Per resistere alla gravissima crisi, le comunità locali si inventano nuovi modi di scambio basati sulle monete complementari, e lo stato le incoraggia
The Guardian - Al
mercato di Volos la giornata è stata molto intensa. Angeliki
Ioanitou ha venduto una quantità decente di olio d'oliva e di
sapone, mentre la sua amica Maria ha fatto buoni affari con le sue
torte fresche.
Ma
non un solo euro è passato di mano - nessuno dei clienti di questa
mattina piovosa di sabato si è preso la briga di portare soldi. Per
molti di coloro che frugano tra gli scaffali degli abiti usati, degli
elettrodomestici e delle marmellate fatte in casa, il bisogno di
sopravvivere ha fatto sì che il denaro sia stato completamente soppiantato.
"E'
tutta una questione di scambio e di solidarietà, di aiuto reciproco
in questi tempi molto duri" dice entusiasta Ioanitou, i capelli
raccolti sotto un berretto di feltro. "Si potrebbe dire che
molti di noi sognano un'utopia senza l'euro."
In
questa vivace città portuale, ai piedi del Monte Pelio, nel cuore
della più fertile
pianura della Grecia, gli abitanti locali hanno escogitato un
nuovo modo di affrontare l'austerità - l'adozione di una loro
propria valuta alternativa, conosciuta come il Tem. Mentre il paese
combatte con la sua peggiore crisi dei tempi moderni, con i Greci che
perdono fino al 40% del loro reddito disponibile a causa delle
politiche imposte in cambio degli aiuti internazionali, il sistema ha
avuto un enorme successo. Gli organizzatori dicono che circa 1.300
persone si sono iscritte alla rete informale del baratto.
Per utenti come Ioanitou, ad esempio, la moneta - una forma di
community banking controllata esclusivamente on-line - non è solo un
antidoto efficace contro i tagli salariali e l'impennata delle tasse,
ma è il "miglior tipo di shopping therapy". "Un Tem è
l'equivalente di un euro. Il mio olio e il mio sapone mi hanno
fruttato 70 Tem con i quali ho comprato arance, dolci, pannolini,
prodotti per la pulizia e decorazioni natalizie» ha detto la
giovane. "Mi sono rimasti 30 Tem. Per le donne, che sono le più
colpite dalla disoccupazione, e non hanno i kafeneia
[caffè] dove andare, come
fanno gli uomini, è come appartenere a un'associazione che offre un
enorme sostegno."
La
crisi economica sempre più profonda che la Grecia sta attraversando
ha portato nuovi utenti. Con le famiglie che sempre più numerose
precipitano nella povertà e nella disperazione, i negozi, i caffè,
le fabbriche e le imprese hanno fatto ricorso ad un sistema in cui i
beni e i servizi – tutto, dalle sessioni di yoga alle cure
sanitarie, al baby-sitting alla consulenza informatica - sono
negoziati in cambio di crediti.
"Per
molti questo svolge un duplice ruolo, da un lato supplisce a una
completa perdita di reddito e dall'altro crea una rete di
protezione, in questa fase di particolare difficoltà della loro vita"
dice Yiannis Grigoriou, un sociologo laureatosi nel Regno Unito, tra
i fondatori della rete. "La vecchia generazione in questo paese
si può ancora ricordare di quando il baratto era un fatto comune.
Nei villaggi si scambiava latte e formaggio di capra con farina e
carne."
Altre
iniziative popolari sono fiorite in tutta la Grecia. Sempre più
privi di sostegno sociale, di uno stato sociale capace di soddisfare
le esigenze di un numero crescente di poveri e di affamati, la
gente ha messo in atto delle reti commerciali di questo tipo nei
sobborghi di Atene, nell'isola di Corfù, nelle città di Patrasso e
di Katerini.
Ma
Volos è stata la prima, e la rete è di gran lunga la più estesa.
Fino a poco tempo fa la città, 200 km a nord di Atene, era un
fiorente centro industriale con un porto che non solo collegava la
terraferma alle isole vicine, ma, prima che la Siria precipitasse
nella guerra civile, era una rotta commerciale tra la Grecia e il
Medio Oriente. Una volta famosa per il suo tabacco, Volos era sede
di mulini e cementifici, acciaierie e lavorazioni di metalli.
Ma,
oggi, è famosa per la disoccupazione, in un paese il cui tasso
di disoccupazione ha recentemente raggiunto il record europeo del
26%, superando anche quello della Spagna.
"Francamente
il Tem è stato un salvavita," ha detto Christina Koutsieri,
venendo dal mercato con dei DVD e una borsa di generi alimentari.
"Nel mese di marzo ho dovuto chiudere il negozio di alimentari
che avevo da 27 anni, perché semplicemente non potevo sostenere
tutte le nuove tasse e le bollette. Tutti quelli che conosco hanno
perso il lavoro. E' una tragedia."
L'anno
scorso, il governo greco ha introdotto una legge che agevola i modi
creativi di far fronte alla crisi. Per la prima volta, forme
alternative di imprenditorialità e di sviluppo locale sono state
attivamente incoraggiate.
Anche
se la gente del posto insiste che il Tem, che è disponible anche
sotto forma di voucher, non potrà mai sostituire le banconote - e
non è stato pensato per evadere le tasse - dice che è comunque una
valida alternativa.
Per i
funzionari locali come Panos Skotiniotis, il sindaco di Volos, la
moneta alternativa ha dimostrato di essere un ottimo modo di
integrare l'euro. "Siamo tutti per il sostegno di alternative
che possano contribuire ad alleviare le conseguenze della crisi economica
e sociale", ha detto. "Non potrà mai sostituire l'euro ma
sta davvero aiutando i membri più deboli della nostra società. In
tutte le attività sociali e culturali del comune, stiamo
incoraggiando l'uso del Tem."
Credo che l'utilizzo di monete alternative e complementari all'euro potrebbe essere d'aiuto anche in Italia specialmente in determinati contesti come l'acquisto di beni di prima necessità, certo bisognerebbe sviluppare un mercato dei prezzi parallelo ma credo che sia fattibile
RispondiEliminaDa noi c'è già lo SCEC. Bisognerebbe incrementarlo...
EliminaInnanzi tutto buon anno e un augurio sincero per un proficuo 2013.
RispondiEliminaCiò che emerge dall'articolo è più di una mera questione monetaria o valutaria.
Ho seguito molto tempo fa un "servizio" (credo fosse sulla Rai) d'approfondimento sulla rete Tem, che metteva in risalto l'utilizzo del tempo e delle professionalità al servizio della comunità e pertanto al servizio di una ricerca di benessere condiviso e solidale.
Al tempo stesso il tema dello Scec riprende un vecchio cavallo di battaglia del Professor Auriti ossia il Simec (http://www.youtube.com/watch?v=XIE2pc7g0Z4) ma si fonda su concetti e presupposti diversi, a mio avviso ed interpretazione. Concetti figli più di una riformulata teoria monetaria del valore economico dei beni più che di una teoria sociale della rivalutazione del "tempo" e delle "capacità" delle persone.
Per me, infatti, la rete Tem contrappone alla "banca del credito" la "banca del tempo".
Comunque sia, ben venga ogni teoria se questa nasce dalla volontà e dal desiderio di condividere e maturare insieme anziché sopraffare e vivere in amara solitudine.
Un saluto,
Elmoamf Massimo Paglia
Salve Carmen,
RispondiEliminaHo ritrovato il servizio della Rai su Tem:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-897d377c-e73f-4fd7-9262-749bce5aa48b.html
Un saluto,
Elmoamf Massimo Paglia
Grazie Massimo, mi guardo volentieri il servizio per capire meglio la differenza tra Scec (che è diverso dal Simec) e Tem
EliminaCiao
Cara Carmen,
EliminaDebbo sottolineare che il servizio è la sintesi di uno più ambio, sperò parimenti che il concetto si comprenda.
Un saluto,
Elmoamf Massimo Paglia
Ma è praticabile per la guardia di finanza? Non è come vendere in NERO?
RispondiEliminaAbbiamo avuto 2 esempi clamorosi nel passato;
RispondiEliminai Greenback di Lincoln,
che portarono il Nord a vincere sul Sud economicamente più sviluppato grazie alla schiavitù,negli USA,
e i MEFOBOND di Hitler che portarono ad uno sviluppo tedesco ed al suo riarmo,purtroppo.
Quindi una moneta alternativa garantita dallo stato sarebbe una panacea,esempi passati insegnano.
In pratica basterebbe la lira con ricongiungimento familiare tra Tesoro e banca d'italia....;)
EliminaNessuno ha mai pensato di introdurre monete locali in Italia per risolvere le difficoltà economiche del Sud? Prendiamo ad esempio la sitazione europea e traduciamola in italiano: è quasi lo stesso problema, 140 anni di lira hanno aggravato le differenze fra nord e sud del paese. Uscire dall'Euro, mantenere la Lira per le transazioni internazionali ed introdurre monete regionali, con relative banche centrali locali sottoposte al potere di una Banca Nazionale ricongiunta con il Tesoro. Tanto siamo nel 2013, basta imporre come si è fatto con il digitale terrestre l'uso delle carte di credito ed il problema dei cambi fra regione e regione viene meno. Se poi qualcuno obietta che questo guasterebbe il processo di integrazione nazionale, io risponderei che a giudicare da come è stato ottenuto io sarei disposto anche a fare un passo indietro per correggere quegli errori che ancor oggi non ci fanno sentire popolo. Che ne pensate?
RispondiEliminaC'è qualcosa di mancante però.
RispondiEliminaLeggo che é stato implementato un sistema in cui i beni e i servizi – tutto, dalle sessioni di yoga alle cure sanitarie, al baby-sitting alla consulenza informatica - sono negoziati in cambio di crediti.
E chi non ha ne beni ne servizi da offrire come se la cava?
Non é pensabile che chi non abbia nulla di quanto sopra offra solo le sue mani, perchè queste per creare qualche cosa, qualunque cosa, necessitano di strumenti, di materiale.
Chi li fornisce?
Non certo la piccola comunità presunta autosufficiente che chiaramente tale non é.
Ma che dici, Luigiza? L'economia è un'attività di produzione e di scambio di beni e servizi...se uno non ha alcun bene o servizio da offrire bisognerà che stia sulle spalle di qualcunaltro...
EliminaMagari fa la badante o la baby-sitter, magari aiuta a vendere il pesce o a preparare il pane...
EliminaIn pratica,in quelsiasi cosa serve solamente la volontà.
RispondiEliminaNon sarà stato istituito per avedere le tasse, ma di fatto le evade, alla faccia della troika economica affamapopoli. E' inutile il modello che l'europa sta facendo crescere è quello della deregulation in ogni ambito della vita sociale e del lavoro. E' questa l'Europa che volevamo ?
RispondiEliminaQuesta è l'Europa che volevaNo....
RispondiEliminaè come accontentarsi di respirare tenendo una sola narice fuori dall'acqua... io voglio tenere tutta la testa fuori dall'acqua ed essere libero... Via dall'euro
RispondiEliminaPenso che nella mia Regione (Romagna) piena zeppa di PMI, sarebbe molto più utile una moneta complementare B2B, esattamente com'è il WIR svizzero (in essere dal 1934!).
RispondiEliminahttp://www.wir.ch/
Nessuno ne parla, nessuno ne sa niente.
Ma la Svizzera dov'è su Marte?
Qualcuno (CNA, Confcommercio ecc) vada alla banca Wir a Lugano, fotocopi il loro statuto e lo applichi qua.
Ah! scusate! noi siamo dei mongoloidi italiani, non dei marziani\svizzeri!
La crisi economica ha colpito molto duramente la Grecia. Il mercato, l'alimentazione è probabilmente i rari settori che arrivano a sopravvivere. Le persone non possono rinnovare i loro vestiti, ma mangiare è un obbligo quotidiano per vivere!
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