemiologia genetica/molecolare di questa pandemia sanno fin troppo bene che questa pandemia non è affatto finita e che il rischio per la salute globale rappresentato dalle varianti è molto sostanziale. Allora, perché tacciono?

Mi rendo conto che il linguaggio scientifico non è facilmente accessibile ai profani. Spero che il modo in cui ho strutturato l'articolo, tuttavia, li aiuti a cogliere il messaggio chiave.


Sommario

Poiché il Sars-CoV-2 è penetrato in una popolazione umana altamente suscettibile, inizialmente si è diffuso rapidamente e in modo incontrollabile. Questo già spiega perché il Sars-CoV-2 si sia evoluto piuttosto lentamente, senza che nei primi 10 mesi della pandemia (cioè tra dicembre 2019 e ottobre 2020) si verificasse una selezione sostanziale di mutazioni che migliorano il fitness. "Varianti preoccupanti" più infettive (le cosiddette VoCs, ovvero alfa [B.1.1.7], beta [B.1.351], gamma [P.1]) hanno iniziato a comparire a partire dalla fine del 2020 e hanno portato a un forte aumento dei casi in tutto il mondo.

Gli epidemiologi molecolari hanno osservato che le mutazioni all'interno della proteina spike (S) del Sars-CoV-2 di questi lignaggi emergenti e più infettivi stanno convergendo verso gli stessi siti genetici, un fenomeno che ha coinciso con un importante cambiamento evolutivo nel panorama delle mutazioni del Sars- CoV-2 naturalmente selezionate (1).

L'evoluzione convergente significativa (*) di varianti circolanti più infettive del Sars-CoV-2 non è un fenomeno evolutivo neutro e indipendente dall'ospite, che deriva semplicemente da un aumento della replicazione e della trasmissione virale, ma è fortemente indicativo della selezione naturale e dell'adattamento conseguente a un drammatico cambiamento nell’ambiente ospite (ostile) a cui il virus è esposto (1).

Gli epidemiologi molecolari riconoscono pienamente che la pandemia sta attualmente sviluppando varianti del Sars-CoV-2 che "potrebbero essere per noi un problema considerevolmente più grande di qualsiasi variante attualmente conosciuta, in quanto potrebbero avere qualsiasi combinazione di maggiore trasmissibilità, alterata virulenza e/o aumento della capacità di sfuggire all'immunità della popolazione” (1). Questo per dire che l'analisi della selezione naturale basata sulla filogenetica sui lignaggi in circolazione del Sars-CoV-2 suggerisce fortemente che le varianti virali resistenti ai vaccini Covid-19 basati sulla spike (S) stiano attualmente diventando prevalenti e vi sia una alta probabilità che possano provocare futuri picchi epidemici a livello globale.

La distribuzione degli attuali vaccini Covid-19 nelle campagne di vaccinazione di massa, combinata con la circolazione diffusa del Sars-CoV-2, può soltanto aumentare la pressione immunitaria selettiva sulla proteina spike del Sars-CoV-2 e, quindi, guidare ulteriormente la sua evoluzione adattativa nel senso di eludere l’immunità umorale indotta dal vaccino. A questo proposito, l'aspettativa di un numero crescente di vaccinologi corrisponde all'attuale osservazione fatta dagli epidemiologi genomici, che è molto probabile che le varianti di fuga immunitaria dirette alla proteina S si diffondano ulteriormente e accelerino l'insorgenza della resistenza virale agli attuali e futuri (cosiddetti di seconda generazione) vaccini contro la Covid 19.

Per monitorare la circolazione di varianti virali pericolose nella popolazione e per poter fornire una prova inequivocabile della pressione immunitaria selettiva esercitata dalle campagne di vaccinazione di massa e delle relative dannose conseguenze, vi è l’urgente necessità di condurre campionamenti virali rappresentativi sui vaccinati, compresi quelli sani o soggetti solo a malattie lievi, e di caratterizzare geneticamente le varianti che diffondono in seguito all'esposizione al Sars-CoV-2.

Condurre un esperimento di vaccinazione di massa su scala globale senza comprendere i meccanismi alla base della fuga virale dalla pressione selettiva mediata dai vaccini non è solo un colossale errore scientifico, ma, prima di tutto, un’azione completamente irresponsabile dal punto di vista dell'etica della salute individuale e pubblica.

In assenza di vaccini in grado di indurre l'immunità sterilizzante, la terapia multifarmaco precoce come proposta dal Prof. Dr. P. McCullough e altri (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33387997/), insieme a una chemioprofilassi globale che utilizzi farmaci antivirali altamente efficienti, saranno cruciali per salvare vite umane, ridurre il sovraccarico della ospedalizzazione e diminuire drasticamente la trasmissione di varianti di fuga altamente infettive o resistenti agli anticorpi.

(*) L'evoluzione convergente si riferisce all'occorrenza indipendente di una o più mutazioni che sono condivise tra diverse varianti virali 


Preambolo

Attualmente c'è molta confusione riguardo all'efficacia dei vaccini contro il Covid-19,  con molti rapporti contraddittori che circolano in letteratura e sui social media. Questo fatto di per sé probabilmente fornisce la prova più convincente che la situazione della pandemia è in rapida evoluzione e sta attualmente attraversando una sorta di "zona grigia". Una pandemia è generalmente un evento molto dinamico (fino a quando non confluisce in una situazione endemica). 

Tuttavia, le dinamiche evolutive di questa pandemia di Covid-19 sono state ora modificate dall'intervento umano in un modo assolutamente senza precedenti. Conosciamo l'esito di una pandemia che si evolve naturalmente, ma non sappiamo nulla dell'esito della pandemia in corso, poiché quest'ultima è diventata una "pandemia di varianti". 

Da quanto segue (e che è fondamentalmente un riassunto delle scoperte fatte da epidemiologi molecolari/genomici, da me inserite in un contesto più ampio), c'è tuttavia una certezza, che le varianti del Sars-CoV-2 si stanno rapidamente evolvendo in risposta alla pressione immunitaria selettiva che stanno sperimentando. L'analisi della selezione naturale basata sulla filogenetica indica che una parte sostanziale della pressione immunitaria selettiva esercitata durante questa pandemia è diretta alla proteina spike (S) del Sars-CoV-2, quella presa di mira dai vaccini. Nel loro viaggio verso l'adattamento all'ambiente ospite (ostile) degli anticorpi neutralizzanti (nAbs), le varianti sfruttano la loro capacità evolutiva per superare questa pressione immunitaria a livello di popolazione diretta alla S. 

Quindi, in un dato contesto vaccinale e in una data fase della pandemia in corso, il successo delle campagne di vaccinazione di massa dipenderà in larga misura dall'evoluzione prevalente di varianti sempre più problematiche. Gli interventi immunitari diretti verso la S, che sembrano efficaci in un dato contesto di vaccinazione e in una data fase di questa pandemia, potrebbero non funzionare altrettanto bene se applicati a un altro contesto di vaccinazione o se implementati in un'altra fase della pandemia. L'osservazione sull'efficacia delle campagne di vaccinazione di massa, valutata durante una pandemia di varianti di fuga immunitaria, spesso evolve in modo molto diverso tra paesi o regioni geografiche, e questo non è sorprendente. 

Sarà solo quando la pressione immunitaria selettiva a livello di popolazione raggiungerà il suo picco, che le varianti e, quindi, gli effetti di queste campagne inizieranno a convergere globalmente verso lo stesso risultato finale, che sarà la "resistenza" ai vaccini. È solo a quel punto finale che tutte le valutazioni sulla presunta "efficacia" di questo esperimento saranno unanimi e coerenti. Quando esattamente accadrà è ancora soggetto a speculazioni. Tuttavia, poiché la pressione immunitaria selettiva nella popolazione globale è ora "enormemente" in aumento e l'insieme delle mutazioni S-dirette naturalmente selezionate insieme alla loro plasticità si sta espandendo drammaticamente, ci si può ragionevolmente aspettare che emergerà in maniera accelerata nei prossimi mesi una super variante in grado di resistere agli anticorpi specifici verso la proteina Spike. Quando verranno introdotti i vaccini di seconda generazione, il virus semplicemente incrementerà questa versatile base di mutazioni circolanti per aggirare rapidamente la pressione immunitaria che la popolazione rivaccinata continuerà ad esercitare sulla proteina S.

[...]

Nel frattempo, l'OMS e i suoi "esperti" consulenti stanno ancora predicando il ridicolo mantra che più si vaccina, meno il virus può replicarsi e, quindi, minore è il rischio che si presentino le VoCs (Variants of Concern) e diventino dominanti nella popolazione virale. È questo mantra della vaccinazione di massa che porta le autorità sanitarie a concludere che il monitoraggio della diffusione virale nei vaccinati è diventato obsoleto? Tuttavia, la loro interpretazione semplicistica delle dinamiche di trasmissione virale si applicherebbe solo a condizioni di deriva genetica neutra che si verificano durante la fase iniziale di una pandemia, cioè in una popolazione di soggetti suscettibili immunologicamente non innescati che non esercitano una significativa pressione selettiva sul virus prima alla sua trasmissione da ospite a ospite (2). Tuttavia, in questa fase della pandemia, in cui circolano già una moltitudine di varianti, tra cui diverse VoCs, la vera preoccupazione per la salute globale non riguarda più la probabilità che emerga un'altra variante problematica, ma piuttosto la continua pressione selettiva positiva a livello di popolazione che ora sta spingendo particolari mutazioni di preoccupazione a diventare prevalenti.

[...] Invece di indagare sulle condizioni che sono alla base di questa forte pressione selettiva positiva, le autorità sanitarie stanno facendo tutto il possibile per far credere alle persone che la vaccinazione di massa fermerà la trasmissione di queste varianti, porterà all'immunità di gregge e, quindi, porrà fine alla pandemia Covid- 19.  Al momento non esiste un singolo argomento scientifico o razionale a sostegno di nessuna di queste affermazioni. Al contrario, numerosi rapporti sulle infezioni scoperte nei vaccinati illustrano chiaramente che coloro che non sono stati immunizzati contro il Sars-CoV-2 sono tutt’altro che indirettamente protetti dalle persone vaccinate (5, 14). Il mantra che la vaccinazione di massa almeno contribuirà a controllare la pandemia è del tutto incoerente con le conoscenze scientifiche raccolte dagli epidemiologi molecolari. Mentre l'analisi della selezione naturale basata sulla filogenetica è un metodo consolidato per studiare l'adattamento evolutivo a una maggiore pressione immunitaria dell'ospite, le autorità sanitarie non sembrano essere impressionate dai dati che suggeriscono fortemente la pressione immunitaria selettiva derivante dagli interventi umani che hanno come obiettivo la proteina Spike del Sars-CoV- 2. I risultati di questa analisi indicano che non appena viene raggiunta una certa soglia di pressione infettiva, un numero sufficiente di soggetti ospiterà mutanti dominanti che potrebbero quindi diffondersi nell'intera popolazione, a condizione che una parte sostanziale della popolazione stessa  eserciti una pressione immunitaria selettiva positiva ( 1).

[...]

Tutto quanto sopra è già in grado di spiegare perché il "successo" proclamato dall'OMS e da altre autorità sanitarie o dagli esperti che forniscono consulenze si riferisca semplicemente a valutazioni a breve termine di morbilità, ospedalizzazione e tassi di mortalità. Tuttavia, i dati pubblicati da epidemiologi molecolari/genomici che analizzano l'adattamento del Sars-CoV-2 alla selezione immunitaria in corso in questa pandemia di varianti, sembrano indicare che il "successo" degli sforzi dell'attuale sanità pubblica non dureranno ancora per molto. Questo perché le autorità sanitarie e i loro esperti sembrano ignorare che le campagne di vaccinazione di massa condotte durante una pandemia di varianti non riescono a ridurre il numero di infezioni attive a un livello sufficientemente basso da impedire la selezione naturale dei mutanti di fuga immunitaria  né a ridurre il loro adattamento a una pressione immunitaria selettiva in costante aumento a livello di popolazione, indipendentemente dalla velocità con cui vengono condotte queste campagne. Il loro mantra che l'accelerazione delle campagne di vaccinazione di massa impedirà al virus di sviluppare varianti che sfuggono all'immunità indotta dal vaccino è, quindi, semplicemente sbagliato. Poiché tutti gli attuali vaccini Covid-19 impiegati in questo programma di vaccinazione di massa contribuiranno ad aumentare la pressione immunitaria selettiva e alla fine forniranno varianti in grado di eludere gli Ab specifici per S nella popolazione (sempre più composta da vaccinati!), non è plausibile che né l'immunità di gregge né l'eradicazione del virus possano verificarsi.

In conclusione: non c'è modo che gli interventi in corso, sia farmaceutici (vaccinazioni di massa) che non farmaceutici, impediscano la propagazione di varianti più contagiose (quelle già selezionate prima dell'inizio delle campagne di vaccinazione di massa, presumibilmente a seguito dell'ampia attuazione di rigorose misure di prevenzione delle infezioni ) o varianti comprendenti una o più mutazioni resistenti agli anticorpi neutralizzanti nAb associati a RBD. Al contrario, tutte le prove dell'epidemiologia molecolare indicano che il cambiamento in corso nelle forze di selezione naturale esercitate dalla popolazione sulle mutazioni del Sars-CoV-2 accelererà semplicemente la selezione e la propagazione di varianti più problematiche. È fuor di dubbio che i crescenti tassi di copertura vaccinale nella popolazione globale sfrutteranno ulteriormente la capacità evolutiva del Sars-CoV-2 di adattarsi a una pressione immunitaria selettiva sempre più elevata diretta verso S, fino a quando non si raggiungerà la piena resistenza al vaccino.

[...]


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