Mentre nella periferia dell'Eurozona la fiducia nelle istituzioni UE crolla, in Germania guarda caso il mood sembra migliore: per Daniel Gros su Project Syndicate i tedeschi pensano che tutto sommato l'euro porti loro più benefici che costi
Daniel Gros
Daniel Gros is Director of the Brussels-based Center for European Policy Studies. He has worked for the International Monetary Fund, and served as an economic adviser to the European Commission, th…Full profile
The Myth of German Euroskepticism
CommentsBRUSSELS
– According to conventional wisdom, the eurozone crisis has reduced
citizens’ trust in the European Union – and in European institutions in
general – across all member states. Several recent reports have claimed
that the German public, in particular, has turned its back on Europe.
CommentsFor example, a recent briefing note
by Open Europe claims that German citizens tend to trust the European
Parliament less than their national parliament and detects a trend of
declining German trust in EU institutions since the start of the crisis.
Similarly, a commentary
by the European Council on Foreign Relations states: “Trust in the EU
has plummeted across the continent. Both southern debtors and northern
creditors feel like they are victims.” And a Pew Research Center report
released in May, entitled “The New Sick Man of Europe: The European Union,” concludes: “The European project now stands in disrepute across much of Europe.”
CommentsThis narrative is simply wrong. In fact, Germans’ trust in the euro has been increasing throughout the crisis, and, though their trust in EU institutions was falling until a couple of years ago, it has now recovered.
CommentsThe
best indicator of Germans’ attitude toward the euro is provided by a
regular poll conducted since 2002 that asks a simple question: “Would
you like to have the Deutsche Mark back?”
CommentsThe
graph below shows that in recent years the proportion of those who
would like to have the DM back has steadily declined, and now stands at
only about 35%. By contrast, the proportion of those who would rather
keep the euro has increased steadily throughout the crisis and is now
around 50%. In fact, the trend of increasing acceptance of the euro
began in 2008, with the onset of the global financial crisis, and
continued its upward trajectory with the onset of the eurozone’s
sovereign-debt crisis in 2010.
Comments[To view a high-resolution version of the graph, click here.]
Read more at http://www.project-syndicate.org/commentary/the-wrong-conventional-wisdom-on-germans--trust-in-europe-by-daniel-gros#8eEJKo2Akv7armGH.99
Ecco cosa dice Daniel Gros:
" La fiducia dei tedeschi nell’euro
di fatto è cresciuta durante la crisi: anche se fino a paio di anni fa era in calo, ora è in
ripresa.
Il miglior indicatore dell'atteggiamento dei
tedeschi verso l’euro è dato da un sondaggio che pone una semplice domanda: “Vorrebbe
tornare al Deutsche Mark?”
Nel grafico sopra si può notare come negli ultimi
anni la proporzione di coloro che vorrebbero tornare al DM è
costantemente diminuita e ora si attesta solo al 35%. Per contro, la
percentuale di coloro che preferirebbero mantenere l’euro è
aumentata costantemente durante la crisi e ora si aggira intorno al 50%. Il
trend di accettazione crescente dell’euro è di fatto iniziato nel
2008, con l’arrivo della crisi finanziaria globale, e ha
continuato la sua tendenza al rialzo con l’insorgere della
crisi del debito sovrano dell’Eurozona nel 2010.
Sembra che le condizioni di crisi abbiano
indotto i cittadini tedeschi a riflettere più attentamente
sull’importanza della moneta unica. Negli ultimi anni il pubblico
tedesco è stato ampiamente informato sul potenziale costo fiscale
delle operazioni di salvataggio per la Grecia e gli altri Paesi.
Malgrado i potenziali costi elevati, i tedeschi sono comunque giunti
alla conclusione che sia meglio mantenere l’euro.
[...]
Questo importante trend spiega altresì il
risultato delle recenti elezioni svoltesi in Germania, in cui la
cancelliera Angela Merkel ha condotto la sua campagna con politiche
tese a “salvare l’euro”, ottenendo una vittoria schiacciante.
L’unico partito apertamente anti-euro non è riuscito a superare
la soglia del 5% per entrare nel Bundestag.
C’è molta speculazione sulla composizione
del prossimo governo della Merkel e su ciò che significherà per la
posizione della Germania rispetto all’Europa. Ma i dettagli di una
politica di coalizione in Germania contano molto meno per l’Europa
che l’ampio supporto dei tedeschi all’euro. La Germania non
volterà le spalle alla moneta unica – nè in generale al progetto
europeo."
La cosa naturalmente non ci rassicura, ma quel che conta davvero di più è che se non saranno i tedeschi a voltare le spalle all'euro, l'ondata capace di travolgerlo potrebbe essere già partita, in un sonnacchioso ed assolato pomeriggio provenzale
Secondo
la saggezza popolare, la crisi dell’Eurozona ha ridotto la fiducia dei
cittadini nell’Unione europea – e nelle istituzioni europee in generale –
in tutti gli Stati membri. Diversi report recenti sostengono che il
pubblico tedesco, in particolare, abbia voltato le spalle all’Europa.
Read more at http://www.project-syndicate.org/commentary/the-wrong-conventional-wisdom-on-germans--trust-in-europe-by-daniel-gros/italian#L4iz0k74K4eUSg2h.99
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Secondo la saggezza popolare, la crisi dell’Eurozona ha ridotto la
fiducia dei cittadini nell’Unione europea – e nelle istituzioni europee
in generale – in tutti gli Stati membri. Diversi report recenti
sostengono che il pubblico tedesco, in particolare, abbia voltato le
spalle all’Europa.
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Secondo la saggezza popolare, la crisi dell’Eurozona ha ridotto la
fiducia dei cittadini nell’Unione europea – e nelle istituzioni europee
in generale – in tutti gli Stati membri. Diversi report recenti
sostengono che il pubblico tedesco, in particolare, abbia voltato le
spalle all’Europa.
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Secondo la saggezza popolare, la crisi dell’Eurozona ha ridotto la
fiducia dei cittadini nell’Unione europea – e nelle istituzioni europee
in generale – in tutti gli Stati membri. Diversi report recenti
sostengono che il pubblico tedesco, in particolare, abbia voltato le
spalle all’Europa.
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MA VA!?
RispondiEliminaSarebbe come chiedere ai Romani, ai tempi di Augusto, se avevano nostalgia delle guerre civili di Mario e Silla......
LARS
E pensare che vi sono ancora "teste pensanti"de sinistra arroganti e sicurissime della contrarietà dei tedeschi all'introduzione della moneta unica! Che dire?.Il tempo ancora una volta è galantuomo e spazza via ogni ridicola favoletta riguardo la formazione dell'Ue.
RispondiEliminaInteressante fenomeno di isteresi del comprendonio. Gli alamanni favorevoli all'euro dopo dieci anni di ininterrotti ed esclusivi vantaggi per il sistema economico tedesco, superano i nostalgici del marco.
RispondiEliminaQuanto tempo di concentrati svantaggi serviranno ai mediterranei per compiere il percorso inverso?
Quando ciò avverrà i tedeschi si ritroveranno senza volere dalla parte che avevano ritenuto giusta fino a poco tempo addietro (fuori dall'euro). Poveretti: saranno frastornati.
Basta che non accusino noi italiani di tradimento dell'alleanza (ma, a questo proposito, confido in Marine Lepen)
Ovviamente non sono sfavorevoli all'euro...stanno conquistando l'europa a suon di spread e austerity...il popolo tedesco questa volta è colpevole! E' già la terza volta che ci provano!
RispondiEliminaPeggio per noi se loro non se ne vanno, ma del resto la Germania ha avuto ampi guadagni dall'entrata nell'euro in particolare dopo l'inizio della crisi, se ne sono solo accorti in ritardo, almeno la popolazione civile
RispondiEliminaLa minaccia di instabilità portata dal successo del Fronte Nazionale in Francia, potrebbe indurre il governo tedesco ad acconsentire ad un allentamento/aggiornamento della politica monetaria della BCE, nella direzione della mutualizzazione dei debiti sovrani/bancari e del finanziamento monetario di programmi di investimento.
RispondiEliminaIn tale senso, si tratta di una prospettiva certamente auspicabile per l'Italia ... (anche se non ne risolve tutti i problemi).
Un cordiale saluto.
http://marionetteallariscossa.blogspot.it/
Emilio, quella che tu consideri una prospettiva auspicabile è la cottura a fuoco lento della rana bollita.
EliminaCiao Carmen, per natura preferisco puntare su una serie di "piccoli" passi nella giusta direzione, piuttosto che su grandi rivoluzioni che potrebbero non avverarsi mai.
EliminaMa mi interessa la rappresentazione degli italiani, tutti insieme uniti e solidali, nella parte della "rana bollita".
Sei proprio sicura che sia così ?
Secondo l’OCSE, l’Italia è il secondo paese europeo per livello di disuguaglianza nella distribuzione dei redditi, dietro solo alla Gran Bretagna.
L’indagine campionaria della Banca d’Italia rivela che il 10% più ricco della popolazione possiede il 46% della ricchezza netta complessiva, mentre il 50% più povero si deve accontentare di meno del 10%.
E non stiamo parlando di una “guerra fra poveri”: secondo il Global Wealth Report del Credit Suisse, l’Italia è al tredicesimo posto al mondo per ricchezza pro-capite (su livelli superiori a quelli di Germania, Austria, Olanda, …) ed all’ottavo posto per numero di individui con ricchezza superiore al milione di dollari.
Queste statistiche sulla concentrazione della ricchezza, poi, non tengono in considerazione i fondi che i paperoni italiani hanno trasferito illegalmente nei paradisi fiscali in giro per il mondo: solo nella vicina Svizzera, si stima siano depositati capitali in fuga dall’Italia tra i 120 ed i 180 miliardi di euro.
A questo punto, mi sorge spontaneo interrogarmi se le vere "rane bollite" debbano proprio attendere l’uscita dall’Euro per iniziare a pretendere più giustizia sociale!
Permettimi una battuta: a pensar male, si potrebbe anche osservare come questa invocazione ad unirsi per la crociata contro l’Euro, senza distinzioni tra destra e sinistra, sembri funzionale proprio a distogliere l’attenzione dal conflitto interno al nostro Paese e oggi ancor più stridente, tra classi dominanti e ceti popolari prostrati dalla crisi, tra ricchi sempre più ricchi e poveri senza speranza!
Dando per scontata la buona fede di chi vi esorta, tale proposta politica denota comunque una sfiducia di fondo sulla possibilità di modificare i rapporti di forza all’interno della società, rintuzzando gli egoismi dei più ricchi nel nome di un progetto di sviluppo più sostenibile ed inclusivo.
Un cordiale saluto.
http://marionetteallariscossa.blogspot.it/
Questa storia della ricchezza media italiana l'abbiamo già esaminata, e risulta dal fatto che in Italia, a differenza di altri paesi come ad es. la Germania, la gente tende a comprarsi casa e a risparmiare perché lo stato è meno presente. Si sono pagate anche meno tasse per tanti anni, e questo ha permesso alle famiglie di accumulare risparmi, ma è vero che in contemporanea le spese primarie dello stato sono state mediamente più basse che negli altri paesi UE, e dunque mediamente inferiori i servizi della sicurezza sociale.
EliminaMa a parte questo, i tuoi sospetti sui veri scopi di chi esorta a unirsi nella crociata contro l'euro per distogliere l'attenzione dai conflitti sociali interni al paese...li trovo così disperatamente inadeguati a spiegare la reale portata della situazione che stiamo vivendo che mi lasci quasi senza parole.
C'è della gente che ancora fa fatica a comprendere la guerra in corso, che non è interna, ma in cui il nostro paese tutto è sotto attacco. Di fronte alla grande finanza internazionale che sta manovrando la più grande redistribuzione di ricchezza e il più grande attacco alla democrazia mai visti dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri...parlare di lotta sociale interna all'Italia è dio una miopia sconsolante.
Consiglio la lettura del grande Guarino, per favore, Un Saggio di verità sull'Europa e sull'Euro.
E se vuoi commentare evita di mettere sempre il link al tuo blog, che come vedi non è nel mio elenco di blog consigliati, e a cui non desidero fare pubblicità gratuita, dato che per la gran parte non condivido le cose che dici.
Mi è piaciuto Emilio L.
RispondiEliminaGli squilibri sono più d'uno e fissarsi su quelli macro fa perdere di vista quelli intra.
Vedi Eco: http://www.ecodellarete.net/code/xslt.aspx?p=96609
Brava Carmen,questi interventi ripetuti,ossesivamente "equilibrati",danno sempre la stura a qualcosa d'altro,che dalle mie parti si può tranquillamente definire invito alla rassegnazione,perchè,si sa,il capitale è eterno e immarcescibile,guai a metterlo in discussione,si rischia di essere etichettati con il marchio infamante di "nemico della modernità",se poi a questo si aggiunge anche un pò di sano anticapitalismo,gli apologeti di professione dello stesso si scatenano(non potendo più negare la brutale evidenza del suo "naturale funzionamento")in astruse dissertazioni utili solo a creare disorientamento e distogliere l'attenzione dal responsabile vero di questa catastrofe sociale che ha un nome e si chiama CRISI DI ACCUMULAZIONE.Quando il capitale versa in crisi di valorizzazione travolge ogni residuo di compromesso con il lavoro,rendendo vane e illusorie tutte le mitologie sulla sua presunta e possibile correzione in senso più" democratico".IL cosiddetto capitale dal volto umano non è mai esistito ed tempo di prendere finalmente atto.
RispondiEliminaCarmen ultimamente gli espertoni vengono attratti dal tuo blog come le api dal miele! Tutti esperti di massimi sistemi e di antitalianismo a prescindere. La maggior parte neanche si firma. Ma bella mozione d' ordine?
RispondiEliminaCaro Dino, un paio di espertoni sono già stati serviti, nel senso che quando si esprimono ossessivamente sempre nello stesso senso senza tener conto di dove sono e delle montagne di post pubblicate a smentire le loro tesi, beh, non hanno più accesso.
RispondiEliminaComunque se vuoi proporre mozione d'ordine sto in ascolto.