14/01/12

"Sulla Strada Verso il Nulla" – La Crisi del Debito in Europa

Su Eurointelligence, un bel lungo articolo di Satyajit Das, che con un'analisi accurata e piena di dati ci mostra le misure intraprese, la situazione reale e le prospettive future...e la sintesi sta, purtroppo, nel titolo!



di Satyajit Das 

Finanziariamente inutile, economicamente sbagliato, politicamente imbarazzante e socialmente irresponsabile, il vertice Europeo di dicembre 2011 è stato un fallimento. Solo i capi presenti e i loro accoliti credono il contrario. Le omelie dopo il vertice del cancelliere Tedesco Angela Merkel sul "lungo periodo", "correre una maratona" e "più Europa" suonano vuote.

L'Europa è ormai saldamente sulla strada verso il nulla, con il dubbio che ci sia abbastanza denaro o  volontà politica per recuperare.

Vincoli fiscali ...

Il fulcro del nuovo piano è stato un impegno per un nuovo "patto fiscale" giuridicamente vincolante, che richiede che i bilanci pubblici siano in  equilibrio o in avanzo, con un disavanzo strutturale annuo non superiore allo 0,5% del prodotto interno lordo nominale ("PIL").

Il linguaggio è stato orwelliano e incomprensibile in egual misura: "Gli Stati membri devono convergere verso il loro livello di riferimento specifico, secondo un calendario proposto dalla Commissione." La Commissione Europea deve approvare i bilanci nazionali con, curiosamente, la Corte di giustizia Europea designata come arbitro finale.

Qualunque sia  il merito a lungo termine della maggiore disciplina di bilancio, il patto ricicla i Trattati precedenti, che sono stati violati, piuttosto che rispettati. Dal 1999 o dal momento della loro entrata, i paesi membri dell'Euro-Zona hanno registrato quasi  70 violazioni del patto di stabilità e di crescita, tra cui in quasi 30 occasioni i deficit di bilancio superiori  al 3% del PIL sono stati permessi a causa della recessione. Germania e Francia l'hanno violato almeno in 6 occasioni ciascuno.

Proprio come Margaret Thatcher ha favorito il "monetarismo sado" (un termine coniato da Denis Healey), il piano Tedesco per l'Europa è "fiscal  B & D" (bondage and discipline).
Il piano può provocare un ulteriore rallentamento della crescita in Europa, un peggioramento delle finanze pubbliche e una crescente pressione sui ratings. Questa è precisamente l'esperienza di Grecia, Irlanda, Portogallo e Gran Bretagna quando hanno cercato di ridurre i deficit di bilancio attraverso programmi di austerità. Ciò renderebbe il peso del debito esistente ancora più difficile da sostenere. La rigidità delle regole di flessibilità limita anche la politica del governo, rischiando di rendere la  recessione economica ancora peggiore.

I controlli fiscali non possono prevenire problemi futuri. Fino al 2008, l'Irlanda e la Spagna  vantavano una migliore posizione fiscale e un debito inferiore di Germania e Francia. I fondamentali economici deboli di questi paesi sono stati esposti dalla crisi finanziaria globale, portando ad un rapido deterioramento delle finanze pubbliche.

Indipendentemente dalle disposizioni del trattato, l'applicazione sarà difficile. La procedura per i disavanzi eccessivi prevede delle "conseguenze automatiche a meno che una maggioranza qualificata degli Stati membri dell'area dell'euro si opponga". Il provvedimento definisce come qualsiasi violazione e sanzione automatica può essere revocata, piuttosto che le conseguenze del mancato rispetto.

E' difficile vedere la Francia e la Germania  votare per imporsi sanzioni a vicenda. Nel 2003, c'è stato un episodio vergognoso in cui Francia e Germania hanno  violato il massimale del deficit, ma hanno votato contro la condanna.

Ricordando l'osservazione di John Maynard Keynes sul Trattato di Versailles, se effettivamente attuato e rigorosamente applicato, il patto spellerà vivi, anno dopo anno, specialmente i paesi Europei dalle economie più deboli.

Il patto fiscale non ha previsto alcuna svalutazione del debito esistente. Inoltre non ha disposto alcun nuovo finanziamento per sostenere la periferia assediata dell'Europa. La Germania ha espressamente escluso la prospettiva di un solido e garantito Euro-bond.  Invece, ci sono stati vaghi luoghi comuni sul lavorare verso una maggiore integrazione fiscale.

Sempre gli Stessi Salvataggi  ...

Invece di affrontare i problemi finanziari del meccanismo centrale di salvataggio (l'EFSF - Fondo europeo di stabilità finanziaria), i leaders Europei hanno scelto di rinnovare il prodotto.
L'EFSF rimarrà attivo fino a metà del 2013 e poi sarà compreso nel meccanismo permanente di stabilità europeo ("ESM"). L'ESM sarà attuato entro il luglio 2012 una volta che il 90% dei paesi membri lo avranno ratificato – "pronto intervento" in termini Europei.

Fondamentalmente, il massimale globale degli EFSF / ESM rimane a Euro 500 miliardi, ma sarà rivisto nel marzo 2012.
Per aumentare i fondi a disposizione, le regole del potenziamento a leva del EFSF  saranno attuate più velocemente, utilizzando la Banca Centrale Europea ("BCE") come un agente nelle transazioni. Data l'indifferenza verso le varie proposte di leva, soprattutto dei Paesi emergenti come la Cina, la capacità di raggiungere l'obiettivo di almeno 1 miliardo di euro della capacità rimane in dubbio.

Annosi problemi della struttura originale del EFSF rimangono irrisolti. Il merito di credito di Italia e Spagna (che costituiscono circa il 30% delle garanzie a sostegno del  EFSF) rimane discutibile. Pressioni sui rating dei più forti garanti (Germania, Francia, Paesi Bassi, Finlandia e Lussemburgo) complicano la capacità del dell'EFSF di raccogliere fondi. Le agenzie di rating hanno già messo in guardia contro il rischio di un declassamento (pochi giorni dopo, il downgrade è arrivato, per Francia e Austria, oltre Italia, Spagna e Portogallo, ndt).

Attualmente, l'EFSF sta solo emettendo titoli a breve termine per finanziare i propri impegni (per i pacchetti di salvataggio concordati per la Grecia, Irlanda e Portogallo). I costi di finanziamento a lungo termine si stanno avvicinando al tasso di mercato dei mutuatari. L'EFSF è stato anche costretto a negare dei rapporti secondo i quali avrebbe dovuto includere nella documentazione di ogni nuova raccolta di fondi  un avvertimento sul rischio di un downgrade di rating e anche di un crollo  dell'Euro.

Dati i problemi del EFSF, soprattutto la minaccia dei ratings, l'accelerazione dell'iniziativa ESM è un tentativo di ridurre la dipendenza dalle garanzie degli stati membri. L'ESM avrà un capitale versato (Euro 80 miliardi), cui i paesi membri possono contribuire.

Come il suo predecessore - il EFSF - è a leva - Euro 80 miliardi di euro sostengono 500 miliardi, pari a 6 volte di leva. In un circolo vizioso, le nazioni come l'Italia e la Spagna dovranno indebitarsi per contribuire al capitale dell'ESM, per consentire all'ESM di acquistare obbligazioni Italiane e Spagnole. E' anche incerta la capacità dell'ESM, come dell'EFSF, di raccogliere i 420 miliardi di Euro.


Arriva  la Cavalleria...


Ai paesi dell'Euro-Zona e agli altri membri dell'UE è stato chiesto di fornire (fino a) 200 miliardi di euro al Fondo Monetario Internazionale ("FMI"), per prestarli, a sua volta, ai paesi dell'Euro-Zona. Come per l'ESM, non è chiaro come alcuni paesi potranno finanziare i loro contributi e la saggezza di prestiti fatti a se stessi. Questa curiosa disposizione è stata necessaria per evitare la violazione dei trattati Europei esistenti.

La disposizione, molto probabilmente, prevederà un conto amministrato dal FMI, con l'intero rischio a carico esclusivamente dei fornitori del finanziamento. Nel caso improbabile che il FMI utilizzi le sue risorse generali, tutti i membri dovrebbero sopportare il rischio.

Un pieno coinvolgimento del Fondo Monetario Internazionale è difficile. Un prestito  della dimensione richiesta rappresenta una grave concentrazione del rischio per il fondo. Inoltre, il finanziamento dovrebbe essere rilasciato in tranches soggette a soddisfare le condizioni del FMI. I prestiti del FMI sono anche privilegiati rispetto agli altri.  Quindi il coinvolgimento FMI può ridurre l'accesso del paese interessato ai finanziamenti del mercato.

Fino ad oggi, i paesi europei hanno impegnato solo  Euro 150 miliardi. La Gran Bretagna è un notevole assente, dopo aver respinto la modifiche del trattato, rifiutando l'invito ad unirsi agli Europei per il viaggio inaugurale del Titanic.

Il comunicato del vertice guardava "verso contributi in parallelo da parte della comunità internazionale". Il FMI (Influential Monied Friends) si è dimostrato riluttante, con gli Stati Uniti e gli altri non disposti a farsi coinvolgere. Solo la Russia ha manifestato la volontà di contribuire (Euro 20 miliardi).

Il Presidente della Bundesbank Jens Weidmann ha osservato che la Germania avarebbe versato il suo contributo (Euro 45 miliardi) solo se:. "C'è una distribuzione equa degli oneri tra i membri del FMI. Se queste condizioni non sono soddisfatte, allora non può accettare di fare un prestito al FMI ". Egli ha osservato che: "Se i membri di grandi dimensioni, ad esempio gli USA, dicono 'noi non vogliamo farne parte', allora dal nostro punto di vista è problematico".

Non Ci si può Contare ...

Parallelamente al vertice, L'Autorità bancaria europea ("EBA") ha aggiornato i suoi stress tests, aumentando la quantità di capitale che le banche Europee hanno bisogno diraccogliere, a Euro 115 miliardi. L'incremento è stato necessario per coprire una diminuzione del valore delle obbligazioni sovrane detenute dalle banche. Poiché i dati utilizzati non erano aggiornati, un ulteriore deterioramento del valore delle partecipazioni può significare che e alla fine sarà necessario più capitale.

Le banche Italiane, Spagnole e Greche hanno i requisiti di capitale più grandi. Le banche Italiane devono raccogliere Euro 15 miliardi. UniCredit, che detiene circa Euro 40 miliardi di titoli di Stato Italiani, ha bisogno di  Euro 8 miliardi. Banche Spagnole hanno bisogno di Euro 26 miliardi, con Santander che necessita di Euro 15 miliardi. Anche le Banche Tedesche hanno bisogno di capitale, con Commerzbank, la seconda più grande banca del paese, che necessita  di Euro 5,3 miliardi.

Con i prezzi delle azioni scesi in modo significativo (40-60% nell'anno) e la probabilità di deboli profitti a causa delle svalutazioni  e della mancanza di crescita patrimoniale, le banche Europee hanno difficoltà a reperire capitali.

A differenza delle banche degli Stati Uniti nel 2008/2009, le banche Europee sono riluttanti a tagliare i  dividendi in modo significativo. La banca spagnola Santander prevede di pagare agli azionisti 2 miliardi di euro in contanti e ancor più in azioni (oltre il 15% del suo fabbisogno di capitale indicato). Essi sostengono la necessità di preservare il proprio marchio, compensare gli investitori per la scarsa performance del prezzo delle azioni e di un ritorno alla redditività. Curiosamente, l'EBA o la Banca di Spagna non è intervenuta  per imporre una sospensione dei dividendi.
La fonte più probabile del capitale sta nei governi nazionali, in  aggiunta ai loro problemi di debito. La Germania ha già riattivato il suo fondo di salvataggio delle banche a tale scopo.

Le banche possono anche aumentare i loro livelli di capitale, riducendo la dimensione dei loro bilanci. Le banche Europee potrebbero vendere (fino a) Euro 2 miliardi di dollari di assets. In aggiunta alle preoccupazioni del capitale, una tale mossa è guidata da fattori di liquidità, con i problemi delle banche Europee a raccogliere dollari a costi accettabili.

Credit Agricole, la terza più grande banca Francese, ha in programma di ridurre gli assets di circa Euro 15-18 miliardi entro la fine del 2011 e di Euro 60 miliardi entro fine 2013. Ciò permetterà di migliorare la posizione di capitale della banca e anche di ridurre le sue esigenze di finanziamento di Euro 50 miliardi. Se tutte le banche intraprendono azioni simili, vendendo le attività estere e chiudendo (soprattutto all'estero) le operazioni, allora l'effetto sull'economia in generale sarà significativo. Le condizioni di credito più restrittive e la minore attività economica può aumentare le perdite di credito e far partire un ciclo di feedback negativo.

Le vendite di assets da parte delle banche Europee per migliorare il capitale sono accettabili per l'UE a condizione che "non portino a un ridotto flusso di credito all'economia reale dell'Unione Europea". Il ritiro dal mercato estero sta già avendo un impatto notevole in Europa orientale e in Asia. Un rallentamento di queste economie  influenzerà indirettamente l'Europa, riducendo la domanda per le esportazioni Europee.

Una Cattiva Strada Davanti ...

Il piano proposto è fondamentalmente errato. Non è stato fatto alcun tentativo di affrontare i problemi reali - il livello del debito, come ridurlo, come soddisfare le esigenze di finanziamento o  come rilanciare la crescita. Cosa più importante, non  sono stati impegnati nuovi fondi per l'esercizio.
Nel corso dei prossimi mesi, l'Euro-Zona affronta una serie di sfide, tra cui: l'attuazione del nuovo regime, possibile downgrade di un certo numero di nazioni, rifinanziamento del debito in scadenza e il raggiungimento degli obiettivi economici richiesti. Ci saranno anche complesse pressioni politiche e sociali.

L'attuazione del nuovo patto fiscale non può essere un fatto compiuto. La mancanza di accordo dalla Gran Bretagna rende il cambiamento più complesso. Una serie di trattati e protocolli devono essere modificati. Ci sono anche dubbi sul fatto che questo "aggiramento" sia legalmente valido.
Almeno quattro governi hanno indicato che l'accordo sui cambiamenti è contingente al testo giuridico preciso. Un punto chiave delle preoccupazioni è la forma precisa e l'estensione dei poteri concessi alla UE sui bilanci nazionali. Un altro riguarda la struttura del ESM, dove una maggioranza qualificata del 85% avrà il potere di prendere decisioni di emergenza. La Finlandia  attualmente si oppone alla maggioranza qualificata invece che all'unanimità. Altri sono anche riluttanti a mettere il capitale, che può essere messo a rischio senza il diritto di veto.

Date le questioni di sovranità nazionale, è possibile che ci saranno ritardi nell'attuazione. Nemmeno delle modifiche possono essere escluse.
Sullo sfondo, i negoziati sul pacchetto Greco di luglio 2011 sono in fase di stallo. C'è il rischio che un numero significativo di banche si rifiutino di partecipare alla ristrutturazione del debito complessivo, che comporta una svalutazione del 50% del debito privato. (anche questo è appena successo, ndt)
Le maggiori agenzie stanno rivedendo i ratings di 15 membri della zona euro, tra cui paesi con rating AAA come Germania e Francia. Retrocedendo da una posizione iniziale che vedeva ogni downgrade come catastrofico, il Presidente Francese ha già cercato di rassicurare gli elettori che è una cosa relativamente insignificante, sconsiderandola  probabile.

Un downgrade può aumentare il costo del finanziamento per i singoli paesi. A seconda della misura, può limitare la capacità delle nazioni di emettere debito, precludendo acquisti da parte di alcuni investitori.




Se Francia, Germania e altri garanti AAA perdono il loro più alto rating del credito, anche il fondo di salvataggio EFSF sarà declassato. Questo indebolirebbe ulteriormente la sua già compromessa capacità dir raccogliere fondi per far fronte agli impegni esistenti in Grecia, Irlanda e Portogallo, e per sostenere il finanziamento di altri paesi.

Un Muro di debito ...

Una questione cruciale è la capacità dei sovrani Europei di rispettare gli impegni del debito in scadenza e  mantenere gli oneri finanziari a un livello sostenibile.
I sovrani Europei e le banche devono trovare Euro 1.900 miliardi per rifinanziare debito in scadenza nel 2012, pari a circa 7,5 miliardi di euro per ogni giorno lavorativo.

L'Italia richiede 113 miliardi di Euro nel primo trimestre e circa Euro 300 miliardi di euro l'anno, pari a circa 1,5 miliardi di euro per giorno lavorativo. Italia, Spagna, Francia e Germania insieme dovranno emettere 4,5 miliardi di Euro per ogni giorno lavorativo del 2012.

Le banche Europee, i cui destini si intrecciano con i sovrani, hanno bisogno di 500 miliardi di Euro nel primo semestre del 2012 e 275 miliardi di Euro nel secondo semestre. Hanno bisogno di raccogliere 230 miliardi di euro per trimestre nel 2012, rispetto ai 132 miliardi a trimestre del 2011. Dal giugno 2011, le banche Europee sono state solo in grado di raccogliere euro 17 miliardi di euro rispetto ai 120 miliardi dello stesso periodo del 2010.

Dato che le banche e gli investitori hanno costantemente ridotto la loro esposizione verso i paesi e le banche Europei, la possibilità di finanziare questo muro di debito è incerta. Il fondo di salvataggio e il FMI con circa Euro 200-250 miliardi ciascuno non possono assorbire questa emissione. L'Europa sarà costretta a ricorrere alla "Sarko-nomics" per finanziarsi.

La BCE ha ridotto i tassi di interesse  e allungato la durata del finanziamento d'emergenza delle banche a tre anni, con regole più semplici sui collaterali ( ora un biglietto della lotteria è accettabile come garante del prestito). Il Presidente Francese ha suggerito che le banche dovrebbero acquistare titoli di Stato, che potrebbero poi essere dati a garanzia per prendere in prestito fondi illimitati dalla BCE o dalle banche centrali nazionali.

Nicolas Sarkozy è stato insolitamente diretto: "ogni Stato può rivolgersi a sue banche, che avranno la liquidità a loro disposizione." Egli ha sottolineato che guadagnare il 6% dalle obbligazioni Italiane per poi essere finanziati all' 1% dalle banche centrali rappresenta una "facile soluzione". Allo stesso tempo, il presidente della Bce Mario Draghi esorta le banche a ridurre le disponibilità di titoli governativi e ad utilizzare il finanziamento per soddisfare le scadenze del debito.

La Sarko-nomics perpetua il flusso circolare di fondi con i governi a sostegno delle banche che a loro volta si suppone debbano tirare fuori dai guai i  governi. Questo però non affronta il costo insostenibile del finanziamento per i paesi come l'Italia. Se il suo costo del debito rimane intorno ai tassi correnti di mercato,  in Italia i costi per interessi aumenteranno di circa Euro 30 miliardi nei prossimi due anni, dal 4,2% del PIL al 5,1% il prossimo anno e al 5,6% nel 2013.

In molti paesi, la Sarko-nomics sarà integrata da un'"oppressione finanziaria", come il governo costringerà sempre più i cittadini e le istituzioni all'acquisto di obbligazioni sovrane. Modifiche normative stabiliranno che una quota del risparmio previdenziale individuale debba essere investito in titoli di Stato. Banche e istituti finanziari saranno tenuti a detenere   quantità maggiore di titoli di Stato per soddisfare i requisiti di liquidità. Ci possono essere delle restrizioni sugli investimenti esteri e sui trasferimenti di capitale fuori dal paese.

L'oppressione finanziaria completerà le tradizionali strategie di finanza pubblica come una riduzione diretta della spesa pubblica, e riduzioni in forma indiretta, come  ritardare l'età pensionabile, e tasse più alte, tra cui la reintroduzione di una tassazione sulla ricchezza e sulla proprietà, sugli immobili o sulle donazioni.

La riduzione del debito mediante la ristrutturazione resta fuori dall'ordine del giorno. La reazione sfavorevole del mercato all'annuncio della svalutazione del 50% del debito Greco ha costretto l'UE a garantire gli investitori che si trattava di un'una tantum e non costituiva un precedente. Nonostante questo, gli investitori restano scettici, limitando gli acquisti di debito sovrano Europeo.

I  paesi deboli della zona euro possono soddisfare le loro esigenze del debito attraverso queste misure, ma questo non farà altro che prolungare il periodo dell'aggiustamento. Aumenterà anche le dimensioni del problema, bloccando l'Europa in un periodo di bassa crescita e aumentando i livelli di debito.

La Verifica dei Fatti ...

Le prospettive per l'economia reale in Europa, sono incerte. I problemi di debito Europei e il rallentamento della crescita nei mercati emergenti come Cina, India e Brasile possono portare a una crescita bassa o nulla.
Per le nazioni che hanno ricevuto salvataggi, le misure di austerità imposte non hanno funzionato. Gli obiettivi di crescita, di deficit di bilancio e di debito sono stati mancati. La Grecia ha 14.4  miliardi di Euro di debito in scadenza a marzo 2012. Il Primo Ministro Lucas Papademos deve conseguire gli obiettivi dell'accordo e accedere al piano di salvataggio Greco del valore di Euro 130 miliardi entro la fine del gennaio 2012, prima delle elezioni in programma, per rendere disponibile  il rifinanziamento ufficiale del suo debito.

Anche l'Irlanda, il tanto lodato bambino prodigio dell'austerità, ha avuto problemi. Il PIL del terzo trimestre è sceso dell'1,9% e il suo Prodotto Nazionale Lordo è sceso del 2,2% (il secondo è una misura migliore delle performance economiche a causa del grande export/attività estere del Paese). L'Irlanda deve ridurre il suo deficit di bilancio dal 32% del PIL del 2010 al 3% entro il 2015. Nonostante i tagli di spesa e gli aumenti delle tasse, l'Irlanda sta spendendo Euro 57 miliardi di €, di cui 10 miliardi a sostegno delle sue cinque banche nazionalizzate, contro Euro 34 miliardi di entrate fiscali.

La Spagna, che ha volontariamente assunto la cura dell'austerità, sta mancando gli obiettivi economici. Il deficit di bilancio della Spagna è al di sopra delle previsioni e la necessità di sostegno del sistema bancario Spagnolo può mettere ulteriormente in difficoltà le finanze pubbliche. Le prospettive economiche della Spagna sono povere e in deterioramento.

Sotto il Primo Ministro Mario Monti, l'Italia ha approvato delle leggi e delle misure di bilancio per stabilizzare il debito. Le manovre si concentrano su  aumenti delle tasse, specialmente l'imposta  regressiva  sul valore aggiunto, piuttosto che tagliare le spese. Riforme strutturali per promuovere la crescita sono ancora in esame, e il contenuto e la tempistica sono sconosciuti. Non è inoltre chiaro se i piani saranno pienamente attuati o funzioneranno.

Se il modello prosegue nel resto d'Europa, è improbabile che l'Italia sarà in grado di stabilizzare le sue finanze pubbliche. Il forte calo della domanda per i tagli alla spesa pubblica e l'aumento delle tasse porterà ad un rallentamento economico, che si tradurrà in continuo deficit e in un debito in aumento.

Nel terzo trimestre del 2011, l'economia Italiana ha registrato una contrazione del 0,2%. La previsione del governo è di una ulteriore contrazione dello 0,4% nel 2012, ma potrebbe essere troppo ottimista. Confindustria, la federazione imprenditoriale Italiana,  prevede che l'economia si contrarrà del 1,6% nel 2012.

Il consumo è particolarmente debole in molte delle economie in crisi, con la Grecia che sperimenta  cadute di circa il 30%, e anche l'Italia che sperimenta cadute di grandi dimensioni.
Sono colpiti anche i paesi più forti all'interno dell'Euro-Zona. La mancanza di domanda di esportazioni in Europa e nei mercati emergenti, in combinazione con condizioni creditizie più severe, possono rallentare la crescita.

La produzione industriale Tedesca e gli ordini delle esportazioni stanno rallentando, riflettendo il fatto che l'UE rimane il suo maggior mercato di esportazione, più grande della domanda dei paesi emergenti. Le esportazioni della Germania verso l'Italia e la Spagna in totale ammontavano a circa il 9-10 per cento nel 2010, superiore alla percentuale di export verso gli Stati Uniti (6-7%) o la Cina (4-5%).

Dato che quello che succede in Europa non rimane in Europa, ma viene trasmesso, attraverso i canali commerciali e di investimento, il feedback negativo complicherà le prospettive economiche.
Una complicazione sarà lo stesso euro. Il Ministro delle finanze Tedesco Wolfgang Schaeuble ha dichiarato che: "L'Euro è una moneta stabile". In realtà, l'euro è sceso intorno al 12% rispetto al dollaro.
Se la crisi del debito Europeo provocherà volatilità nelle valute, come sembra probabile, gli effetti saranno diffusi. Un motivo non dichiarato negli inviti alla BCE a impegnarsi in quantitative easing è  di indebolire l'euro, aumentando la competitività delle esportazioni delle nazioni Europee più deboli per incrementare la crescita. Tali azioni rischiano di scatenare delle guerre valutarie,  dato che sia le nazioni sviluppate (USA, Giappone, Gran Bretagna, Svizzera) che i paesi emergenti potrebbero vendicarsi. Il rischio di controlli sui capitali, restrizioni commerciali e interventi sulle valute sono alti.

Intenzioni di voto ...

I rischi di instabilità politica e sociale rimangono elevati.
La Grecia affronta elezioni nell'aprile 2012. I sondaggi indicano un risultato scomodo, con i maggiori partiti che non ce la faranno a ottenere la maggioranza, e con una rappresentanza significativa dei partiti minori. Un governo instabile combinato con una vasta coalizione contro l'austerità può portare a tentativi di rinegoziare il pacchetto di salvataggio. Il fallimento potrebbe provocare un default disordinato e un'uscita della Grecia dall'Euro.

Anche le elezioni presidenziali Francesi, previste per maggio 2012, creano incertezza. Gli avversari principali di  Nicolas Sarkozy si oppongono all'euro e al salvataggio (il Fronte Nazionale guidato da Marine Le Pen) o vogliono rinegoziare il piano con l'introduzione di Euro-bonds garantiti solidalmente (i socialisti guidati da Francois Holland).

La crisi del debito Europeo sta anche creando problemi politici in Germania, nei Paesi Bassi e in Finlandia, soprattutto tra coalizioni di governo. Il rischio di instabilità politica non è insignificante.
Nei paesi più deboli, l'austerità significa disoccupazione, riduzione dei servizi sociali, aumento delle tasse e ridotto tenore di vita. Le prestazioni sociali sempre più al di sotto della sussistenza  stanno ampliando le disuguaglianze di reddito e  creando dei "nuovi poveri". Movimenti di protesta stanno guadagnando terreno, con crescente disagio sociale.

Nelle nazioni più forti, è evidente il risentimento per il peso di sostenere i più deboli dell'Euro-Zona. Nonostante i  titoli dei mass media, i Tedeschi sono relativamente ottimisti per l'impegno nei fondi del piano di salvataggio, aiutati dalla divulgazione limitata della misura dell'impegno, e da un'economia relativamente forte.

Un declassamento del tanto amato rating AAA della Germania o qualche misura atta a minare la santità di una valuta forte (stampar denaro o altre tecniche monetarie) porterà a concentrarsi di più sui costi dei Tedeschi per i piani di salvataggio. L'impegno della Germania fino ad oggi è di Euro 211 miliardi di garanzie,  45 miliardi nel  FMI e 500 miliardi dovuti alla Bundesbank da altre banche centrali nazionali - circa il 25% del PIL.
Il crescente rischio di perdite può anche distogliere l'attenzione dal campionato Europeo di calcio 2012, in cui  la Germania sta nel "gruppo della morte" con Paesi Bassi, Portogallo e Danimarca.

La Strada Verso il Nulla ...
Nel breve periodo, l'Europa ha bisogno di ristrutturare il debito di alcuni paesi, ricapitalizzare le banche e rifinanziare il debito in scadenza a costi accettabili di finanziamento. Nel lungo termine, ha bisogno di portare le finanze pubbliche e il debito sotto controllo. Si deve anche trovare un modo per migliorare la crescita, probabilmente per la ristrutturazione l'euro, per aumentare la competitività delle altre nazioni più deboli in un modo che non sia solo la deflazione interna.
Tale programma è difficile e non è garanzia di successo, ma darebbe una certa fiducia. Al momento, l'Europa non ha in piedi alcuna politica credibile o soluzione praticabile.
Un'analisi persistente è che l'Europa ha abbastanza soldi per risolvere i suoi problemi. Questo concetto si basa sul debito aggregato dei paesi dell'Euro-Zona in rapporto al PIL, di circa il 75%. Ci sono diversi problemi con questa analisi.

Il debito è concentrata in paesi in cui la crescita, la competitività, e la produttività sono basse, che è quello che ha causato i problemi, in primo luogo. La ricchezza rilevante è nelle mani di pochi paesi, come la Germania, che non sembrano disposti a tirare fuori dai guai i vicini di casa spendaccioni e irresponsabili. Anche una parte sostanziale del risparmio è investita nel debito pubblico Europeo, direttamente, o nelle banche vulnerabili, che hanno investito negli stessi titoli.

Il debito totale del PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna) e Belgio è superiore a Euro 4.000 miliardi di euro. Una svalutazione di circa un miliardo di questo debito è necessaria per portare il livello del debito a livelli sostenibili (diciamo il 90% del PIL). Ma in assenza di riforme strutturali e di un ritorno alla crescita, le svalutazioni richieste sono significativamente più grandi. Il PIL di Germania e Francia, rispettivamente, è di Euro 3.000 miliardi e di 2,200 miliardi.

In addition, the stronger nations may have to bear the ongoing cost of financing the weaker countries budget and trade deficits. This does not appear economically or politically feasible.
Europe now resembles a chronically ill patient, receiving sufficient treatment to keep it alive. A full and complete recovery is unlikely on the present medical plan. Europe resembles a zombie economy, which functions in an impaired manner with periodic severe economic health crises. The risk of a sudden failure of vital organs is uncomfortably high.
In their song "Road to Nowhere", David Byrne and the Talking Heads were on "a ride to nowhere". Byrne sang about "where time is on our side". Europe’s time has just about run out. A failure to properly diagnose the problems and act decisively has put Europe firmly on the road to nowhere. It is journey that the global economy will be forced to share, at least in part.

Inoltre, le nazioni più forti potrebbe dover sostenere i costi del finanziamento del bilancio dei paesi più deboli e del deficit commerciale. Questo non sembra economicamente e politicamente fattibile.
L'Europa ora assomiglia a un paziente malato cronico, che riceve un trattamento sufficiente a tenerlo in vita. Un recupero pieno e completo non è probabile con la terapia attuale. L'Europa assomiglia ad un economia zombie, che funziona in modo alterato, con periodiche gravi crisi economiche. Il rischio di una lesione improvvisa di organi vitali è fastidiosamente alto.

Nella loro canzone "Road to Nowhere" (Sulla Strada verso il Nulla), David Byrne e i Talking Heads erano in "una corsa verso il nulla". La canzone dice "il tempo è dalla nostra parte". Il tempo in Europa si è quasi esaurito. Il fallimento nel diagnosticare correttamente i problemi e agire in modo deciso ha messo l'Europa sulla strada verso il nulla. E' un viaggio che l'economia globale sarà costretta a condividere, almeno in parte.

Satyajit Das è autore di  Extreme Money: The Masters of the Universe and the Cult of Risk (2011)

9 commenti:

  1. bellissimo articolo

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  2. sempre Satyajit Das dice:
    ...il denaro è stato moltiplicato e tirato ai limiti e oltre i limiti, creando tonnellate di denaro sotto forma di debito. Il debito in realtà è il "denaro estremo". Al di là del concetto il fatto semplice è che se conti tutto quello che passa per denaro, conti correnti, fondi monetari, p/t, bot, Btp, treasury, mutui, azioni, obbligazioni vari, debito vario ecc..
    oggi nel mondo la massa di quello che passa per ricchezza e denaro è CINQUE VOLTE QUELLO CHE ERA 30 ANNI. Il reddito reale mondiale però non è nemmeno raddoppiato
    rispetto a 30 anni per cui il fatto che il denaro si sia quintuplicato è più che altro funzione del debito...

    fonte: http://www.cobraf.com/forum/PostPrintView.php?postid=313225&type=c

    Per esempio in Italia abbiamo 138 miliardi di M0 e 1320 miliardi di M3...questo è il vero problema!!

    p.s. @Carmen possiamo limitare questa "moltiplicazione" di debito alzando i requisiti patrimoniali delle banche (es. dall'8% al 30-50%) ?

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    1. @Riccardo:
      c'è una differenza tra requisiti patrimoniali e riserva obbligatoria, giusto?
      Sulla seconda, a quanto pare le banche non sono influenzate nelle decisioni di prestito e quindi di creazione di moneta dalla percentuale di riserva. Quindi non avrebbe effetto aumentare la riserva...
      Sui requisiti patrimoniali, più che alzarli, credo che bisognerebbe reintrodurre quei paletti che prevedevano la specializzazione temporale e settoriale delle banche, e il divieto di commistione tra banche e imprese. Questo limiterebbe l'attività speculativa sui mercati finanziari da parte delle banche, e la loro possibilità di moltiplicare il denaro a dismisura mediante investimenti a leva e ad alto rischio.

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    2. Infatti io proponevo di aumentare i requisiti patrimoniali che con Basilea III sono ancora all'8% (la riserva obbligatoria è stata abbassata all'1% da poco).
      Comunque anche se alzerei i requisiti patrimoniali al 20-30% per legare un po' le mani a questi banksters, sono d'accordo sul fatto che bisognerebbe fare una glass-steagall mondiale (o eliminare definitivamente le banche che speculano con leve mostruose) e ripristinare la funzione principale delle banche: dare credito alle imprese/cittadini.

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  3. il vero scandalo è proprio la quantità di M3 che a dicembre 2001 era di circa 700 miliardi di euro e a ottobre 2011 è arrivata a 1360 miliardi circa!
    Quanto potrà mai resistere un sistema che ogni 10 anni raddoppia la quantità di M3 ?

    fonte: http://www.bancaditalia.it/statistiche/stat_mon_cred_fin/banc_fin/dismesse/pimemo/pimemo03/sb64_03/suppl_64_03.pdf

    e

    http://www.bancaditalia.it/statistiche/stat_mon_cred_fin/banc_fin/pimsmc/pimsmc12/sb02_11/suppl_02_12.pdf

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  4. Carmen

    puoi pubblicare questo mio articolo per dargli un minimo di visibilità, è una risposta alle considerazioni sulla Banca centrale Svizzera, che avrebbe messo a rischio la sua stabilità acquistando euro contro franchi svizzeri per mantenerne sotto controllo il cambio.

    Questo è il link, se puoi dargli visibilità te ne sono grato altrimenti pazienza :)

    http://monetamoderna.blogspot.com/2012/01/costi-ipotetici-e-vantaggi-reali.html

    JanVi

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    1. Ciao Janvi, se mi pubblichi il tuo contributo senza polemizzare con Bimbo Alieno, che è padronissimo nel suo blog di ospitare le teorie in cui crede e non le altre, io lo trovo interessante, e te lo pubblico volentieri.

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  5. Ciao Carmen,
    ottimo articolo, pieno di dati e riferimenti utili...ho notato solo una piccola imprecisione in questo passaggio:

    "Il debito totale del PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna) e Belgio è superiore a Euro 4 miliardi di euro. Una svalutazione di circa un miliardo di questo debito è necessaria per portare il livello del debito a livelli sostenibili (diciamo il 90% del PIL). Ma in assenza di riforme strutturali e di un ritorno alla crescita, le svalutazioni richieste sono significativamente più grandi. Il PIL di Germania e Francia, rispettivamente, è di Euro 3 miliardi e di 2,2 miliardi."

    In realtà, purtroppo, dovrebbe trattarsi di bilioni di euro e non miliardi...puoi anche non pubblicare questo commento, perchè si tratta solo di un'informazione di servizio...grazie ancora per il tuo utilissimo lavoro!
    A presto
    Piero

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  6. Pardon...sì, 4000!! Nonché 3mila 2,200!!!

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