16/01/13

Report della Commissione UE: è uno shock da domanda

Un articolo di Ambrose Evans Pritchard sul Telegraph, Mario Draghi has saved the rich, now he must save the poor, già tradotto da Cobraf, commenta un rapporto della Commissione, secondo cui una parte dell'Europa si sta avvitando in un circolo vizioso di povertà. Ma Monti e Bersani non li hanno avvisati? E la Lettonia non era il fiore all'occhiello degli Austerians?



Telegraph - La settimana scorsa la BCE di Draghi ha dichiarato che la crisi finanziaria dell'eurozona è finita, ma per quanto riguarda la disoccupazione e la depressione non c'è niente che si possa fare. Anche se è una Depressione che non è riuscita a prevedere e in larga misura ha causato, permettendo la contrazione della quantità di moneta, specialmente dalla metà del 2012.

Quindi la BCE e Draghi hanno detto che non tenteranno niente per compensare la riduzione dei deficit fiscali (aumenti di tasse e riduzioni di spese) di quest'anno del 2.3% del PIL in Spagna, 2% in Francia e un altro 1.2% in Italia - per non parlare delle riduzioni drammatiche in Grecia, Portogallo e Irlanda.


In Giappone, al contrario, il premier Shinzo Abe ha più o meno ordinato alla sua banca centrale di "inflazionare" e le ha dato come obiettivo la creazione di posti di lavoro (non lo "spread" o altro giochetto finanzario). La Federal Reserve in America anche lei, al contrario, ha dichiarato questa estate che continuerà a iniettare uno stimolo monetario dopo l'altro fino a quando il tasso di disoccupazione americano non scenderà al 6.5%.

Solo la BCE si professa impotente di fronte ad una disoccupazione dell'11.8% in Europa e che aumenta ogni mese. Mario Draghi ha detto che c'è "poco" che la politica monetaria possa fare per combattere una disoccupazione strutturale. Se fosse davvero "strutturale", potrebbe anche convincere. Ma non lo è.  L'Irlanda ha uno dei mercati del lavoro più flessibili del mondo, ma il suo tasso di disoccupazione è passato dal 4.6% al 14.6%, nonostante la valvola di sicurezza dell'emigrazione verso Gran Bretagna, Stati Uniti e Australia.

Il tasso di disoccupazione della Spagna è passato dal 7.8% al 26.6% in quattro anni, e al 55% per i giovani. Ciò è avvenuto molto velocemente, proprio perché ora è facile licenziare i lavoratori spagnoli con contratti a breve termine.

E' appena uscito un rapporto di 400 pagine della Commissione europea la settimana scorsa sulla disoccupazione che demolisce tranquillamente l'affermazione che la rigidità del lavoro sia la causa fondamentale del disastro  sociale che sta devastando il Clu-Med  e parte dell'europa orientale.

Il rapporto elenca come di dovere tutte le cose che devono essere fatte: la flexsecurity Nordica e una  diminuzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro.

Ma poi il report va avanti e indica  lo "shock da domanda" come  il vero colpevole. Tutto il resto, dice la UE,  è "meno rilevante".  Il documento rovescia l'argomento centrale dei mandarini europei dell'austerità,  che  la "riforma del lavoro" in qualche modo, magicamente,  porterà la ripresa, prima che le democrazie dei paesi colpiti riprendano in mano la situazione.

In Spagna ora l'estrema sinistra euroscettica di Izquierda Unida sale al 16% nei sondaggi, avvicinandosi al`sorpasso dei socialisti al 23%.  La sinistra alla fine  fa sentire la sua voce. 

La disoccupazione in Grecia ha appena raggiunto il 27%: Il tasso in Italia è ingannevolmente basso, solo all'11.1%,   ma come si può vedere dal grafico qui sotto  nella relazione della Commissione c'è un altro 12% di lavoratori  scoraggiati, cioè gente che ha smesso di cercare lavoro anche se potrebbe e vorrebbe lavorare e che non viene registrata. Il tasso combinato di disoccupazione reale in Italia è a circa il 23%.


 












E tra i disoccupati la percentuale di coloro che sono senza lavoro da un anno o più - due milioni solo in Spagna   - è passata dal 33% al 43% e si prevede un ulteriore incremento.
Un quinto non ha mai avuto un posto di lavoro nella vita. Più si  va avanti così, più questa gente diventa disperata. 

Si noti in particolare la posizione  dell'Irlanda,  che sorprende. 


 







 




Il rapporto avverte che un  "nuovo spartiacque" sta emergendo tra i paesi del centro e quei paesi "che sembrano intrappolati in una spirale verso il basso di diminuzione della produzione, rapido aumento della disoccupazione, erosione del  reddito disponibile. L'ondata di politiche di austerità pone domande importanti sulla sostenibilità dello stato sociale in Europa". Davvero.

Nelle previsioni ci si aspetta che l'eurozona subirà una contrazione dello 0.2% quest'anno, con una scarsa ripresa  nel 2014. Per allora milioni di persone saranno cadute in una "enorme trappola della povertà ", per usare le parole del capo della task force sui posti di lavoro della UE Laszlo Andor.

Ecco perché Gustav Horn - capo dell IMK Institute tedessco e uno dei  "cinque saggi" (top economisti tedeschi) - la scorsa settimana ha chiesto la fine delle tortura dell'austerità. "E' un circolo vizioso. L'Austerità in eccesso non porta a una riduzione del debito, anzi è causa di un aumento del debito", ha detto.

Dr. Horn ha concluso che l'unica via praticabile per colmare il divario è che la Germania tolleri un boom inflazionistico tramite una crescita dei salari del 4% per un certo tempo . Ha ragione.

Mezza Europa si trova ora in una "grande depressione", meno acuta di quanto lo fosse nei primi anni '30 (l'America è un'altra storia), ma più lunga e in ultima analisi più profonda e radicata. 

Chi ha il tempo dovrebbe dare un'occhiata alla relazione della Commissione UE, ricca di grafici da paura.

Potrà vedere  che un gran numero di persone nei Paesi Baltici, in Slovacchia e nei Balcani è in gravi difficoltà", a causa del sacrificio umano richiesto dall' élite dominante per difendere l'euro a tutti i costi. 

La situazione di "grave deprivazione materiale" è salita al 31% in  Lettonia e al  44%  in Bulgaria.  La grande maggioranza delle persone sulla cinquantina che in Lettonia, Lituania ed Estonia  hanno perso il posto di lavoro durante la crisi, non ha trovato un altro lavoro e ha poche possibilità di trovarlo, almeno nei loro paesi. Sono dei rifiuti abbandonati.


 













Anche il tasso di disoccupazione del 12.5% in Lettonia non racconta la vera storia. Un altro 7% ha rinunciato a iscriversi alle liste di disoccupazione. Un 10% della popolazione ha lasciato il paese.

Il PIL della Lettonia ora è in ripresa, ma la produzione è ancora un 12% al di sotto dei livelli del 2007. Sarebbe stato meglio lasciar svalutare la valuta della Lettonia e distribuire il sacrificio in modo più uniforme, come lo stesso Fondo Monetario Internazionale  privatamente aveva consigliato. Quelli che  vendono la Lettonia come una storia di successo dell' austerità ne ignorano il costo vero.

L'ex governatore della BCE Orphanides Athanasios - un esperto mondiale di deflazione - ha preso le distanze dai suoi ex-colleghi della BCE, accusandoli di stare "a guardare" dalla finestra, mentre in Europa dilaga il disastro socio-economico.

"Siamo nel bel mezzo di una  recessione  indotta dalla politica economica adottata, e la  politica monetaria può fare di più per contenerla, senza compromettere la stabilità dei prezzi", ha dichiarato. 

Jacques Cailloux di Nomura dice che il denaro è ancora terribilmente scarso in Europa per una serie di paesi. I loro rendimenti dei titoli sovrani sono scesi molto, ma non abbastanza da tenere il passo con la contrazione del PIL.

Le riduzioni dei tassi e degli spread non arrivano all'economia, le aziende italiane e spagnole devono ancora pagare il doppio per prendere in prestito rispetto alleconcorrenti tedesche. Il divario Nord-Sud sta diventando strutturale.

Cailloux calcola che una serie di Stati avrebbero bisogno di drastici tagli dei tassi quest'anno in base alla classica "Taylor Rule  o carenza di produzione potenziale": 150 punti base per la Francia, 230 per l'Olanda, 240 per l'Irlanda, 330 per il Portogallo, 350 per la Spagna e 400 per l'Italia. Per la Grecia, teoricamente 1100, "nessuna quantità di allentamento sembra sufficiente".

Non è possibile tagliare di sotto dello zero. Questo è il motivo per cui si fa il "quantitative easing", proxy grezzo di una riduzione dei tassi di interesse sotto lo zero. Gli stati vittima della depressione devono ricevere moneta per sopravvivere. Ma la BCE sta scommettendo, invece, che un nuovo ciclo di crescita globale e di "contagio positivo" derivato dal rialzo dei mercati finanziari risolleverà l'Europa entro la fine dell'anno.

La storia lo  giudicherà come un tragico errore. 
Non voglio criticare aspramente Mr. Draghi. Lui ha giocato delle carte scarse con grande audacia, grazie alla sua educazione da Gesuita. Assicurando il consenso dei Tedeschi al suo piano di sostegno dei bond Spagnoli e Italiani, sinora è riuscito a evitare la crisi finanziaria. Arriva tardi, e nella maniera sbagliata, ma non è sua responsabilità.

Val la pena ricordare come siamo arrivati qua, e cosa comporta questo salvataggio.

Solo un anno fa i tedeschi erano sicuri di aver dominato la crisi, tanto che Wolfgang Schauble e gli altri sembravano pensare che si potesse espellere la Grecia come un esempio salutare. I tedeschi sono stati scossi nella loro fiducia solo quando il sistema bancario spagnolo è collassato nel luglio 2012 e alcuni leader del blocco latino, infine, si sono in parte ribellati e hanno minacciato di esercitare il loro potere di voto all'interno del Consiglio. Questo ha consentito a Draghi di impegnare la BCE nell'acquisto dei bonds di tutti i paesi in crisi e ha fermato l'implosione del sistema bancario del sud-europa.

Ora molti rivendicano questa "Draghi Put" come una strategia vincente contro la crisi dell'UE. Gli stati creditori nordici sono stati costretti a consentire queste misure drastiche perché tutti le altre avevano fallito. Questi acquisti di bonds da parte della BCE sono in definitiva un'unione fiscale nascosta, fuori del controllo democratico.

La cancelliera Angela Merkel ha mutualizzato il debito UEM senza dirlo ai contribuenti tedeschi. Ciò può essere necessario se l'obiettivo è quello di salvare l'euro - ma non è un obiettivo morale - e non è certo uno stato sano di cose. Ha ragione Jens Weidman della Bundesbank ad avvertire che questo gioco alle spalle degli elettori  in futuro potrà creare guai.

Ma questa è un'altra storia. L'orrore davanti ai nostri occhi in questo momento è la rovina sociale. La strategia dell'Europa è di spezzare la resistenza dei lavoratori e dei sindacati a pagare loro i tagli portando la disoccupazione alle stelle. Questo sono  in realtà  le "svalutazioni interne". E' una storia che puzza. E la BCE sta aggiungendo altra crudeltà, con una politica monetaria restrittiva.

Mario Draghi si è meritato il suo riconoscimento, ma  il lavoro non è ancora finito. Ha salvato i ricchi, ora dovrebbe salvare i poveri. Coraggio.

(di Ambrose Evans-Pritchard, 14 gennaio 2013, Telegraph) 

12 commenti:

  1. Ma una notizia buona no è?
    da 4 anni va sempre peggio..
    Comunque complimenti al blog
    ;-)

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    1. Ale, una notizia buona sarebbe che gli italiani si sono destati...ma siamo ancora in fase rem...dopo il risveglio, chiudo il blog.

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    2. Se aspetti il risveglio italiota, allora mi sa che dovrai tenere aperto il blog per almeno un'altra ventina d'anni!
      Oppure mi sa arriverai alla pensione.. esiste la pensione da blogger? :-)
      Nonostante tutto il 18% voterebbe l'uomo del Monte!
      Confido nei partiti non tradizionali

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    3. Facciamo una pensione in crowd funding..;))))
      Scherzo, niente paura.
      Comunque l'uomo del Monti mi pare abbia detto che non servono i voti per andare al governo.... l'ultima chicca...!

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    4. L'uomo del Monti ha detto si..
      Welcome to banana republic! :-)
      Ma si ha ragione! Il popolino è troppo choosy per potersi esprimere in democrazia.. cosa ne vogliamo sapere noi di spread?
      Siamo ignoranti (per forza se non ci informano correttamente!), lasciamo decidere a lui..
      .. peccato che sulle sue decisioni a rischiare è il nostro sedere, non il suo!
      Cose simili, ma con altre parole, le diceva anche Silvio..
      :-(

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  2. Mi potreste chiarire cosa si intende per "shock da domanda"?

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    1. Una crisi da domanda ha origine dal fatto che i consumi e gli investimenti crollano - nel nostro caso per il calo delle esportazioni dovuto alla rigidità del cambio e le politiche di austerità che tagliano le spese pubbliche e aumentano le tasse - quindi diminuisce anche la produzione e l'occupazione, e quindi ancora la domanda, e così via in un circolo vizioso che si autoalimenta. Keynes diceva che se ne esce con la spesa pubblica, ossia esattamente il contrario di quello che stanno facendo...

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  3. Grande Evans-Pritchard, al solito.
    Mi vengono in mente le dichiarazioni di Monti al Corsera, dal road-show del marzo scorso in Estremo Oriente:
    "...Ma restano una riserva, una percezione errata, un forte dubbio. La riserva, comprensibile, riguarda il mercato del lavoro. ... Finché la percezione errata e il dubbio non saranno dissipati...le imprese straniere, come del resto quelle italiane, saranno riluttanti a considerare l’Italia un luogo conveniente nel quale investire e creare occupazione".
    http://mauropoggi.wordpress.com/2012/03/31/da-tokyo-laulico-e-sobrio-monti/
    Sulla BCE, nonostante il bel preambolo dell'art 2 (promuovere...un elevato livello di occupazione e di protezione sociale...)e l'art 127, colpisce nel Trattato la secca sentenza del 105: L'obiettivo principale del SEBC è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Tutto il resto è fatta salva questa priorità. In proposito rammento il botta e risposta fra Piga e Orizzonte48 e un conseguente illuminante post di 48 sulla "precomprensione":
    http://orizzonte48.blogspot.it/2012/12/giuristi-e-economisti-cronache-da-un.html?showComment=1355686456887#c7375274503648795778

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  4. A questo punto dobbiamo onorare la profondità ed acutezza delle nalisi formulata da Ascanio Celstini e riassumibili in un unica enunciazione: Cari operai noi saremo con voi molto chiari SONO CAZZI VOSTRI !!!!

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    1. Dicesi, in linguaggio accademico, svalutazione interna...

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  5. si potrebbe ri-impaginare l'articolo?

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