Da Counterpunch un'analisi dei poster diffusi dai militari israeliani per cercare di fornire una giustificazione morale e legale alla violenza indiscriminata della loro guerra asimmetrica hi-tech, trasformare i civili inermi in soggetti che possono essere legalmente assassinati e rimanere impuniti nella comunità internazionale
di NEVE GORDON e NICOLA PERUGINI
Tutti i
combattimenti
all'interno delle città e tutti i bombardamenti degli spazi urbani,
anche i più "precisi
e chirurgici",
rappresentano per i civili una
potenziale trappola mortale. Di conseguenza, la
penetrazione
della guerra nelle
città trasforma inevitabilmente i loro abitanti in potenziali scudi
umani.
Per i Palestinesi che vivono a Gaza oggi, semplicemente passare il tempo nelle loro case, frequentare una moschea, andare in un ospedale o a scuola è diventata un'impresa pericolosa, dal momento che uno qualsiasi di questi edifici può diventare da un momento all'altro un bersaglio. Non si può più contare sul fatto che la presenza di masse di corpi umani - anche di corpi di bambini - in spazi civili possa servire come difesa dei deboli contro la capacità letale degli stati hi-tech.
"Dove
nascondono le armi i terroristi di Gaza?"
Ma dal momento che gli stati hi-tech possono uccidere e di fatto uccidono centinaia o migliaia di civili, devono fornire una giustificazione morale alle loro azioni, al fine di difendere la loro posizione sulla scena internazionale; essi devono dimostrare che stanno proteggendo i principi della democrazia liberale. E' proprio in questo contesto che dobbiamo capire la serie di manifesti recentemente diffusi dai militari israeliani attraverso i loro account Twitter, Facebook e i loro blog.
Il manifesto "Dove nascondono le armi i terroristi di Gaza" è un esempio paradigmatico, dove il sottotesto esplicita: case, moschee, scuole e ospedali sono obiettivi legittimi, in quanto si presume che siano depositi di armi.
"Quando
un edificio è
una casa?"
Questo è anche il messaggio in "Quando è un edificio è una casa?" che semplicemente ingrandisce una delle immagini del manifesto precedente, mostrando come i Palestinesi presumibilmente nascondono i razzi nelle abitazioni civili.
La logica è semplice: nella misura in cui Hamas nasconde armi nelle case (illegittimamente), Israele può bombardarle come se fossero obiettivi militari (legittimamente). In questo quadro, una singola funzione (nascondere armi) tra molte funzioni esistenti (casa, rifugio, intimità, ecc) determina lo status di un sito urbano (nel nostro caso la casa), in modo che la forma dell'edificio perde il suo significato tradizionale.
La domanda "Quando diventa un obiettivo militare legittimo?" è pura retorica. Il suo vero significato è: "Tutte le case a Gaza sono bersagli legittimi", in quanto tutte le case sono potenzialmente non-case.
"Israele
usa le armi
per proteggere i suoi civili"
Non diversamente dalle guerre coloniali, così come altre guerre notevolmente asimmetriche, la legittimazione di Israele per i suoi bombardamenti indiscriminati si fonda su una profonda differenziazione morale tra Israeliani e Palestinesi. Nel poster "Israele usa le armi per proteggere i suoi civili. Hamas usa i civili per proteggere le sue armi", i Palestinesi sono raffigurati come barbari che ignorano la grammatica elementare del diritto internazionale.
La
guerra di Israele, tuttavia,
non solo rappresenta
la ri-definizione
delle
strutture architettoniche, ma anche la trasformazione degli esseri
umani in danni collaterali, soggetti che possono essere uccisi senza
violare il diritto internazionale. Questo è il significato
sottinteso
del poster con il
capo
di stato
maggiore di Israele
che
dice: "Anche quando portiamo avanti degli
attacchi,
ci
ricordiamo
che a Gaza ci sono i civili. Hamas li ha trasformati in
ostaggi."
"Ricordiamo che a Gaza ci sono i civili "
Ancora una volta, la logica è chiara. Tutti i civili di Gaza sono tenuti in ostaggio da Hamas, cosa che è considerata un crimine di guerra e una grave violazione del diritto internazionale che regola i conflitti armati. Questo, quindi, fornisce una giustificazione legale e morale contro l'accusa che è Israele a uccidere i civili. Presunte violazioni dei diritti umani condotte dai Palestinesi contro i Palestinesi - che prendono ostaggi e scudi umani - diventano così la legittimazione della violenza letale e indiscriminata da parte delle forze di occupazione.
Quindi, l'uso di scudi umani non è solo una violazione. Nelle asimmetriche guerre urbane contemporanee, accusare il nemico di usare scudi umani aiuta a convalidare la tesi che la morte “imprevista” di civili è un danno meramente collaterale. Quando tutti i civili sono potenziali scudi umani, quando ogni civile può diventare un ostaggio del nemico, allora tutti i civili nemici possono essere uccisi.
"Alcuni rifugi antiaerei
ospitano persone ..."
Affinché tutto questo sia convincente, l'esercito israeliano descrive il contesto asimmetrico in cui si scatena la sua violenza contro un'intera popolazione come se fosse simmetrico. Ciò avviene, ad esempio, attraverso il manifesto "Alcuni rifugi antiaerei ospitano le persone, alcuni nascondono le bombe". Qui una situazione drasticamente sproporzionata è presentata come se fosse equilibrata.
I residenti di Gaza sono bombardati dai jet da combattimento d'avanguardia F-16 e dai droni, eppure non hanno rifugi, e non hanno un posto dove fuggire. I residenti di Israele sono bombardati per lo più da razzi di fortuna, molti dei quali vengono intercettati dai missili Iron Dome. La maggioranza della popolazione in Israele ha accesso ai rifugi e può sfuggire alla portata dei razzi.
Queste potenti immagini, diffuse dai
militari israeliani attraverso i social media, rappresentano
il tentativo di trasformare i civili nelle
aree bombardate in persone sospette,
a prescindere dal fatto che le aree bombardate
siano dei centri urbani.
Il nocciolo della questione è che, nel contesto della guerra asimmetrica contemporanea, i deboli non hanno molta scelta. Quando non ci sono rifugi, le persone rimangono a casa durante i lunghi bombardamenti. E se, come nel caso dei Palestinesi a Gaza, fuggire non è un'opzione - perché tutte le vie di uscita dalla striscia sono state chiuse, o perché la casa del vicino è sotto minaccia esattamente come la propria, o perché uno è già un rifugiato e non vuole diventarlo di nuovo - il non muoversi, cosa che gli stati high-tech definiscono come essere degli "scudi umani illegali," costituisce una forma di resistenza.
Neve Gordon è
autore di
Israel’s Occupation.
Nicola
Perugini è
Mellon Postdoctoral Fellow
in Italian Studies and Middle East Studies alla
Brown University.
Il suo libro di prossima
pubblicazione si intitola The Human Right to
Dominate.
Tutto chiaro e condivisibile: una guerra infame scatenata prendendo a motivo l'uccisione di 3 ragazzi, che forse sono stati rapiti e uccisi proprio per incolpare Hamas e scatenare questa guerra.
RispondiEliminaTuttavia mi chiedo che senso ha da parte di Hamas sparare dei missili artigianali di dubbia efficacia e dar così il pretesto a Israele di uccidere i propri cittadini? Forse avere maggior supporto dagli stati arabi? Ma in maggioranza già solidarizzano con i palestinesi, o far vedere che Israele è "cattivo" con loro? Ma questo si sa da un pezzo...
O forse sperano che Europei o Americani cambiano la loro politica pro Israele? Se questo è il loro scopo sono degli illusi.
Quindi torno sul senso del lanciare i missili artigianali per provocare un nemico di forza nettamente superiore che uccide i propri cittadini. Hamas ha diritto di farlo, ma non capisco quale sia il suo ritorno.
non entro nel merito di ragione e torto ma a questo punto e viste alcune tue considerazioni non è che Israele con 3 o 4000 morti palestinesi pen
Eliminasi di ottenere come risultato politico il discredito di Hamas.........
Questo richiamo alla par condicio risuona un tantino ridicolo nel contesto di tanta macroscopica sproporzione a cui si riferisce.
RispondiEliminapropaganda pro-Hamas che rimbomba nelle nostre tv h24 eh?
RispondiEliminanon si riesce ad accenderla senza finire su una trasmissione pro-Hamas
Beh la sproporzione è compensata dal fatto che gli isreliani avvisano prima di bombardare, Hamas no, lo fa a sorpresa.
RispondiEliminaPoi ognuno si difende come può, se io ho un fucile bello luccicante e un tizio mi spara addosso con una vecchia lupara, io rispondo. Non è che corro a comprare una lupara.
Quando durante la guerra dei sei giorni ben 3 grandi stati arabi si coalizzarono contro un piccolo stato da solo, beh in quel caso mica si sono preoccupati della sproporzione.
Il punto è capire chi comincia. E ogni volta a cominciare sono sempre i soliti.
Ah, certo, avvisano prima di bombardare ospedali case e scuole, mica lo fanno senza avvisare, magari ripetono anche col megafono "Non scappate, siamo vostri amici"...
EliminaSi capisce ad 1 km di distanza che sei molto stupido è ignorate Tommaso !
EliminaTi spiego anche il perché tu sei molto stupido
1 ) gli israeliani lanciano sulle case dei palestinesi bombe con 500 kg di tritolo ( da mezza tonnellata di tritolo ) .
Queste bombe da 500 kg ti possono uccidere anche se ti trovi ad oltre 1000 metri di distanza dal punto del esplosione .
Tu Tommaso c" è la faresti in meno di 5 minuti ad abbandonare la tua casa e a percorrere a piedi una distanza di sicurezza di almeno 1200 metri ?
NO !
2) personalmente dubito molto che gli Israeliani diano 5 minuti di tempo ai palestinesi per scappare da un edificio che verrà da loro bombardato
3) I palestinesi non hanno né BATTERIE ANTI-AEREE Né RADAR Né rifugi ANTI -AEREI -
Gli Israeliani da sempre impediscono persino con bombardamenti preventivi al popolo palestinese di potersi dotare di rifugi anti -aerei !
Un palestinese non può nemmeno costruirsi un rifugio un po' sicuro per lui e la sua famiglia perché gli ebrei glielo impediscono .
4) I razzi-bengala che i palestinesi lanciano su Israele hanno una carica esplosiva ridicola corrispondente più o meno come potenza distruttiva a quella del grosso petardo napoletano chiamato pallone di Maradona
5) Tutti gli Israeliani con molta facilità possono evitare di essere colpiti e feriti dai razzi-bengala palestinesi perché dispongono di radar e batterie anti aeree e rifugi ovunque !
Lorenzo è evidente che non sai di cosa stai parlando, generalizzi in maniera preconcetta. Noi non abbiamo mai creduto alla primavera araba, così come ora non stiamo sostenendo Hamas.
RispondiEliminaLe due parti in conflitto hanno ciascuna i propri torti e le proprie ragioni, ma quello che dovrebbe saltare agli occhi è la disumanità di questo attacco che non sottostà a nessuna regola dello ius in bello del diritto internazionale, e che fa una stragrande maggioranza di vittime civili.
Purtroppo quelli come te che oggi, con questo attacco in corso, si mettono a sottolineare le colpe di Hamas e dei Palestinesi, non fanno altro che implicitamente giustificare l'attacco di Israele. Ma non credo che sia questo il modo di risolvere il conflitto e mi sento colpita da questa atrocità, stando dalla parte di chi desidererebbe la pacifica convivenza dei due stati.
Fallo! Apri un blog, sfogato, dopo starai meglio.
RispondiEliminaLa pacifica convivenza tra i due stati non ci sarà mai. Israele (come dice l'articolo sopra) è uno stato tecnicamente avanzato, i palestinesi al pari di Egitto, Siria e gran parte del mondo arabo sono arretrati.
RispondiEliminaOra il punto è che chi è avanzato sta molto meglio di chi è arretrato. Questo suscita invidie da parte degli arretrati che attribuiscono il loro malessere e la loro povertà alla prepotenza di chi oltreconfine è più ricco.
Ora il progresso tecnologico (come la democrazia) non è facilmente esportabile perchè richiede know-how e tutto un processo che è lungo decenni.
Ne deriva che in pace non ci staranno mai. ( O almeno in tempi rilevanti rispetto all'arco delle nostre vite)
Quello che piuttosto non si capisce è come mai TV e Giornali sono sempre pronti a parlare delle stragi a Gaza e non parlano di quelle in Ucraina o di tante altre parti del mondo. Anche più brutali, a volte fatte con il macete.
Riassumendo la domanda vera è:
- che interesse hanno gli spin-doctor a dare una cattiva immagine di Isrele ? -
Interesante sarebbe capire questo.
@Tommaso: Ma secondo te scusa, gli attriti fra palestinesi e israeliani deriverebbero dalla differenza di qualità della vita?
RispondiEliminama stiamo scherzando? non si tratta forse di reazione all'occupazione delle terre che si sentono proprie?
ci sono differenze CULTURALI, RELIGIOSE, e vecchie rivendicazioni appunto territoriali che rendono impossibile la convivenza tra i due popoli.
l'unica cosa che potrebbe forse garantirla sarebbe l'intervento davvero in forze della diplomazia occidentale per stabilizzare l'area e obbligare israele a smettere i bombardamenti. magari tramite blocchi economici.
però è una cosa che per ovvi motivi nessuno fa. per cui israele resta libero di fare e disfare delle terre palestinesi quanto è in suo potere. quel che è sicuro è che con la forza non sottometti un popolo che ti dichiara guerra millenaria. il popolo o lo assimili o lo fai vivere in modo decente. la forza in un popolo fiero causerà solo altra resistenza.
del resto Israele pare sentirsi a suo agio nello stato di guerra permanente in cui vive dalla sua nascita e la fratellanza musulmana di cui hamas fa parte ritiene di aver il compito di sostenere appunto una guerra secolare.
[...] Ma secondo te scusa, gli attriti fra palestinesi e israeliani deriverebbero dalla differenza di qualità della vita?[...]
RispondiEliminaQuando qualcuno ha qualcosa da perdere è più difficile che la metta in gioco. Se non ha niente da perdere (ergo è disperato) è più facile che sia disposto a rischiare la pelle.
Non voglio spoetizzare troppo ma mettiamola così: i soldi lubrificano, gli attriti diminuiscono.
Assolutamente condivisibile che chi abbia qualcosa sia restio a metterlo in gioco ma sicuramente non si può ridurre tutto alle differenze nella qualità della vita. Secondo questo metro di giudizio infatti i rapporti di Israele con gli Emirati Arabi o con i Sauditi dovrebbero essere distesi visto il PIL procapite non così tanto differente da suscitare una qualche invidia.
EliminaProva però a presentarti alla dogana di Dubai con prodotti fabbricati in Israele o anche solo recanti il marchio di un'azienda israeliana
Hai ragione Lorenzo. Quelli che portano per Hamas dovrebbero sapere che è' un gruppo terroristico e poi dovrebbero studiarsi un po' di storia e, se sono ancora in grado di connettere, capirebbero di chi è la colpa della situazione in quell'area
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