Da Ambrose Evans Pritchard del Telegraph: la Commissione Europea si fa promotrice di una revisione della strategia di austerità - allentare un pochino la morsa per evitare che tutto crolli?
La
Commissione Europea sta preparando un importante cambiamento di
strategia economica, nel timore che l'eccessivo inasprimento fiscale
possa infliggere inutili danni a una serie di paesi della zona euro.
I
funzionari credono di avere abbastanza margine di manovra legale per
allentare gli obiettivi del deficit di bilancio per gli Stati
dell'eurozona, senza violare il Patto di Stabilità e di Crescita,
anche se i piani rischiano di provocare uno scontro serio con la
Germania. "Il Patto di Stabilità non è stupido. Se la
crescita è inferiore a quanto previsto, ci sono elementi di
flessibilità", ha detto un alto funzionario della Commissione.
Le
attuali norme comunitarie prevedono che ogni Stato deve ridurre il
deficit al 3% del PIL entro il prossimo anno, ma questo non è
scritto nella pietra. "Finché un paese sta facendo il suo
dovere e adotta 'misure efficaci', possiamo mostrare una certa
flessibilità" ha dichiarato il funzionario.
Marco Buti, direttore generale per l'economia presso la Commissione, ha detto che il quadro UE "lascia un ampio margine d'azione per modulare la reazione della politica fiscale" e "autorizza esplicitamente il funzionamento degli stabilizzatori automatici" in risposta agli shock.
Il
cambiamento nella visione strategica è antecedente alla valanga di
voti al Fronte Nazionale di Marine Le Pen nelle elezioni Francesi, e
al crollo del governo Olandese contro i tagli dell'austerità, ma lo
sconvolgimento politico ha aggiunto una nuova urgenza.
Il cambiamento di politica di Bruxelles richiede il consenso dei ministri dell'UE. Ci vuole un voto a maggioranza qualificata per bloccare un'iniziativa di questo tipo, quindi la Germania da sola non ha potere di veto.
Le proposte saranno probabilmente sul tavolo del Consiglio "Ecofin" dei ministri il 15 maggio, portando allo scoperto le profonde divergenze sulla strategia fiscale. Si ipotizza che un "blocco Latino" - con alleati nell'Europa centrale - potrebbe costringere a un ripensamento sull'austerità, se François Hollande sarà eletto Presidente Francese. Egli ha chiesto che il Fiscal Compact dell'UE sia rinegoziato.
Gli
obiettivi di disavanzo sarebbero da valutare caso per caso, ma
potrebbero essere cambiati per tutti "se la situazione
dell'eurozona e della UE nel suo complesso richiedesse un
allentamento della politica fiscale".
Bruxelles è preoccupata per il ritmo della contrazione in Spagna, Italia, Olanda e Belgio. Nel dibattito politico vi è il riconoscimento che tagli sincronizzati in gran parte dell'Europa rischiano di creare una crisi che si auto-alimenta. La regione è già in una doppia recessione, che sta mandando a rotoli la dinamica del debito.
Mr. Buti ha lanciato queste nuove idee durante il fine settimana, in un documento politico sul sito VoxEU, che deve ancora uscire fuori dall'ambito ristretto dei circoli accademici. Ha detto che il quadro giuridico della UE richiede "un'approfondita analisi dei motivi alla base dell'incapacità di un paese di soddisfare gli obiettivi di bilancio". Esso consente "la possibilità di allungare le scadenze".
I
funzionari della Commissione all'interno dell'establishment politico
dell'Unione Europea hanno il ruolo di "colombe", e propongono un
Piano Marshall per la crescita, per risollevare il Club Med dagli
scogli. La via dell'austerità proviene soprattutto da Berlino e
Francoforte.
Un funzionario ha detto che i nuovi piani possono essere conciliati con il Fiscal Compact dell'UE e i regolamenti cosiddetti "Six Pack" sulla copertura di deficit, debiti e squilibri macro: "Non si tratta di cambiare il quadro giuridico, ma di usare i nostri strumenti in maniera più sensibile".
"Il Patto di Stabilità non è stupido"?
RispondiEliminahttp://leprechaun.altervista.org/europa.shtml
Nuovo “Piano Marshall per la Crescita” ?
RispondiEliminaBah!...Alice non abita più nel Paese delle Meraviglie dal giorno in cui “Gollum” politici come Van Rompuy (vedasi foto qui sotto allegata) l'han fatta fuggire terrorizzata:
http://www.google.it/imgres?hl=it&sa=X&biw=1280&bih=840&tbm=isch&prmd=imvns&tbnid=OhLIgzfmfKy42M:&imgrefurl=http://ideateatro.blogspot.com/2012_01_01_archive.html&docid=GhYhoKbXRE7YLM&imgurl=http://3.bp.blogspot.com/-7wI3L61GE14/TxQlxF1AXoI/AAAAAAAAIO0/o6TIM0993K4/s1600/van_rompuy_gollum.jpg&w=450&h=400&ei=2jmeT5O4L4Xl4QSm-YGqDg&zoom=1&iact=hc&vpx=363&vpy=185&dur=703&hovh=212&hovw=238&tx=129&ty=151&sig=114918604494052363750&page=1&tbnh=140&tbnw=151&start=0&ndsp=24&ved=1t:429,r:1,s:0,i:70
Van Rompuy (by Bilderberg) ha detto che prima del prossimo 12 giugno (data di riunione del Consiglio europeo) inviterà a cena gli altri mostriciattoli (hobbits in veste di premier europei) per parlare di crescita. Ma crescita di chi e di che cosa? Delle prossime vessazioni di cui saremo vittime?
Chi può e vuole vada ad analizzare i risultati pubblicati dalla BIS circa il monitoraggio delle banche europee (in merito a Basilea III e a partire dal 30 giugno 201)1:
http://www.bis.org/publ/bcbs217.htm
http://www.bis.org/bcbs/qis/index.htm
Gli servirà a rendersi conto di quel che il futuro potrebbe riservarci.
Vediamo che razza di piano Marshall tireranno fuori il 15 maqggio...avanti a tutto spiano con le privatizzazioni?
RispondiEliminaDa Eurointelligence:
RispondiElimina"In previsione della vittoria di Francois Hollande, i leaders dell'eurozona hanno ingaggiato un blitz verbale sulla crescita - proponendo una serie di rimedi quaquaraqua per mascherarare gli effetti dell'austerità. El Pais riporta la storia che la Commissione Europea sta preparando quello che il giornale chiama un Marshall Plan da 200 miliardi per incentivare gli investimenti nelle infrastrutture e la tecnologia verde, rimettendo in circolo le risorse della Banca Europea degli Investimenti, attraverso un potenziamento a leva. Lo scopo è di ottenere questo senza pesare sui contribuenti – uno sforzo che l'articolo definisce la quadratura del cerchio.
(Si noti che questa politica non rifiuta i programmi di austerità, né costituisce uno stimolo fiscale di alcun tipo. Rientra nel caso titpico della Commissione Europea che cerca di dare una risposta micro a problemi macro. Ci dice che la UE sta trattando la crisi economica attuale come un problema di PR)"
Cosa aspettarsi all'eurosummit del 15 maggio? Come ha detto lei è molto probabile che si decida di accelerare con l'ultima tornata di privatizzazioni, poi non resterà molto altro nel barile delle destre. Ai neoliberisti l'unica cosa che manca è l'immaginazione, i compensi no di certo.
RispondiEliminaLa retorica sui Marshall Plan europei lascia il tempo che trova e dura lo spazio di un mattino, ma avrà un eco importante sui media grazie agli efficienti uffici stampa della Commissione Europea. Ricorderà sicuramente il summit Ue di luglio 2011, quello in cui vennero ricontrattati i tassi di interesse sui prestiti Efsf a Grecia, Irlanda e Portogallo. Al contempo ponevano le basi per il selective default greco, coinvolgendo a margine del summit la potentissima lobby del "International Institute of Finance" in rappresentanza delle banche private creditrici. Più che giusto direi, I padroni a casa nostra!
"Draft EU summit conclusions call for “Marshall plan” of investment, growth stimulation for Greek economy"
ma anche
"Draft EU summit conclusions says three options for private sector role in second Greek bailout remain on the table; debt buyback, rollover and swap"
http://intermarketandmore.finanza.com/flash-update-via-libera-al-default-della-grecia-31778.html
Il mainstream ci va a nozze con sta roba: "la Grecia è salva, un prodigioso piano Marshall da 160 mld ricondurrà il paese verso la crescita", scriveva Repubblica. Ha appena fatto default e deve ancora iniziare il round di privatizzazioni più pesante della storia, concordato con i creditori Efsf, Fmi, Bce, cioè anche noi - l'Italia utile idiota salva le banche degli altri, i creditori, e svende se stessa.
Telecomunicazioni (OTE), trasporti, poste, compagnia elettrica (DEI) e del gas (DEPA), sono nella lista da un pezzo, con le ultime due storico serbatoio del sindacato socialista legato al Pasok, intoccabili finché un nuovo parlamento non cambierà nuovamente i rapporti di forza (le elezioni-farsa si terranno domenica 6 maggio). I grandi gruppi tedeschi aspettano la ciccia, le banche anglosassoni le ricche commissioni.
http://www.repubblica.it/economia/2011/07/21/news/niente_tasse_sulle_banche_raggiunto_l_accordo_franco-tedesco-19407248/?ref=HREA-1
ma anche
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/05/16/vendesi-grecia-tutto-ai-privati-per-50.html
Un indizio importante su che razza di "politiche per la crescita" verranno fuori nel breve periodo può essere rintracciato nella famosa lettera (no, non quella...) "Un piano per la crescita in Europa" scritta questo febbraio dalla destra europea a Merkel e Sarkozy per convincerli ad aprire i settori protetti del mercato franco-tedesco alla concorrenza esterna (o interna? i punti di vista...):
Elimina(..)"Innanzitutto, dobbiamo portare il mercato comune alla successiva fase di sviluppo, rafforzando la governance e innalzando gli standard di attuazione. Il rapporto della Commissione al Consiglio Europeo di giugno dovrebbe fissare delle azioni chiare e dettagliate necessarie per migliorare l’attuazione e rafforzare l’esecuzione.
Si dovrebbe cominciare ad agire nel settore dei servizi che oggi rappresentano quasi i quattro quinti della nostra economia eppure c’è ancora molto da fare per aprire il mercato dei servizi nella misura necessaria. Dobbiamo agire urgentemente, sia a livello nazionale che europeo, per rimuovere le restrizioni che ostacolano l’accesso e la concorrenza e per aumentare gli standard di attuazione ed esecuzione per ottenere reciproco riconoscimento all’interno del mercato unico. Siamo impazienti di leggere il rapporto della Commissione circa l’esito delle verifiche di performance di settore e facciamo appello alla Commissione affinché ottemperi all’obbligo previsto ai sensi della direttiva sui servizi di riferire in maniera completa e globale circa gli sforzi realizzati per aprire i mercati dei servizi e fare raccomandazioni per l’emanazione di misure aggiuntive, laddove necessario nell’ambito della legislazione, per realizzare il mercato interno nel settore dei servizi.
(..)Quinto, sono necessarie azioni decisive per offrire dei mercati globali aperti. Quest’anno dovremmo concludere degli accordi di libero scambio con India, Canada, i paesi dell’area orientale ed una serie di partner dell’ ASEAN. Dovremmo anche rafforzare i rapporti commerciali con i paesi dell’area sud. Si dovrebbe dare nuovo impeto ai negoziati commerciali con partner strategici come il Mercosur ed il Giappone, con i negoziati con il Giappone avviati prima dell’estate, a condizione che si facciano progressi circa la portata e l’ambizione di un accordo di libero scambio. I contratti attualmente sul tavolo potrebbero aggiungere altri €90 miliardi al PIL dell’Unione.
Ma dobbiamo andare ancora oltre. Dobbiamo dare un’ulteriore spinta politica all’approfondimento dell’integrazione economica con gli Stati Uniti prendendo in esame tutte le opzioni compresa quella di un accordo di libero scambio (lavorano le lobby transatlantiche come il German Marshall Fund, ah se lavorano; e c'è ancora qualche idiota che vede il complotto USA per far crollare l'eurozona... ci vogliono vivi, vegeti, obbedienti ma soprattutto business friendly, ndr), dobbiamo cercare di accrescere le relazioni commerciali e gli investimenti con la Russia, a seguito del suo ingresso nel WTO e dobbiamo avviare una valutazione strategica dei nostri rapporti commerciali e nel campo degli investimenti con la Cina, con l’obiettivo di rafforzare i nostri legami commerciali e consolidare l’impegno di realizzare degli scambi basati sulle regole. Riconoscendo I vantaggi comportati da mercati aperti, dovremmo proseguire i nostri sforzi per rafforzare il sistema multilaterale, anche attraverso l’Agenda di Sviluppo di Doha, impegnarci a concludere accordi multilaterali e plurilaterali in aree e settori prioritari e resistere al protezionismo e cercare un maggiore accesso al mercato per le nostre aziende nei paesi terzi. Soprattutto, dobbiamo resistere alla tentazione di perseguire un protezionismo controproducente nei nostri rapporti commerciali."
http://www.governo.it/Notizie/Palazzo%20Chigi/dettaglio.asp?d=66778
Insomma, è una "guerra" tutta interna alla destra. Le solite politiche di destra, quelle dal lato dell'offerta, dove i soliti ci guadagnano e i soliti ci perdono.
RispondiElimina"Però sai, nel 2020 il Pil crescerà, però sai la competizione, le professioni liberalizzate, i prezzi scenderanno, le azioni saliranno, lo spread scenderà, l'occcupazione aumenterà, il salario scenderà (questa è vera, eh!)" e via cazzeggiando.
O, per dirla alla Monti Mario, "il mercato unico europeo è un quadro che aspetta di essere completato". E lui, modestamente e sobriamente, è qui per questo...
Ottimo, Riccardo, e purtroppo c'è ancora tanta gente che crede a queste politiche, che le vede necessarie.
RispondiEliminaIl clamore contro lo stato spendaccione e corrotto giunge proprio ad hoc per creare il giusto contesto...non che non sia vero, ma dopo una diagnosi anche giusta si applica una cura sbagliata.
Mandiamo al governo gente onesta e competente, cambiamo le regole, invece di distruggere tutto e come si usa dire "buttare via il bambino insieme all'acqua sporca"!