Billy Mitchell analizza la crisi in Olanda dal punto di vista dei saldi settoriali, che dimostrano come per il paese sia corretto rifiutare l'austerità
Il fallimento del governo
Olandese nell'approvazione della proposta di austerità fiscale -
che porterà ad elezioni generali - colpisce al centro dell'eurozona.
L'Olanda è considerata una delle potenze della regione.
Quando si comprende che cosa è accaduto in realtà nei Paesi Bassi negli ultimi dieci anni, si capisce meglio il motivo per cui l'ossessione per l'austerità fiscale è estremamente pericolosa.
E' chiaro che i rapporti di bilancio (deficit di bilancio e debito pubblico in rapporto al PIL) ora sono al di sopra dei requisiti del PSC e, come ho discusso in questo blog - The lessons of history – subtitled – are the Dutch printing guilders? - ci sono zero possibilità che il paese raggiunga gli obiettivi di bilancio che sono attualmente monitorati dalla UE.
Il Central Planning
Bureau (ufficio di analisi economica del governo - CPB) ha
recentemente pubblicato un aggiornamento - Main
Economic Indicators 2011-2015 - alla luce del
rallentamento dell'economia.
Il CPB dice che, sulla base delle previsioni più recenti, l'economia Olandese è destinata a peggiorare (dicembre 2011) "principalmente a causa degli sviluppi economici sfavorevoli ... una diminuzione dei livelli di spesa dei consumatori, molto probabilmente a causa di più bassi livelli di fiducia, ha deteriorato la ricchezza dei fondi pensione e fatto calare i prezzi delle case ".
L'economia in calo avrà un impatto sulle previsioni del deficit di bilancio, in conseguenza del funzionamento degli stabilizzatori automatici. Le previsioni del CPB per il deficit di bilancio e il debito pubblico (in percentuale del PIL) per il periodo 2012-2015 sono riportate nei grafici seguenti.
Il primo grafico mostra le previsioni di disavanzo del bilancio, e chiarisce che il requisito del deficit previsto dal PSC sarà violato almeno fino al 2015. Se sarà imposta più austerità fiscale, per la cortesia del dettato UE, allora le barre blu si spingeranno ancora più in basso.
Il secondo grafico mostra
le previsioni sul debito pubblico. Anche in questo caso, l'austerità sta
mandando i rapporti finanziari in senso opposto a quello voluto.
Chiunque abbia una comprensione di base di MMT potrebbe predire le tendenze.
Il CPB dice che:
Il deficit di bilancio
previsto nel 2013 è del 4,5 per cento. Ciò significa che il
tetto-limite dell'UEM del 3 per cento sarà
superato per 9 miliardi di euro. In caso di politiche pubbliche
invariate, il deficit sarà del 4,1 per cento nel 2014, e del 3,3 per
cento nel 2015. La disoccupazione aumenterà al 6 per cento nel 2013,
il che ammonta a 545.000 persone.
Quindi non solo l'economia Olandese viola le regole attuali del PSC, ma non ha alcuna speranza entro i prossimi tre anni almeno di avvicinarsi alla regola fiscale del patto di cui essi stessi hanno caldeggiato con veemenza l'approvazione.
Come osserva il Wall Street Journal (22 aprile 2012), su Il crollo Olandese :
“Un downgrade Olandese probabilmente verrebbe accolto con non poca “Schadenfreude”1 in alcune capitali dell’Europa meridionale. I funzionari Olandesi sono stati tra i più rigidi sostenitori del pareggio di bilancio nella “periferia”, categoria che sembra sempre più priva di significato, man mano che il club dei paesi in difficoltà avanza tutto intorno alla Germania. Ma con la classe politica Europea impegnata come al solito nello schema dei salvataggi dei paesi poveri finanziati dai paesi ricchi, è ben poca consolazione per gli altri governi Europei guardare le fila dei finanziatori solvibili abbattuti uno ad uno."
Il problema degli
Olandesi è che il settore delle famiglie è gravato da altissimi
livelli di debito ipotecario. I dati della De
Nederlandshe Bank (la banca centrale)
mostrano che il debito totale delle famiglie è di circa il 249 per
cento ( il WSJ dice che è il "più alto nella zona euro").
Ho visitato i Paesi Bassi ogni anno (il mio centro di ricerca ha una succursale a Maastricht) e l'anno scorso sono stato stupito dalla debolezza del mercato immobiliare. Per la prima volta ho visto dei cartelli di vendita nei quartieri-bene, e mi capita di andarci ogni anno da più di due decenni. Quando ho chiesto il motivo di quei cartelli, mi hanno detto che in genere le case migliori si vendono senza bisogno di pubblicità, ma ora la storia è diversa.
In seguito allo scoppio della
bolla del settore immobiliare, nei Paesi Bassi ci sono
anche nuovi quartieri-fantasma (stile Irlandese).
La riduzione della leva finanziaria privata che si sta avendo in questo momento, rende imperativo per il bilancio di rimanere saldamente in disavanzo (e sicuramente al di sopra delle regole fiscali dell'Unione Europea).
L'articolo del WSJ certamente non capisce che questo è un imperativo. Dice:
“...Vale la
pena chiedersi perché, con una posta in gioco così alta, i
legislatori Olandesi non si siano accordati su tagli e risparmi del
valore € 14 miliardi – una correzione di bilancio non piccola, ma
nemmeno insormontabile.”
I 14 miliardi paralizzerebbero ulteriormente la crescita.
Il grafico seguente, tratto dai dati di De Nederlandshe Bank, mostra la crescita del PIL reale (trimestrale, ma annualizzato) sin dal marzo 2001. La linea rossa è la crescita media del PIL reale nello stesso periodo (1,4 per cento annuo). Da quando la crisi ha iniziato a impattare (settembre 2008), l'economia Olandese ha tassi di crescita medi del PIL reale di -0,1 per cento annuo.
E' chiaro che sta andando in recessione, e quando saranno pubblicati i dati del primo trimestre 2012 se ne avrà conferma.
L'economia Olandese ha un significativo surplus estero. Il grafico sotto mostra i saldi annuali settoriali dal 2001 al 2011.
I saldi settoriale dei conti nazionali sono scritti così:
(S - I) = (G - T) + (X – M)
I tre saldi devono essere a somma zero. I saldi settoriali ottenuti sono i seguenti:
- Il saldo domestico privato (S - I) - positivo se in surplus, significa che il settore nel complesso ha un risparmio (la spesa è inferiore al reddito)
- Il saldo di bilancio (G - T) - negativo se in surplus, positivo se in deficit.
- Il saldo delle partite correnti (X - M) - positivo se in surplus, negativo se in deficit.
La linea rossa indica che
il saldo del bilancio pubblico in% del PIL è ora in deficit, e il
CPB prevede che il deficit aumenterà nel 2012.
Si può vedere che, quando il bilancio era in pareggio (2005), il surplus estero stava aggiungendo domanda aggregata sufficiente a compensare il risparmio privato interno complessivo (linea verde), e quindi la posizione fiscale non comprometteva la crescita. L'impatto della crisi su tutti gli aggregati è chiaro.
Si può anche vedere che
il deleveraging domestico privato ora fa sul serio, e il calo di
domanda aggregata conseguente (spesa inferiore al reddito) sta
superando il crescente surplus estero. Al ritmo di crescita attuale,
questo spinge in alto il deficit (tramite gli stabilizzatori
automatici, e solo se l'austerità viene evitata).
Chiedere un surplus fiscale in questa situazione è folle. Un surplus fiscale significa che il governo dovrebbe spendere meno di quello che "incassa", e che dovrebbe ulteriormente alimentare il calo della domanda aggregata, limitando la capacità dell'economia di crescere.
I surplus esteri non
saranno abbastanza ampi, soprattutto con anche il resto d'Europa che
ora sta rallentando.
E' chiaro che il deleveraging privato interno deve essere sostenuto per consentire al mercato immobiliare di stabilizzarsi e all'economia di crescere, di fronte al calo della domanda interna privata.
L'austerità fiscale non solo minerebbe la crescita, ma ridurrebbe radicalmente la capacità del settore privato nazionale di riportare il suo bilancio in una posizione sostenibile.
Conclusioni.
Dall'inizio della crisi abbiamo assistito a una svolta a destra nei dibattiti politici di tutto il mondo. E' un peccato che i principali partiti di sinistra si siano venduti ai miti economici neo-liberisti e abbiano lasciato la lotta contro questo flagello a partiti marginali che sostengono anche le politiche sociali disfunzionali (per non parlare della loro comprensione imperfetta dell'economia).
Quello che sto vedendo è che oggi, ad affermare questa parodia economica maniacale - le élite europee stanno in realtà minacciando quel che c'è di buono in Europa - l'integrazione politica e la tolleranza che ha segnato il periodo che ha portato alla creazione della zona euro.
Inappuntabili le argomentazioni e le conclussioni di Bill Mitchell.
RispondiEliminaLa ciliegina sulla torta la propongo io.
O meglio, il quotidiano economico "Les Echos" a mezzo del suo articolo di fantapolitica (del 20 marzo scorso), titolato " Et Monti monta à Matignon..." - link:
http://www.lesechos.fr/opinions/chroniques/0201957124989-et-monti-monta-a-matignon-303608.php
Les Echos ha davvero passato il segno, nella stampa tutto il mondo è paese...
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